Pirati Sionisti

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    Altra analisi del giornale israeliano Haaretz:

    Israel needs national inquiry into deadly Gaza flotilla clashes

    There is no other fitting or proper way to clarify the circumstances of the incident, which began as an act of protest and ended with dead demonstrators and a grave international crisis.



    Prime Minister Benjamin Netanyahu must return immediately from North America and convene a national committee of inquiry into Israel's interception of a Gaza aid convoy on Monday, during which at least nine activists were killed.

    There is no other fitting or proper way to clarify the circumstances of the incident, which began as an act of protest and ended with dead demonstrators and a grave international crisis.

    The government failed the test of results; blaming the organizers of the flotilla for causing the deaths by ignoring Israel's orders to turn back is inadequate. Decisions taken by the responsible authorities must be probed.


    Nor can Monday's bloodshed be dismissed with claims that the demonstrators attacked IDF commandos with guns and other weapons. This type of excuse shifts responsibility from the political and military decision-makers to the soldiers, who acted in the heat of combat and for fear of their lives. It may be convenient to Netanyahu and his partners in government to present the battle as a local incident that escalated – but they cannot escape responsibility for the crisis.

    This time, no one can put the debacle down to inexperience. Netanayhu's predecessor, Ehud Olmert, and his defense minister, Amir Peretz – both military novices – came to grief in Lebanon in 2006 with that excuse.

    The government failed the test of results; blaming the organizers of the flotilla for causing the deaths by ignoring Israel's orders to turn back is inadequate. Decisions taken by the responsible authorities must be probed.


    A committee of inquiry would have to answer several salient questions:

    Tactics. What prompted the decision to stop the flotilla by force - what course of action was presented to the politicians who made the decision and what analysis was made of the consequences of using live fire in any confrontation?
    Were there any dissenting views, was there anyone how pointed to the inevitable damage to Israel from any operational failure? What steps were taken to forestall an escalation?

    Alternatives. Was any effort made to stop the flotilla through diplomacy, or through negotiation and compromise with its organizers? Or did the government rush headlong into a confrontation, without any thought for the alternatives? Was there anyone who advocated letting the boats through to Gaza, rather than making them a test of Israel's sovereignty and might?

    Turkey. What has the government done in the past year to improve ties with a strategically crucial neighbor? How has the prime minister worked to redress the damage to relations with Ankara?

    The siege of Gaza. What is the purpose of the siege? Is it just an automatic extension of the previous government's policy, or does it have some practical aim? How much has the usefulness of the policy been discussed during the current government's year in office?


    ANALYSIS / Israel needs national inquiry into deadly Gaza flotilla clashes - Haaretz Daily Newspaper | Israel News

    Anche in Israele montano i "perchè".
    Last edited by Sean; 31-05-2010, 22:58:49.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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    • ma_75
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      21:24 Consiglio Sicurezza Onu, replica Israele: "La flotta aveva altri fini"
      In sede di dibattito al Consiglio di Sicurezza, il vice-ambasciatore d'Israele all'Onu, Daniel Carmon, ha accusato la flottiglia delle Ong attaccata dai militari di Tel Aviv di avere "altri fini", diversi da quelli umanitari. "Che pacifisti sono quelli che usano mazze e prendono le armi dei nostri soldati, puntandole poi contro di loro?", ha chiesto retoricamente il diplomatico israeliano. Con l'intervento di Carmon, il Consiglio di Sicurezza ha concluso la sessione pubblica del dibattito. I Quindici sono tornati a riunirsi a porte chiuse.

