Nella notte tra il 15 ed il 16 aprile del 1973 a Primavalle, quartiere periferico e molto popolare di Roma, tre esponenti di Potere Operaio (Achille Lollo, Manlio Grillo, Marino Clavo) misero in atto il più vile ed assurdo attentato degli anni di piombo.
Al terzo piano di via di Bibbiena abita Mario Mattei segretario di sezione del MSI di Primavalle, un nemico da abbattere, insieme alla sua famiglia (8 persone) che sta dormendo in 40 mq.
Sono circa le 3 del 16 aprile Achille Lollo scavalca l’inferriata per entrare nel giardino del Lotto e salire le scale fino al terzo piano mentre gli altri due fanno il palo e preparano il foglio d rivendicazione.
Giunto al pianerottolo piazza una bomba incendiaria rudimentale e versa la benzina con un piano inclinato sotto la porta per far entrare il materiale infiammabile così bruciare l’unica via di uscita.
Epilogo drammatico di quel gesto fu la morte di Virgilio Mattei (22 anni) e di Stefano Mattei (10 anni) carbonizzati, il grave ferimento di Mario Mattei avendo riportato ustioni sul corpo per tentar di salvare i suoi figli e di Silvia Mattei che per salvarsi si è lanciata dalla finestra cadendo rovinosamente sulle piante sottostanti; mesi in trazione e di gesso e la mala riabilitazione di quel tempo.
Per gli altri, Giampaolo il più piccolo e Antonella sono gli unici che sono riusciti a passare “incolumi” tra le fiamme della porta in braccio alla Mamma AnnaMaria.
Invece Lucia si è calata dal balcone ed è riuscita a passare a quello di sotto riportando poche ferite.
Quella notte cambiò il cammino personale di molte persone e la vita politica di una comunità come quella del MSI.
Le indagini si rivolsero da subito verso gli ambienti dell’extraparlamentarismo di sinistra, il 5 maggio dello stesso anno vengono diramati gli ordini di cattura per li esecutori con l’accusa di strage.
Da subito Manlio Grillo e Marino Clavo furono aiutati dalle proprie famiglie, Potere Operaio e da SOCCORSO ROSSO, organizzazione che comprendeva anche nomi importanti della scena politica e artistica di quel tempo, a nascondersi per poi scappare all’estero.
Mentre Achille Lollo veniva catturato e messo in carcere in attesa del processo.
La sentenza di primo grado stralciò tutte le prove che erano state raccolte a loro carico e li giudicò innocenti.
Questo permise la scarcerazione di Achille Lollo che la sera stessa fece un comizio in Trastevere a Campo de Fiori e poi festeggiò insieme alla intellighentia romana a Fregene in una villa la sua assoluzione.
Sentenza ebbe la forzatura di tutta l’informazione editoriale e politica di quel tempo partendo Pietro Secchia (PCI), Riccardo Lombardi (PSI) e Franca Rame , che diceva che era stata una faida interna al MSI e che un atto così vile, che non teneva conto che dentro l’appartamento c’erano dei bambini , era un gesto che solo i fascisti potevano fare e non i compagni.
Da quel momento fino ad oggi gli artefici furono sempre chiamati “latitanti” erroneamente perché lo stato italiano sapeva benissimo dove si trovassero gli esecutori materiali cominciando dall’articolo accorato di Moravia che sensibilizzava lo Stato Svedese a dare l’asilo politico a Manlio Grillo e Marino Clavo, mentre per Achille Lollo si sa che faceva l’inviato per conto del regista della RAI Di Stefani dall’Angola.
Poi si sa che dagli incartamenti della Mitrokhin che i servizi sapessero i movimenti di Achille Lollo in tutto il mondo e persino quanti soldi aveva in tasca e con chi si era incontrato (queste trasmissioni fanno riferimento nei primi anni 80).
L’Italia ormai si era convinta che Primavalle era una questione interna al MSI o addirittura che Mario Mattei stesse fabbricando un ordigno da usare contro i comunisti.
