Gli arsenali atomici sono in diminuzione

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  • ma_75
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    Originariamente Scritto da Bob Terwilliger Visualizza Messaggio
    Finita la discussione con Sean, è evidente che io la debba continuare con te, Mauro.

    Quali sono le tue fonti? Piombo Fuso, secondo il Rapporto Goldstone più volte citato, ha causato 1400 morti palestinesi. Più o meno il numero dei morti israeliani dall'Intifada ad oggi. Altro che '48. Non scrivere dati falsi.

    Da quando gli USA hanno invaso gli States, sembra che l'Iraq di Saddam sia diventato un paradiso. Il conto dei morti iracheni dal 2003 ad oggi è poco più della metà dei curdi sterminati con intenzione genocida da Saddam Hussein. Altre stime danno invece un numero sette volte superiore. Per ora mi sto fidando dei dati ufficiali, che hanno riscontro anche in conteggi indipendenti con risultati analoghi.

    La risoluzione ONU parlava di restituire i territori ai palestinesi (dopo l'acquisizione da parte di Israele nelle vicende che ben conosciamo) appena le circostanze lo avessero permesso. A me non sembra che le circostanze lo permettano né lo abbiano mai permesso; ultimo esempio in ordine di tempo il ritiro da Gaza, salutato dai palestinesi con i razzi che hanno condotto a Piombo Fuso. Mi auguro comunque che queste circostanze si creino e che i palestinesi possano avere il loro stato, senza che venga loro nuovamente sottratto dagli amici arabi.

    Non credo che la responsabilità della non-integrazione palestinese negli stati arabi si possa imputare ai palestinesi stessi. E' una cosa che sto ribattendo da tutta la discussione. I palestinesi sono stati defraudati da subito dei propri diritti, da parte degli arabi che poi li hanno rinchiusi in campi profughi e/o massacrati sistematicamente ogni volta che ne hanno avuto l'occasione.

    Non posso comunque togliermi dalla testa il fatto che, se Gaza e la Cisgiordania fossero rimasti occupati da Egitto e Giordania, della sorte di quei territori e del popolo palestinese non interesserebbe niente a nessuno. Confronta il numero di persone che si straccia le vesti per l'ingiustizia palestinese con il numero di quelli che parlano dell'occupazione cinese in Tibet.


    Ripeto che la conta dei morti mi pare poco probante ed è comunque decisamente a favore dei palestinesi al di là dell'esagerazione che ho proposto io. Ma se vogliamo ragionare sulla seconda intifada, provocata peraltro da Sharon (a proposito chi sono i veri guerrafondai?) i morti palestinesi sono 4 volte almeno quelli israeliani. E taccio su piombo fuso dove mi pare di ricordare uno sconcertante 1400 a 11. Ovviamente i 1400 morti palestinesi, tutti terroristi, compresi i bambini. Tu mi dirai che Hamas uccide in prevalenza civili, ed è vero. Ma Hamas è dichiaratemente una organizzazione terroristica, l'esercito di Israele, invece, una organizzazione miliatare sottoposta alle regole della convenzione di Ginevra, quelle che impediscono, tra l'altro, di distruggere edifici civili o di uso comunitario-nessuno ha spiegato la distruzione degli uffici dell'ONU a Gaza durante PF- la stessa che vieta di usare il fosforo bianco. Ecco la differenza, servita pronta tra una organizzazione terroristica e un esercito di un paese civile, che dico civile, l'unico faro di civiltà in tutto il medio oriente.
    Sull'Iraq Bob io non credo, sinceramente, che tu voglia dimostrarmi che l fatto che nell'Iraq pacificato da Bush (abbiamo vinto, disse, appena entrato a Baghdad con un discorso che passò alla storia del ridicolo) ci siano stati la metà dei morti rispetto a quelli fatti da Ssaddam in Kurdistan, sia una prova che oggi si stia meglio...non credo che la liberazione dell'Iraq contemplasse dimezzare i morto dell'epoca Saddam sventolandolo come successo, credo contemplasse pacificare il paese. E questo non si è ottenuto...ma non credo sia questa la sede in cui discutere di Iraq, ci sono già troppi argomenti sul tavolo.
    Sul punto della nascita dello stato palestinese, capisci bene che quel "non apppena le circostanze lo permettano" lascia una discrezionalità totale a Israele di decidere quando voglia concedere ciò che palesemente non vuole concedere ma, d'altra parte, la comunità internazionale ha seguitato a dire che le condizioni c'erano, condannando Israele per quelle ripetute violazioni.
    Ultimo punto...qui tocchiamo un tema molto sensibile, perchè potremmo anche dire che nessuno si preoccupa del genocidio degli Armeni, anzi nessuno vuole che si usi la parola genocidio se non in riferimento alla Shoah, quindi direi che buona o cattiva stampa sono effettivamente un problema da non sottovalutare, ma sempre ed in ogni caso.
    In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
    ma_75@bodyweb.com

