Il sorpasso

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  • Dsquared
    Utente anonimo
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    • Villa delle rose
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    Il sorpasso

    Tenete alla larga Dino Risi che non c'entra niente

    Allora, prendendo spunto da una discussione che poi degenerò in flames vari, vorrei aprire questo topic per parlare di un argomento che viene spesso trattato, ma che non ha mai avuto un sua discussione ufficiale, il tutto si potrebbe esprimere con la seguente domanda "Riusciranno i paesi in via di sviluppo a sorpassare l'occidente ? Se si, tra quanto ? Altrimenti, perché non ci riusciranno ?"

    Capisco che sono domande molto vaghe, e visto che nessuno di noi ha il dono della veggenza risulta essere assai difficile dare un giudizio... Ma a mio avviso può essere interessante anche commentare i fatti sociopoliticonomici , che riguardano tutti i paesi mondiali, ovviamente come scambio di commenti e informazioni (poi se abbiamo in "studio" qualche economista che si vuole lanciare in teorie astruse, ben venga ).

    Diamo un piccolo spunto preso dalla discussione di cui ho scritto prima.

    Originariamente Scritto da Icarus
    Pensare che la Cina superi gli USA in 20 anni vuol dire non avere idea del divario esistente oggi tra le due nazioni a livello economico, militare e culturale/tecnologico, e soprattutto del tempo necessario per colmarlo.
    Originariamente Scritto da Dsquared
    Secondo me questo gap in 20 anni potrebbe essere colmato (dal punto di vista economico, da quello culturale non saprei... dipende dalla strada che sceglierà di percorrere la cina).

    Su repubblica della settimana scorsa, c'era un articolo sui paesi che non sono in crisi, non solo Cina ed India, ma anche tutti gli altri paesi asiatici (tranne il Giappone) e L'oceania.

    Mi ha colpito particolarmente il fatto che il Big mac costi più a San Paolo che Manhattan, e il big mac index valuta proprio il potere di acquisto della popolazione.
    Ebbene si, in casa mia sia compra Repubblica (siete liberi di deridermi), anche se non apprezzo molto ciò, ma questo è un altro discorso...

    Volevo solo dire che ultimamente sul quotidiano in questione, sono usciti in fila tantissimi articoli che trattano per l'appunto della Cindia, nel bene e nel male.
    Gli argomenti trattati negli articoli:

    - La possibile unificazione tra Cina e Taiwan, storiche rivali
    - La creazione dal nulla in pochi anni di metropoli enormi, come la nuova Mumbai, oppure una città cinese costruita in 4 anni, per 2 milioni di persone ma abitata solo da 28.000 abitanti (non mi ricordo il nome, ma l'articolo era questo http://ricerca.repubblica.it/repubbl...-abitanti.html)

    - Il primitivo tentativo di travasare il petrolio con secchi di legno, nel mar Giallo.
    - L'eccellenza degli studenti indiani, coloro che non passano il test di ingresso nelle loro università, hanno poi ottimi voti quando si trasferiscono nei college americani.

    E mi fermo che poi viene veramente messa troppa carne al fuoco, direi con quella che c'è già ci esce una grigliata per 200 persone.

    Vediamo se esce un topic interessante, anche se ho il timore che sarà parecchio confusionario
    Originariamente Scritto da TheSandman
    Ridete ridete...tanto io col Chievo a Championship Manager ho vinto la Champions

  • MB design
    Bodyweb Advanced
    • May 2010
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    • la terra dei cachi
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    #2
    Secondo me il sorpasso ci sarà, noi siamo nati nel benessere e non siamo abituati a sudare un tozzo di pane, la scuola la prendiamo come una tortura, nei paesi in via di sviluppo dove la situazione è meno agiata sfruttano tutto il loro potenziale, lavorando anche 20 ore al giorno per misere paghe

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    • greenday2
      Bodyweb Senior
      • Aug 2005
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      • London
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      #3
      ma il sorpasso di cosa?
      E se la morte che ti e' d'accanto, ti vorrà in cielo dall'infinito, si udrà piu forte, si udrà piu santo, non ho tradito! Per l'onore d'Italia!