Questa controinformazione fece benissimo il suo lavoro nel tessuto sociale Italiano, e cosi la “giustizia” fece il suo passo tenendosi equidistante e venne fuori la sentenza ancor più scandalosa ed infamante della precedente, omicidio colposo detenzione di materiale esplodente e altri piccoli reati per un totale di 18 anni di reclusione.
Nel 2005 con la prescrizione del reato Achille Lollo si fece forza e dichiarò la VERITA’ su quella notte il suo coinvolgimento diretto chiamando alla sbarra anche altre tre persone che per 32 anni hanno vissuto tranquillamente e liberamente, Diana Perrone, Paolo Gaeta e Elisabetta Lecco.
Per assurdo questi ultimi sono indagati per strage che non è prescrittibile, comunque stiano tranquilli perché la Giustizia Italiana non ha fatto nulla anche perché il Brasile non da l’estradizione ad Achille Lollo per confermare le accuse ed anche perché Achille Lollo in una successiva dichiarazione diceva che ai giudici italiani non avrebbe confermato le sue dichiarazioni.
Questa dichiarazione di colpevolezza portò una parte della politica di sinistra ad avvicinarsi alla Strage di Primavalle con qualche pregiudizio in meno, anzi con la certezza del loro inconsapevole aiuto agli assassini di Stefano e Virgilio.
Il primo gesto fu, anche per la sua doppia veste politica e di sindaco di Roma, Walter Veltroni che provò a portare avanti l’iniziativa sull’intitolazione di una strada di Roma a Stefano e Virgilio, opposizione della Famiglia fu immediata e ferma, dicendosi onorati per l’iniziativa ma questa non era possibile sino al raggiungimento della VERITA’ e GIUSTIZIA.
Verità e Giustizia che latita ancora oggi e nei procedimenti giudiziari che sono ancora in corso, penali e civili.
Il raggiungimento della Verità su Primavalle porterebbe solo ad un atto di giustizia non solo per i fratelli Mattei ma per tutti quei ragazzi che da quella notte hanno visto cambiare la loro esistenza di militanti politici e di uomini.
GIUSTIZIA!!!
Al terzo piano di via di Bibbiena abita Mario Mattei segretario di sezione del MSI di Primavalle, un nemico da abbattere, insieme alla sua famiglia (8 persone) che sta dormendo in 40 mq.
Sono circa le 3 del 16 aprile Achille Lollo scavalca l’inferriata per entrare nel giardino del Lotto e salire le scale fino al terzo piano mentre gli altri due fanno il palo e preparano il foglio d rivendicazione.
Giunto al pianerottolo piazza una bomba incendiaria rudimentale e versa la benzina con un piano inclinato sotto la porta per far entrare il materiale infiammabile così bruciare l’unica via di uscita.
Epilogo drammatico di quel gesto fu la morte di Virgilio Mattei (22 anni) e di Stefano Mattei (10 anni) carbonizzati, il grave ferimento di Mario Mattei avendo riportato ustioni sul corpo per tentar di salvare i suoi figli e di Silvia Mattei che per salvarsi si è lanciata dalla finestra cadendo rovinosamente sulle piante sottostanti; mesi in trazione e di gesso e la mala riabilitazione di quel tempo.
Per gli altri, Giampaolo il più piccolo e Antonella sono gli unici che sono riusciti a passare “incolumi” tra le fiamme della porta in braccio alla Mamma AnnaMaria.
Invece Lucia si è calata dal balcone ed è riuscita a passare a quello di sotto riportando poche ferite.
Quella notte cambiò il cammino personale di molte persone e la vita politica di una comunità come quella del MSI.
Le indagini si rivolsero da subito verso gli ambienti dell’extraparlamentarismo di sinistra, il 5 maggio dello stesso anno vengono diramati gli ordini di cattura per li esecutori con l’accusa di strage.
