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Sakineh

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    Sakineh

    A sto punto apro un thread anche su questo argomento

    ''Salvate mia madre''. Il figlio di Sakineh si appella al Papa e al governo. Esclusiva Adnkronos - Adnkronos Esteri

    Roma, 5 set. (Adnkronos/Aki) - Tramite AKI-ADNKRONOS INTERNATIONAL Sajjad Ghaderzadeh, il figlio di Sakineh Mohammadi Ashtiani, si appella al Papa e al governo italiano per fermare l'esecuzione della madre, condannata alla lapidazione per adulterio. Mi appello a tutti gli italiani - dice contattato telefonicamente - ma soprattutto al loro governo e al premier Silvio Berlusconi".

    Poi si rivolge al Pontefice: "Esorto il capo della Chiesa, papa Benedetto XVI, a intervenire per salvare la vita di mia madre", per fermare le "atrocità ingiustificate" a cui è sottoposta. Per Sajjad, l'unica speranza di fermare l'esecuzione è proprio la mobilitazione internazionale, le voci come quella della 'premiere dame' di Francia, Carla Bruni, o del calciatore italiano Francesco Totti, che ha aderito alla campagna di AKI contro la lapidazione di Sakineh, producendo una grande eco in Iran.

    "Vorrei ringraziare tutta la comunità internazionale, perché sta seguendo con tanta attenzione il nostro caso - dice - Vi chiedo di non fermare le vostre campagne, perché questo tipo di pressione da tutto il mondo può veramente aiutare mia madre".

    "Non fermatevi per favore - ribadisce - siete la nostra unica speranza". "Prima di appellarmi alla comunità internazionale, mi sono rivolto alle massime cariche dello stato - spiega - anche alla Guida Suprema, l'ayatollah Ali Khamenei, e al presidente Mahmoud Ahmadinejad, scrivendo diverse lettere, ma senza mai ricevere alcuna risposta".

    "E' per questo che mi sono rivolto alla comunità internazionale - continua - Ad Ahmadinejad chiedo dove sia quella giustizia di cui parlava durante la sua campagna elettorale, come mai non interviene a sostegno della mia povera madre. Sono molto deluso dalle autorità iraniane".

    Il figlio riferisce che la nuova condanna a 99 frustate a carico della madre "è già stata eseguita". "In seguito alla pubblicazione sul Times di Londra della foto di una donna senza velo erroneamente attribuita a lei, mia madre è stata condannata da un giudice speciale di Tabriz (la città in cui è detenuta, ndr), a 99 frustate - spiega - Secondo le nostre fonti, la sentenza è stata eseguita, mia madre è stata frustata pochi giorni fa".

    "Questo è un fatto insopportabile, che mi indigna veramente", dice Sajjad, che da Tabriz, dove vive, continua a denunciare all'estero le "atrocità ingiustificate" a cui è sottoposta la madre, cambiando quasi quotidianamente la scheda del suo cellulare, per paura di essere intercettato e punito dalle autorità del suo paese. Il giovane non conosce le condizioni di salute della madre, perché non gli è permesso di incontrarla "da più di due settimane, dal momento che è stata costretta a rilasciare un'intervista alla tv di Stato - spiega - Sono molto preoccupato, spero di poterla incontrare giovedì, ma non sono sicuro che mi daranno l'autorizzazione".

    L'avvenuta esecuzione delle 99 frustate nei giorni scorsi - pena che Sakineh ha subito anche quattro anni fa, all'inizio della sua vicenda giudiziaria - è confermata dall'avvocato della donna, Javid Houtan Kian. "Secondo la testimonianza di due detenute scarcerate venerdì dalla prigione di Tabriz, Sakineh ha subito in carcere un processo per direttissima in cui è stata riconosciuta colpevole di corruzione morale per aver autorizzato la pubblicare di una sua foto senza velo - spiega ad AKI l'avvocato - Dopo la condanna, è stata subito frustata per 99 volte".

    "Tutto questo è incredibile - prosegue l'avvocato, che è costantemente in contatto con i figli di Sakineh - anche perché la foto pubblicata dal Times non era la sua". Quindi ripercorre la vicenda: "Io stesso, dopo aver rilasciato un'intervista al quotidiano britannico, su loro richiesta ho inviato una foto di Sakineh con il velo, mentre si occupava dei suoi alunni nell'asilo in cui lavorava".