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      • Adam
        Pretty damn terrific
        • Jun 2005
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        • Dove capita
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        #4
        titolo di prima superpotenza mondiale?
        Originariamente Scritto da DR. MORTE
        Un cervello limitato contiene una quantità illimitata di idiozie.

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        • Dsquared
          Utente anonimo
          • Dec 2006
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          #5
          Originariamente Scritto da greenday2 Visualizza Messaggio
          ma il sorpasso di cosa?
          Pil, reddito procapite e peso politico.
          Originariamente Scritto da TheSandman
          Ridete ridete...tanto io col Chievo a Championship Manager ho vinto la Champions

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          • sv4
            Booty Shake Lover
            • Nov 2005
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            • zona disagiata
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            #6
            un paio di azioni nucleari, e ci vorranno 150 anni
            .

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            • SOLIDToM
              Banned
              • Apr 2007
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              #7
              Non un sorpasso, ma un affiancamento.
              E' inevitabile.
              Non dimentichiamo anche che quello che rende così competitive le economie su larga scala dei paesi dell'estremo oriente adesso come adesso è il costo del lavoro bassissimo e la praticamente completa assenza di diritti dei lavoratori. Il benessere non è diffuso ampiamente come in occidente e di conseguenza c'è chi è disposto a lavorare 15 ore al giorno a 2 dollari all'ora per innalzare il proprio livello di vita.
              Quando arriverà la ricchezza anche alla GENTE, alle famiglie dei lavoratori, allora questi cominceranno a chiedere sempre di più, e non ci saranno carri armati capaci di placare una simile "rivoluzione". Così, il costo del lavoro salirà, aumenterà il debito pubblico, crescerà il reddito pro-capite ma la produttività diminuirà fino ad appiattirsi sugli standard delle super-potenze industriali odierne.

              Non dimentichiamo che quello che fa la civiltà non è la cultura o la religione di stato. E' il benessere, la qualità della vita. Quando arrivano, inevitabilmente la società comincia a perdere quella feroce spinta propulsiva data dalla "fame" e dalla voglia di riscatto del singolo.

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              • Adam
                Pretty damn terrific
                • Jun 2005
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                • Dove capita
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                #8
                Storico sorpasso della Cina sul Giappone: ora è la seconda economia dopo gli Usa - Adnkronos Economia

                Originariamente Scritto da DR. MORTE
                Un cervello limitato contiene una quantità illimitata di idiozie.

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                • Bob Terwilliger
                  bluesman
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                  • Osteria
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                  #9
                  Chi sta in cima può solo perdere posizioni, dato un periodo di tempo sufficientemente lungo. La nostra è una civiltà nella fase storica della decadenza, è naturale che prima o poi succeda. Staremo a vedere.

                  Una precisazione.
                  I test d'ingresso non valutano la preparazione, ma la competitività. Se in uno stato ci sono 1000 studenti e soli 10 posti disponibili, rimarranno fuori 990 studenti, e di questi, 90 saranno comunque nel 10% dei migliori. Se vanno in uno stato dove ci sono 200 studenti e 40 posti disponibili (dove quindi entra il 20% migliore), quei 90 saranno comunque parte del 10% migliore. La buona resa degli studenti indiani negli USA, quindi, testimonia la scarsità di mezzi delle istituzioni indiane, non una superiorità di quelle istituzioni scolastiche.
                  Originariamente Scritto da Sean
                  Bob è pure un fervente cattolico.
                  E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.

                  Alice - How long is forever?
                  White Rabbit - Sometimes, just one second.

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                  • ma_75
                    Super Moderator
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                    #10
                    Posto un articolo uscito sul Fatto di qualche giorno fa che fa riflettere su alcun stereotipi che noi abbiamo sull'economia cinese, ad esempio quello per il quale la Cina mirerebbe ad espandersi soprattutto sui mercati esteri e quello che vede nel basso costo del lavoro l'unica ragione della concorrenzialità dei prodotti cinesi. Qui si evidenzia, invece, come attraverso una politica di aumento dei salari, si miri a stimolare la domanda interna per non dover dipendere dal mercato estero e come la tecnologia cinese sia assolutamente all'avanguardia anche ins settori tipicamente occidentali.

