Sono passati 18 anni...

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  • straccio_revenge
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    • Jan 2008
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    Sono passati 18 anni...

    Visto che nessun quotidiano nazionale ha pubblicato ancora un articolo decente sull'anniversario della morte di Paolo Borsellino direi che ogni parola sarebbe sprecata in questo Paese in cui i mandanti occulti occupano ancora le più alte cariche dello stato e delle istituzioni... quindi mi limito solo a citare Brecht...

    "Sventurata la terra che ha bisogno di eroi"


    L'Italia non ha più eroi? Non ne abbiamo bisogno?
    Originariamente Scritto da leonardoS
    dio santo, ma che cavolo ci sei venuto a fare in sto forum?
    Originariamente Scritto da Dropkick
    ho digitato pumping iron so google e mi è uscito il diario di gandhi e da lì ho deciso di approfondire
  • Barone Bizzio
    Bodyweb Senior
    • Dec 2008
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    #2
    18 anni fa un uomo che non è mai ricordato abbastanza diceva queste parole.

    YouTube - Antonino Caponnetto dopo morte Borsellino: "E' finito tutto"

    Niente di più vero

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    • odisseo
      Bodyweb Senior
      • Oct 2008
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      #3
      Palermo, il Pm Gozzo: «Alcuni degli amici di Borsellino conoscono la verità»

      di Nicola Biondotutti gli articoli dell'autore

      «]In Italia con le stragi di mafia c’è stato un golpe». A parlare è Nico Gozzo, procuratore aggiunto della procura di Caltanissetta dove è stata riaperta l’inchiesta sulla strage contro Paolo Borsellino e i cinque ragazzi della sua scorta.
      Ha accettato di parlare a tutto campo. «Perché indagare sulla strage di via D’Amelio – spiega - è come usare una lente d’ingrandimento per vedere com’è diventato questo paese 18 anni dopo la morte di Paolo Borsellino». E allora vediamolo questo paese con gli occhi di un magistrato, giovane, garantista, che solo per un attimo non riesce a mascherare l’emozione quando ricorda gli ultimi giorni del giudice ucciso: «Ci sono persone che potrebbero darci spunti importanti sugli ultimi giorni della sua vita, ma purtroppo sono quelli che lo hanno tradito. Ciò che più mi addolora è che, in quei 56 giorni dopo Capaci, Borsellino ha sofferto la solitudine e il tradimento».

      Dottor Gozzo, com’è l’Italia vista da Caltanissetta, con gli occhi di chi indaga sulla strage di via D’Amelio e sulla trattativa Stato-mafia?
      «È un paese brutto, capace di dare tutto il peggio di se stesso. Un paese dove non esistono buoni e cattivi, dove il potere corrompe tutto o quasi. L’Italia migliore è quella dei cittadini senza potere, quella delle migliaia di persone che a Caltanissetta sono scese in piazza per non farci sentire soli ed esposti, come se il nostro lavoro non servisse niente».

      La vostra procura sta riscrivendo la storia della “strage Borsellino” a partire dalla dichiarazioni di Gaspare Spatuzza. È emerso che Vincenzo Scarantino, sulle cui dichiarazioni si sono fondate due sentenze definitive, è un falso pentito e che fu addestrato da uomini della polizia. È la solita vecchia Italia dei depistaggi?
      «Spatuzza si è assunto la responsabilità di aver rubato lui l’auto servita per l’attentato. E sta fornendo ulteriori elementi, ma ovviamente non posso parlare dell’indagine in corso. Di certo, le sue dichiarazioni hanno reso inevitabile un riesame dei momenti successivi alla strage. Attualmente la nostra procura è impegnata su tre fronti: da una parte trovare i riscontri a quanto dice Spatuzza, molti dei quali sono - è ormai noto - di segno positivo. Dall’altro, dovremo fornire alla Procura generale gli elementi per rivedere le posizioni di alcuni dei condannati. Infine, affrontare la questione delle responsabilità esterne a quella mafiosa».

      Anche nella “strage di Borsellino” come in tutte le altre, appare l’ombra del depistaggio istituzionale. Avete interrogato tre dei dirigenti di polizia che gestirono Scarantino...

