...i sindaci, i vigili urbani...
38 persone sono accusate di associazione per delinquere e turbata libertà degli incanti
Semafori truccati, chiuse le indagini.
Indagati sindaci e vigili di 35 Comuni
L’inchiesta da un esposto dei cittadini di Segrate. Il primo cittadino sotto accusa: multe indebite per 2,4milioni
Uno dei semafori intelligenti sotto accusa (Ansa)MILANO - La Guardia di Finanza di Milano ha notificato l’avviso di chiusura indagini a 38 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere e turbata libertà degli incanti per irregolarità nell’assegnazione degli appalti dei «T-Red», i semafori che avevano la durata del «giallo» fissata «dolosamente» in un tempo impossibile da rispettare e che costringevano gli automobilisti a passare con il rosso, registrando l’infrazione. Nell’inchiesta appena chiusa dal pm di Milano, Alfredo Robledo, emergono gare d’appalto pilotate per installare i semafori in 35 piccoli e medi Comuni di tutta Italia e una quindicina di comandanti dei vigili urbani e alcuni sindaci indagati. I municipi interessati si trovano nelle province di Milano, Como, Varese, Lodi, Mantova, Torino, Novara, Verona, Rovigo, Bologna, Modena, Ferrara, Livorno, Pisa, Firenze, Pistoia, Viterbo, Caserta, Benevento.
L’inchiesta per associazione per delinquere, turbativa d’asta e abuso d’ufficio è nata da un esposto dei cittadini di Segrate, alle porte di Milano, dove sarebbero state incassate indebitamente multe per circa 2,4 milioni di euro. I cittadini avevano verificato che tra il 16 novembre 2006 e il luglio 2007 sarebbero state ben 50mila le multe notificate ad altrettanti automobilisti passati con il rosso sui semafori di quattro incroci della Cassanese su cui erano stati installati i T-Red. E proprio il primo cittadino di Segrate, Adriano Alessandrini è tra gli indagati per abuso d'ufficio. Alessandrini è accusato in concorso con altri indagati, di aver disposto «il funzionamento a tre luci, 24 ore su 24, dei semafori sui quali erano installati i T-red, in assenza del necessario requisito delle particolari condizioni di circolazione previsto dall’articolo 169 del codice della strada, al solo scopo di fare cassa con le conseguenti multe». Secondo il pubblico ministero Alfredo Robledo, il sindaco in concorso con il comandante e il vice comandante della polizia locale avrebbe fissato «dolosamente» in quattro secondi il tempo di durata del giallo e modificato il funzionamento degli apparecchi impedendo di fatto agli automobilisti di reagire in tempo, con una frenata, alla comparsa del rosso.
Tra le persone raggiunte dall’avviso di chiusura indagini c’è anche Raoul Cairoli, l’amministratore unico della Ci.ti.esse, l’azienda che commercializza in via esclusiva i T-Red, e tre manager di società che operano nello stesso settore, accusati di aver fatto cartello fino al settembre 2008 per acquisire i contratti con i Comuni attraverso la «collusione con i pubblici ufficiali». Dall’inchiesta emerge che nel caso del Comune di Segrate (Milano), i T-Red erano attivi 24 ore su 24, anche in incroci dove non esisteva «il necessario requisito delle particolari condizioni di circolazione», senza quel «decimo di secondo tra lo scatto del rosso e l’infrazione» ed erano gli stessi dipendenti della Ci.ti.esse, su «istigazione» del sindaco e «senza la presenza di alcun pubblico ufficiale», ad acquisire e gestire le «immagini delle infrazioni stradali» su supporti informatici, «per altro alterabili».
Il sistema sarebbe andato avanti dal novembre 2006 al settembre 2007 e che, secondo l’accusa, faceva guadagnare sia il Comune che le società, le quali percepivano denaro «su base percentuale» in relazione alle multe comminate. Nel corso delle investigazioni condotte dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Milano sono stati sequestrati in tutto 68 tra semafori T-red e autovelox. Rimane infine aperto uno stralcio d’indagine per l’ipotesi di corruzione contestata a diversi pubblici ufficiali che, in cambio dell’assegnazione di contratti alle aziende che commercializzano questi dispositivi, avrebbero avuto in cambio denaro o regali, dagli orologi ai telefonini.
