Originariamente Scritto da Liam & Me
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(Saviano) Noi non andiamo in onda
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"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggiole condizioni sono che Maroni debba leggere un elenco,gli autori hanno stabilito che non c'è tempo per un dibattito.B & B with a little weed
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Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza MessaggioSe nessuno mai scrive neanche una riga sull'argomento non si capisce se si tratta di cose reali o stia creando un mito alla stakhanov.Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
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Segnalo solo un articolo di Stella, una delle rarissime teste pensanti in via solferino. Secondo me dice cose semplici ma molto azzeccate.
LE ACCUSE DI SAVIANO, I RISULTATI DI MARONI
Non dividiamoci contro il crimine
LE ACCUSE DI SAVIANO, I RISULTATI DI MARONI
Non dividiamoci contro il crimine
Se il boss camorrista Antonio Iovine ha continuato a ridere anche ieri, dopo aver sbattuto in faccia a tutti quella strafottente risata di sfida mentre lo portavano via finalmente in manette, qualche motivo ce l'ha. La rissa divampata sul tema di chi è più duro e puro nella guerra alle mafie tra Roberto Saviano e Roberto Maroni, ma peggio ancora fra i tifosi esasperati dell'uno e dell'altro, è un regalo a lui e a quelli come lui. E rischia di avvitarsi in una pericolosa spirale destinata non tanto ad aprire una salutare discussione sulla penetrazione della criminalità organizzata in aree tradizionalmente «estranee». Ma a spaccare un fronte che almeno su queste cose, al di là delle legittime diversità di opinioni, dovrebbe essere compatto come l'Armada di Giovanni d'Austria a Lepanto.
Certo, il tema è: dobbiamo preoccuparci per le 6.092 operazioni finanziarie sospette a Milano e provincia segnalate dall'Ufficio italiano cambi alla Dia nel solo primo semestre 2008 o sentirci rassicurati dai 29 arresti di personaggi di spicco della mafia, della camorra e della 'ndrangheta finiti in galera da due anni in qua? La risposta non è facile. «Hanno parlato di mafia ma per noi del Nord la mafia è un fenomeno lontano. Senza contare che il 90% dei mafiosi è in carcere e quindi la criminalità organizzata è sotto controllo», disse sette anni fa Silvio Berlusconi ai corrispondenti esteri. Ne è convinto?
D'accordo, l'autore di Gomorra, tirando in ballo nella sua denuncia dei rapporti insani tra 'ndrangheta e politica il solo partito del ministro dell'Interno, è andato a cercarsele le nove pagine di indignazione della «Padania». Il taglio di un passaggio-chiave («Che cos'è la mafia? Potere personale spinto fino al delitto») nella citazione della frase molto provocatoria di Miglio non l'ha aiutato a dimostrare la cristallina buonafede. L'accostamento infelicissimo tra Sandokan e Maroni (al quale lui stesso riconobbe con parole nette i risultati lusinghieri su questo fronte) se lo poteva risparmiare. E l'apocalittica sicurezza sulle mafie che «hanno in mano il mercato della ristorazione» per un totale di «ventimila locali» è improbabile che sia stata apprezzata dalle decine di migliaia di persone perbene che fanno quel mestiere. Alla larga dai teoremi preconfezionati: se non è tutto mafia il Sud, non può essere tutto invaso dalla mafia il Nord.
Guai, però, se l'appassionata arringa del giovane scrittore a Vieni via con me fosse liquidata solo come un'offesa al buon nome della Lombardia, del Veneto, del Piemonte o dell'Emilia. Guai. Perché ha ragione quando lancia l'allarme sulle infiltrazioni della grande criminalità nelle terre dove ci sono i soldi, come sostengono la magistratura, la Dia e l'ultimo rapporto Sos impresa. Ha ragione quando denuncia il tentativo delle mafie di insinuarsi e aprire un dialogo con chi è al potere, quale che sia la sua bandiera. Ha ragione quando ricorda che gli arresti dei grandi latitanti, per quanto importantissimi, non esauriscono la complessità della guerra: come spiega Enzo Ciconte nel libro 'Ndrangheta padana, inchieste e documenti alla mano, troppo spesso «la 'ndrangheta ha conteso alla Lega il controllo del territorio padano». E certe storie esemplari quali quella di Ivano Perego, l'imprenditore che secondo i giudici per tirarsi fuori dai guai economici non si fece scrupolo di cercare dei soci mafiosi, sono solo la conferma che l'infezione c'è. E l'errore più grave sarebbe di scambiarla per un brufolo.