      Se la vicenda non fosse, come è, tragica, ci sarebbe da ridere sulla spiegazione israeliana. Militari di quello che è noto come uno dei più (se non il più) efficiente esercito del mondo, disarmati da civili che rivolgono contro di loro le armi di cui si sono impadroniti.
      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
      ma_75@bodyweb.com

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      • LARRY SCOTT
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        YouTube - RaiTre attacco israeliano le reazioni(100531_142940).mpg

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        • LARRY SCOTT
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          YouTube - RaiTre attacco israeliano non si hanno notizie dei 5 italiani (100531_143158).mpg

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          • Sean
            Csar
            • Sep 2007
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            Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
            21:24

            Se la vicenda non fosse, come è, tragica, ci sarebbe da ridere sulla spiegazione israeliana. Militari di quello che è noto come uno dei più (se non il più) efficiente esercito del mondo, disarmati da civili che rivolgono contro di loro le armi di cui si sono impadroniti.
            Non avendo modo di dimostrare che a bordo c'erano armi (il trucco non riesce) non resta che dire che le due pistole (poi diventate un solo fucile, non si capisce bene...) sono state sottratte ai commandos israeliani...Ma pensa te questi pacifisti di cosa sono capaci.
            Però allora nessuno di loro ha potuto sparare prima dell'assalto, perchè, lo ammette anche Israele nella sua "ricostruzione", a bordo armi non c'erano, se sono state prese ai commandos.
            Stavolta la ciambella non riesce col buco a forma di stella di Sion nel mezzo:
            Non ci siamo ancora rimbecilliti così tanto...Al regime servono altre potenti dosi di tette e culi.
            Last edited by Sean; 31-05-2010, 23:16:48.
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            • Sartorio
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              Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggio
              la gestione dell' episodio è stata talmente disastrosa da far pensare ad una premeditata volontà di indurre una crisi, spero che non si stia giocando a questo gioco . si trattava di ingaggiare due navi di pacifisti, non era mica desert storm.
              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio

              Se la vicenda non fosse, come è, tragica, ci sarebbe da ridere sulla spiegazione israeliana. Militari di quello che è noto come uno dei più (se non il più) efficiente esercito del mondo, disarmati da civili che rivolgono contro di loro le armi di cui si sono impadroniti.

              Avete perfettamente ragione, è ridicolo, più ci penso più mi convinco che non è possibile.

              Non puoi uccidere 19 persone per fermare una nave di imbecilli (con tutto il rispetto per la missione umanitaria, ma quelli non mi sembravano terroristi di al qaeda come ho sentito dire).

              In confronto i pirati somali, con le pizze di fango, e le barche di pastafrolla, fanno la figura dei navy seals. E si inguattano petroliere intere...
              Originariamente Scritto da gorgone
              il capitalismo vive delle proprie crisi.

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              • ma_75
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                22:37 Degli italiani si sa solo che sono agli arresti
                "Abbiamo incontrato il sottosegretario Gianni Letta. Dall'incontro è emerso che le autorità italiane non sanno nulla dei nostri connazionali sequestrati, sanno solo che sono stati portati in un carcere israeliano, e non sanno neanche quale". E' quanto ha riferito Marco Benevento, un manifestante di Forum Palestina che ha fatto parte di una delegazione ricevuta a Montecitorio al termine del corteo che si è svolto a Roma per protestare contro l'attacco israeliano alla Freedom Flotilla



                Dunque, ricapitolando, una nave pacifista viene assaltata nottetempo in acque internazionali, si fa una strage tra morti e feriti di dimensioni tremende. Portati, contro la loro volontà, in Israele, i superstiti vengono gettati in un carcere, senza contatti con le autorità del loro paese, senza che si sappia l'imputazione a loro carico e senza assistenza legale.
                Qualcuno ha ancora il coraggio di parlare di "paese civile in mezzo a regimi terroristici"? Qualcuno vuole ancora straparlare di democrazia, rispetto dei diritti umani, per non dire "faro di libertà"? Qualcuno ha l'onestà morale di ammnettere cosa sarebbe accaduto se il perfido Ahmadinejad fosse stato responsabile di analoga azione? Non sentiremmo, forse, giù il rombo dei caccia dell'esercito esportatore di democrazia, in volo vero l'Iran per una missione di pace che incidentalmente avrebbe straziato la popolazione civile?
                Qui siamo alle provocazioni di chi è alla canna del gas, siamo in pieno stile nordcoreano, si vuole la reazione militare per passare nuovamente per vittima. Ma che Israele non si azzardi a pensare che il primo arabo che reagirà possa impunemente essere additato come terrorista. Non è giornata di barzellette, questa.
                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                ma_75@bodyweb.com

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                • Owens
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                  • Vedremo
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                  Sintetizzando il comportamento di israele
                  Il diario di owens

                  Originariamente Scritto da Rocco Siffredi
                  Tu possiedi il mai più moscio
                  Originariamente Scritto da Naturalissimo.88
                  E' arrivato Owens!!!

