Originariamente Scritto da salsa
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Altro sangue italiano in Afghanistan
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"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Originariamente Scritto da salsa Visualizza Messaggioconfermo, attualmente è gia in atto una ricostruzione di pozzi ed edifici in Afghanistan a carico di alcune ditte italiane.
e noi italiani siamo famosi come costruttori di ponti......
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Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggiolo stato per mantenere i soldati in quelle zone spende molti soldi,questi soldi torneranno in italia in seguito alla maggiore partecipazione nella spartizione finale?
cmq:
Perlapace
I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.
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Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggiose si distruggono strade,ponti ed edifici....qualcuno dovrà pure ricostruirli no?
e noi italiani siamo famosi come costruttori di ponti......I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.
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Originariamente Scritto da salsa Visualizza MessaggioVa anche detto che, nel principio di missione di pace non esiste il vero "torna conto" diciamo."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggiose si distruggono strade,ponti ed edifici....qualcuno dovrà pure ricostruirli no?
e noi italiani siamo famosi come costruttori di ponti......
Poi ci sono anche quelli che prendono soldi e poi sub-appaltano e nel passaggio si perdono vagonate di milioni
Ricordo qualche anno fa la polemica sulle trame oscure e sui soldi che sparivano con al centro l'organizzazione italiana IMG,quella di Barbara Continisigpic
Un vincente trova sempre una strada,un perdente trova sempre una scusa
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Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggiosi ok ma noi sappiamo e i nostri governanti sanno meglio di noi che missione di pace deve essere virgolettato,perchè missioni di pace non lo sono,quindi se il reale motivo per mandare il nostro esercito in quelle zone è la partecipazione alla spartizione finale e non c'è un vero tornaconto per lo stato i nostri ragazzi sono lì a morire per interessi privati?sigpic
Un vincente trova sempre una strada,un perdente trova sempre una scusa
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Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggiosi ok ma noi sappiamo e i nostri governanti sanno meglio di noi che missione di pace deve essere virgolettato,perchè missioni di pace non lo sono,quindi se il reale motivo per mandare il nostro esercito in quelle zone è la partecipazione alla spartizione finale e non c'è un vero tornaconto per lo stato i nostri ragazzi sono lì a morire per interessi privati?I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.
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Questo articolo di Caracciolo risponde alle domande sul perchè di questa guerra e sul perchè noi si stia ancora là:
La guerra "giusta" di Obama ormai perduta
La posta rimasta in gioco è una sola: a chi attribuire la responsabilità della sconfitta? I file di WikiLeaks dimostrano la frustrazione di chi sta al fronte senza coperture
La guerra in Afghanistan è persa da tempo. Eppure continua. Non perché sia possibile vincerla, ma perché chi l'ha persa non trova il coraggio di ammetterlo.
E di assumersene la responsabilità. Sicché sul fronte afgano-pachistano si uccide e si muore come mai in questi nove anni di un conflitto apparentemente interminabile.
Ieri è toccato a due nostri soldati 1, impegnati in una missione che il nostro governo non trova il coraggio di chiamare con il proprio nome: guerra. Peggio, una guerra di cui non sappiamo chiarire l'obiettivo, se non slittando in una retorica che suona ormai peggio che falsa, offensiva per i nostri caduti e per la nostra democrazia.
Se vogliamo dare un senso al sacrificio dei nostri militari dobbiamo capire perché oggi stiamo molto peggio che all'inizio di questa campagna. E stabilire come uscire da un meccanismo infernale che non siamo in grado di controllare.
Noi italiani in Afghanistan ci stiamo per l'America. Ma l'America non è più sicura delle ragioni per cui pensava di doverci stare. Se prima potevamo fare l'economia di un nostro punto di vista, oggi non più. I nostri alleati l'hanno capito e stanno definendo una posizione propria, visto che quella americana è piuttosto nebulosa. Lo hanno fatto prima canadesi e olandesi, poi tedeschi e financo inglesi, tutti alla ricerca di una via e di una data di uscita dalla trappola afgana. Quanto a noi, restiamo a rimorchio di un convoglio impazzito, con diversi vagoni già deragliati.
Perché la novità degli ultimi mesi è che i militari americani cominciano a non poterne più, a non credere nella propaganda che d'ufficio sono costretti a disseminare. I leader politici lo sanno bene, ma si dividono su come affrontare l'emergenza di un conflitto invincibile. Oltre alla guerra calda, contro gli insorti, è in corso una guerra fredda fra capi militari e politici. Sul terreno questo si traduce nel caos operativo, fatto di ordini e contrordini, di scelte proclamate e subito rivedute, di rivalità personali e di corpo.
Prima il caso McChrystal, poi, in stretta sequenza, i 91.731 documenti più o meno segreti trapelati attraverso le larghe maglie dell'intelligence Usa, rivelano la frustrazione di chi sta al fronte senza sentirsi le spalle coperte. Anzi, teme di finire vittima delle faide di Washington. E dunque vorrebbe andarsene al più presto. Questo clima può contribuire a spiegare una tale fuga di notizie riservate: un modo scelto da alcuni militari per alimentare lo scetticismo dell'elettore americano, per sbattere in faccia ai decisori i fatti e non le pietose bugie che amano ripetere, ad esempio riguardo all'"alleato" pachistano.
Difficile bere la favola della talpa ventiduenne incistata in una base a nord di Bagdad, che avrebbe trasmesso quella miniera di informazioni classificate all'attivista australiano Julian Assange, sulfureo capo di WikiLeaks. Le dimissioni dell'ex comandante del fronte afgano scelto da Obama e le rivelazioni del sito pirata sono le punte emerse della furibonda battaglia intestina che sta scuotendo l'intera Amministrazione, nei suoi centri nervosi militari e politici.
