Gladiatores

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  • gabriele81
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    Gladiatores

    Apre la mostra sulla gladiatura cui ha collaborato la Archeos di Silvano Mattesini (in pratica tutto il materiale esposto, originali a parte). Io naturalmente ho dato il mio piccolo apporto. Esporre al Colosseo è magnifico.

    Da La Repubblica

    Gladiatores, spade ed elmi colorati

    così i giochi di sangue conquistarono Roma
    All'Anfiteatro Flavio dal 26 marzo al 3 ottobre una mostra di armi Modelli moderni a confronto con la collezione di Pompei.

    di FRANCESCA GIULIANI

    Una piccola, avvincente esposizione didattica nel grande Colosseo ricostruisce origini, trionfi e anche brutture di uno dei fenomeni più imponenti e popolari di Roma antica, quello dei giochi gladiatori. A cura di Rossella Rea, vengono presentati gli strumenti di quella "guerra" per noi incomprensibile e cruenta, che tanto appassionava i romani e di cui i gladiatori erano i protagonisti. Elmi, spade, scudi sono stati ricostruiti con lunghi e accurati studi da un esperto e sono messi a confronto con la famosa collezione delle armi della caserma dei gladiatori di Pompei in una mostra promossa dalla Soprintendenza speciale per i Beni archeologici di Roma in collaborazione con Electa.

    Magnifici copricapi piumati arancio e giallo ocra, tuniche di seta sgargiante e schinieri lustri sono allineati al primo piano del Colosseo: non c'è (quasi) niente di vero, ma c'è qualcosa che aiuta la comprensione, sempre nei ranghi dell'attendibilità scientifica. Spiega Rea: "Le ricostruzioni, curate da un esperto come Silvano Mattesini, intendono soprattutto mostrare al pubblico la differenza tra i reperti, quello che si è conservato fino a noi, e ciò che il pubblico vedeva durante i giochi. Soprattutto bisogna tener presente che l'Anfiteatro Flavio consentiva una visuale chiara a chi si trovava nelle prime file. Per gli altri c'erano soltanto macchie di colore: le piume sugli elmi, il luccicare delle armi, le armature sotto il sole".

    La mostra guida il pubblico all'affermarsi nei secoli della passione gladiatoria fino ai trionfi del Colosseo, il teatro privato dell'Imperatore. Il primo spettacolo di cui si ha testimonianza risale al 264 avanti Cristo quando i figli di Bruto Pera allestirono giochi per il padre defunto: il munus (il tributo), rimase a lungo privato, mentre il primo ludus imperiale nacque come proprietà dell'imperatore nel I secolo avanti Cristo. Col tempo, i giochi gladiatori vennero codificati e inglobati nell'amministrazione romana che definì anche le diverse categorie dei gladiatori: gente che lo faceva per soldi e non sempre soldati i quali, se sconfitti, potevano anche essere giustiziati.

    Era proprio il Colosseo a non conoscere rivali quanto a sfarzo o durata: i giochi potevano durare anche cento giorni, come nel caso dell'inaugurazione nell'80 o 120, quando Traiano tornò vincitore dalla Dacia, eventi colossali cui è dedicata una sezione della mostra. Tra gli argomenti trattati, la venatio, giochi con le belve iniziati da Marco Fulvio Nobiliore che portò nell'arena leoni e pantere. A stupire il pubblico, anche interi paesaggi capaci di apparire dai sotterranei all'improvviso, quando gli animali stessi erano coperti da ornamenti e dal velarium , disteso sopra l'arena, scendevano profumi di zafferano e incenso. Effetti speciali, giochi di sangue: tutto quello che i romani amavano di più si consumava negli stessi luoghi che oggi ne ricostruiscono i fasti e ne custodiscono le tracce.

    Tutte le info qui:
    ARCHEOROMA
    Last edited by gabriele81; 26-03-2010, 16:30:25.
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    #2
    Grande Gabri, hai riscosso più successo di una confezione di pane in cassetta sulla tavola di Master.

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    • Sean
      Csar
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      #3
      Se sarò a Roma entro il 23 Ottobre verrò senz'altro.
      Ambientazione affascinante:
      La mostra ha tutte le premesse per meritare
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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