                    SINO A NON MOLTO TEMPO FA UN VIAGGIO IN CINA era l’occasione per misurare le molte distanze tra “noi” e “loro”. Oggi se ne misura soprattutto un’altra: quella tra l’immagine della Cina offerta dai nostri media e la realtà di quel Paese. La Cina che ho incontrato in un viaggio che ha toccato Pechino e diverse altre città, nel corso del quale ho potuto visitare numerose imprese e impianti industriali e discutere (molto apertamente) con esponenti del mondo della politica e dell’economia, è molto distante da quell’immagine. Soprattutto dal punto di vista economico.
                    LA COMPETIZIONE NON È PIÙ SUL COSTO Cominciamo dalla competitività delle imprese cinesi. Noi continuiamo a pensare che sia basata esclusivamente sul bassissimo costo del lavoro. È senz’altro vero che la Cina, con una popolazione di oltre un miliardo e 300 milioni di persone, ha potuto giovarsi per anni di abbondante manodopera a basso costo. È stato questo che ha attratto le 690 mila imprese straniere (400 le grandi multinazionali) che oggi hanno uffici e soprattutto fabbriche in Cina. In questi anni la crescita dell’economia è stata spettacolare. Ma lo è stata anche quella del reddito disponibile per la popolazione: nel 2009 è stato più che doppio nelle città rispetto a quello del 2002, e nelle campagne i poveri sono scesi dai 250 milioni del 1978 ai 20 milioni attuali. Inoltre quest’anno scioperi e proteste hanno investito molte fabbriche. E sono stati coronati da successo: alla Foxconn, gli aumenti salariali sono stati del 40 per cento, cifre non molto inferiori sono state ottenute alla Honda e alla Omron. La stampa ufficiale (il Quotidiano del popolo e il China Daily) ha preso apertamente posizione per gli scioperanti, e lo stesso hanno fatto diversi esponenti del partito comunista. La cosa non sorprende. Questi aumenti infatti non rispondono soltanto ad ovvie logiche di equità: sono funzionali alla creazione di un mercato interno. Puntare sul suo sviluppo è fondamentale per ridurre la dipendenza dell’economia cinese dalle esportazioni, ed è un obiettivo esplicito del governo.Non è un caso che negli ultimi mesi siano state più volte rilanciate dalla stampa ipotesi di un progetto governativo per un raddoppio delle retribuzioni in 5 anni. Yao Jian, portavoce del Ministero del Commercio, già adesso non ha dubbi: “La forza lavoro a buon mercato non è più il maggiore vantaggio comparato della Cina per attrarre gli investimenti stranieri”. Dopo aver visto come funzionano alcune aree di attrazione di quegli investimenti, penso che abbia ragione. Beibei,per esempio,è uno dei nove distretti della municipalità di Chongqing (33 milioni di abitanti), e si trova nella parte centro-occidentale della Cina, tuttora in ritardo di sviluppo rispetto all’est e alla zona costiera.I potenziali investitori ricevono un volume con dettagliate informazioni sul distretto, i suoi istituti universitari, le tipologie di imprese già presenti negli 8 parchi industriali dell’area (oltre 2000, 345 delle quali di grandi dimensioni), le infrastrutture attuali e quelle che si stanno costruendo,i prezzi dei vari fattori di produzione (costo medio dei salari,ma anche prezzo di acqua, elettricità, gas) e le agevolazioni previste per chi investe. Nell’area è presente letteralmente di tutto: da grandi estensioni di terreno dedicate all’agricoltura biologica a un centro di acquacoltura gestito da una cooperativa agricola di produzione e vendita; da industrie farmaceutiche a fabbriche di motori e automobili.
                    L’OSSESSIONE PER L’ENERGIA VERDE Ho visitato la fabbrica di automobili Li-fan. Privata, fondata nel 1992 con 9 dipendenti e un investimento di appena 200.000 renminbi (1 euro è pari a circa 8 rmb), oggi impiega 13.200 persone e costruisce auto, motori, motociclette, fuoristrada e autocarri. Nel 2009 il fatturato è stato di 13,3 miliardi di rmb, con profitti pari al 10 per cento del fatturato. I suoi prodotti sono esportati in 160 nazioni, e quest’anno nel suo settore la Lifan è stata seconda solo a Chery quanto ad esportazioni. Lifan ha già anche numerose fabbriche all’estero: in Vietnam, Thailandia, Turchia, Russia, Egitto ed Etiopia. Gli investimenti in ricerca e sviluppo sono pari al 4% del fatturato e in questi anni hanno consentito alla società di registrare qualcosa come 4448 brevetti. L’impianto di assemblaggio non ha nulla da invidiare a quelli occidentali,tanto in termini di macchinari utilizzati quanto di condizioni di lavoro. Stessa musica a migliaia di chilometri di distanza, nella zona di sviluppo per industrie hi-tech di Weifang, nella penisola di Shandong: anche in quest’area di 39 chilometri quadrati specializzata in elettronica, software e servizi avanzati, dove sono già insediate 130 imprese, ho trovato industrie di avanguardia. La Goer-Tek produce componentistica audio per imprese quali Nokia, Samsung, LG, Panasonic, Harman. Fondata nel 2001, fatturato e profitti sono decuplicati dal 2005 al 2008. In questo caso l’utile netto è superiore al 10 per cento del fatturato. Ha numerosi centri di ricerca e sviluppo, e quest’anno stima di riuscire a registrare 200 nuovi brevetti. La AOD (Advanced Optronic Devices) è invece specializzata in sistemi di illuminazione avanzata. Il vicepresidente e Chief Operating Officer, Keen Chen, mi spiega che la società è stata fondata nel 2004 da un cinese residente all’estero, grazie alle particolari agevolazioni statali previste per il rientro degli espatriati. Oggi l’organico è di 600 persone. Le lampade a led prodotte da AOD consentono un risparmio di energia sino al 70 per cento e durano cinquanta volte di più di una lampada normale (e 10 volte di più delle usuali lampade a basso consumo). L’illuminazione stradale che mi aveva colpito al mio arrivo a Weifang è tutta a led ed è il risultato delle lampade di AOD. È facile immaginare cosa questo significhi in termini di risparmio energetico per una città di 8 milioni e 700 mila abitanti. L’attenzione a produzioni eco-compatibili accomuna le imprese del parco tecnologico di Weifang. Nella direzione generale della Weichai Power, società che costruisce motori diesel per automezzi, navi e generatori di energia (ma anche autocarri e componentistica per auto), ad esempio, un’intera sala è dedicata al motore “verde” a basse emissioni messo in produzione nel 2005. La Weichai Power è una società a prevalente partecipazione pubblica: quotata alle borse di Hong Kong e di Shanghai, ha lo Stato come primo azionista, con il 14 per cento delle azioni. Esporta in Europa dagli anni Ottanta e nel 2009 ha acquisito una società francese, la Moteurs Baudouin. L’utile netto atteso per il 2010 dovrebbe superare il 12 per cento dei ricavi (15 miliardi di rmb). È invece privato il capitale della Byvin, un’impresa che costruisce biciclette, motocicli e auto con motore elettrico. Queste produzioni non sono un’eccezione. La Chery, il maggiore produttore cinese di automobili, sviluppa automezzi ibridi dal 2001, e dal 2009 ha prodotto la sua prima macchina completamente elettrica. Lo stesso ha fatto la Byd (che ha Warren Buffett tra i suoi azionisti). Sempre nello Shandong, a Qingdao, si trovano la direzione generale e gli stabilimenti di Haier. Si tratta di una grande multinazionale cinese, quotata a Hong Kong ma tuttora di proprietà pubblica. Fondata nel 1984, ha cominciato ad internazionalizzarsi nel 1998. Oggi ha 29 impianti industriali nel mondo, di cui24all’estero, anche se i tre quarti del fatturato provengono dalla Cina. Nel 2009 è risultata prima al mondo nella vendita di elettrodomestici bianchi (frigoriferi e lavatrici), con una quota del 5,1 per cento del mercato mondiale, battendo la Whirlpool. Han Zhendong, membro del consiglio di sorveglianza, mi spiega che Haier ha raggiunto unaquotadimercatodel10percentonellevendite di frigoriferi in Francia, ma – cosa molto più importante – nel 2009 ha accresciuto del 50 per cento la quota di mercato dei propri prodotti di punta in Cina, grazie a 100.000 (!) punti vendita nelle campagne. Ha otto centri di ricerca e sviluppo tecnologico. Per la sua attenzione ai problemi ambientali ha ricevuto già nel 2000 il Global Climate Award dal programma UNDP dell’Onu. Produce tra l’altro lavatrici a basso consumo di acqua e di energia, pannelli solari per riscaldamento e condizionatori d’aria a energia solare.