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    • KURTANGLE
      Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
      • Jun 2005
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      • Borgo D'io
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      Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
      . Hamas è una creatura della politica israeliana, perchè più si esasperano gli animi più Hamas cresce. E piombo fuso ha garantito decenni di leadership ad Hamas. Non ci aspettiamo mica che in un paese in guerra venga fuori un leader in doppiopetto che parli di pace mentre il suo popolo crepa di fame?




      .
      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
      Originariamente Scritto da GoodBoy!
      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


      grazie.




      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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      • ma_75
        Super Moderator
        • Sep 2006
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        Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
        Una questione che avevo sottolineato in un'altra discussione. Un argomento davvero difficile da smontare. D'altronde, non mi sembra che l'Italia abbia piagnucolato per l'Istria:guerra persa=territori persi. Avevano attaccato anche in tre, da vigliacchi, e sono stati annientati. La storiella del popolo perseguitato non mi interessa, voglio solo analizzare la situazione attuale.
        Il punto è di facile soluzione...guerra o meno, l'ONU ha impsoto la restituzione dei territori. Ora le strade sono due: o l'ONU è la voce del diritto internazionale e ci si adegua, piacciano o meno, alle sue decisioni, oppure l'ONU è una macchietta ridicola e nessuno (ma allora nemmeno Ahmadinejad, nemmeno Bashir in Sudan) si deve preoccupare di ciò che stabilisce.
        In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
        ma_75@bodyweb.com

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        • ikuape86
          L' oristanese pizzaiolo
          • Feb 2005
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          • Oristano
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          Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
          Ripeto che la conta dei morti mi pare poco probante ed è comunque decisamente a favore dei palestinesi al di là dell'esagerazione che ho proposto io. Ma se vogliamo ragionare sulla seconda intifada, provocata peraltro da Sharon (a proposito chi sono i veri guerrafondai?) i morti palestinesi sono 4 volte almeno quelli israeliani. E taccio su piombo fuso dove mi pare di ricordare uno sconcertante 1400 a 11. Ovviamente i 1400 morti palestinesi, tutti terroristi, compresi i bambini. Tu mi dirai che Hamas uccide in prevalenza civili, ed è vero. Ma Hamas è dichiaratemente una organizzazione terroristica, l'esercito di Israele, invece, una organizzazione miliatare sottoposta alle regole della convenzione di Ginevra, quelle che impediscono, tra l'altro, di distruggere edifici civili o di uso comunitario-nessuno ha spiegato la distruzione degli uffici dell'ONU a Gaza durante PF- la stessa che vieta di usare il fosforo bianco. Ecco la differenza, servita pronta tra una organizzazione terroristica e un esercito di un paese civile, che dico civile, l'unico faro di civiltà in tutto il medio oriente.
          Sull'Iraq Bob io non credo, sinceramente, che tu voglia dimostrarmi che l fatto che nell'Iraq pacificato da Bush (abbiamo vinto, disse, appena entrato a Baghdad con un discorso che passò alla storia del ridicolo) ci siano stati la metà dei morti rispetto a quelli fatti da Ssaddam in Kurdistan, sia una prova che oggi si stia meglio...non credo che la liberazione dell'Iraq contemplasse dimezzare i morto dell'epoca Saddam sventolandolo come successo, credo contemplasse pacificare il paese. E questo non si è ottenuto...ma non credo sia questa la sede in cui discutere di Iraq, ci sono già troppi argomenti sul tavolo.
          Sul punto della nascita dello stato palestinese, capisci bene che quel "non apppena le circostanze lo permettano" lascia una discrezionalità totale a Israele di decidere quando voglia concedere ciò che palesemente non vuole concedere ma, d'altra parte, la comunità internazionale ha seguitato a dire che le condizioni c'erano, condannando Israele per quelle ripetute violazioni.
          Ultimo punto...qui tocchiamo un tema molto sensibile, perchè potremmo anche dire che nessuno si preoccupa del genocidio degli Armeni, anzi nessuno vuole che si usi la parola genocidio se non in riferimento alla Shoah, quindi direi che buona o cattiva stampa sono effettivamente un problema da non sottovalutare, ma sempre ed in ogni caso.
          quoto anche le virgole