Gian Antonio Stella
19 novembre 2010B & B with a little weed
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Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza MessaggioIl taglio di un passaggio-chiave («Che cos'è la mafia? Potere personale spinto fino al delitto») nella citazione della frase molto provocatoria di Miglio non l'ha aiutato a dimostrare la cristallina buonafede. L'accostamento infelicissimo tra Sandokan e Maroni (al quale lui stesso riconobbe con parole nette i risultati lusinghieri su questo fronte) se lo poteva risparmiare. E l'apocalittica sicurezza sulle mafie che «hanno in mano il mercato della ristorazione» per un totale di «ventimila locali» è improbabile che sia stata apprezzata dalle decine di migliaia di persone perbene che fanno quel mestiere. Alla larga dai teoremi preconfezionati: se non è tutto mafia il Sud, non può essere tutto invaso dalla mafia il Nord.
il fatto è che, dato il deserto intellettuale della contemporaneità, saviano è stato elevato ad un ruolo che non ha le capacità di ricoprire, è chiaro dunque, che i suoi interventi siano suscettibili di critiche così come è chiaro che si possano trincerare dietro la difesa, che - non a caso - è stata esattamente la difesa qua e altrove dell'aver solo riportato delle inchieste.
manca del tutto a saviano, quel "so perché sono un intellettuale, uno scrittore" di pasolini, quella capacità di andare oltre la lettera e tirare le conclusioni. quella forza per cui poteva dire: non ho le prove, non ho nemmeno indizi. ma so.
a questo serve un intellettuale, per il resto abbiamo la magistratura.
se saviano deve essere il megafono della magistratura a me, francamente, non interessa, oppure occhei che ci sia anche lui, ma togliamogli questa investitura di grande intellettuale che non è.
spogliatodi questo mantello credo che le sue uscite, assolutamente parziali verrebbero ridimensionate al giusto valore e tutto tornerebbe a posto.
invece no, sembra che saviano parli sempre da un cespuglio in fiamme.
---------- Post added at 15:56:43 ---------- Previous post was at 15:54:19 ----------
mi riferivo a questo, di pasolini, per chi non lo conoscesse, per chi abbia voglia:
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Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggiocredo che stella colga il punto, ma non lo espliciti, non capisco per quale motivo, cioè lo capisco, ma non lo approvo.
il fatto è che, dato il deserto intellettuale della contemporaneità, saviano è stato elevato ad un ruolo che non ha le capacità di ricoprire, è chiaro dunque, che i suoi interventi siano suscettibili di critiche così come è chiaro che si possano trincerare dietro la difesa, che - non a caso - è stata esattamente la difesa qua e altrove dell'aver solo riportato delle inchieste.
manca del tutto a saviano, quel "so perché sono un intellettuale, uno scrittore" di pasolini, quella capacità di andare oltre la lettera e tirare le conclusioni. quella forza per cui poteva dire: non ho le prove, non ho nemmeno indizi. ma so.
a questo serve un intellettuale, per il resto abbiamo la magistratura.
se saviano deve essere il megafono della magistratura a me, francamente, non interessa, oppure occhei che ci sia anche lui, ma togliamogli questa investitura di grande intellettuale che non è.
spogliatodi questo mantello credo che le sue uscite, assolutamente parziali verrebbero ridimensionate al giusto valore e tutto tornerebbe a posto.
invece no, sembra che saviano parli sempre da un cespuglio in fiamme.
---------- Post added at 15:56:43 ---------- Previous post was at 15:54:19 ----------
mi riferivo a questo, di pasolini, per chi non lo conoscesse, per chi abbia voglia:
http://www.corriere.it/speciali/pasolini/ioso.html
In linea di principio pero' non vedo contraddizione tra il concetto di "io so perche' intellettuale" e le "uscite assolutamente parziali" di Saviano.
Ovvero, non vedrei niente di piu' parziale dell' affermare di sapere senza bisogno di prove e di indizi. Non che ci sia niente di male in questo, credo.
Se poi si parla di statura intellettuale, Saviano non e' Pasolini chiaramente. E penso lui non volesse neanche esserlo (lui no, ma tanti suoi fans probabilmente si', ndL).
Peraltro il "sapere senza provare" e' un concetto espresso piu' volte da Borsellino, e non da tanti intellettuali, per dire.
Detto questo, devi avere un po' di pazienza, considera che ho una visione molto limitata di tutto cio' che puo' essere intellettuale.