    "Ma purtroppo il Times non ha pubblicato quella foto, ha diffuso un'altra immagine, che ritrae un'altra donna, presumendo erroneamente che fosse Sakineh - prosegue - Si tratta di un errore e non è accettabile che la mia cliente sia stata condannata e frustata per la sbaglio commesso da qualcun altro".

    "Ho paura per me, ma soprattutto per mia sorella" si sfoga Sajjad. "Abbiamo ricevuto in questi giorni diverse telefonate dal ministero iraniano dell'Intelligence, che ci chiedeva di presentarci presso la sede di Tabriz - racconta ad AKI - Per ora ci siamo rifiutati di presentarci perché abbiamo paura, non sappiamo cosa ci vogliano fare, cosa stiano programmando contro me e mia sorella". E' proprio la sorella minore a preoccupare maggiormente Sajjad.

    "Io di giorno lavoro - spiega il giovane, che è controllore sui trasporti pubblici - e lei resta sola in casa per quasi tutta la giornata. Ogni volta che esco penso a lei e spero che non le succeda qualcosa di brutto".

    "Purtroppo in Iran non c'e' nessuno che ci sostenga, tranne il nostro avvocato, Javid Houtan Kian - dice - Ci sentiamo soli, abbandonati, nessuno ci protegge qui. Per questo la nostra unica speranza è la comunità internazionale, perché in patria nessuno ci aiuta". Il tono della voce del giovane si fa ancora più grave quando parla della madre. "Per ora non ci sono sviluppi processuali - spiega - sembra che l'autorità giudiziaria sia determinata a lapidarla".

    "Non è giusto, stanno usando il suo caso in modo strumentale, per spianare la strada a una scia di nuove esecuzioni e per valutare la reazione internazionale - conclude - Mia madre è solo la prima vittima, questa situazione è intollerabile".

    L'esecuzione di Sakineh potrebbe essere "questione di ore", è l'allarme lanciato dal legale della donna. "Il mio ricorso alla Corte Suprema non è stato ancora formalmente accolto - spiega Javid Houtan Kian nell'intervista telefonica ad AKI - e per questo motivo l'autorità giudiziaria ha il potere di rendere esecutiva in ogni istante la condanna a morte per lapidazione".

    "Temiamo che questo possa avvenire a breve - ribadisce - Per questo siamo molto preoccupati". L'avvocato riferisce che non gli è permesso di incontrare la sua assistita "da più di due settimane, da quando è stata costretta a rilasciare un'intervista in tv" in cui ammetteva i reati che le vengono attribuiti. Fin da subito il legale e la famiglia di Sakineh avevano denunciato che l'intervista le era stata estorta con le minacce e le torture. Da settimane, ormai, la procedura giudiziaria è ferma, denuncia Houtan Kian.

    "Attendiamo la risposta della Corte Suprema, ma al momento la situazione è critica, Sakineh rischia di essere lapidata in ogni momento". Il legale denuncia anche l'operato del suo predecessore, Mohammad Mostafaei, fuggito in Norvegia nelle scorse settimane e da allora spesso intervistato dai media di tutto il mondo. "Mostafaei non rappresenta più Sakineh - dice - pertanto le dichiarazioni che continua a rilasciare non devono essere attribuite alla sua famiglia".

    Secondo Javid Houtan Kian "l'accanimento contro Sakineh è motivato dalla volontà dell'autorità giudiziaria di dare il via a un nuovo ciclo di lapidazioni di donne condannate a morte". "Secondo le ultime stime, in Iran ci sono circa 150 donne in attesa di essere lapidate - spiega - Con il caso di Sakineh, la Repubblica Islamica vuole esaminare la reazione della comunità internazionale nei confronti del ricorso a una pratica primitiva come questa".

    "Se dovesse ritenere che l'impatto delle campagne internazionali non è poi così forte, allora procederebbe senza indugi alla lapidazione di tutte queste donne", dopo che la pratica non è stata messa in atto per alcuni anni. Per questo motivo, a suo giudizio, l'attivismo internazionale è "molto utile", in quanto può salvare non solo Sakineh, ma anche tante altre donne in attesa di esecuzione.
    Originariamente Scritto da DR. MORTE
    Un cervello limitato contiene una quantità illimitata di idiozie.