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          • Bob Terwilliger
            bluesman
            • Dec 2006
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            • Osteria
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            Non è mio interesse, né intenzione, sostenere falsità storiche come potrebbe essere "Israele conta più morti dei palestinesi".
            Né mi pare di aver mai detto che tutti i morti palestinesi siano terroristi. Ho ribadito due volte che, laddove i palestinesi combattono con mezzi terroristici, Israele risponde con atti che tecnicamente sono crimini di guerra. E ho scritto pure che senza dubbio i palestinesi sono vittime, oltreché di sé stessi, anche delle circostanze.

            Chiariti questi punti, io reputo legittimo che Israele combatta con i mezzi che ha. I suoi nemici sono terroristi sostenuti dal proprio popolo; e per colpire i terroristi Israele colpisce anche le persone in mezzo a cui questi terroristi si nascondono. Aggiungo che spesso ci si nascondono con la connivenza e l'aiuto attivo di queste stesse persone, e che l'uso dei civili come deterrente a un attacco frontale israeliano è pratica comune tra i palestinesi, tanto che lo fanno in maniera esplicita e dichiarata. Questi non sono particolari marginali, sono centrali per capire la situazione.
            Può ben darsi che Israele non abbia notificato all'ONU la ragione della distruzione delle case palestinesi, e d'altronde sappiamo benissimo che l'ONU no l'avrebbe mai ratificata; le ragioni strategiche dell'atto invece sono palesi e vanno ben oltre un regolamento di guerra che, se applicato alla lettera, farebbe degli israeliani bersagli inermi dei terroristi e toglierebbe loro ogni possibilità di rispondere al fuoco. Quindi posso ben capire l'abitudine di invocare, ad ogni piè sospinto, il comportamento criminale degli israeliani; ma se dobbiamo calarci nel mondo reale per capire le ragioni palestinesi, mi sembra doveroso assumere la stessa prospettiva quando giudichiamo gli atti israeliani.

            Non credo si possa liquidare la questione delle risoluzioni ONU affermando che la comunità internazionale ha più volte ravvisato condizioni sufficienti ad attuare un processo di pace risolutivo. Perché l'ONU può scrivere su dieci, cento, mille rapporti che le condizioni ci sono, ma le carte bollate non modificano la realtà. Le carte bollate hanno invece il potere di influenzare certi aspetti della realtà, estendendo il concetto di "rito liminale" di Claude Levi Strauss: e infatti grazie a questo potere hanno reso Israele uno stato criminale, imponendogli, per restare nella legalità internazionale, di compiere atti che non potevano essere compiuti con le modalità e i tempi indicati.
            Ammetto invece senza problemi che l'interpretazione della risoluzione 194 (mi pare, vado a memoria) usata da Israele arroghi allo stato ebraico la totale discrezionalità su quando e come mettere in atto la risoluzione stessa. Nel bene e nel male, perché potrebbe essere posticipata alle calende greche. Ritornando al realismo di cui sopra, ribadisco che secondo me le condizioni non ci sono mai state. A prescindere dall'ipotesi che lo Stato di Israele avversi il processo di pace anziché favorirlo.
            Originariamente Scritto da Sean
            Bob è pure un fervente cattolico.
            E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.

            Alice - How long is forever?
            White Rabbit - Sometimes, just one second.

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            • thetongue
              Bodyweb Senior
              • Mar 2003
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              bobo quotabile su tutta la linea

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              • ikuape86
                L' oristanese pizzaiolo
                • Feb 2005
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                • Oristano
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                ecco il motivo principale che fa dell'iran un pericolosa potenza nucleare per usraele


                FINIAN CUNNINGHAM
                Global Research

                La perforazione prevista per questo mese del giacimento gassifero di South Pars in Iran da parte della Compagnia Nazionale del Petrolio della Cina (CNPC) potrebbe essere un preannuncio o una spiegazione di piú ampi sviluppi geopolitici.