                  Donne spalle al muro e si salvi chi può!!!!
                  Originariamente Scritto da ciccio.html
                  owens, voglio far parte di te

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                  • Sean
                    Csar
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                    Sono chiusi in consiglio di sicurezza da 12 ore...Ecco l'ONU, un parlatoio inutile:

                    Onu, ancora riunito il Consiglio di sicurezza E' ancora riunito il consiglio di sicurezza dell'Onu, convocato d'urgenza ieri per fare luce sul blitz israeliano. I rappresentanti dei paesi membri, ormai riuniti da oltre 12 ore, lavorano a una bozza di risoluzione sui cui non ci sarebbe ancora un pieno consenso. In particolare, sarebbero distanti le posizioni della Turchia, intransigente, e degli Stati Uniti, tradizionale alleati di Israele e orientati verso un documento più morbido.

                    Edit: E' finita la riunione

                    08:01 Cds Onu condanna "atti con esito morte di civili"
                    Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha "condannato gli atti che hanno avuto come esito la perdita di vite di civili nell'incidente con la flottiglia al largo di Gaza". In una nota, il Cds ha chiesto l'avvio di un'inchiesta che sia "rapida. Imparziale, trasparente e credibile" e "l'immediato rilascio delle navi e dei civili" fermati da Israele.


                    07:53 L'Onu condanna e chiede un'inchiesta
                    Il Consiglio di sicurezza dell'Onu, riunito a New York per oltre 12 ore, ha condannato il blitz israeliano, ha chiesto un'inchiesta e il rilascio degli attivisti e delle loro imbarcazioni.
                    Last edited by Sean; 01-06-2010, 09:27:43.
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                    • gabriele81
                      eh eh son manzo
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                      Sean per caso è uscita qualche altra dichiarazione del governo USA dopo la condanna dell'ONU?

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                      • Sean
                        Csar
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                        Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
                        Sean per caso è uscita qualche altra dichiarazione del governo USA dopo la condanna dell'ONU?
                        No, per adesso.
                        Non trovo nulla neppure su Haaretz.
                        Leggevo ieri, sempre sul sito del quotidiano israeliano, che Obama ha chiesto a Netanyahu di voler conoscere i "fatti"

                        ovvero cosa è davvero accaduto in quelle ore sulla nave Marmara, e quindi non ricostruzioni diplomatiche o ad uso dei media ma i fatti nudi e crudi.
                        Credo che solo dopo, se sarà il caso, l'amministrazione americana si pronuncerà.

                        Queste invece le ultime dopo la risoluzione ONU:

                        08:40 L'Onu: "Israele permetta il recupero dei corpi"
                        Israele "permetta l'accesso alle rappresentanze diplomatiche dei Paesi coinvolti - chiede l'Onu nella dichiarazione resa oggi - affinché possano recuperare i corpi delle vittime e i feriti".


                        08:38 Frattini: "Ora Israele dovrebbe fare atto distensivo"
                        Israele "ha ora una grande opportunità" dopo aver compiuto "questo errore inesplicabile", potrebbe fare "un gesto di distensione" e dire "acceleriamo la pace". Lo ha detto il ministro degli Esteri Franco Frattini al Tg1. "Le conseguenze non saranno semplici da valutare né lievi", ha affermato il ministro, esprimendo l'augurio che la Lega Araba "non decida il congelamento del processo di pace" perché sarebbe "una catastrofe, si farebbe il gioco dei nemici della pace".
                        ________________
                        Last edited by Sean; 01-06-2010, 10:09:12.
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                        • Barone Bizzio
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                          Grossman: "Un atto criminale
                          che riaccende odio e vendette"







                          NESSUNA spiegazione può giustificare o mascherare il crimine commesso da Israele 1 e nessun pretesto può motivare l'idiozia del suo governo e del suo esercito. Israele non ha inviato i suoi soldati a uccidere civili a sangue freddo, in pratica era l'ultima cosa che voleva che accadesse, eppure una piccola organizzazione turca, dall'ideologia fanatica e religiosa, ostile a Israele, ha arruolato alcune centinaia di pacifisti ed è riuscita a fare cadere lo Stato ebraico in una trappola proprio perché sapeva come avrebbe reagito e fino a che punto era condannato, come una marionetta, a fare ciò che ha fatto.

