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beninteso, non sto negando che stiano portando avanti una campagna di espansione economica molto ben gestita. Anzi, ripeto, hanno sfruttato alla perfezione il momento economico, l'assenza di capitali occidentali, per accaparrarsi risorse naturali e imprese in mezzo mondo.
Però per politica estera, intendo qualcosa di più vasto.
Capacità di risolvere crisi tra paesi. Autorevolezza tale da essere considerata possibile giudice terzo. Influenza militare in vaste zone del globo, a cominciare dall'Oceano Pacifico. Capacità di esercitare quel soft power che diceva BaroneBizzio. Queste sono cose che, secondo me, mancano, e sono difficilmente conquistabili nel breve periodo.
questo non credo interessi alla cina attualmente che probabilmente, vista da questo pnto di vista, non sta facendo politica estera. anzi, sene guarda bene dal farla.
insomma tratta un po' con la russia, un po' con la corea, zone limitrofe più o meno calde, ma si limita ad ottenere vie commerciali e sedare con ogni mezzo i fastidi di varia natura.
beninteso, non sto negando che stiano portando avanti una campagna di espansione economica molto ben gestita. Anzi, ripeto, hanno sfruttato alla perfezione il momento economico, l'assenza di capitali occidentali, per accaparrarsi risorse naturali e imprese in mezzo mondo.
Però per politica estera, intendo qualcosa di più vasto.
Capacità di risolvere crisi tra paesi. Autorevolezza tale da essere considerata possibile giudice terzo. Influenza militare in vaste zone del globo, a cominciare dall'Oceano Pacifico. Capacità di esercitare quel soft power che diceva BaroneBizzio. Queste sono cose che, secondo me, mancano, e sono difficilmente conquistabili nel breve periodo.
si ma questa è una tua definizione personale di politica estera..
cmq io, magari sbagliando, credo che questa strategia cinese non invasiva possa rivelarsi un'ottima decisione.. staremo a vedere..
alla fine la Cina puo' permettersi di fare un po' quello che gli pare senza stare a guardare il modello americano, cosa che noi stati europei possiamo solo sognarci,
politica estera o non estera, questa situazione cinese non durerà a lungo e presto, se vogliono stare a galla e non essere schiacciati dalle pressioni interne, dovranno occuparsi di politica estera non solo per accaparrarsi materie prime e cercare di far saltare gli accordi sulla riduzione delle emissioni.
puoi approfondire il tema rapporti con gli stati uniti e le opportunità che secondo te non hanno sfruttato?
sono curioso di capire le opinioni di chi non sia un economista ma un esperto di politica perché naturalmente io vedo le cose sempre in funzione di ciò che tratto e a volte sono molto distorto nelle osservazioni.
di recente avevo in mano docmento sulle contrattazioni del WTO e ho scoperto che la cina ci ha messo qualcosa come 15-20 anni (non ricordo di preciso) per accettare relativamente poche condizioni
ti intendi di politica monetaria?
Esperto di politica non lo sono, per ora.
Sono un po' troppo giovane, ho ancora molto da leggere.
Cerco di andare per punti, il discorso potrebbe diventare forse troppo lungo, comunque ci provo.
Riguardo il primo punto, cioè le opportunità non sfruttate, cerco sempre di prescindere dal discorso economico, per me un po' male interpretato. Come sicuramente saprai, si parla sempre dell'enorme potere economico cinese derivante dal fatto che possiede qualcosa come $1.2 trilioni in Treasury Bills. Io vedo la relazione in maniera diversa, biunivoca. La Cina ha estremo bisogno degli Stati Uniti, quindi il fatto che detenga una quota così importante del debito pubblico americano non le da poi un grandissimo potere di ricatto. L'ormai antico paradosso della Cina che risparmia troppo e consuma poco e degli Stati Uniti che consumano troppo e risparmiano poco è (per ora) ancora validissimo, quindi non vedo questo sbilanciamento a favore dei gialli.
Riguardo le opportunità non sfruttate, il mio pensiero è che nonostante in ambito economico la Cina si sia posta come un interlocutore fondamentale per gli americani, a questo non ha fatto seguito una strategia politica, anche interna, che la potesse far assurgere a un ruolo di partner a 360 gradi. Le crisi con il Tibet, con Taiwan, con Google, sono solo i casi più evidenti del fallimento della politica di "consolidamento" cinese. Le Olimpiadi di Pechino, per dire un caso, sono state forse un'occasione persa per acquisire credibilità. Per fare un esempio, non credo che Obama firmerebbe mai con i cinesi uno START II, o un trattato del genere. Ci sono troppe tensioni irrisolte tra i due pasi, messe da parte appunto in nome del commercio. E la Cina occupa ancora un ruolo di subalterna, di Cenerentola al Ballo delle Debuttanti. Questo perché ci sono tensioni interne irrisolte, e per il momento inaffrontabili, che però non possono per sempre procrastinarsi.