                    OBIETTIVO: ATTIRARE CAPITALI ESTERI Una prima conclusione: in Cina, a differenza di quanto siamo portati a credere, l’emergenza ambientale è presa molto sul serio. E non soltanto da parte delle imprese più avanzate. Anche la skyline di diverse città cinesi lo conferma. Dal treno ad alta velocità che mi riportava da Weifang a Pechino ho notato che praticamente tutte le case della città di Dezhou avevano il tetto coperto di pannelli solari: e in effetti il 95 per cento delle abitazioni di quella città è dotato di scaldabagni ad alimentazione solare . Il produttore di pannelli è una società locale, la Himin Solar Energy. La superficie della sua produzione ha già superato i 2 milioni di metri quadri di pannelli, ossia il totale dei pannelli solari in uso nell’intera Unione europea. Anche le multinazionali che operano in Cina sono state chiamate a fare la loro parte. Il 13 aprile scorso il governo ha pubblicato le "Opinioni su come continuare a fare un buon lavoro nell'utilizzo degli investimenti esteri". Il titolo del documento, come spesso accade in Cina, è piuttosto generico e indiretto: ma vi si delinea una vera e propria nuova politica nei confronti degli investimenti esteri in Cina. Si intende incoraggiare gli investitori stranieri ad investire in produzioni manifatturiere di qualità, nei servizi, nell’energie alternative e nella protezione ambientale, e al contempo esercitare serie restrizioni sulle produzioni che comportano “inquinamento elevato, alto consumo di energia e elevata dipendenza dalle risorse naturali”.Siamo insomma di fronte ad una complessiva strategia nei confronti del problema ambientale. Che può essere riassunta in uno slogan: trasformare il problema in opportunità. Si vuole fare della questione ambientale una leva per accelerare il progresso tecnologico, creare occupazione e accrescere la competitività. Per questo una parte non piccola dello stimolo economico messo in campo tra 2008 e 2009 contro la crisi è stata destinata a progetti ambientali, e adesso l’Amministrazione Nazionale dell’Energia ha fissato un piano di investimento nelle energie alternative per 5.000 miliardi di rmb tra il 2011 e il 2020. Si tratta di una cifra enorme, che consentirà di dotare la Cina, ed in particolare le sue aree di nuova industrializzazione, di tecnologie e infrastrutture di avanguardia a livello mondiale. In questo campo, del resto, la Cina vanta già dei primati: i 6.920 chilometri di linee ferroviarie ad alta velocità, ad esempio, sono già superiori a quelli di ogni altro Stato del mondo, ma li si vuole raddoppiare entro il 2012 con un investimento di 800 miliardi di rmb; i treni sono già i più veloci del mondo (350 km/h), ma nei prossimi anni la velocità massima sarà portata a 380 km/h.