                Prima di tutto, il progetto di 5 miliardi di dollari – firmato lo scorso anno dopo anni di pressione da parte dei giganti occidentali dell’energia Total e Shell secondo le ratifiche tracciate dagli Stati Uniti – svela la principale rete futura mondiale per il rifornimento e la domanda dell’energia.

                I critici hanno a lungo sospettato che la vera ragione degli Stati Uniti e di altri paesi occidentali coinvolti militarmente in Iraq ed in Afghanistan sia quella di controllare il corridoio centro asiatico dell’energia. Fino ad oggi, sembra che la chiave sia stato principalmete il petrolio. Per esempio, ci sono state rivendicazioni secondo le quali un progetto di una conduttura di petrolio, che andrebbe dal Mar Caspio via Afghanistan e Pakistan fino al Mar dell’Arabia, sarebbe la principale leva dietro la quale si nasconde la apparentemente futile campagna militare degli Stati Uniti in questi Paesi.

                Ma quel che l’intesa CNPC–Iran dimostra é che il gas naturale rappresenterá una spinta ancora piú rilevante ed essenziale per l’economia mondiale, e piú specificamente il flusso bilaterale di questo combustibile da Occidente a Oriente, dall’Asia Centrale all’Europa e alla Cina.

                Michael Economides, editore dell’Energy Tribune di Houston, é uno degli osservatori delle industrie in crescita convinto che il gas naturale sostituirá il petrolio come principale risorsa di energia, e non solo nei decenni che verranno ma anche durante vari secoli.

                Economides si basa sulle recenti previsioni dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA), con sede a Parigi, che ha fortemente corretto al rialzo le sue stime sulla possibilitá di avvicinarsi a un recupero del 100% delle riserve globali di gas naturale. Attribuisce questo enorme aggiornamento ai rapidi miglioramenti tecnologici che hanno fatto sí che si raggiungessero giacimenti di gas finora inaccessibili. Afferma che la IEA stima che le scorte di gas naturale saranno sufficienti a coprire il fabbisogno per altri 300 anni se si mantiene la domanda attuale. “Se poi si fantasticasse su un possibile contributo futuro in forma di idrati di gas naturale, sarebbe facile concludere che il gas naturale diventerá quasi sicuramente il principale combustibile dell’economia mondiale”, aggiunge Economides.

                La crescente importanza del gas naturale come fonte di energia é stata stabile durante molti anni. Tra il 1973 e il 2007, il contributo di petrolio al rifornimento dell’energia mondiale scese drasticamente da 46.1 per cento al 34.0 per cento, con l’incremento dell’uso del gas naturale responsabile di questo declino, secondo i dati della IEA. Altre fonti, come quelle dell’Amministrazione dell’Informazione sull’Energia (EIA), presagiscono che il consumo del gas naturale globale triplicherá tra il 1980 e il 2030; da quest’ultima data il gas naturale diventerá molto probabilmente la principale fonte di energia sia per i fabbisogni industriali che pubblici.

                Ci sono valide ragioni per le quali il gas naturale (metano) sta diventando il piú importante dei combustibili fossili. Primo, ha un valore calorifico molto maggiore sia rispetto al petrolio sia rispetto al carbone. Questo perché si produce piú calore per unitá di combustibile. Secondo, é un combustibile piú pulito, bruciando emette un 30 per cento meno di diossido di carbonio se comparato con il petrolio, e un 45 per cento meno se comparato con il carbone. Terzo, il gas é piú idoneo per il trasporto, sia come materiale grezzo in forma compressa per attraversare le condutture terrestri, sia come combustibile per guidare il trasporto.

                Tutte le agenzie dell’industria dell’energia riconoscono al di sopra di tutto che le principali fonti future di gas naturale saranno il Medio Oriente e l’Eurasia, inclusa la Russia. La statunitense EIA afferma che le riserve di gas naturale in queste regioni sono rispettivamente nove e sette volte quelle totali del Nord America – essendo quest’ultima attualmente una delle massime fonti mondiali di questo combustibile.