    #2
    Coi nostri parametri occidentali, giustamente inorridiamo:
    Ma quello è un Paese dove il Corano detta legge alla lettera. E' lo stesso popolo iraniano ad aver richiamato dall'esilio Khomeyni, ad aver voluto la rivoluzione e la nascita della Repubblica Islamica.
    Per l'adulterio, in Iran, esiste la lapidazione.
    D'altra parte ci sono paesi dove se canti davanti ad un pubblico misto ti meriti 39 frustate:
    ‘Sinner’ singer given 39 lashes by rabbis Ahimè, non ho sentito, in questo ultimo sconcertante caso (in un Paese che pretende di dirsi "occidentale") levarsi campagne stampa, raccolte di firme, appelli al Papa e a Totti.
    Almeno l'Iran non ha la pretesa di passare per quello che non è; e, per chi abita là, quella è la legge.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      #3
      Analizziamo i due casi.

      Iran: lo Stato iraniano condanna a morte per lapidazione una donna colpevole di adulterio, secondo la legge. L'unica prova è una confessione estorta con la tortura.
      Israele: una corte priva di valore legale condanna a 39 frustate un cantante per un'esibizione davanti a un pubblico misto. La sentenza è assolutamente fuori dalla legalità, e viene applicata solo perché il "colpevole" stesso decide di accettarla.

      La stessa identica cosa.
      Originariamente Scritto da Sean
      Bob è pure un fervente cattolico.
      E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.

      Alice - How long is forever?
      White Rabbit - Sometimes, just one second.

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        #4
        Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
        Analizziamo i due casi.

        Iran: lo Stato iraniano condanna a morte per lapidazione una donna colpevole di adulterio, secondo la legge. L'unica prova è una confessione estorta con la tortura.
        Israele: una corte priva di valore legale condanna a 39 frustate un cantante per un'esibizione davanti a un pubblico misto. La sentenza è assolutamente fuori dalla legalità, e viene applicata solo perché il "colpevole" stesso decide di accettarla.

        La stessa identica cosa.
        Sono entrambi casi di un fondamentalismo accettato, uno a livello statale e l'altro (per ora) in gruppi di individui che accettano come pacifico il fatto di frustare e di venire frustati, e tutti e due hanno una base religiosa.
        La destra ultraortodossa ebraica (largamente accettata in Israele, con tutte le sue leggi, tradizioni, fisime, quartieri e appoggi politici) non ha nulla da invidiare al fondamentalismo islamico.
        Se dobbiamo indignarci, ci si indigni per chiunque va in direzione di un tribalismo da noi largamente scomparso.
        Last edited by Sean; 05-09-2010, 12:34:24.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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          #5
          ma come ci può essere anche il solo dialogo con stati talmente primitivi..
          Originariamente Scritto da DR. MORTE
          Un cervello limitato contiene una quantità illimitata di idiozie.

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            #6
            Sean nel secondo caso non si tratta di una punizione dettata dallo "stato", secondo me le cose non sono paragonabili. Anche qui in italia c'è gente che gira col cilicio o che fa cose ancora più "perverse" in nome della religione, non per questo mi azzarderei a paragonare l'italia con l'iran, in tema di fondamentalismi.

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              #7
              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
              Coi nostri parametri occidentali, giustamente inorridiamo:
              Ma quello è un Paese dove il Corano detta legge alla lettera. E' lo stesso popolo iraniano ad aver richiamato dall'esilio Khomeyni, ad aver voluto la rivoluzione e la nascita della Repubblica Islamica.
              Per l'adulterio, in Iran, esiste la lapidazione.

              Eh ma vedi Sean, non siamo talmente democratici, ci riempiamo tanto la bocca del governo scelto dal popolo che non riusciamo ad accettare il fatto che gli iraniani abbiano preferito la rivoluzione islamica ai fasti occidentali dello scià.
              Se fossimo consequenziali dovremmo ammettere che è il governo che loro hanno scelto, compresi i costumi barbari del corano. A noi non dovrebbe restare altro che dissentire democraticamente.
              In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
              ma_75@bodyweb.com

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                #8
                Originariamente Scritto da Black87 Visualizza Messaggio
                Sean nel secondo caso non si tratta di una punizione dettata dallo "stato", secondo me le cose non sono paragonabili. Anche qui in italia c'è gente che gira col cilicio o che fa cose ancora più "perverse" in nome della religione, non per questo mi azzarderei a paragonare l'italia con l'iran, in tema di fondamentalismi.
                Black, il cilicio è una penitenza corporale che riguarda solo il singolo, non viene imposta da nessuno a nessuno (per fortuna). Lungi da me - lo sapete - il giustificare in qualsivoglia maniera il Corano e gli stati che lo applicano, però faccio solo presente che sarebbe ora di toglierci di dosso un bel pò di paraocchi e guardare la realtà nel suo senso pieno e globale.
                In Israele i rabbini dettano legge nella vita quotidiana. Gli ebrei laici sono sempre più ossessionati da questo controllo:
                Chi tra gli israeliani vorrebbe sposarsi in maniera non ortodossa è costretto ad andare all'estero.