                          Quanto deve sentirsi insicura, confusa e spaventata una nazione per comportarsi come ha fatto Israele! Ricorrendo a un uso esagerato della forza (malgrado aspirasse a limitare la portata della reazione dei presenti sulla nave) ha ucciso e ferito civili al di fuori delle proprie acque territoriali comportandosi come una masnada di pirati. È chiaro che queste mie parole non esprimono assolutamente consenso alle motivazioni, nascoste o evidenti - e talvolta malvagie - di alcuni dei partecipanti al convoglio diretto a Gaza. Non tutti sono pacifisti animati da intenzioni umanitarie e le dichiarazioni di alcuni di loro riguardanti la distruzione dello stato di Israele sono infami. Ma tutto questo ora è irrilevante: queste opinioni non prevedono, per quanto si sappia, la pena di morte.

                          L'azione compiuta da Israele ieri sera non è che la continuazione del prolungato e ignobile blocco alla striscia di Gaza, il quale, a sua volta, non è che il prosieguo naturale dell'approccio aggressivo e arrogante del governo israeliano, pronto a rendere impossibile la vita di un milione e mezzo di innocenti nella striscia di Gaza pur di ottenere la liberazione di un unico soldato tenuto prigioniero, per quanto caro e amato. Il blocco è anche la continuazione naturale di una linea politica fossilizzata e goffa che a ogni bivio decisionale e ogni qualvolta servono cervello, sensibilità e creatività, ricorre a una forza enorme, esagerata, come se questa fosse l'unica scelta possibile.

                          E in qualche modo tutte queste stoltezze - compresa l'operazione assurda e letale di ieri notte - sembrano far parte di un processo di corruzione che si fa sempre più diffuso in Israele. Si ha la sensazione che le strutture governative siano unte, guaste. Che forse, a causa dell'ansia provocata dalle loro azioni, dai loro errori negli ultimi decenni, dalla disperazione di sciogliere un nodo sempre più intricato, queste strutture divengano sempre più fossilizzate, sempre più refrattarie alle sfide di una realtà complessa e delicata, che perdano la freschezza, l'originalità e la creatività che un tempo le caratterizzavano, che caratterizzavano tutto Israele. Il blocco della striscia di Gaza è fallito. È fallito già da quattro anni.

                          Non solo tale blocco è immorale, non è nemmeno efficace, non fa che peggiorare la situazione, come abbiamo potuto constatare in queste ore, e danneggia gravemente anche Israele. I crimini dei leader di Hamas che tengono in ostaggio Gilad Shalit da quattro anni a questa parte senza che abbia ricevuto nemmeno una visita dai rappresentanti della Croce Rossa, che hanno lanciato migliaia di razzi verso i centri abitati israeliani, vanno affrontati per vie legali, con ogni mezzo giuridico a disposizione di uno stato. Il prolungato isolamento di una popolazione civile non è uno di questi mezzi. Vorrei poter credere che il trauma per la sconsiderata azione di ieri ci porti a riesaminare tutta questa idea del blocco e a liberare finalmente i palestinesi dalla loro sofferenza e Israele da questa macchia. Ma la nostra esperienza in questa regione sciagurata ci insegna che accadrà invece il contrario: che i meccanismi della violenza, della rappresaglia e il cerchio della vendetta e dell'odio ieri hanno ricominciato a girare e ancora non possiamo immaginare con quale forza.
                          Ma più di ogni altra cosa questa folle operazione rivela fino a che punto è arrivato Israele. Non vale la pena di sprecare parole. Chi ha occhi per vedere capisce e sente. Non c'è dubbio che entro poche ore ci sarà chi si affretterà a trasformare il senso di colpa (naturale e giustificato) di molti israeliani, in vocianti accuse a tutto il mondo.