                    L’OPPORTUNITÀ DELLA CRISI Sul volo che mi riporta in un aeroporto del terzo mondo (Fiumicino) provo a tirare le somme di quello che ho visto. Crescente utilizzo di alta tecnologia a basso impatto ambientale, competitività sempre più basata sulla elevata produttività del lavoro anziché sul basso costo della forza-lavoro, manodopera qualificata, aumenti salariali al fine di creare un grande mercato interno, efficienza delle infrastrutture fisiche e amministrative (come lo sportello unico per le imprese che ho visto nel Comune di Qingdao: un solo interlocutore e 8 giorni per avviare un’impresa). In una parola: il contrario di quanto sta accadendo da noi. La Cina ha trasformato la crisi mondiale in opportunità per ridurre la propria dipendenza dalle esportazioni e puntare sulla crescita accelerata del mercato interno, così come sta rovesciando il problema ambientale in opportunità per conquistare un primato tecnologico. Conclusione: la nostra immagine di una Cina che vince grazie al basso costo del lavoro e all’uso irresponsabile delle risorse naturali non è soltanto sbagliata, ma pericolosa. Perché ci impedisce di capire su quali nuovi terreni si gioca oggi la competizione globale. Molte imprese tedesche hanno capito la situazione e stanno riemergendo dalla crisi proprio grazie alle esportazioni in Cina. Da noi, invece, c’è ancora qualcuno che pensa di recuperare competitività abbassando i salari e peggiorando le condizioni di lavoro, anziché aumentando gli investimenti in ricerca. O producendo automobili in Serbia (a spese della Bers e del governo di Belgrado) per venderle in Italia. Tanti auguri.
                    In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                    ma_75@bodyweb.com