Ecco perché non credo ad una Cina che si "mangia il mondo". E continuo a sperare nel risveglio dell'Europa.
Per la politica monetaria, non posso dire di essere un esperto. Mi sono interessato al legame tasso di cambio-trade balance, proprio rispetto alla gestione del renminbi da parte della Banca Centrale Cinese, che come sai è fisso. Ho trovato interessante la stima che si fa del tasso $-renminbi se quest'ultimo fosse lasciato fluttuare.
Anche in questo, leggevo un editoriale del NYT in cui si metteva in evidenza come le pressioni americane rispetto tale tema (fluttuazione del renminbi) dovrebbero essere maggiormente supportate dai paesi EU, ma ahimè..
Presidente siamo con Te,
meno male che Silvio muore.
questo non credo interessi alla cina attualmente che probabilmente, vista da questo pnto di vista, non sta facendo politica estera. anzi, sene guarda bene dal farla.
insomma tratta un po' con la russia, un po' con la corea, zone limitrofe più o meno calde, ma si limita ad ottenere vie commerciali e sedare con ogni mezzo i fastidi di varia natura.
si ma questa è una tua definizione personale di politica estera..
La politica estera è un processo finalizzato, per mezzo del quale attori del sistema stato tentano di acquisire informazioni e di controllare, conservando le situazioni desiderate e modificando quelle indesiderate, singole componenti o l'insieme del proprio ambiente, ovvero ciò che è fuori dei confini dello stato e sottratto alla sua autorità. La portata e l'esito di tale intervento dipendono dalle risorse a disposizione degli attori; dalla percezione che essi hanno del proprio ruolo, della realtà internazionale e dei vincoli che essa pone; dalla loro capacità di definizione degli obiettivi perseguiti e dalla natura di questi ultimi. Nell'accezione classica azioni di politica estera sono solo quelle volte all'individuazione di scopi, definiti in termini di interesse nazionale, e al loro conseguimento attraverso l'azione degli organi istituzionali preposti, cioè della diplomazia.
Ho googlato un po', questa mi sembra una definizione abbastanza fedele di quello che si intende in Relazioni Internazionali per politica estera. Come vedi, l'ambito economico non è di primaria rilevanza, essendo uno strumento, più che un fine.
Un interessante problema cinese è che non esiste il sogno cinese, non vi è un modello di vita o di sviluppo proponibile o addirittura imitabile.
politica estera o non estera, questa situazione cinese non durerà a lungo e presto, se vogliono stare a galla e non essere schiacciati dalle pressioni interne, dovranno occuparsi di politica estera non solo per accaparrarsi materie prime e cercare di far saltare gli accordi sulla riduzione delle emissioni.
Esatto. E qui verranno fuori i limiti e le contraddizioni.
Presidente siamo con Te,
meno male che Silvio muore.
Esperto di politica non lo sono, per ora.
Sono un po' troppo giovane, ho ancora molto da leggere.
Cerco di andare per punti, il discorso potrebbe diventare forse troppo lungo, comunque ci provo.
Riguardo il primo punto, cioè le opportunità non sfruttate, cerco sempre di prescindere dal discorso economico, per me un po' male interpretato. Come sicuramente saprai, si parla sempre dell'enorme potere economico cinese derivante dal fatto che possiede qualcosa come $1.2 trilioni in Treasury Bills. Io vedo la relazione in maniera diversa, biunivoca. La Cina ha estremo bisogno degli Stati Uniti, quindi il fatto che detenga una quota così importante del debito pubblico americano non le da poi un grandissimo potere di ricatto. L'ormai antico paradosso della Cina che risparmia troppo e consuma poco e degli Stati Uniti che consumano troppo e risparmiano poco è (per ora) ancora validissimo, quindi non vedo questo sbilanciamento a favore dei gialli.