      «Non ci sono dubbi che la morte di Borsellino fu voluta da Cosa Nostra. Come appare chiaro che qualcosa non andò per il verso giusto durante le indagini. Cosa sia intervenuto è l’oggetto della nostra inchiesta. Non posso dire nulla sugli interrogatori, ma è chiaro che analizzeremo con grande attenzione le parole di tutte le persone che abbiamo sentito».

      Non c’è il rischio che eventuali reati connessi al depistaggio dell’indagine siano già prescritti?
      «Mi pare presto per parlare di argomenti che affronteremo, eventualmente, al termine dell’indagine sull’eventuale depistaggio».

      Quali sono i buchi neri della strage, le domande senza risposta?
      «Quelli che lei chiama “i buchi neri” riguardano il commando che aspettava il giudice in via D’Amelio e l’uomo che ha premuto materialmente il pulsante del telecomando del massacro. Purtroppo si sono persi molti pezzi della ricostruzione. Penso al luogo dove si piazzarono gli attentatori, vicenda sulla quale le indagini hanno lasciato a desiderare (vedi l’Unita> di ieri, ndr), e alle tante testimonianze che sono venute a mancare».

      A cosa si riferisce?
      «Lo riassumo facendo io alcune domande: perché nessun pentito ha mai raccontato la fase esecutiva dell’attentato? Perché l’uomo che fornisce il telecomando per la strage si suicida in carcere? C’erano due squadre in azione quel 19 luglio: una che doveva intervenire presso la casa del giudice, l’altra, quella che poi ha compiuto la strage, pronta a operare in via D’Amelio. Da chi erano composte queste due squadre e come hanno saputo, con sicurezza, che il giudice sarebbe andato lì quella domenica?».

      Reticenze dei mafiosi, ma anche di uomini di Stato.
      «È così. Forse a intralciare le indagini sono state analisi errate. Ma non mi sento di buttare la croce su chi ha indagato prima di noi. Il pubblico ministero è cieco e sordo, nel senso che possiamo vedere e sentire solo tramite la polizia giudiziaria. Quanto alla pretesa “anomalia” di due stragi così ravvicinate, in realtà - purtroppo - non sono per Cosa Nostra una rarità. Poi è ormai chiaro che la morte dei due giudici è stata il risultato di un’unica strategia mafioso-terroristica per far capitolare lo Stato, per farlo scendere a patti».

      Dunque Borsellino muore per la trattativa?
      «Muore anche per la trattativa. E ci sono molte persone che lo potrebbero raccontare. Alcune di esse vanno ricercate tra alcuni dei cosiddetti “amici” di Paolo Borsellino. La cifra essenziale della sua morte è la solitudine e il tradimento. Una cosa orribile per un uomo come lui che aveva bisogno di voler bene, di dare e ricevere fiducia».

      Perché le indagini sulle stragi fanno tanta paura? Berlusconi ha detto che è un complotto contro di lui, che si tratta di “cose vecchie”.
      «Vorrei rassicurare il Presidente. Se parla così, credo sia mal consigliato. Non c’è alcun complotto. Lo posso dire con serenità: a partire dal 1997 ho archiviato più di un’inchiesta che lo riguardava. Ho l’impressione che qualcuno cerchi di alimentare il risentimento di Berlusconi contro la magistratura per ottenere una compressione della democrazia nel nostro paese».

      Lei è stato pubblico ministero nel primo processo contro il senatore Marcello Dell’Utri. Si aspettava la condanna anche in secondo grado?
      «Assolutamente sì. Purtroppo, in questa vicenda, ci sono silenzi pesanti che fanno pensare che certi rapporti non siano solidi come vengono dipinti. Ad esempio, il silenzio di Silvio Berlusconi quando, nell’ambito dell’inchiesta Dell’Utri, gli chiedemmo conto del rapporto con il suo collaboratore. In quel caso decise di non difendere davanti ai magistrati il socio di una vita».

