Rispetto e dolore per Cossiga
anche da parte degli ex-nemici
Per l'ex brigatista Prospero Gallinari il presidente emerito scomparso "fu l'unico che cerò di capire". Francesca Mambro: "Sono dispiaciuta"
ROMA - Parole di dolore e di rispetto per la morte di Francesco Cossiga arrivano anche da alcuni ex terroristi, protagonisti della lotta armata nei bui anni di piombo, quando era il nemico da combattere in veste di ministro dell'Interno, carica da cui si dimise subito dopo l'assassinio di Aldo Moro. Un dolore discreto e riservato quello di Francesca Mambro. Parole di rispetto per un "ex nemico" da parte del brigatista Prospero Gallinari e di Valerio Morucci.
L'uomo che tenne prigioniero Aldo Moro in via Montalcini e che a lungo venne indicato come colui che aveva sparato al presidente della Dc, esprime dolore per la morte di Cossiga: "Lui era un mio nemico ma debbo riconoscere che è stato tra i pochi politici se non l'unico del 'Palazzo' a essersi posto il problema di trovare una spiegazione politica, non complottistica o dietrologica, a quello che è accaduto in Italia negli anni Settanta. Lui ha preso atto e a cercato di capire le ragioni dello scontro che ha attraversato tutta la società italiana. Non giustificava, né avrebbe potuto giustificare, la lotta armata, ma cercava di spiegarla e di spiegarsi. Per lui ho rispetto. Il rispetto che si deve a un ex nemico, ma anche all'unico che si pose il problema di capire. Di avere il coraggio di capire".
"E' stato l' unico che ci ha riconosciuto la dignità di nemici politici - ha detto l'altro ex brigatista Valerio Morucci - affrancandoci dal ruolo di criminali a cui la politica ci aveva condannati per necessità". "L' ho incontrato quattro anni fa nel suo ufficio al Senato - ha detto - lo cercai io. Abbiamo parlato a lungo concordando che dopo una guerra tra nemici si può dialogare, proprio perché finite le ragioni della guerra, finisce anche l'inimicizia".
"Mi dispiace tanto" si limita a dire Francesca Mambro nell'apprendere, al telefono, la notizia della scomparsa dell'ex presidente, "dell'amico", di colui che più volte si era apertamente espresso per la sua innocenza - come per quella di suo marito Valerio Fioravanti - per la strage di Bologna e per la quale entrambi sono stati condannati in via definitiva. Tanto era convinto di questa innocenza da perorare, per i due ex terroristi, anche la grazia. Cossiga sposò la tesi innocentista del duo ex Nar Mambro-Fioravanti per quanto riguarda la bomba di Bologna. "Da tempo sono convinto della loro innocenza. Mi auguro si possa riaprire il processo" scriveva il presidente in una lettera inviata tre anni fa alla presentazione del libro di Andrea Colombo, Storia nera. Bologna, la verità di Francesco Mambro e Valerio Fioravanti. "Sono convinto della loro innocenza proprio perché - spiegava - sono stato un ministro dell'Interno impegnato nella lotta contro il terrorismo. La sentenza di condanna non è una sentenza di 'sinistra', come qualcuno dice, ma di una certa 'sinistra' che doveva regolare i suoi conti bolognesi". Per Cossiga la strage di Bologna è stato un errore dei palestinesi. "Probabilmente - ebbe modo di dire - era in corso un trasporto di esplosivo da parte dei palestinesi che, come tutti sanno, in quel periodo avevano mano libera di agire non contro l'Italia ma in Italia. È possibile che durante quel trasferimento, una o due valige di esplosivo siano saltate in aria".
Rispetto e dolore per Cossiga anche da parte degli ex-nemici - Repubblica.it
anche da parte degli ex-nemici
Per l'ex brigatista Prospero Gallinari il presidente emerito scomparso "fu l'unico che cerò di capire". Francesca Mambro: "Sono dispiaciuta"
ROMA - Parole di dolore e di rispetto per la morte di Francesco Cossiga arrivano anche da alcuni ex terroristi, protagonisti della lotta armata nei bui anni di piombo, quando era il nemico da combattere in veste di ministro dell'Interno, carica da cui si dimise subito dopo l'assassinio di Aldo Moro. Un dolore discreto e riservato quello di Francesca Mambro. Parole di rispetto per un "ex nemico" da parte del brigatista Prospero Gallinari e di Valerio Morucci.
L'uomo che tenne prigioniero Aldo Moro in via Montalcini e che a lungo venne indicato come colui che aveva sparato al presidente della Dc, esprime dolore per la morte di Cossiga: "Lui era un mio nemico ma debbo riconoscere che è stato tra i pochi politici se non l'unico del 'Palazzo' a essersi posto il problema di trovare una spiegazione politica, non complottistica o dietrologica, a quello che è accaduto in Italia negli anni Settanta. Lui ha preso atto e a cercato di capire le ragioni dello scontro che ha attraversato tutta la società italiana. Non giustificava, né avrebbe potuto giustificare, la lotta armata, ma cercava di spiegarla e di spiegarsi. Per lui ho rispetto. Il rispetto che si deve a un ex nemico, ma anche all'unico che si pose il problema di capire. Di avere il coraggio di capire".
"E' stato l' unico che ci ha riconosciuto la dignità di nemici politici - ha detto l'altro ex brigatista Valerio Morucci - affrancandoci dal ruolo di criminali a cui la politica ci aveva condannati per necessità". "L' ho incontrato quattro anni fa nel suo ufficio al Senato - ha detto - lo cercai io. Abbiamo parlato a lungo concordando che dopo una guerra tra nemici si può dialogare, proprio perché finite le ragioni della guerra, finisce anche l'inimicizia".
"Mi dispiace tanto" si limita a dire Francesca Mambro nell'apprendere, al telefono, la notizia della scomparsa dell'ex presidente, "dell'amico", di colui che più volte si era apertamente espresso per la sua innocenza - come per quella di suo marito Valerio Fioravanti - per la strage di Bologna e per la quale entrambi sono stati condannati in via definitiva. Tanto era convinto di questa innocenza da perorare, per i due ex terroristi, anche la grazia. Cossiga sposò la tesi innocentista del duo ex Nar Mambro-Fioravanti per quanto riguarda la bomba di Bologna. "Da tempo sono convinto della loro innocenza. Mi auguro si possa riaprire il processo" scriveva il presidente in una lettera inviata tre anni fa alla presentazione del libro di Andrea Colombo, Storia nera. Bologna, la verità di Francesco Mambro e Valerio Fioravanti. "Sono convinto della loro innocenza proprio perché - spiegava - sono stato un ministro dell'Interno impegnato nella lotta contro il terrorismo. La sentenza di condanna non è una sentenza di 'sinistra', come qualcuno dice, ma di una certa 'sinistra' che doveva regolare i suoi conti bolognesi". Per Cossiga la strage di Bologna è stato un errore dei palestinesi. "Probabilmente - ebbe modo di dire - era in corso un trasporto di esplosivo da parte dei palestinesi che, come tutti sanno, in quel periodo avevano mano libera di agire non contro l'Italia ma in Italia. È possibile che durante quel trasferimento, una o due valige di esplosivo siano saltate in aria".
Rispetto e dolore per Cossiga anche da parte degli ex-nemici - Repubblica.it
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