                In Medio Oriente, l’Iran é il massimo indiscusso detentore di riserve di gas. I suoi giacimenti di gas di South Pars sono i piú estesi del mondo. Se convertito nell’equivalente di barili di petrolio, il South Pars dell’Iran ridicolizzerebbe le riserve dei giacimenti di petrolio del gigante Ghawar dell’Arabia Saudita. Quest ultimo é il piú grande giacimento petrolifero del mondo e da che divenne operativo nel 1948, Ghawar é certamente stato il centro del mondo per il rifornimento di energia greggia. Nella prossima era di dominio del gas naturale sul petrolio, l'Iran soppianterá l’Arabia Saudita come fulcro per l’energia mondiale.

                Sia l’Europa che la Cina cercano di collocarsi per diventare le rotte infrastrutturali principali di gas per l’Iran e l’Asia Centrale. Giá oggi, l’infrastruttura si sta plasmando per riflettere questo modello. La conduttura Nabucco é disegnata per fornire gas dall’Iran (e l’Azerbaijan) via Turchia e Bulgaria a tutta l’Europa Occidentale (segnando la fine del dominio russo). L’iran esporta separatamente anche gas via conduttura alla Turchia e all’Armenia e sta anche seguendo affari di esportazione con i paesi del Golfo, inclusi gli Emirati Arabi Uniti e l’Oman. Un’altra grande rotta arteriale é la cosiddetta “conduttura della pace” che va dall’Iran al Pakistan e prosegue fino in India, attraverso la quale l’Iran esporterá questo carburante a due delle regioni piú popolose. Ma forse la piú allettante prospettiva per l’Iran é la conduttura di 1865 km che fornisce gas naturale alla Cina dal Turkmenistan, attraverso l’Uzbekistan ed il Kazakhstan, e che dovrebbe essere operativa a piena capacitá nel 2012. Il Turkmenistan confina a sud per 300 km con l’Iran ed ha giá in mano un accordo di esportazione con Teheran. Se le riserve di gas degli iraniani-cinesi South Pars potranno essere incorporate nelle condutture transazionali sopra citate, l’Iran sará confermato il cuore di un’economia mondiale nella quale il gas sará la principale fonte di energia. Questo é ulteriormente amplificato dalla domanda di gas che cresce rapidamente in Cina, la quale potrebbe dipendere dall’importazione per oltre un terzo del suo consumo di gas naturale entro il 2030, secondo quel che prevede la EIA.

                In questo contesto di un grande riallineamento nell’economia mondiale dell’energia – un contesto in cui ci sará una continua diminuzione di ruolo per gli Stati Uniti – la retorica infuriata di Washington sulla democrazia e la pace e la guerra al terrore o alle presunte armi nucleari iraniane puó essere vista come il disperato tentativo di mascherare la paura che ha di diventare un gran perdente. Il vero obiettivo é circondare l’Iran di guerre e minacciare il possibile futuro maggiore acquirente al mondo di gas – la Cina – per quel che riguarda i rifornimenti di gas. Le azioni degli Stati Uniti sono viste piú precisamente come un intralcio per i flussi dell’energia di un’economia mondiale che non potrá piú dominare.

                Un ulteriore sviluppo imprevisto in questa storia é la posizione della Russia. Con le sue vaste riserve naturali di gas, puó essere vista come un competitore dell’Iran. Probabilmente meno ben posizionata dell’Iran per rifornire sia l’Europa che la Cina, la Russia é ció nonostante il principale competitore ed ha assiduamente fatto la corte alla Cina dal 2006 con una trattativa di esportazione. Comunque, come osserva Economides, “la negoziazione tra i due paesi é stata intermittente e, specialmente, la costruzione della conduttura é stata dolorosamente lenta”.

                Ma le ambizioni della Russia di espandere le sue esportazioni di gas naturale possono spiegare perché essa stessa abbia mostrato di essere un cosí volubile alleato dell’Iran. La posizione ambivalente di Mosca verso le sanzioni degli Stati Uniti contro l’Iran suggerisce che la Russia abbia il suo programma per ostacolare la repubblica islamica come rivale dell’energia della regione.