Cioe', roba non provata e dimostrata con risultati inconfutabili, perbacco.B & B with a little weed
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è terribile parlare con gli uomini di scienza, nonostante abbia un training di anni (il fisico della barzellata sul fisico che si fa l'amante) riuscite sempre a rivoltarmi le parole contro.
non c'è contraddizione, nel senso che uno non esclude l'altro.
mentre invece non è parziale dire:io so. ma non ho le prove, non nemmeno indizi.
è un sapere diverso che si basa semplicemente sulla coerenza del ragionamento, sulla capacità di mettere in relazione fatti anche lontani tra di loro, ed è una capacità rarissima, quella propria dell'intellettuale.
(l'artista non ha bisogno neanche della coerenza del ragionamento e dovrebbe arrivare ancora prima, purtroppo l'arte è in coma da più di un secolo)
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Credo che si debba ricondurre Saviano al suo ruolo. Non è un intellettuale, non ne ha le competenze culturali, la profondità di pensiero, la visione globale del mondo, un'idea che trascenda la spicciola quotidianità.
Sarebbe, pertanto, opportuno che venisse richiesto il suo parere solo su ciò che conosce. E' chiaro a tutti che questa sovraesposizione mira a dare al personaggio un ruolo che supera quello del giornalista antimafia. Che si tratti di buttarlo in politica o in spettacolo, poco cambia. D'altra parte i due campi potrebbero essere anche sovrapponibili.
Saviano è giovane, piuttosto avulso dalla normale vita di un suo coetaneo, con, prevedibilmente, un senso di rivalsa per ciò che la vita di una persona sotto protezione gli ha tolto. Questo può portarlo a mosse avventate, a passi nella direzione sbagliata.
Però c'è un indubitabile accanimento nei suoi confronti, che non nasce dalla puntata di lunedì, ma risale alle dichiarazioni, ad esempio di Fede, ad esempio del questore di Napoli, che lo hanno additato come un esibizionista, un cacciatore di glorie immeritate, un quaquaraquà che, in ambito mafiosologico, è l'accusa peggiore.
E' difficile non vedere in questo accanimento una reazione alle sparate di Saviano che descrivono un Italia non in tecnicholor come da ideologia mediasetizzante. E' questo che, per reazione, determina una appropriazione di Saviano in senso ideologico. Il ragazzo rischia di diventare un simbolo suo malgrado e di colorarsi di rosso pur non volendolo e, forse, pur non essendo quella, necessariamente, la sua casa politica.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioCredo che si debba ricondurre Saviano al suo ruolo. Non è un intellettuale, non ne ha le competenze culturali, la profondità di pensiero, la visione globale del mondo, un'idea che trascenda la spicciola quotidianità.
Sarebbe, pertanto, opportuno che venisse richiesto il suo parere solo su ciò che conosce. E' chiaro a tutti che questa sovraesposizione mira a dare al personaggio un ruolo che supera quello del giornalista antimafia. Che si tratti di buttarlo in politica o in spettacolo, poco cambia. D'altra parte i due campi potrebbero essere anche sovrapponibili.
Saviano è giovane, piuttosto avulso dalla normale vita di un suo coetaneo, con, prevedibilmente, un senso di rivalsa per ciò che la vita di una persona sotto protezione gli ha tolto. Questo può portarlo a mosse avventate, a passi nella direzione sbagliata.
Però c'è un indubitabile accanimento nei suoi confronti, che non nasce dalla puntata di lunedì, ma risale alle dichiarazioni, ad esempio di Fede, ad esempio del questore di Napoli, che lo hanno additato come un esibizionista, un cacciatore di glorie immeritate, un quaquaraquà che, in ambito mafiosologico, è l'accusa peggiore.
E' difficile non vedere in questo accanimento una reazione alle sparate di Saviano che descrivono un Italia non in tecnicholor come da ideologia mediasetizzante. E' questo che, per reazione, determina una appropriazione di Saviano in senso ideologico. Il ragazzo rischia di diventare un simbolo suo malgrado e di colorarsi di rosso pur non volendolo e, forse, pur non essendo quella, necessariamente, la sua casa politica.B & B with a little weed
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A mio avviso ci è andato anche leggero, forse se Maroni ha un merito è stato proprio quello di bypassare i protagonismi locali, di gente che tutto sommato non ha mai portato risultati.