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                          • Sean
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                            • In piedi tra le rovine
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                            Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
                            Grossman: "Un atto criminale
                            che riaccende odio e vendette"


                            Ma più di ogni altra cosa questa folle operazione rivela fino a che punto è arrivato Israele. Non vale la pena di sprecare parole. Chi ha occhi per vedere capisce e sente. Non c'è dubbio che entro poche ore ci sarà chi si affretterà a trasformare il senso di colpa (naturale e giustificato) di molti israeliani, in vocianti accuse a tutto il mondo.
                            C'è da dire che Grossman non è solo in queste ore.
                            Altri opinion leaders sono eufemisticamente "inviperiti" contro quella che definiscono, senza mezzi termini, come "idiozia" del governo israeliano.
                            Posto solo alcuni stralci perchè è un coro:

                            Fiasco on the high seas


                            Benjamin Netanyahu, Ehud Barak and Moshe Ya'alon are supposed to know history. They are supposed to know there was no greater mistake than that of the British with regard to the illegal immigrant ship Exodus in the summer of 1947. The brutality employed by the British Mandate against a ferry loaded with Jewish refugees turned the regime into an object of revile. It lost what is now called international legitimacy. British rule over the country ended just 10 months after the Exodus fiasco,

                            The Turkish ship Mavi Marmara was no Exodus. It carried not Holocaust survivors but provocateurs, many of them extremists. But a series of baseless decisions on the part of the prime minister and the ministers of defense and of strategic affairs turned the Marmara into a Palestinian Exodus. With a single foolish move, the Israeli cabinet cast the Muslim Brotherhood in the role of the victim and the Israel Navy as the villain and simultaneously opened European, Turkish, Arab, Palestinian and internal Israeli fronts. In so doing, Israel is serving Hamas' interests better than Hamas itself has ever done. Fiasco on the high seas - Haaretz Daily Newspaper | Israel News

                            Seven idiots in the cabinet


                            This time, it was all foreseeable. Even this newspaper warned in advance about the possibility of defeat in victory. As preparations for the big sea confrontation proceeded, it became increasingly clear that it would end badly.

                            After all, the troops were being prepared by seven idiots and their subordinates - people who cannot see beyond the ends of their noses. We are periodically told that Israel has never had a forum of leading ministers so businesslike and thorough; even Foreign Minister Avigdor Lieberman displays insight and responsibility at meetings, says Defense Minister Ehud Barak.



                            And who will attest to Barak's own talents and judgment? Perhaps those soldiers who never returned from battle? Seven ministers versus seven ships - not aircraft carriers, or even destroyers, but small boats, laden with hundreds of people. Not all are righteous, but neither are they terrorists. But suddenly, without warning, this barely seaworthy flotilla became a threatening armada.

                            Seven idiots in the cabinet - Haaretz Daily Newspaper | Israel News

                            A failure any way you slice it

                            Perhaps the commanders of the Israel Navy and policymakers should have read history books before sending special forces to raid boats carrying civilians.


                            The operational details of Israel's takeover of the flotilla of boats headed to Gaza won't be clear for many days, if ever. But there's no need to wait for a blow-by-blow account to point out that from the military point of view, it is hard to understand how an action that the Israel Navy spent so long planning ended up in so severe a debacle.

                            A failure any way you slice it - Haaretz Daily Newspaper | Israel News

                            The price of flawed policy

                            Relations with Turkey will probably deteriorate further, and there may even be serious damage on the official level.


                            When a regular, well-armed, well-trained army goes to war against a "freedom flotilla" of civilian vessels laden with civilians, food and medication, the outcome is foretold - and it doesn't matter whether the confrontation achieved its goal and prevented the flotilla from reaching Gaza. The violent confrontation, whether caused by poor military planning or poor execution, resulted from flawed policy, wars of prestige, and from a profound misunderstanding of the confrontation's meanings and repercussions.