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                • Sean
                  Csar
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                  • Send PM

                  Ovviamente, quando dal petrolio si passerà ad altre forme di energia, gli equilibri globali, a livello di politica e di economia, saranno destinati a mutare.
                  In questo quadro è ora che l'Europa cominci un suo allineamento verso la Russia, così da sganciarsi progressivamente dall'influenza americana, che non durerà.
                  L'Iran può comunque dormire sonni tranquilli:
                  Oggi l'America non è capace di minacciare altro, rispetto a delle "sanzioni"
                  Chi si assumerebbe la responsabilità di aprire un altro carnaio in Medio Oriente?
                  Gli analisti (i più pessimisti) danno fattibile l'atomica all'Iran in dieci anni, altri accorciano i tempi...Se poi il metano prenderà davvero il posto del petrolio, davanti a Teheran faranno la fila per allacciare amicizie e accordi economici, come è sempre stato:
                  Da nemici ad alleati è un gioco già visto.
                  ...ma di noi
                  sopra una sola teca di cristallo
                  popoli studiosi scriveranno
                  forse, tra mille inverni
                  «nessun vincolo univa questi morti
                  nella necropoli deserta»

                  C. Campo - Moriremo Lontani


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                  • ikuape86
                    L' oristanese pizzaiolo
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                    Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                    Ovviamente, quando dal petrolio si passerà ad altre forme di energia, gli equilibri globali, a livello di politica e di economia, saranno destinati a mutare.
                    In questo quadro è ora che l'Europa cominci un suo allineamento verso la Russia, così da sganciarsi progressivamente dall'influenza americana, che non durerà.
                    L'Iran può comunque dormire sonni tranquilli:
                    Oggi l'America non è capace di minacciare altro, rispetto a delle "sanzioni"
                    Chi si assumerebbe la responsabilità di aprire un altro carnaio in Medio Oriente?
                    Gli analisti (i più pessimisti) danno fattibile l'atomica all'Iran in dieci anni, altri accorciano i tempi...Se poi il metano prenderà davvero il posto del petrolio, davanti a Teheran faranno la fila per allacciare amicizie e accordi economici, come è sempre stato:
                    Da nemici ad alleati è un gioco già visto.
                    Concordo sull'allineamento verso la russia cercando però di non ricreare la stessa situazione di dipendenza (verso gli usa) che ha fatto dell'europa una colonia di poco conto a livello globale

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                    • Sean
                      Csar
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                      Originariamente Scritto da ikuape86 Visualizza Messaggio
                      Concordo sull'allineamento verso la russia cercando però di non ricreare la stessa situazione di dipendenza (verso gli usa) che ha fatto dell'europa una colonia di poco conto a livello globale
                      Non vedo questo pericolo, in quanto la Russia non ci ha colonizzato militarmente dopo la guerra:
                      Non abbiamo sue enclavi sul territorio, non abbiamo pendenze date da trattati.
                      Un'Europa unita e lucida tratterebbe da pari con quella che è comunque una nazione che ha gran parte della sua storia rivolta alla stessa Europa.
                      ...ma di noi
                      sopra una sola teca di cristallo
                      popoli studiosi scriveranno
                      forse, tra mille inverni
                      «nessun vincolo univa questi morti
                      nella necropoli deserta»

                      C. Campo - Moriremo Lontani


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                      • ikuape86
                        L' oristanese pizzaiolo
                        • Feb 2005
                        • 18572
                        • 1,269
                        • 1,322
                        • Oristano
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                        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                        Non vedo questo pericolo, in quanto la Russia non ci ha colonizzato militarmente dopo la guerra:
                        Non abbiamo sue enclavi sul territorio, non abbiamo pendenze date da trattati.
                        Un'Europa unita e lucida tratterebbe da pari con quella che è comunque una nazione che ha gran parte della sua storia rivolta alla stessa Europa.
                        Si probabilmente hai ragione...un sacco di volte ho parlato qui sul forum della positività di una politica europea filorussa e mi hanno dato del pazzo, parlando di diversità culturale e storica abissale..mah