La battaglia demagogica leghista, con l'esercito, i sequestri, e gli slogan, ha sicuramente fatto meglio del vuoto pneumatico precedente. E sono gentile perché spesso quel vuoto pneumatico era manifesta collusione.Originariamente Scritto da gorgoneil capitalismo vive delle proprie crisi.
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioCredo che si debba ricondurre Saviano al suo ruolo. Non è un intellettuale, non ne ha le competenze culturali, la profondità di pensiero, la visione globale del mondo, un'idea che trascenda la spicciola quotidianità.
Sarebbe, pertanto, opportuno che venisse richiesto il suo parere solo su ciò che conosce. E' chiaro a tutti che questa sovraesposizione mira a dare al personaggio un ruolo che supera quello del giornalista antimafia. Che si tratti di buttarlo in politica o in spettacolo, poco cambia. D'altra parte i due campi potrebbero essere anche sovrapponibili.
Saviano è giovane, piuttosto avulso dalla normale vita di un suo coetaneo, con, prevedibilmente, un senso di rivalsa per ciò che la vita di una persona sotto protezione gli ha tolto. Questo può portarlo a mosse avventate, a passi nella direzione sbagliata.
Però c'è un indubitabile accanimento nei suoi confronti, che non nasce dalla puntata di lunedì, ma risale alle dichiarazioni, ad esempio di Fede, ad esempio del questore di Napoli, che lo hanno additato come un esibizionista, un cacciatore di glorie immeritate, un quaquaraquà che, in ambito mafiosologico, è l'accusa peggiore.
E' difficile non vedere in questo accanimento una reazione alle sparate di Saviano che descrivono un Italia non in tecnicholor come da ideologia mediasetizzante. E' questo che, per reazione, determina una appropriazione di Saviano in senso ideologico. Il ragazzo rischia di diventare un simbolo suo malgrado e di colorarsi di rosso pur non volendolo e, forse, pur non essendo quella, necessariamente, la sua casa politica.
Ripeto: dice cose di cronaca non nuove nei fatti, e per di più molto meno pruriginose e scandalose di quanto già detto anche da un Lucarelli qualunque nel suo "blunotte".
Su facebook dopo ogni puntata leggevo commenti che neanche l'apparizione della madonna che rivelava chissà quale cosa avrebbe ottenuto.
Io non penso che non sia una persona valida e meritevole, non firmerò di certo l'appello de IlGiornale contro di lui, perchè contro di lui non ho nulla e comunque anche chi fa una minima cosa contro la mafia è meritevole di stima e apprezzamento, ma penso che sia sovrastimato sotto tutti i punti di vista.
---------- Post added at 01:14:18 ---------- Previous post was at 01:10:20 ----------
Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza MessaggioVorrei tanto pero' che un giornalista gli chiedesse quali sono state le misure che lui o il governo hanno messo in essere per migliorare la lotta alla criminalita'.
Almeno per capire se veramente ci sono dei meriti da parte sua (e puo' anche darsi) o i risultati siano da attribuire principalmente ai magistrati e/o forze dell'ordine.
Se nessuno mai scrive neanche una riga sull'argomento non si capisce se si tratta di cose reali o stia creando un mito alla stakhanov.
Bisogna applicare anche qui semplicemente il criterio di buon senso e coerenza.
Applicando questi due criteri e partendo dal fatto che quasi tutti quelli che scrivono qua erano colpevolisti nei confronti di Bondi per il crollo di Pompei, il mio parere è:
Maroni ha tanti meriti nell'arresto dei boss latitanti quanto tanti demeriti ha Bondi per il crollo del tetto a Pompei.
Anche se in campi diversi, il discorso è specularmente analogo.
Tessera N° 6
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Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
Bisogna applicare anche qui semplicemente il criterio di buon senso e coerenza.
Applicando questi due criteri e partendo dal fatto che quasi tutti quelli che scrivono qua erano colpevolisti nei confronti di Bondi per il crollo di Pompei, il mio parere è:
Maroni ha tanti meriti nell'arresto dei boss latitanti quanto tanti demeriti ha Bondi per il crollo del tetto a Pompei.