      Non ci dovrebbe essere un dovere politico e morale di chiarire?
      «Chi indaga sulla mafia, sulle stragi, ha un desiderio: che il sistema politico sia autorevole, che non sia esposto a ricatti. Credo che, dopo la sentenza Dell’Utri, il presidente del Consiglio, che è anche il mio presidente, abbia un’occasione: lasciare finalmente il senatore al suo destino e dire finalmente cosa è successo nei 22 anni in cui Dell’Utri ha lavorato per lui e le sue aziende e, nello stesso tempo, con la mafia. Quello che nessuno può fare è dire ai magistrati di Palermo e Firenze, competenti sulle indagini post-1993, che la magistratura non ha il dovere di continuare ad indagare».

      La questione morale non riguarda solo la politica, ma investe, come emerge dall’inchiesta sulla cosiddetta P3, anche la magistratura.
      «Nel passato alcuni uffici giudiziari furono definiti “porti delle nebbie” dove sempre si archiviavano le inchieste più scottanti. L’abitudine di certi magistrati di frequentare ambienti politici, imprenditoriali o centri di potere più o meno occulti non è venuta meno, anzi. Purtroppo nessun ambiente è immune per definizione da germi corruttivi. È per questo che chi indaga si trova di fronte ad un paese in chiaroscuro dove il confine tra buoni e cattivi è sempre più labile. È il caso anche di un certo modo di fare giornalismo».

      È una fissazione di alcuni o davvero in Italia c’è il rischio che la magistratura venga asservita alla politica?
      «La questione centrale non è solo l’autonomia della magistratura, ma quella della polizia giudiziaria che deve essere indipendente da centri di potere politico ed economico. Le indagini sul campo vengono fatte dalla Pg e se questa subisce condizionamenti è davvero finito tutto».

      Lei di recente, commentando notizie di stampa sulle inchieste per la strage di via D’Amelio, ha usato parole molte dure. Queste: «Chi scrive certe cose fa il gioco di chi in Italia ha voluto, con le stragi di mafia, fare un golpe».
      «Sono convinto che l’Italia è un paese di patti e ricatti, dove ci sono persone che utilizzano la stampa con fughe di notizie o la propalazione di cose non vere. Se alcuni giornalisti avessero il coraggio di ammettere di essere stati contattati, forse usati, da oscuri personaggi, e ci dicessero chi sono, arriveremmo più facilmente alla verità sulle stragi. C’è una campagna di disinformazione in corso, uno schema che riappare ogni qualvolta le indagini sfiorano i livelli alti. L’obiettivo è sabotare le indagini con notizie artefatte, costruite in laboratorio. So di apparire impopolare con questa mia presa di posizione oggi che si discute del Ddl intercettazioni e del bavaglio alla stampa. Ho un grande rispetto del lavoro dei giornalisti, ma un certo modo di fare giornalismo può essere anch’esso una forma di bavaglio, una distorsione della realtà, un intralcio alla giustizia».

      È uno scenario da brivido: trattative, stragi, ricatti e depistaggi a mezzo stampa.
      «In Italia tra il ‘92 e il ‘93 si è consumato un golpe. Un sistema politico è stato spazzato via con le stragi. Ci sono state trattative e lo confermano ufficiali dei Carabinieri. Questo è un fatto già accertato da sentenze. Ci accusano di ascoltare uno come Massimo Ciancimino, ma lui è stato indubbiamente testimone di alcuni fatti. Saremmo stati pessimi investigatori se non avessimo ascoltato la sua versione dei fatti».

      Però ci sono state perplessità e anche qualche attrito con la Procura di Palermo.
      «Non c’è nessuna spaccatura: è normale che, anche in una stessa Procura, ci siano modi diversi di vedere una fonte di prova. È la modalità delle “produzioni documentali”, diluite nel tempo, che può condurre ad una più difficile utilizzazione delle prove. Il nome di Massimo Ciancimino come testimone di quella vicenda non lo inventano i magistrati, ma gli stessi ufficiali dei carabinieri Mori e De Donno, che incontravano suo padre. Alla fine valuteremo l’attendibilità del suo contributo. Ma si ricordi che in questa storia non ci sono né buoni né cattivi».