                            The grave political damage caused by the confrontation is all too clear. Relations with Turkey will probably deteriorate further, and there may even be serious damage on the official level. The proximity talks with the Palestinians, which started lamely and with low expectations, will have trouble proceeding, now that Israel has attacked a ship intended to aid Gazans languishing under a four-year siege. Hamas claimed an outstanding victory without firing a single rocket, Egypt is under redoubled pressure to undermine the siege by opening the Rafah crossing, and it's reasonable to assume Europe and the United States will not be able to let Israel get away with a mere reprimand.
                            The price of flawed policy - Haaretz Daily Newspaper | Israel News
                            ...ma di noi
                            sopra una sola teca di cristallo
                            popoli studiosi scriveranno
                            forse, tra mille inverni
                            «nessun vincolo univa questi morti
                            nella necropoli deserta»

                            C. Campo - Moriremo Lontani


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                              Israele: «Pronti ad abbordare altre navi» Sei italiani tra i 480 attivisti arrestati - Corriere della Sera

                              "
                              Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                                Il Giornale titola in prima pagina:

                                Dieci morti tra gli amici dei terroristi
                                Israele ha fatto bene a sparare

                                poi 2 editoriali:

                                Dieci morti per una verità capovolta

                                di Fiamma NirensteinNessuno parla di organizzazioni filo Hamas coinvolte nell’assalto, nessuno di provocazione Ma l’associazione turca protagonista dell’azione è sempre stata amica degli jihadisti