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                    • Bob Terwilliger
                      bluesman
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                      #11
                      Non è una buona analisi, ed è basata troppo sull'aneddotica. Alcune considerazioni sparse.
                      La Cina non "punta" sulla crescita dei salari perché segue una dottrina economica all'avanguardia. Semplicemente si sta dimostrando abbastanza lungimirante da capire che i cinesi di oggi non sono quelli degli anni '50 né quelli degli anni '80, e che insistere con determinate politiche farebbe saltare in aria tutto.
                      Ridicola poi l'idea secondo cui in Cina il costo del lavoro non è più così basso da giustificare massicci investimenti occidentali. Scioperi, proteste? Forse l'autore, invece che parlare con i dirigenti, dovrebbe andare nelle palazzine annesse alle fabbriche, dove gli operai vivono ammassati l'uno sull'altro, pronti a fare il proprio turno in catena di montaggio. Dodici ore, trecentocinquanta giorni all'anno.
                      Mi piacerebbe anche avere informazioni precise su quale si considerata la soglia di povertà a cui fa riferimento l'articolo. Ci sono meno poveri o sono stati cambiati i canoni su cui calcolare?
                      Intendiamoci, la Cina sta facendo passi da gigante nel campo dell'economia e in quello dei diritti umani. Mi viene anche da dire: quando parti da un abisso, ogni piccolo miglioramento è un enorme passo verso la luce. Però un articolo come questo mi fa storcere il naso. Sostiene che noi occidentali abbiamo una visione distorta della Cina odierna, eppure tutte le testimonianze che raccolgo (compresi i miei amici che vivono e lavorano in Cina da anni) avallano la mia visione vecchia. Quindi accolgo bene lo sprone a guardare meglio la Cina, e a non fossilizzarmi su stereotipi anacronistici, ma nello stesso tempo ritengo che l'articolo faccia un po' sensazionalismo, dipingendo una situazione ben più rosea di quella vera.
                      Originariamente Scritto da Sean
                      Bob è pure un fervente cattolico.
                      E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.

                      Alice - How long is forever?
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                      • Dsquared
                        Utente anonimo
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                        #12
                        L'articolo ha lasciato perplesso anche me...
                        Purtroppo non ho contatti in Cina, quindi per me è difficile avere una prospettiva reale della situazione, devo dire che notizie come questa:

                        China Mobile e Xinhua annunciano il rivale di Google - Repubblica.it

                        Fanno si che la mia idea di Cina con scioperi e stampa schierata in un certo modo, vadano un po' ad allontanarsi.