      Palermo, il Pm Gozzo: «Alcuni degli amici di Borsellino conoscono la verità» - Italia - l'Unità.it
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      Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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      • Leonida
        Filosofo del *****
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        #4
        agghiacciante
        Originariamente Scritto da gorgone
        è plotino la chiave universale per le vagine
        Originariamente Scritto da gorgone
        secondo me sono pazzi.

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        • Leonida
          Filosofo del *****
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          #5
          Sì, fu ucciso perché si oppose alla trattativa Il mistero della morte del magistrato dentro una lettera di Vito Ciancimino. Un documento del '93 presto in mano ai magistrati e indirizzato a un "futuro premier"Paolo Borsellino si è opposto alla trattativa tra lo Stato e la mafia dopo la strage di Capaci che costò la morte a Giovanni Falcone, alla compagna Francesca Morvillo e a tre uomini della sua scorta. Dopo le testimonianze tardive dei politici, dopo le rivelazioni del pentito Gaspare Mutolo sul tema, ora la conferma arriverebbe da un documento autografo di don Vito Ciancimino in persona. E’ una lettera che il figlio Massimo dovrebbe consegnare nei prossimi gorni ai magistrati che indagano sui misteri della mancata cattura di Bernardo Provenzano e sul patto tra Stato e mafia. Massimo Ciancimino ne ha già anticipato i contenuti in un verbale segretato.

          Finora al processo al generale Mario Mori per il mancato blitz nelle campagne di Mezzoiuso, dove il colonnello Riccio del Ros avrebbe potuto chiudere la latitanza del boss Provenzano dieci anni prima della sua catura grazie alle rivelazioni del confidente Luigi Ilardo (poi ucciso) si sono confrontate due verità. La prima è contenuta in un lungo memoriale delgenerale Mario Mori consegnato ai giudici che devono decidere le sue sorti. L’allora colonnello del Ros, vice e poi comandante dell’unità specializzata del’Arma che poi catturò Totò Riina ha ammesso i contatti con la famiglia Ciancimino ma con date e significato diverso da quello che gli ha attribuito Massimo Ciancimino. Dopo la strage di Capaci solo il capitano del Ros Giuseppe De Donno incontrò Massimo Ciancimino per chiedergli di fare da ponte con il padre. Secondo Mori prima della strage di via D’Amelio del 19 luglio 1992 e dopo quella di Capaci, avvenuta il 23 maggio, non ci furono incontri tra lui e il consigliori di Provenzano e Riina. Solo dopo la strage di via D’Amelio della quale domani ricorre l’anniversario, il generale in persona avrebbe varcato la soglia della casa di via San Sebastianello dove Vito Ciancimino allora viveva a due passi da Piazza di Spagna.

          La versione del Ros era sempre stata confermata da don Vito fino alla morte avvenuta nel 2002 ma è stata ribaltata da Massimo Ciancimino con le sue rivelazioni consegnate negli ultimi due anni ai magistrati siciliani. Secondo il figlio di don Vito Mario Mori ha incontrato il padre prima della strage di via D’Amelio. Sempre secondo Massimo, Vito Ciancimino era convinto che quell’avvio di trattativa aveva incoraggiato la strategia stragista di Riina: fare la guerra per fare la pace e ottenere i benefici carcerari per i detenuti di mafia e la revisione del maxiprocesso, oltre alle altre richieste contenute nel cosiddetto papello. Anche Giovanni Brusca, il boss di San Giuseppe Iato che aveva spinto il telecomando a Capaci, aveva detto prima di Ciancimino junior che Riina, dopo la strage di Capaci disse che “si erano fatti sotto” e bisognava dare un altro colpo. Secondo il figlio, Vito Ciancimino aveva sempre sostenuto il contrario per rispettare un accordo preso con il Ros. Don Vito, secondo lui, fu anche invitato dai difensori degli autori delle stragi, a raccontare la storia della trattativa nei suoi termini reali ma don Vito si rifiutò di cambiare versione.