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                        • Sean
                          Csar
                          • Sep 2007
                          • 121048
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                          • Italy [IT]
                          • In piedi tra le rovine
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                          Originariamente Scritto da ikuape86 Visualizza Messaggio
                          Si probabilmente hai ragione...un sacco di volte ho parlato qui sul forum della positività di una politica europea filorussa e mi hanno dato del pazzo, parlando di diversità culturale e storica abissale..mah
                          Non vedo motivo nell'attualità perchè noi non si possa guardare con favore alla Russia.
                          Il mondo sta entrando in una fase storica che produrrà riallineamenti e capovolgimenti di forze che ora non possiamo prevedere.
                          L'Unione si è già presa a bordo tutto l'ex-Patto di Varsavia, e non mi pare siano state accampate discriminanti di ordine storico e culturale:
                          L'Unione Sovietica non esiste più, ma abbiamo una Russia tornata cristiana, che stringe la mano ai presidenti americani, che mira ad avere un ruolo storico centrale, da superpotenza.
                          L'Europa, altresì, non può continuare a restare attaccata all'ala americana:
                          Quella stagione storica, aperta con la II GM, si è chiusa.
                          L'Europa può tornare a guardare entro il suo continente, ed a pensare che cosa sia preferibile per essa stessa.
                          Cominciare a negare il permesso agli USA di impiantare il suo sistema antimissile (una provocazione ai danni di Mosca) sarebbe un biglietto da visita ottimo da spendere sul tavolo delle trattative.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                          • ikuape86
                            L' oristanese pizzaiolo
                            • Feb 2005
                            • 18572
                            • 1,269
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                            • Oristano
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                            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                            Non vedo motivo nell'attualità perchè noi non si possa guardare con favore alla Russia.
                            Il mondo sta entrando in una fase storica che produrrà riallineamenti e capovolgimenti di forze che ora non possiamo prevedere.
                            L'Unione si è già presa a bordo tutto l'ex-Patto di Varsavia, e non mi pare siano state accampate discriminanti di ordine storico e culturale:
                            L'Unione Sovietica non esiste più, ma abbiamo una Russia tornata cristiana, che stringe la mano ai presidenti americani, che mira ad avere un ruolo storico centrale, da superpotenza.
                            L'Europa, altresì, non può continuare a restare attaccata all'ala americana:
                            Quella stagione storica, aperta con la II GM, si è chiusa.
                            L'Europa può tornare a guardare entro il suo continente, ed a pensare che cosa sia preferibile per essa stessa.
                            Cominciare a negare il permesso agli USA di impiantare il suo sistema antimissile (una provocazione ai danni di Mosca) sarebbe un biglietto da visita ottimo da spendere sul tavolo delle trattative.
                            Mi trovi d'accordo su tutta la linea

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                            • Barone Bizzio
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                              • Dec 2008
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                              Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                              Non vedo motivo nell'attualità perchè noi non si possa guardare con favore alla Russia.
                              Il mondo sta entrando in una fase storica che produrrà riallineamenti e capovolgimenti di forze che ora non possiamo prevedere.
                              L'Unione si è già presa a bordo tutto l'ex-Patto di Varsavia, e non mi pare siano state accampate discriminanti di ordine storico e culturale:
                              L'Unione Sovietica non esiste più, ma abbiamo una Russia tornata cristiana, che stringe la mano ai presidenti americani, che mira ad avere un ruolo storico centrale, da superpotenza.
                              L'Europa, altresì, non può continuare a restare attaccata all'ala americana:
                              Quella stagione storica, aperta con la II GM, si è chiusa.
                              L'Europa può tornare a guardare entro il suo continente, ed a pensare che cosa sia preferibile per essa stessa.
                              Cominciare a negare il permesso agli USA di impiantare il suo sistema antimissile (una provocazione ai danni di Mosca) sarebbe un biglietto da visita ottimo da spendere sul tavolo delle trattative.
                              Improbabile, anzi...impossibile. Con la Nato e senza un esercito europeo se l' europa alza la voce si prende un paio di schiaffoni ( giustamente direi )

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                              • Sean
                                Csar
                                • Sep 2007
                                • 121048
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                                • In piedi tra le rovine
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                                Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
                                Improbabile, anzi...impossibile. Con la Nato e senza un esercito europeo se l' europa alza la voce si prende un paio di schiaffoni ( giustamente direi )
                                Che ci sia da ripensare anche l'Europa, in questo quadro futuro che si va a disegnare, è scontato:
                                Il mondo non resterà a queste categorie di pensiero nate in altre contingenze storiche e con altri obiettivi che la stessa storia (che è cosa viva) sta superando.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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