Anche se in campi diversi, il discorso è specularmente analogo.
ti capisco eh, è la tua visione thesandman vs il forum, ma è scorretto, da un punto di vista dialettico oltre che vagamente megalomane.
tornando al merito, inoltre, non mi pare fossero poi tutti così colpevolisti, ora, su due piedi, mi viene in mente ma_75 che ha detto chiaramente che bondi dovrebbe dimettersi, l'ha detto, in risposta alla dichiarazione di bondi secondo il quale non c'era una ragione per dimettersi, più o meno così - cito a memoria - "il fatto di respirare mentre i negretti muoiono di fame non ti pare ragione sufficiente, sacchetto di sterco?"
ma_75 che aveva detto chiaramente che non è colpa di bondi il crollo qui ed ora a pompei, quindi non è che dovrebbe dimettersi perché c'è stato un crollo a pompei, ma perché incompetente, questo secondo ma_75, dico.giusto per stare alla cara ermeneutica dell'oggetto.
poi si è parlato, qui e fuori, tra cui il regista martone che sembrava leggere direttamente i post di ma_75, di crolli metaforici e di pietre romane che dimostravano volontà di crollo.
se qualcuno ha fatto l'equazione: la villa dei gladiatori è crollata quindi bondi deve dimettersi, qua sul forum è stata di certo una voce minoritaria.
però mi piace molto il tuo ragionamento, perché possiamo dedurre che, dato che bondi non vedeva ragione per dimettersi a seguito del crollo di pompei in quanto non responsabile, bondi non vede meriti di maroni nella cattura dei latitanti.
mi piace.
dunque abbiamo un membro del governo che non vede meriti nel lavoro di un altro membro del governo nella cattura dei latitanti.
mi piace.Last edited by gorgone; 21-11-2010, 10:42:59.
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Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggioè la tua visione thesandman vs il forum
Il 90% delle volte sono d'accordo coi vari Mauro, Sean ecc.ecc. è solo su queste questioni che ci troviamo in disaccordo e neanche in tutto, solo che loro, ripeto, ritengono Berlusca una merda super pares e io lo ritengo una merda inter pares..
Tessera N° 6
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Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggiosenza soffermarci troppo sull'estrema scorrettezza del tuo modo di argomentare, qui e altrove, per cui rispondi all'eccezione di una persona - in questo caso liam - chiedendo di essere responsabile di un non meglio specificato "quasi tutti quelli che scrivono qua", cosa può interessare a liam e al ragionamento di liam il quasi tutto scritto qua?
ti capisco eh, è la tua visione thesandman vs il forum, ma è scorretto, da un punto di vista dialettico oltre che vagamente megalomane.
tornando al merito, inoltre, non mi pare fossero poi tutti così colpevolisti, ora, su due piedi, mi viene in mente ma_75 che ha detto chiaramente che bondi dovrebbe dimettersi, l'ha detto, in risposta alla dichiarazione di bondi secondo il quale non c'era una ragione per dimettersi, più o meno così - cito a memoria - "il fatto di respirare mentre i negretti muoiono di fame non ti pare ragione sufficiente, sacchetto di sterco?"
ma_75 che aveva detto chiaramente che non è colpa di bondi il crollo qui ed ora a pompei, quindi non è che dovrebbe dimettersi perché c'è stato un crollo a pompei, ma perché incompetente, questo secondo ma_75, dico.giusto per stare alla cara ermeneutica dell'oggetto.
poi si è parlato, qui e fuori, tra cui il regista martone che sembrava leggere direttamente i post di ma_75, di crolli metaforici e di pietre romane che dimostravano volontà di crollo.
se qualcuno ha fatto l'equazione: la villa dei gladiatori è crollata quindi bondi deve dimettersi, qua sul forum è stata di certo una voce minoritaria.
però mi piace molto il tuo ragionamento, perché possiamo dedurre che, dato che bondi non vedeva ragione per dimettersi a seguito del crollo di pompei in quanto non responsabile, bondi non vede meriti di maroni nella cattura dei latitanti.
mi piace.
dunque abbiamo un membro del governo che non vede meriti nel lavoro di un altro membro del governo nella cattura dei latitanti.
mi piace.
Oltretutto il discorso può essere ribaltato: se Bondi non ha colpe nella caduta di Pompei, Maroni non ha meriti nella cattura di Iovine. La famosa responsabilità oggettiva, termine che B., ancora lui, portò in auge a proposito delle indagini su Fininvest, dove chiunque pagava mazzette, ma sempre a sua insaputa, mentre quei maledetti giudici pensavano che lui, il padrone, dovesse sapere qualcosa per forza.
Non vorrei, tuttavia, lasciare fuori delle considerazioni morali. Bondi è un insulto alla cultura, come Gelmini all'istruzione. Il disprezzo per queste due categorie è icasticamente rappresentato dai due figuri che se ne occupano. Una donnina che si "compra" l'abilitazione e bercia di merito ed un poetastro che sembra uscito da Marziale.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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