          La lettera descritta da Ciancimino junior ai pm palermitani e che probabilmente sarà consegnata martedì 20 luglio- se quello che Massimo dice è vero – dovrebbe essere stata scritta dal padre e probabilmente risale al 1993. E’ indirizzata a un personaggio dell’economia che allora sembrava potesse assurgere al ruolo di premier. Don Vito, che in quel periodo cercava di comunicare con le istituzioni inutilmente cerca di ottenere ascolto da quello che i suoi amici politici gli hanno preconizzato come futuro presidente. Ciancimino rivela al destinatario della missiva che in quell’anno “il regime sta tentando il suo capolavoro finale”. Il regime non è la politica ma, par di capire, una sorta di alleanza tra una parte della politica, dei Servizi segreti e delle forze di polizia deviate.
          Ciancimino senior dopo un pizzico di autocritica malinconica dice “faccio parte di questo regime e sono consapevole che solo per il fatto di farne parte presto ne sarò escluso” passa ad analizzare il tema della trattativa. “Dopo un primo scellerato tentativo di soluzione avanzata dal colonnello Mori per bloccare le stragi. Tentativo di fatto interrotto dall’omicidio Borsellino, sicuramente oppositore fermo di questo accordo, si è decisi finalmente costretti dai fatti di accettare l’unica soluzione possibile per poter cercare di rallentare questa ondata di sangue che al momento rappresenta solo una parte di questo piano eversivo”.
          Poi aggiunge: “Ho più volte chiesto invano di essere ascoltato dalla commissione antimafia”.

          La lettera è importante per tre motivi. Prima di tutto perché data “il tentativo” di Mori dopo la strage di Capaci ma prima di via D’Amelio. Poi perché inserisce le stragi di mafia in un disegno più ampio di tipo eversivo elaborato da “un architetto” che governa un sistema del quale don Vito stesso fa parte.Anche se per poco. Perché sente che la sua stagione è finita e presto ne sarebbe stato escluso. Infine perché la lettera – se Massimo e anche Vito dicono il vero – conferma le ipotesi più inquietanti della magistratura sul movente della morte di Borsellino. Il giudice amico di Falcone si sarebbe opposto alla trattativa, secondo la lettera attribuita a don Vito dal figlio. E questo, potrebbe essere stato il motivo dell’accelerazione della sua condanna a morte.
          Originariamente Scritto da gorgone
          è plotino la chiave universale per le vagine
          Originariamente Scritto da gorgone
          secondo me sono pazzi.

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          • odisseo
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            #6
            Il minstro della giustizia non parteciperà alle manifestazioni di commemorazione.
            Last edited by odisseo; 19-07-2010, 12:55:51.
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            Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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            • Conan
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              #7
              Credo che l'Italia sia l'unico paese democratico del mondo dove il capo del governo possa essere socio di un mafioso (Dall'Utri) e possa ssumere un killer di cosa nostra come stalliere nella sua villa.....roba dell'altro mondo ragazzi.....
              sigpic"Ooh amore ooh amante
              Che fai stasera ragazzo?
              Tutto va bene, solo tienimi stretto
              Questo perché sono un buon amante vecchio stampo"

              Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)

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              • TheSandman
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                #8
                Intanto, il futuro candidato alla leadership PD Nicky Vendola, ci dice il suo parere:

                Carlo Giuliani come Falcone e Borsellino
                Vendola: Carlo Giuliani eroe come i due giudici - Corriere della Sera


                Tessera N° 6

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                • odisseo
                  Bodyweb Senior
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                  #9
                  Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                  Intanto, il futuro candidato alla leadership PD Nicky Vendola, ci dice il suo parere:

                  Carlo Giuliani come Falcone e Borsellino
                  Vendola: Carlo Giuliani eroe come i due giudici - Corriere della Sera
                  "
                  Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                  • Conan
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                    #10
                    Vendola no mi piace ma solo perchè è gay.....è un preconcetto.
                    Carlo Giualini fu vittima di una porcata all'italiana.....hanno manomesso anche i filmati per potere fare assolvere il corpo dei carabinieri.....due colpi da breve distanza al volto.....un atto miserabile.
                    sigpic"Ooh amore ooh amante
                    Che fai stasera ragazzo?
                    Tutto va bene, solo tienimi stretto
                    Questo perché sono un buon amante vecchio stampo"

                    Così non capisce. Devi dire "Conan, hai rotto er *****!" (Sergio cit.)