38 persone sono accusate di associazione per delinquere e turbata libertà degli incanti
Semafori truccati, chiuse le indagini.
Indagati sindaci e vigili di 35 Comuni
L’inchiesta da un esposto dei cittadini di Segrate. Il primo cittadino sotto accusa: multe indebite per 2,4milioni
Uno dei semafori intelligenti sotto accusa (Ansa)MILANO - La Guardia di Finanza di Milano ha notificato l’avviso di chiusura indagini a 38 persone accusate, a vario titolo, di associazione per delinquere e turbata libertà degli incanti per irregolarità nell’assegnazione degli appalti dei «T-Red», i semafori che avevano la durata del «giallo» fissata «dolosamente» in un tempo impossibile da rispettare e che costringevano gli automobilisti a passare con il rosso, registrando l’infrazione. Nell’inchiesta appena chiusa dal pm di Milano, Alfredo Robledo, emergono gare d’appalto pilotate per installare i semafori in 35 piccoli e medi Comuni di tutta Italia e una quindicina di comandanti dei vigili urbani e alcuni sindaci indagati. I municipi interessati si trovano nelle province di Milano, Como, Varese, Lodi, Mantova, Torino, Novara, Verona, Rovigo, Bologna, Modena, Ferrara, Livorno, Pisa, Firenze, Pistoia, Viterbo, Caserta, Benevento.
L’inchiesta per associazione per delinquere, turbativa d’asta e abuso d’ufficio è nata da un esposto dei cittadini di Segrate, alle porte di Milano, dove sarebbero state incassate indebitamente multe per circa 2,4 milioni di euro. I cittadini avevano verificato che tra il 16 novembre 2006 e il luglio 2007 sarebbero state ben 50mila le multe notificate ad altrettanti automobilisti passati con il rosso sui semafori di quattro incroci della Cassanese su cui erano stati installati i T-Red. E proprio il primo cittadino di Segrate, Adriano Alessandrini è tra gli indagati per abuso d'ufficio. Alessandrini è accusato in concorso con altri indagati, di aver disposto «il funzionamento a tre luci, 24 ore su 24, dei semafori sui quali erano installati i T-red, in assenza del necessario requisito delle particolari condizioni di circolazione previsto dall’articolo 169 del codice della strada, al solo scopo di fare cassa con le conseguenti multe». Secondo il pubblico ministero Alfredo Robledo, il sindaco in concorso con il comandante e il vice comandante della polizia locale avrebbe fissato «dolosamente» in quattro secondi il tempo di durata del giallo e modificato il funzionamento degli apparecchi impedendo di fatto agli automobilisti di reagire in tempo, con una frenata, alla comparsa del rosso.
Tra le persone raggiunte dall’avviso di chiusura indagini c’è anche Raoul Cairoli, l’amministratore unico della Ci.ti.esse, l’azienda che commercializza in via esclusiva i T-Red, e tre manager di società che operano nello stesso settore, accusati di aver fatto cartello fino al settembre 2008 per acquisire i contratti con i Comuni attraverso la «collusione con i pubblici ufficiali». Dall’inchiesta emerge che nel caso del Comune di Segrate (Milano), i T-Red erano attivi 24 ore su 24, anche in incroci dove non esisteva «il necessario requisito delle particolari condizioni di circolazione», senza quel «decimo di secondo tra lo scatto del rosso e l’infrazione» ed erano gli stessi dipendenti della Ci.ti.esse, su «istigazione» del sindaco e «senza la presenza di alcun pubblico ufficiale», ad acquisire e gestire le «immagini delle infrazioni stradali» su supporti informatici, «per altro alterabili».
Il sistema sarebbe andato avanti dal novembre 2006 al settembre 2007 e che, secondo l’accusa, faceva guadagnare sia il Comune che le società, le quali percepivano denaro «su base percentuale» in relazione alle multe comminate. Nel corso delle investigazioni condotte dal Nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza di Milano sono stati sequestrati in tutto 68 tra semafori T-red e autovelox. Rimane infine aperto uno stralcio d’indagine per l’ipotesi di corruzione contestata a diversi pubblici ufficiali che, in cambio dell’assegnazione di contratti alle aziende che commercializzano questi dispositivi, avrebbero avuto in cambio denaro o regali, dagli orologi ai telefonini.
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