                Si legga in proposito questo grido allarmato del professor Shalom Boguslavky, docente alla Hebrew University di Gerusalemme:

                This led to a strengthening of the separatist, ultra-orthodox wing, which has stopped seeing the Zionist state as “the beginning of redemption” and instead preaches right wing post-Zionism. According to this belief, secular Zionism has finished its job and it is now time for a “faith-based revolution”.
                The more traditional right wing, represented in the “Yesha council” settler leadership, which believes that secular people have a role in the divine plan as “the ass on which the Messiah shall ride upon” understood that the new trend distances secular people from the right wing. If it were to continue, the right wing would stop leading the country and become a marginal faction, just another one of many religious factions. Israel Harel along with his secular disciple Ronen Shoval have both stated that the rise of the ultra-orthodox nationalist post-Zionism is what called them to action.


                It is important to understand how the religious right reads reality. Most of the Israeli public leans to the right, but it is a pragmatic right. In other words, it is a right which could, following various real-world constraints, declare its support for two states for two nations, freeze construction of the settlements, et cetera. In contrast, as far as the religious right is concerned, it is not some constraint of reality that leads to this but rather “a weakness of resolve” on the one hand and subversive elements of impurity that have lodged themselves in powerful focus points: civil society organizations, the academic world, the media, and the courts, on the other hand.



                They believe the Jewish nation, which Rabbi Kook portrays as a direct delegation of divine presence onto the world, was contaminated by that riffraff and exchanged Messianic zeal with a passion for the comforts of secular life. They are of the opinion that when the Nation of Israel is committed to their vision the constraints of reality will have no meaning. The leaders of this group came to the understanding that in order to salvage the religious right, secular people must be recruited, ones who are not interested in messianic theology but self-identify as Zionists and are open to the idea that the problems of Israel are not due to stupid policy but rather, to internal subversiveness.

                The Israeli right’s secret strategy to promote ‘Greater Israel’

                Sono problemi sentitissimi in Israele, ma qua non arriva eco, come non è arrivata per le frustate imposte alla cantante dai rabbini osservanti e accettate dalla stessa.
                Per l'Iran come per ogni paese esiste il diritto alla autodeterminazione:
                Se un domani Israele dovesse completamente abbracciare le teorie bibliche fondamentaliste (l'unico autentico modo per dirsi ebrei, secondo parte della popolazione) sarebbe un suo diritto, come diritto di ogni popolo è scegliere la legge fondante che lo governi.
                Il popolo può però una cosa:
                Rovesciare i regimi.
                Se alla maggioranza degli iraniani il Corano applicato alla lettere non sta più bene, come fatto con lo Scià caccino i mullah che essi stessi hanno messo lì.
                Last edited by Sean; 05-09-2010, 13:45:11.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                  #9
                  sakineh è un'assassina
                  il re si è disteso e non sorgerà più,
                  il Signore di Kullab non sorgerà più;
                  egli ha vinto il male,non verrà più;
                  benchè fosse forte di braccio,non sorgerà più.

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                    #10
                    Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                    Eh ma vedi Sean, non siamo talmente democratici, ci riempiamo tanto la bocca del governo scelto dal popolo che non riusciamo ad accettare il fatto che gli iraniani abbiano preferito la rivoluzione islamica ai fasti occidentali dello scià.
                    Se fossimo consequenziali dovremmo ammettere che è il governo che loro hanno scelto, compresi i costumi barbari del corano. A noi non dovrebbe restare altro che dissentire democraticamente.
                    tantissimi popoli hanno fatto le scelte sbagliate a causa di corsi storici differenti, alla fine però è la gente a pagare. Non capisco il discorso tuo e di Sean, cosa volete dire?

                    L'hanno scelto e se lo meritano?
                    L'hanno scelto ed è giusto tutto ciò che succede?
                    L'hanno scelto, ma tanto è peggio israele?

