Dopo tutte le vicende accadute in questi giorni, i vari ricorsi, le varie accuse a dx e sx, a farne le spese per colpa di qualche sciagurato c'è il semplice cittadino italiano, questa è la politica in ITALIA. Ormai loro sembrano decisi a far "guerra" a chicchiere per non far nulla......intanto qualcuno decide di fare terrorismo però colpendo, in questo caso (ma non solo), un semplice ed onesto lavoratore. Sdegno totale per una situazione al quanto sconcertante a mio avviso.........
Busta con proiettile al premier e lettera bomba per la Lega, ferito postino
Esplosione nell'ufficio postale di via Lugano nella zona nord di Milano sabato mattina alle 5,45. Una busta esplosiva giunta stamani in un centro smistamento postale ha ferito con una fiammata un dipendente in modo non grave. Mentre l'addetto smistava le buste una di queste, a quanto sembra indirizzata alla Lega Nord di via Bellerio, ha provocato una fiammata.
L'uomo ha riportato ferite non gravi al volto e alle mani. "Ho sentito un boato, un rumore sordo e gente che accorreva verso Pietro. Poi ci hanno evacuati. So che lui si è ferito alle mani e si è bruciato i capelli. Era stordito". È il racconto di uno dei colleghi di Pietro De Simone, 56 anni, il postino ferito mentre maneggiava un pacco bomba nell'ufficio di smistamento di piazzale Lugano a Milano. "Era poco prima delle 6 e stavamo smistando la corrispondenza quando c'è stata l'esplosione -, riferisce un altro collega che, insieme con tutti gli altri dipendenti sosta nei giardini antistanti l'ingresso dell'ufficio postale dopo l'evacuazione -. Poi è venuta l'ambulanza e hanno portato via Pietro".
Nella rivendicazione trovata all'interno della busta esplosa c'era una frase contro il ministro Maroni. Il particolare, emerso nel corso degli accertamenti, è stato confermato ufficialmente dalla Questura, che conduce le indagini: "Nei Cie si stupra - si legge tra l'altro nel un foglio - Maroni complice di questi fatti".
Secondo indiscrezioni, la lettera-bomba sarebbe stata rivendicata dallo stesso gruppo della galassia del Fai (Federazione anarchica informale) che ha colpito l'Università Bocconi il 15 dicembre scorso. Si tratta del gruppo che si sigla "Sorelle in armi", e che in quell'occasione aveva piazzato in un tunnel dell'ateneo un tubo esplosivo, detonato solo in parte e in un orario notturno, forse per errore.
"La Lega è una forza di popolo, una forza tranquilla e decisissima, e non sarà certo un pacco esplosivo a turbare la nostra serenità o la nostra determinazione ad attuare il cambiamento per via democratica": lo ha detto il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, commentando l'episodio di Milano. "Esprimiamo solidarietà e affetto all'impiegato delle Poste che è rimasto ferito nello scoppio - ha aggiunto Calderoli - e nel contempo ricordiamo che il clima di odio aizzato da molti contro la Lega porta a frutti avvelenati, così come ha portato a frutti avvelenati con l'attacco a Berlusconi". "Ma non sarà Giove tonante - ha concluso il ministro - a far tremare il popolo e tantomeno la Lega. Nessuna provocazione, nessun attacco ci faranno recedere dalla nostra via, che è la via delle riforme e del cambiamento democratico".
Intanto, una busta contenente minacce al premier, Silvio Berlusconi, e ad altri esponenti del Pdl è stata recapitata a Linate (Milano). Ne hanno dato notizia stamani i carabinieri precisando che la busta, di quelle imbottite, e che conteneva anche un proiettile, è stata scoperta ieri nel centro meccanizzato postale, i cui dipendenti hanno subito avvisato il 112. "Farai la fine del topo", c'era scritto sotto il nome del Presidente del Consiglio, che era anche il destinatario della lettera, indirizzata a Villa S. Martino, ad Arcore (Milano).
La busta bloccata dai dipendenti delle Poste al centro di smistamento meccanizzato postale a Linate, intorno alle 20 di ieri, era anonima e non conteneva esplosivo ma solo un foglio scritto e un proiettile inesploso calibro 7.62. A riferirlo sono stati stamani alcuni esponenti sindacali delle Poste, preoccupati per il ripetersi di questi avvenimenti che secondo loro mettono a rischio l'incolumità dei dipendenti.
Sul foglio, secondo quanto si è appreso, c'erano disegnati una serie di "ometti" stilizzati e sotto alcuni di essi i nomi dei vertici politici del Pdl: Paolo Bonaiuti, Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto. Oltre a quello di Silvio Berlusconi, alla quale era legata la frase minacciosa. Tutto il materiale dovrebbe comunque essere già stato vagliato dagli investigatori dell'Arma e probabilmente presto verrà analizzato anche nella speranza di risalire al mittente.
