Originariamente Scritto da Dorian00
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Le Marylin ed i James Dean venivano dall'Actors Studio, c'era una scuola alle spalle.
Oggi - causa degenere televisivo - siamo riempiti da "opinion leaders" come i tronisti di turno, che si credono in grado di poter vomitare qualunque cosa la loro inesistente cultura e preparazione gli appalesa per le cervella, solo perchè "esistono" e dunque possono aprire bocca avendo un mezzo a disposizione.
Il guaio, Dorian, è che vengono ascoltati, è qui che le cose non quadrano più.
Abbiamo prospettive? Miriadi di giovani laureati (le università scoppiano) tutti capaci? Tutti con possibilità di inserimento entro l'ambito di studio, o la presunzione di poter - anche qui - dire la loro, quando si abbandonano lavori altrettanto dignitosi perchè "faticare" non piace più?
E allora milioni di dottori e nessun artigiano; anzi, la sapienza dell'apprendere un lavoro viene lasciata a quei giovani i soli disposti oggi a sacrificarsi, quelli non più italiani od occidentali.
Esiste anche la cultura del saper "fare", non solo e non soltanto quella dello "studiare", per cui bisogna avere chiari i propri limiti, un confine che oggi non esiste più.
Il "lavorare", "lo spaccarsi la schiena", il "fare del bene" non sono mai stati dei valori?
Ma scherziamo? E come credi sia sorta questa civiltà, a pugnette e grande fratello? A sognare l'impossibile o ciascuno nel suo a portare il proprio mattone?
I nobili non vivevano come i nostri "vip", che non sanno neppure cosa sia la nobiltà. Erano il sistema collante di una società che è andata avanti secoli. Erano la cintura di trasmissione di una catena di valori cui tutti contribuivano, la cintura tra il popolo rurale e quello del potere centrale, dove il nobile portava le istanze della plebe.
E questo rifiutare il "lavoro" come valore la prova provata della degenerazione attuale:
Chi dà digntà all'uomo? Quale carattere, quale esistenza si forma senza lavoro? Quale società?
I sottoscolarizzati che sono i giovani di oggi avranno una amara sorpresa quando, crollata la fase mitico-televisiva, vedranno che c'è chi è disposto a farsi anche i sabati lavorativi invece di correre in discoteca, come sognano quelli di Pomigliano.
Ti fai portavoce di un "disimpegno" che è solo la cifra attuale, e che mai è stato nel passato:
Ecco lo smarco generazionale.
Ecco allora che, nella profondissima ignoranza odierna - che diventa un punto di vanto da mostrare, invece di faticarci a superarla, sentendola come una mancanza - la solidarietà, il senso di responsabilità, la dignità personale (che è anche quella di tuo nonno emigrato per sfamare una famiglia) vengono visti come disvalori, anzi come oggetti favolistici mai esistiti su questa terra.
Meglio stare a casa a sbattersi fanciulle sul letto di mammà, andare alla scuola di Amici o a sproloquiare nel salotto di Costanzo invece che presso un artigiano ad imparare un mestiere; meglio prolungare questa adolescenza fancazzista portando sine die gli studi e le conseguenti vacanze piuttosto che provare a crearsi quella opportunità che da sola non viene, non per grazia ricevuta.
Ma i modelli proposti sono quelli che ci fanno credere il contrario, come se tutti avessimo un futuro a portata di mano.
Se dici che nessun adolescente ha mai avuto in camera sua il poster di Gesù (prendo lui come target simbolico di valori anche opposti al suo, ma pur sempre valori), neghi allora la tesi - espressa anche qua - di chi sostiene che esiste anche una maggioranza silenziosa che qualche valore lo persegue, e che non risolve se stessa solo nel grande fratello o in Ronaldo e che dunque i foschi oracoli di noi tromboni non hanno ragione di essere.
Ma allora delle due l'una:
O c'è ancora una parte di gioventù radicata ad un senso concreto del vivere, e che assolve i discepoli del nulla, o non c'è più.
Dobbiamo deciderci.
E se non c'è più non è perchè non è mai stata, ma perchè nel frattempo è intervenuto un qualche cosa che ha mutato tutti i punti di riferimento sui quali ci si misurava.
Il mondo non è nato da quando tu hai aperto gli occhi e ti sei trovato davanti questa realtà indifendibile, alienante e diseducativa, che immagini "unica":
E' un pò più vecchio di te, e più sapiente.
Se non si coglie la frattura con lo ieri è perchè come dicevo c'è una fuga dal reale per proteggersi in un immaginario dove "io" posso ancora valere e vivere (per me stesso).
L'alienazione contemporanea.
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