                    Mi chiedo però cosa saremmo capaci di dire faccia a faccia con quello che sta per succedere a Sakineh, se ci verrebbe davvero di spiegarle che "l'ha scelto lei" o che "tanto israele è peggio"

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                      #11
                      Originariamente Scritto da Black87 Visualizza Messaggio
                      tantissimi popoli hanno fatto le scelte sbagliate a causa di corsi storici differenti, alla fine però è la gente a pagare. Non capisco il discorso tuo e di Sean, cosa volete dire?
                      Black, il discorso è uno:
                      Ogni popolo ha la sua storia, viene da un suo preciso percorso storico.
                      Noi non siamo nè migliori nè peggiori degli altri, e neppure giudici universali per decidere cosa sia meglio per una terra ed un popolo che non conosciamo ed al quale no apparteniamo.
                      Però giudichiamo il male degli altri e non il nostro.
                      Il mondo non gira attorno ai diritti piantati dall'America nè a quelli accettati acriticamente in Europa.
                      Oppure dobbiamo buttare giù una volta per tutte la maschera ipocrita, invadere il mondo che ha e mantiene tradizioni sue e non nostre, ed imporre a tutti (a tutti, compreso il caro amico Israele) la dottrina occidentale.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                        #12
                        Originariamente Scritto da Shamash Visualizza Messaggio
                        sakineh è un'assassina
                        Ecco, le cose non stanno neppure come i media di casa nostra le dipingono:

                        In a surprise announcement, a judiciary official in provincial Iran said a woman who had been convicted and sentenced to stoning for adultery had also been convicted of murder.



                        But on Sunday, Malek Ejdar Sharifi, head of East Azerbaijan Province's judiciary, told the official Islamic Republic News Agency (in Persian): "Sakineh Mohammadi Ashtiani has not been convicted of illicit sex only," he said. ""She has been found guilty of numerous and extremely heavy offenses. She was sentenced to capital punishment [in 2006] in the criminal court in Tabriz, the center of the province, for committing murder, manslaughter and adultery."

                        IRAN: Judiciary official says woman to be stoned for husband's murder, not just adultery | Babylon & Beyond | Los Angeles Times

                        Omicidio. Mi pare che per questo reato la pena capitale esista anche nei "civilissimi" USA.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                          #13
                          Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                          Black, il discorso è uno:
                          Ogni popolo ha la sua storia, viene da un suo preciso percorso storico.
                          Noi non siamo nè migliori nè peggiori degli altri, e neppure giudici universali per decidere cosa sia meglio per una terra ed un popolo che non conosciamo ed al quale no apparteniamo.
                          Però giudichiamo il male degli altri e non il nostro.
                          Il mondo non gira attorno ai diritti piantati dall'America nè a quelli accettati acriticamente in Europa.
                          Oppure dobbiamo buttare giù una volta per tutte la maschera ipocrita, invadere il mondo che ha e mantiene tradizioni sue e non nostre, ed imporre a tutti (a tutti, compreso il caro amico Israele) la dottrina occidentale.
                          Ma sono d'accordo, quello che voglio dire è che non tutti i giudizi nascondono una pretesa di superiorità ne' una giustificazione morale di una possibile cancellazione dell'iran dalle cartine, analizzando il fatto singolo mi permetto solo di dire che mi fa orrore, tutto qui.

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                            #14
                            Ho trovato questa notizia su Repubblica:


                            Sakineh, l'Iran frena sulla lapidazione
                            "La decisione è ancora sotto esame"





                            TEHERAN - L'Iran frena sulla lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna di 43 anni condannata a morte per adulterio e omicidio. "L'applicazione della sentenza è stata bloccata ed è in corso un riesame da parte della magistratura", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Ramin Mehmanparast. Sakineh, madre di due figli, è accusata di adulterio e complicità nell'omicidio del marito, ma il caso è molto controverso e per salvarla è in corso una mobilitazione internazionale. La Francia è arrivata a chiedere alla Ue di imporre nuove sanzioni a Teheran se la condanna a morte sarà eseguita.

                            Il ministero iraniano ha sottolineato che il verdetto "è ancora sotto esame" e ha spiegato che questo tipo di sentenze non può essere eseguito senza un parere giuridico approfondito: ''Per le sentenze più dure, noi seguiamo una procedura lunga e meticolosa. Questo verdetto - ha aggiunto Mehmanparast - è attualmente sottoposto a revisione e solo quando i giudici arriveranno ad una conclusione finale ci sarà l'annuncio''.