I rapporti pubblicati da WikiLeaks non cambiano il quadro afgano-pachistano già noto al pubblico più accorto, ne accentuano solo le tinte fosche. Ma hanno un notevole impatto politico-mediatico. Perché illustrando con inediti dettagli il fallimento afgano, demoliscono il teatrino che Obama stava allestendo per fingere di vincere la guerra persa. Il "cambio di strategia" partorito a fine 2009 dopo mesi di scontri fra le diverse branche dell'amministrazione e fra i troppi Napoleoni che si affrontano negli alti comandi delle Forze armate Usa, aveva infatti un solo obiettivo: "oscurare" l'Afghanistan prima dell'inizio della campagna presidenziale del 2012.
Il cuore della famosa controinsurrezione - la bibbia strategica di Petraeus e McChrystal - consiste infatti nell'imporre la propria "narrativa", ossia la propria propaganda, come vera. Una paradossale controinformazione ufficiale. Obiettivo: trasformare qualche successo tattico in Vittoria, fingere di aver allestito uno Stato non indecente a Kabul, e ritirare il grosso delle truppe prima del voto. Non molto diversamente da quanto Bush aveva immaginato di fare appena presa Bagdad.
L'ironia della storia vuole che oggi Bush possa apparire come colui che ha raddrizzato in extremis la disastrosa guerra mesopotamica - la "guerra sbagliata" secondo Obama - mentre l'attuale inquilino della Casa Bianca è additato come responsabile di un disastro maturato sotto il suo predecessore, come martellano le rivelazioni di WikiLeaks. Percezione accentuata dal fatto che Obama ha subito fatto sua la "giusta" guerra afgana, quando già appariva perduta, mentre criticava la campagna irachena, anche quando a Baghdad l'orizzonte pareva schiarirsi (o meglio, la controinformazione ufficiale ne offriva con successo, e con qualche fondamento, una fotografia rassicurante).
Obama sperava di potersene andare avendo salvato la faccia con qualche successo modesto ma ben rivenduto. Come ad esempio la troppe volte annunciata e poi rinunciata presa di Kandahar, eretta a Berlino talibana. Il guaio è che il trucco non funziona. Il teatrino non è credibile. La ribellione di McChrystal e le rivelazioni affidate a WikiLeaks dimostrano che la posta in gioco non è più la sconfitta o la vittoria, ma la responsabilità della sconfitta. Il cerino è acceso e sta girando di mano in mano, tra Casa Bianca, Pentagono, Dipartimento di Stato e dintorni.
Su questo sfondo, suona sempre più patetica la tesi per cui la nostra presenza in Afghanistan serva a impedire che vi si installino i terroristi. Come confermano in abbondanza i documenti dell'intelligence Usa, non solo la campagna ha rafforzato i Taliban, ma ha contribuito a destabilizzare il Pakistan. Più che nelle caverne o nelle gole afgane, è nel vespaio pachistano che bisognerà scavare, se davvero intendiamo limitare il rischio, mai sradicabile, di un nuovo 11 settembre. Rischio aumentato, non diminuito, dalla guerra in corso.
Un giorno, temiamo non vicino, ce ne andremo. Non perché avremo compiuto la missione (quale?). Per esaurimento. Con questa inerzia, dall'Afghanistan non ci ritireremo: lo evacueremo.
La guerra "giusta" di Obama ormai perduta - Repubblica.it
L'America sta perdendo e noi, soliti servi, con essa....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggiose si distruggono strade,ponti ed edifici....qualcuno dovrà pure ricostruirli no?
e noi italiani siamo famosi come costruttori di ponti......
Cheney e i suoi affari in Halliburton sono la ragione strategica dell'invasione in Iraq, alla faccia delle armi di distruzione di massa.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioAnche qui caro Alex arriviamo in ritardo.
Cheney e i suoi affari in Halliburton sono la ragione strategica dell'invasione in Iraq, alla faccia delle armi di distruzione di massa.
Comunque per chi un pò di curiosità ed non lo ritiene tempo perso:
MEGAVIDEO - I'm watching it
molte delle cose dette in questo topic sono riassunte nel video.I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.
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Nessuno si è meravigliato(inteso come giornali ecc.), ma per la cronaca ai funerali hanno partecipato tutte le cariche dello stato tranne il nano che, ha mandato Letta forse è preoccupato delle sue ultime disavventure. che tristezza.I guai da pignàta i sapa a cucchijàra chi i manìja.
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"La comunità internazionale è qui per combattere il terrorismo, ma c'è un pericolo altrove e non si agisce. La guerra contro il terrorismo non è nei villaggi dell'Afghanistan... ma nei santuari, fonti di finanziamento e di training, fuori dall'Afghanistan" Karzai (dal Financial Times 30/7/10))"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggio"La comunità internazionale è qui per combattere il terrorismo, ma c'è un pericolo altrove e non si agisce. La guerra contro il terrorismo non è nei villaggi dell'Afghanistan... ma nei santuari, fonti di finanziamento e di training, fuori dall'Afghanistan" Karzai (dal Financial Times 30/7/10))
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Originariamente Scritto da THE ALEX Visualizza Messaggioa parte l'opinione personale,quello che mi viene da chiedere leggendo questa dichiarazione è:....cos'è il "terrorismo"???
correggimi se sbaglioLast edited by odisseo; 01-08-2010, 17:50:12."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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