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                    • Zuccone
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                      #11
                      Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                      Intanto, il futuro candidato alla leadership PD Nicky Vendola, ci dice il suo parere:

                      Carlo Giuliani come Falcone e Borsellino
                      Vendola: Carlo Giuliani eroe come i due giudici - Corriere della Sera
                      Sei sempre più un berluschino

                      Cavolo si parla di Falcone e Borsellino,trattative tra stato e mafia etc etc e tu pur di fare il berluschino vai a linkare un estratto di un intervento di Vendola solo perchè in una stessa frase nomina sia i due giudici che Carlo Giuliani.

                      Attinenza del thread con le primarie del PD direi 0 e attinenza del tuo intervento con il resto della discussione meno di 0...ottimo Sandman ,non ti smentisci mai
                      sigpic

                      Un vincente trova sempre una strada,un perdente trova sempre una scusa

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                      • TheSandman
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                        #12
                        Originariamente Scritto da Zuccone Visualizza Messaggio
                        Sei sempre più un berluschino

                        Cavolo si parla di Falcone e Borsellino,trattative tra stato e mafia etc etc e tu pur di fare il berluschino vai a linkare un estratto di un intervento di Vendola solo perchè in una stessa frase nomina sia i due giudici che Carlo Giuliani.

                        Attinenza del thread con le primarie del PD direi 0 e attinenza del tuo intervento con il resto della discussione meno di 0...ottimo Sandman ,non ti smentisci mai
                        Ti sei scordato di aggiungere "gne gne gne".
                        Detto questo, non andiamo avanti con questo becero flame da te generato.
                        Un topic su Borsellino non merita di essere sporcato da bambinate.


                        Tessera N° 6

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                        • ma_75
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                          #13
                          Finchè non si capirà chi ha imbeccato il falso pentito Scarantino perchè sostenesse una verisone di comodo non se ne verrà mai fuori. Quello stesso Scarantino sbugiardato da tanti altri pentiti....l'ultimo di quali, ricordatemi il nome, ah sì è Spatuzza. Uno di secondo piano che non conta nulla. In fin dei conti ha solo messo lui la bomba nell'auto e l'ha portata sotto il palazzo della mamma di Borsellino.
                          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                          ma_75@bodyweb.com

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                          • odisseo
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                            #14
                            Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                            Finchè non si capirà chi ha imbeccato il falso pentito Scarantino perchè sostenesse una verisone di comodo non se ne verrà mai fuori. Quello stesso Scarantino sbugiardato da tanti altri pentiti....l'ultimo di quali, ricordatemi il nome, ah sì è Spatuzza. Uno di secondo piano che non conta nulla. In fin dei conti ha solo messo lui la bomba nell'auto e l'ha portata sotto il palazzo della mamma di Borsellino.
                            secondo te perchè i magistrati che tentano di approfondire questi argomenti sono definiti eversivi?
                            "
                            Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                            • Zuccone
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                              #15
                              Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
                              Ti sei scordato di aggiungere "gne gne gne".
                              Detto questo, non andiamo avanti con questo becero flame da te generato.
                              Un topic su Borsellino non merita di essere sporcato da bambinate.
                              Ehehe hai ragione e mi scuso con l'autore del thread

                              Purtroppo quando ho il dispiacere di leggere gente come te non riesco a star zitto.Speravo che in un thread come questo un berluschino come te potesse evitare di andare off-topic sparando le solite lagne populiste....ma son andato OT anche io ,quindi mi scuso ancora con l'autore del thread.


                              Comunque ,come purtroppo ha fatto notare anche Rita Borsellino,le istutuzioni hanno preferito evitare la piazza,evitare la gente e andare solo in caserma
                              sigpic

                              Un vincente trova sempre una strada,un perdente trova sempre una scusa

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