                            Mehmanparast ha anche ricordato che Sakineh deve rispondere di due capi di imputazione: ''Uno riguarda il tradimento del proprio marito e la relazione illecita con sconosciuti. Su questo punto, l'attuazione della sentenza è al vaglio della magistratura e sottoposta a revisione''. Per quanto riguarda il secondo capo d'imputazione, invece, Sakineh ''è accusata di essere complice nell'omicidio del marito'' e su questo si sta arrivando ''ad una decisione finale. Questi crimini sono stati accertati ma non c'e ancora un giudizio definitivo'', ha aggiunto il portavoce del ministero degli Esteri.

                            La condanna della donna ha sollevato proteste in tutto il mondo e dure prese di posizione; tra queste quella della Ue che ha condannato tali "pratiche di altri tempi". Alla stessa Ue si è rivolta la Francia che ha chiesto di imporre nuove sanzioni a Teheran se la condanna a morte sarà eseguita.

                            Sakineh, l'Iran frena sulla lapidazione "La decisione è ancora sotto esame" - Repubblica.it

                            Dunque i capi di imputazione sono due, e non c'è solo l'adulterio.
                            Se fosse trovata colpevole anche dell'omicidio del marito (classico caso di tresca dove gli amanti ammazzano l'incomodo) avremmo una assassina e non solo una adultera.
                            In America, come detto, rischierebbe la sedia elettrica (o la camera a gas, o l'iniezione letale o la fucilazione: uno di quei tanti metodi per mandare a morte che però, non chiamandosi lapidazione, non ci indignano).
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Sakineh, l'Iran frena sulla lapidazione
                              "La decisione è ancora sotto esame"





                              TEHERAN - L'Iran frena sulla lapidazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna di 43 anni condannata a morte per adulterio e omicidio. "L'applicazione della sentenza è stata bloccata ed è in corso un riesame da parte della magistratura", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Ramin Mehmanparast. Sakineh, madre di due figli, è accusata di adulterio e complicità nell'omicidio del marito, ma il caso è molto controverso e per salvarla è in corso una mobilitazione internazionale. La Francia è arrivata a chiedere alla Ue di imporre nuove sanzioni a Teheran se la condanna a morte sarà eseguita.

                              Il ministero iraniano ha sottolineato che il verdetto "è ancora sotto esame" e ha spiegato che questo tipo di sentenze non può essere eseguito senza un parere giuridico approfondito: ''Per le sentenze più dure, noi seguiamo una procedura lunga e meticolosa. Questo verdetto - ha aggiunto Mehmanparast - è attualmente sottoposto a revisione e solo quando i giudici arriveranno ad una conclusione finale ci sarà l'annuncio''.

                              Mehmanparast ha anche ricordato che Sakineh deve rispondere di due capi di imputazione: ''Uno riguarda il tradimento del proprio marito e la relazione illecita con sconosciuti. Su questo punto, l'attuazione della sentenza è al vaglio della magistratura e sottoposta a revisione''. Per quanto riguarda il secondo capo d'imputazione, invece, Sakineh ''è accusata di essere complice nell'omicidio del marito'' e su questo si sta arrivando ''ad una decisione finale. Questi crimini sono stati accertati ma non c'e ancora un giudizio definitivo'', ha aggiunto il portavoce del ministero degli Esteri.

                              La condanna della donna ha sollevato proteste in tutto il mondo e dure prese di posizione; tra queste quella della Ue che ha condannato tali "pratiche di altri tempi". Alla stessa Ue si è rivolta la Francia che ha chiesto di imporre nuove sanzioni a Teheran se la condanna a morte sarà eseguita.

                              Sakineh, l'Iran frena sulla lapidazione "La decisione è ancora sotto esame" - Repubblica.it

                              Dunque i capi di imputazione sono due, e non c'è solo l'adulterio.
                              Se fosse trovata colpevole anche dell'omicidio del marito (classico caso di tresca dove gli amanti ammazzano l'incomodo) avremmo una assassina e non solo una adultera.
                              In America, come detto, rischierebbe la sedia elettrica (o la camera a gas, o l'iniezione letale o la fucilazione: uno di quei tanti metodi per mandare a morte che però, non chiamandosi lapidazione, non ci indignano).
                              Ti sbagli di grosso.
                              Se la donna viene perdonata dai familiari della vittima non si procede a nessuna pena capitale.
                              E per quello, i suoi figli l'hanno perdonata.
                              Ergo...
                              Last edited by TheSandman; 05-09-2010, 14:22:28.


                              Tessera N° 6

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