Busta con proiettile al premier e lettera bomba per la Lega, ferito postino
Esplosione nell'ufficio postale di via Lugano nella zona nord di Milano sabato mattina alle 5,45. Una busta esplosiva giunta stamani in un centro smistamento postale ha ferito con una fiammata un dipendente in modo non grave. Mentre l'addetto smistava le buste una di queste, a quanto sembra indirizzata alla Lega Nord di via Bellerio, ha provocato una fiammata.
L'uomo ha riportato ferite non gravi al volto e alle mani. "Ho sentito un boato, un rumore sordo e gente che accorreva verso Pietro. Poi ci hanno evacuati. So che lui si è ferito alle mani e si è bruciato i capelli. Era stordito". È il racconto di uno dei colleghi di Pietro De Simone, 56 anni, il postino ferito mentre maneggiava un pacco bomba nell'ufficio di smistamento di piazzale Lugano a Milano. "Era poco prima delle 6 e stavamo smistando la corrispondenza quando c'è stata l'esplosione -, riferisce un altro collega che, insieme con tutti gli altri dipendenti sosta nei giardini antistanti l'ingresso dell'ufficio postale dopo l'evacuazione -. Poi è venuta l'ambulanza e hanno portato via Pietro".
Nella rivendicazione trovata all'interno della busta esplosa c'era una frase contro il ministro Maroni. Il particolare, emerso nel corso degli accertamenti, è stato confermato ufficialmente dalla Questura, che conduce le indagini: "Nei Cie si stupra - si legge tra l'altro nel un foglio - Maroni complice di questi fatti".
Secondo indiscrezioni, la lettera-bomba sarebbe stata rivendicata dallo stesso gruppo della galassia del Fai (Federazione anarchica informale) che ha colpito l'Università Bocconi il 15 dicembre scorso. Si tratta del gruppo che si sigla "Sorelle in armi", e che in quell'occasione aveva piazzato in un tunnel dell'ateneo un tubo esplosivo, detonato solo in parte e in un orario notturno, forse per errore.
"La Lega è una forza di popolo, una forza tranquilla e decisissima, e non sarà certo un pacco esplosivo a turbare la nostra serenità o la nostra determinazione ad attuare il cambiamento per via democratica": lo ha detto il ministro per la Semplificazione, Roberto Calderoli, commentando l'episodio di Milano. "Esprimiamo solidarietà e affetto all'impiegato delle Poste che è rimasto ferito nello scoppio - ha aggiunto Calderoli - e nel contempo ricordiamo che il clima di odio aizzato da molti contro la Lega porta a frutti avvelenati, così come ha portato a frutti avvelenati con l'attacco a Berlusconi". "Ma non sarà Giove tonante - ha concluso il ministro - a far tremare il popolo e tantomeno la Lega. Nessuna provocazione, nessun attacco ci faranno recedere dalla nostra via, che è la via delle riforme e del cambiamento democratico".
Intanto, una busta contenente minacce al premier, Silvio Berlusconi, e ad altri esponenti del Pdl è stata recapitata a Linate (Milano). Ne hanno dato notizia stamani i carabinieri precisando che la busta, di quelle imbottite, e che conteneva anche un proiettile, è stata scoperta ieri nel centro meccanizzato postale, i cui dipendenti hanno subito avvisato il 112. "Farai la fine del topo", c'era scritto sotto il nome del Presidente del Consiglio, che era anche il destinatario della lettera, indirizzata a Villa S. Martino, ad Arcore (Milano).
La busta bloccata dai dipendenti delle Poste al centro di smistamento meccanizzato postale a Linate, intorno alle 20 di ieri, era anonima e non conteneva esplosivo ma solo un foglio scritto e un proiettile inesploso calibro 7.62. A riferirlo sono stati stamani alcuni esponenti sindacali delle Poste, preoccupati per il ripetersi di questi avvenimenti che secondo loro mettono a rischio l'incolumità dei dipendenti.
Sul foglio, secondo quanto si è appreso, c'erano disegnati una serie di "ometti" stilizzati e sotto alcuni di essi i nomi dei vertici politici del Pdl: Paolo Bonaiuti, Ignazio La Russa, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto. Oltre a quello di Silvio Berlusconi, alla quale era legata la frase minacciosa. Tutto il materiale dovrebbe comunque essere già stato vagliato dagli investigatori dell'Arma e probabilmente presto verrà analizzato anche nella speranza di risalire al mittente.
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