Riguardo le opportunità non sfruttate, il mio pensiero è che nonostante in ambito economico la Cina si sia posta come un interlocutore fondamentale per gli americani, a questo non ha fatto seguito una strategia politica, anche interna, che la potesse far assurgere a un ruolo di partner a 360 gradi. Le crisi con il Tibet, con Taiwan, con Google, sono solo i casi più evidenti del fallimento della politica di "consolidamento" cinese. Le Olimpiadi di Pechino, per dire un caso, sono state forse un'occasione persa per acquisire credibilità. Per fare un esempio, non credo che Obama firmerebbe mai con i cinesi uno START II, o un trattato del genere. Ci sono troppe tensioni irrisolte tra i due pasi, messe da parte appunto in nome del commercio. E la Cina occupa ancora un ruolo di subalterna, di Cenerentola al Ballo delle Debuttanti. Questo perché ci sono tensioni interne irrisolte, e per il momento inaffrontabili, che però non possono per sempre procrastinarsi.
Ecco perché non credo ad una Cina che si "mangia il mondo". E continuo a sperare nel risveglio dell'Europa.
Per la politica monetaria, non posso dire di essere un esperto. Mi sono interessato al legame tasso di cambio-trade balance, proprio rispetto alla gestione del renminbi da parte della Banca Centrale Cinese, che come sai è fisso. Ho trovato interessante la stima che si fa del tasso $-renminbi se quest'ultimo fosse lasciato fluttuare.
Anche in questo, leggevo un editoriale del NYT in cui si metteva in evidenza come le pressioni americane rispetto tale tema (fluttuazione del renminbi) dovrebbero essere maggiormente supportate dai paesi EU, ma ahimè..
Esatto. E qui verranno fuori i limiti e le contraddizioni.
Ma perché? Tra gli accordi con Australia, SudAmerica, Africa e Medioriente la Cina si é presa gran parte delle materie prime soprattutto per tutto quel che riguarda i metalli..
Dove vedete voi questo bisogno futuro di materie prime dato che hanno già investito da tempo nei maggiori gruppi esteri?
Secondo me sono gli USA a doversi preoccupare..
politica estera o non estera, questa situazione cinese non durerà a lungo e presto, se vogliono stare a galla e non essere schiacciati dalle pressioni interne, dovranno occuparsi di politica estera non solo per accaparrarsi materie prime e cercare di far saltare gli accordi sulla riduzione delle emissioni.
Ma perché? Tra gli accordi con Australia, SudAmerica, Africa e Medioriente la Cina si é presa gran parte delle materie prime soprattutto per tutto quel che riguarda i metalli..
Dove vedete voi questo bisogno futuro di materie prime dato che hanno già investito da tempo nei maggiori gruppi esteri?
Secondo me sono gli USA a doversi preoccupare..
Tra l'altro non hai capito la frase di Prince che ti ho sottolineato, prova a rileggerla e vedrai dove sta il focus.
Presidente siamo con Te,
meno male che Silvio muore.
Non capisco il tuo MA a cosa sia dovuto, magari me lo spieghi
Al fatto che secondo me la Cina non ha bisogno degli USA, è un'idea che andava bene fino ad 8-10 anni fa, la prova è che nonostante le crisi da te elencate, il ritmo non rallenta..
ma si sono già accaparrati le materie prime e la riduzione delle emissioni è una cavolata, per me la Cina puo' continuare a fare come fa..
non è questione di quali fossero i contenuti puntuali del mio post, è questione che la cina sta già sbattendo contro le economia di mezzo mondo sotto vari fronti (dal tasso di cambio agli squilibri commerciali fino ad arrivare al non rispetto dei trattati internazionali e mille altri pretesti), e visto che la cina vive di esportazioni, dovrà cambiare regime e crearsi una vera politica estera in temi piuttosto brevi se no saltano loro, gli stati uniti e tutti noi dietro.
guarda caso, il governo cinese comincia a fare notevoli pressioni per ottenere maggiore rappresenetanza in imf e ridurre il ruolo di moneta di riserva internazionale del dollaro, perché ora sì l'america è ammanettata all'economia cinese, ma la cina non ha altro modo per investire i suoi surplus che non i tbill e i derviati in dollari.
è una situazione insostenbile e questa crescita a due cifre così fatta non so quanto potrà reggere perché la domanda interna cinese sta per esplodere e le autorità non saranno in grado di contenerla più di tanto, così come la sterilizzazione della moneta. a quel punto tutto cambierà (in meglio per i cinesi), ma dovranno entrare con tutti e due i piedi nelle dinamiche internazionali e non potranno più essere un blocco a se stante.
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