                        Sono anche abbastanza "combattuto" sul fatto che la Cina voglia intraprendere la strada delle energie pulite, devo dire di aver visto recentemente un documentario sulla costruzione del villaggio olimpico, in particolar modo si sono soffermati sul fatto che esso sia stato costruito in maniera ecologica, con tubi e pannelli solari, usando materiali che una volta smantellati potranno essere riciclati facilmente, inoltre chi si è occupato del progetto ha assicurato che le stesse metodiche saranno utilizzate per le future abitazioni cinese.

                        Poi se ne esce fuori Hu Jintao dicendo che finché non ricuciranno il gap con l'occidente, la Cina sarà libera di inquinare quanto gli pare, come del resto hanno fatto gli occidentali (usa) in tutti questi anni... mha....
                        Originariamente Scritto da TheSandman
                        Ridete ridete...tanto io col Chievo a Championship Manager ho vinto la Champions

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                        • ma_75
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                          #13
                          Originariamente Scritto da Dsquared Visualizza Messaggio
                          L'articolo ha lasciato perplesso anche me...
                          Purtroppo non ho contatti in Cina, quindi per me è difficile avere una prospettiva reale della situazione, devo dire che notizie come questa:

                          China Mobile e Xinhua annunciano il rivale di Google - Repubblica.it

                          Fanno si che la mia idea di Cina con scioperi e stampa schierata in un certo modo, vadano un po' ad allontanarsi.

                          Sono anche abbastanza "combattuto" sul fatto che la Cina voglia intraprendere la strada delle energie pulite, devo dire di aver visto recentemente un documentario sulla costruzione del villaggio olimpico, in particolar modo si sono soffermati sul fatto che esso sia stato costruito in maniera ecologica, con tubi e pannelli solari, usando materiali che una volta smantellati potranno essere riciclati facilmente, inoltre chi si è occupato del progetto ha assicurato che le stesse metodiche saranno utilizzate per le future abitazioni cinese.

                          Poi se ne esce fuori Hu Jintao dicendo che finché non ricuciranno il gap con l'occidente, la Cina sarà libera di inquinare quanto gli pare, come del resto hanno fatto gli occidentali (usa) in tutti questi anni... mha....

                          le dichiarazioni politiche sono ad uso della politica, come peraltro quelle americane ed europee che, sotto il paravento dell'inquinamento (tutti ecologisti oggi?) vogliono strozzare in culla la crescita industriale cinese. Al di là di queste schermaglie restano dei dati incontrovertibili, ad esempio l'immagine della città di cui parla l'articolo, con un 95% di pannelli solari. Caso isolato? Forse. Ma da noi nemmeno i casi isolati esistono e sì che quanto a sole non credo siamo messi peggio dei cinesi. Mi pare anche interessante il discoso relativo all'aumento dei salari per stimolare la domanda interna, mentre da noi (Marchionne docet) si va in direzione opposta, salvo poi lamentarsi di stagnazione dele mercato interno. E se i cinesi puntano al mercato interno possono ampiamente fregarsene dei dazi/barriere/ostacoli che qualche economista occidente intende imporre alle merci cinesi.
                          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                          ma_75@bodyweb.com

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                          • Icarus
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                            #14
                            Io continuo ad essere della mia idea: il "sorpasso" non avverrà a breve, soprattutto se teniamo conto di tutti i campi in cui gli Stati Uniti sono attualmente leader.
                            Presidente siamo con Te,
                            meno male che Silvio muore.

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                            • Dsquared
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                              #15
                              Letto ora un articolo sulla Repubblica di oggi (ieri), anche esso si interessava del sorpasso Cina - Giappone, ovviamente però veniva affrontata la discussione sul possibile sorpasso fra USA e Cina... Il NY times si è lanciato ipotizzando un possibile sorpasso di PIL nel 2030 (20 anni prima delle ultime previsioni fatte).

                              Per fare un paragone il pil americano è di circa 16000 miliardi di dollari, mentro quello cinese è di 5300; il reddito pro capite americano è di 50.000$ l'anno, quello cinese è 3600$.
                              Originariamente Scritto da TheSandman
                              Ridete ridete...tanto io col Chievo a Championship Manager ho vinto la Champions

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