                                L’episodio di ieri notte, con i suoi morti e feriti sulla nave turca, ha qualcosa di diabolico. Perché diabolico è il rovesciamento, la bugia che si sta disegnando nell’opinione pubblica internazionale, come per la battaglia di Jenin, come per la morte di Mohamed Al Dura: la verità, salvo quella tragica e che dispiace assai, dei morti e dei feriti, ne esce capovolta, capovolte le responsabilità. Le condanne volano, e hanno tutte un carattere nominalista: chi era sulle navi si chiama «pacifista» o «civile», i soldati israeliani coloro che ne hanno sanguinosamente interrotto la strada verso una «missione di soccorso». Nessuno parla di organizzazioni filo Hamas, nessuno di provocazione: ed è quello che davvero veniva trasportato da quelle navi. Oltre naturalmente, all’essenza umana di chi ci spiace comunque di veder sparire.
                                Ma non basta dichiararsi pacifista per esserlo. L’organizzazione turca Ihh, protagonista della vicenda, è sempre stata filo terrorista, attivamente amica degli jihadisti e di Hamas, essa stessa legata ai Fratelli Musulmani, i suoi membri ricercati e arrestati e la sua sede chiusa dai turchi stessi per possesso di armi automatiche, esplosivo, azioni violente. Ma ora poiché era sulla nave Marmara, è diventata «pacifista», come le altre varie Ong molto militanti in viaggio sulle onde del Mediterraneo. Non basta più nemmeno dichiararsi «civile»: nelle guerre odierne, anzi, l’uso dei civili come scudi umani, e anche come guerrieri di prima fila è la novità più difficile in una quantità di scenari. La divisa non separa i buoni dai cattivi: abbiamo visto l’uso delle case e delle moschee come trincee dei «civili» militarizzati; al mare non eravamo abituati, ma è un’invenzione interessante per la jihad. Prima di partire una donna ha dichiarato: «Otterremo uno di due magnifici scopi, o il martirio o Gaza». Ma chi ascolta una dichiarazione così rivelatrice e scomoda quando canta la sirena delle imprese umanitarie? Il capo flottiglia ha dichiarato che il suo scopo era portare aiuti umanitari e non è importato, anzi è garbato alle anime belle dei diritti umani che andasse verso Gaza, striscia dominata da Hamas, organizzazione terroristica che perseguita i cristiani e ha condannato a morte tutti gli ebrei, che usa bambini, oggetti, edifici, tutto, nello scopo di combattere Israele e l’Occidente intero. Ma le navi viaggiavano verso Gaza per aiutarla, incuranti dei missili e degli attentati che ne escono.
                                Israele aveva più volte offerto agli organizzatori della flotta di ispezionare i beni nel porto di Ashdod, e quindi di recapitarlo ai destinatari. Essi avevano rifiutato, e questa sembra una prova abbastanza buona della loro scarsa vocazione umanitaria, come quando hanno detto che di occuparsi anche di Gilad Shalit, come chiedeva loro suo padre, non gli importava nulla. Un’altra volta.
                                La flottiglia si era dunque diretta verso Gaza e lo scopo degli israeliani era dunque quello di evitare che un carico sconosciuto si riversasse nella mani di Hamas, organizzazione terrorista, armata. La popolazione di Gaza aveva bisogno di aiuto urgente? Israele afferma che si tratta di scuse: nella settimana dal 2 all’8 maggio, per limitarsi a pochi beni di un lunghissimo elenco, dai valichi di Israele sono passati alla gente di Gaza 1.535.787 litri di gasolio, 91 camion di farina, 76 di frutta e verdura, 39 di latte e formaggio, 33 di carne, 48 di abbigliamento, 30 di zucchero, 7 di medicine, 112 di cibo animale, 26 di prodotti igienici. 370 ammalati sono passati agli ospedali israeliani etc etc... Non era la fame dunque che metteva vento nelle vele delle navi provenienti da Cipro con l’aiuto turco; sin dall’inizio è stata la pressione politica a legittimare Hamas, e la delegittimazione morale di Israele che non colpisce mai i cinesi per la persecuzione degli uiguri, o i turchi per la persecuzione dei curdi... E così l’aspirazione antisraeliana che caratterizzava la Marmara è saltata come un tappo di champagne quando i soldati, nel tentativo di controllare la nave per portarla ad Ashdod, sono scesi con l’elicottero. Alle quattro di mattina, secondo la testimonianza di prima mano di Carmela Menashe, cronista militare che ha scoperto senza pietà molti scandali nell’esercito, quando i soldati della marina hanno tentato di scendere sulla nave Marmara, sono stati accolti da spari, ovvero: «C’erano armi da fuoco sulla nave» dei pacifisti; i soldati che hanno toccato il ponte hanno affrontato un linciaggio «come quello di Ramallah» in cui membra umane furono gettate alla folla: sono state usate con foga enorme, dicono i testi, sbarre di ferro, coltelli, gas... i soldati sono stati buttati nella stiva nel tentativo di rapirli, o in mare. Questo per spiegare perché i loro compagni hanno sparato. Di certo i naviganti non erano militari, erano dunque civili: ma ormai nella guerra asimmetrica i civili sono scudo umano e combattenti. Israele doveva cercare di fermare la Marmara; se l’ha fatto con poca accortezza, non sappiamo. Ma di certo i soldati non hanno sparato per primi, è proibito dal codice militare israeliano, non è uso di quei soldati. Adesso se il mondo vuole semplicemente bearsi delle solite condanne a Israele faccia, ma proprio con il suo sostegno alle forze che hanno provocato il carnaio dell’alba di domenica prepara la prossima guerra.