Da subito Manlio Grillo e Marino Clavo furono aiutati dalle proprie famiglie, Potere Operaio e da SOCCORSO ROSSO, organizzazione che comprendeva anche nomi importanti della scena politica e artistica di quel tempo, a nascondersi per poi scappare all’estero.
Mentre Achille Lollo veniva catturato e messo in carcere in attesa del processo.
La sentenza di primo grado stralciò tutte le prove che erano state raccolte a loro carico e li giudicò innocenti.
Questo permise la scarcerazione di Achille Lollo che la sera stessa fece un comizio in Trastevere a Campo de Fiori e poi festeggiò insieme alla intellighentia romana a Fregene in una villa la sua assoluzione.
Sentenza ebbe la forzatura di tutta l’informazione editoriale e politica di quel tempo partendo Pietro Secchia (PCI), Riccardo Lombardi (PSI) e Franca Rame , che diceva che era stata una faida interna al MSI e che un atto così vile, che non teneva conto che dentro l’appartamento c’erano dei bambini , era un gesto che solo i fascisti potevano fare e non i compagni.
Da quel momento fino ad oggi gli artefici furono sempre chiamati “latitanti” erroneamente perché lo stato italiano sapeva benissimo dove si trovassero gli esecutori materiali cominciando dall’articolo accorato di Moravia che sensibilizzava lo Stato Svedese a dare l’asilo politico a Manlio Grillo e Marino Clavo, mentre per Achille Lollo si sa che faceva l’inviato per conto del regista della RAI Di Stefani dall’Angola.
Poi si sa che dagli incartamenti della Mitrokhin che i servizi sapessero i movimenti di Achille Lollo in tutto il mondo e persino quanti soldi aveva in tasca e con chi si era incontrato (queste trasmissioni fanno riferimento nei primi anni 80).
L’Italia ormai si era convinta che Primavalle era una questione interna al MSI o addirittura che Mario Mattei stesse fabbricando un ordigno da usare contro i comunisti.
Questa controinformazione fece benissimo il suo lavoro nel tessuto sociale Italiano, e cosi la “giustizia” fece il suo passo tenendosi equidistante e venne fuori la sentenza ancor più scandalosa ed infamante della precedente, omicidio colposo detenzione di materiale esplodente e altri piccoli reati per un totale di 18 anni di reclusione.
Nel 2005 con la prescrizione del reato Achille Lollo si fece forza e dichiarò la VERITA’ su quella notte il suo coinvolgimento diretto chiamando alla sbarra anche altre tre persone che per 32 anni hanno vissuto tranquillamente e liberamente, Diana Perrone, Paolo Gaeta e Elisabetta Lecco.
Per assurdo questi ultimi sono indagati per strage che non è prescrittibile, comunque stiano tranquilli perché la Giustizia Italiana non ha fatto nulla anche perché il Brasile non da l’estradizione ad Achille Lollo per confermare le accuse ed anche perché Achille Lollo in una successiva dichiarazione diceva che ai giudici italiani non avrebbe confermato le sue dichiarazioni.
Questa dichiarazione di colpevolezza portò una parte della politica di sinistra ad avvicinarsi alla Strage di Primavalle con qualche pregiudizio in meno, anzi con la certezza del loro inconsapevole aiuto agli assassini di Stefano e Virgilio.
Il primo gesto fu, anche per la sua doppia veste politica e di sindaco di Roma, Walter Veltroni che provò a portare avanti l’iniziativa sull’intitolazione di una strada di Roma a Stefano e Virgilio, opposizione della Famiglia fu immediata e ferma, dicendosi onorati per l’iniziativa ma questa non era possibile sino al raggiungimento della VERITA’ e GIUSTIZIA.
Verità e Giustizia che latita ancora oggi e nei procedimenti giudiziari che sono ancora in corso, penali e civili.
Il raggiungimento della Verità su Primavalle porterebbe solo ad un atto di giustizia non solo per i fratelli Mattei ma per tutti quei ragazzi che da quella notte hanno visto cambiare la loro esistenza di militanti politici e di uomini.
GIUSTIZIA!!!
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