                                Si definiscono pacifisti ma sono seminatori d’odio


                                La grande paura israeliana, il sospetto che ha spinto il governo di Benjamin Netanyahu a mandare gli incursori della marina a bloccare il convoglio in navigazione verso Gaza si nasconde dietro la sigla Ihh. Le tre lettere, abbreviazione dell’organizzazione umanitaria turca «Insani yardim vakfi», ovvero «Fondo di aiuto umanitario», sono per l’intelligence israeliana il simbolo dei legami sempre più profondi tra i fondamentalisti di Hamas e i gruppi islamici turchi. E non soltanto per le foto che documentano l’incontro del 2009 a Damasco tra Bulent Yildirim, fondatore e capo indiscusso di Ihh, e il segretario generale di Hamas Khaled Mashaal. Più di quelle foto preoccupano il tentativo della «Ihh» di espandersi da Gaza alla Cisgiordania e gli antichi legami con esponenti della jihad internazionale, tra cui alcuni militanti transitati dalla moschea milanese di via Jenner ai campi di battaglia di Bosnia, Afghanistan e Cecenia. Preoccupazioni diventate sempre più assillanti quando l’Ihh ha assunto il coordinamento dei cosiddetti «pacifisti» confluiti a Cipro mettendo a disposizione della flotta per Gaza tre navi pagate con i propri fondi.
                                Gli italiani dell’«Onlus Abspp» o del «Comitato Gaza vivrà», gli inglesi del «Palestinian return centre», gli austriaci dello «European-Palestinian Council Koordination Forum zur Unterstützung Palestina» e gli svizzeri di «Droit pour tous» - tanto per citare alcuni dei partecipanti - si sarebbero insomma ritrovati sotto il controllo di un’organizzazione con un preciso obbiettivo politico. Dietro le attività umanitarie dell’Ihh si cela, secondo l’intelligence israeliana, l’intenzione di provocare gravi incidenti, allargare il fossato tra la Turchia e Israele e contribuire all’isolamento d’Israele. Un programma politico confermato dalla stessa Ihh con il profetico monito a Israele pubblicato sul proprio sito il 23 maggio. «Gestite bene questa crisi perché se ci fermerete rimarrete isolati e vi farete del male da soli». Quell’«avvertimento» alla luce dei fatti della scorsa notte acquisisce, dal punto di vista d’Israele, il sapore di una provocazione attentamente studiata. Non a caso l’operazione iniziale degli incursori israeliani si concentra proprio sulla «Mavi Marmaris», l’ammiraglia delle tre navi sponsorizzate dalla Ihh trasformata nel centro comando della spedizione. Dietro alla Mavi Marmaris, da cui distribuivano ordini i capi e i militanti di Ihh navigavano altri due mercantili carichi di aiuti sponsorizzati dall’Ihh.
                                Per meglio capire le preoccupazioni israeliane bisogna anche sfogliare un dossier pubblicato nel 2006 dall’Istituto danese di studi internazionali. Secondo il dossier, firmato dall’analista americano Evan Kohlman, l’Ihh oltre a fornire appoggi all’insurrezione irachena è nel mirino dell’antiterrorismo turco fin dal 1997 quando una perquisizione del suo quartier generale di Istanbul portò alla scoperta di armi, esplosivi, istruzioni per confezionare bombe e documenti che collegavano l’organizzazione a militanti impegnati in Bosnia, Cecenia e Afghanistan. Ulteriori prove emergono da un memorandum del 1996 dell’Uclat, il centro di coordinamento francese d’antiterrorismo. Secondo quel dossier Bulent Yildirim, il fondatore di Ihh, era direttamente coinvolto nel reclutamento di volontari dell’internazionale islamica. Sospetti comprovati - stando al rapporto - dalle numerose telefonate intercettate tra Yildirim e i militanti della moschea milanese di via Jenner impegnati negli anni Novanta sui fronti della Bosnia.Le attività più preoccupanti per gli israeliani sono però quelle svolte direttamente a Gaza. Secondo «Intelligence.org», un sito molto vicino ai servizi di Gerusalemme, l’ufficio aperto dall’Ihh a Gaza non solo coordina gli aiuti ma li concorda preventivamente con i capi di Hamas. Questi rapporti sempre più stretti hanno portato nel gennaio 2009 all’incontro a Damasco tra Bulent Yildirim e il riconoscente segretario generale di Hamas Khaleed Meshaal. Parallelamente a quell’incontro l’Ihh espande le sue attività in Cisgiordania trasferendo fondi e aiuti alla «Società islamica di carità» a Hebron e alla «Società di carità Tadhamun» di Nablus, due organizzazioni controllate da Hamas e messe fuorilegge da Israele. A rendere più sospetta l’attività della Ihh contribuiscono i suoi legami con la «Union of Good» una confederazione di organizzazioni umanitarie islamiche a cui nel novembre 2008 il dipartimento del Tesoro americano ha congelato tutti i fondi dopo aver trovato le prove del «trasferimento di milioni di dollari alle associazioni consociate con Hamas».

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                                Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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