La grande paura del Vaticano Adesso lo scandalo può allargarsi
Repubblica — 10 marzo 2010 pagina 19 sezione: POLITICA ESTERA
CITTÀ DEL VATICANO - Dopo Ratisbona, Monaco? È l' interrogativo che sta circolando, con terrore, nella Curia pontificia già ampiamente sconvolta dalle notizie arrivate dalla Germania sulle violenze sessuali su minori avvenute nello storico coro di Ratisbona, diretto dal 1964 al 1993 dal fratello di Benedetto XVI, monsignor George Ratzinger. Notizie che - dopo quando già avvenuto in Irlanda, in Olanda e nelle diocesi Usa - hanno contribuito ad accentuare il clima di «imbarazzo, rabbia e delusione» che si respira in Vaticano. Un clima che - si apprende Oltretevere - non è stato «certamente» rasserenato dall' inattesa intervista che il fratello del Papa ha concesso ad un giornale tedesco rivelando, tra l' altro, di «essersi pentito per aver dato anche lui qualche ceffone ai suoi allievi» quando dirigeva il coro di Ratisbona. Ammissioni «imprudenti ed inutili» si lascia scappare un alto prelato tedesco da anni in Vaticano, il quale - pur esprimendo riprovazione e condanna per i casi di pedofilia avvenuti in Germania e in altre nazioni - sospetta che «queste rivelazioni facciano parte di una strategia che tende a colpire, in ultima analisi, Benedetto XVI». Ecco perché in Vaticano si teme che, dopo i casi del coro di Ratisbona che hanno sfiorato il fratello del Papa, vicende analoghe possano emergere con altrettanta insistenza anche per la diocesi di Monaco retta dal cardinal Joseph Ratzinger dal 1977 al 1982. Solo timori, anche se - in verità - la diocesi di Monaco in qualche modo è stata già tirata in ballo dagli abusi sessuali che hanno travolto il monastero benedettino di Ettal, dove negli anni passati sarebbero stati violentati un centinaio di bambini, molti dei quali hanno ammesso di aver subito punizioni anche a base di schiaffi e pugni. Sul monastero di Ettal il Vaticano ha subito avviato una indagine per mano di un visitatore apostolico, un monsignore "inquirente" pontificio che riferirà alla Santa Sede in applicazione di quella tolleranza zero pianificata da papa Ratzinger per stroncare alla radice la vergogna della pedofilia. Quella stessa tolleranza zero che lo stesso Benedetto XVI rammenterà ai rappresentanti dell' episcopato tedesco che verranno venerdì prossimo in Vaticano guidati dall' arcivescovo Robert Zollitsch, presidente dei vescovi tedeschi. «Certamente col Santo Padre parleremo anche degli abusi sessuali di cui sia sta parlando da qualche giorno, anche se l' incontro era previsto da tempo, ancor prima dei casi emersi al coro di Ratisbona», puntualizza il portavoce di monsignor Zollitsch. «Ogni anno, alla conclusione della nostra assemblea plenaria - fa sapere il presidente della conferenza episcopale tedesca - riferiamo sempre al Papa dei contenuti di cui abbiamo discusso. Quest' anno, ci siamo soffermati ad analizzare in primo luogo i casi di violenze sessuali emersi nel nostro paese, ma anche le problematiche legate all' Afghanistan e al calo demografico che ha colpito la Germania». Grande, dunque, è l' attesa per l' udienza di venerdì, anche perché da quanto papa Ratzinger dirà ai suoi connazionali si capirà se la Santa Sede ha veramente archiviato l' evidente clima di incertezza con cui finora ha fatto fronte alle rivelazioni sui preti pedofili. Come dimostra il ritardo che sta accompagnando la lettera del Papa ai cattolici irlandesi, annunciata per l' inizio della Quaresima (il 17 febbraio scorso), ma che - dopo i casi di Ratisbona - forse difficilmente vedrà la luce. Come pure il differente approccio con cui Radio Vaticana e Osservatore Romano, hanno affrontato finora il caso pedofilia. Il giornale vaticano ieri ha quasi "degradato" padre Federico Lombardi, dimenticando di scrivere che il religioso è il portavoce papale nel servizio dedicato al commento sui preti pedofili letto da Lombardi alla Radio Vaticana. Servizio pubblicato in ultima pagina con piccolissimo richiamo in prima col titolo «A proposito del dibattito sugli abusi sessuali». © RIPRODUZIONE RISERVATA - ORAZIO LA ROCCA
Repubblica — 10 marzo 2010 pagina 19 sezione: POLITICA ESTERA
CITTÀ DEL VATICANO - Dopo Ratisbona, Monaco? È l' interrogativo che sta circolando, con terrore, nella Curia pontificia già ampiamente sconvolta dalle notizie arrivate dalla Germania sulle violenze sessuali su minori avvenute nello storico coro di Ratisbona, diretto dal 1964 al 1993 dal fratello di Benedetto XVI, monsignor George Ratzinger. Notizie che - dopo quando già avvenuto in Irlanda, in Olanda e nelle diocesi Usa - hanno contribuito ad accentuare il clima di «imbarazzo, rabbia e delusione» che si respira in Vaticano. Un clima che - si apprende Oltretevere - non è stato «certamente» rasserenato dall' inattesa intervista che il fratello del Papa ha concesso ad un giornale tedesco rivelando, tra l' altro, di «essersi pentito per aver dato anche lui qualche ceffone ai suoi allievi» quando dirigeva il coro di Ratisbona. Ammissioni «imprudenti ed inutili» si lascia scappare un alto prelato tedesco da anni in Vaticano, il quale - pur esprimendo riprovazione e condanna per i casi di pedofilia avvenuti in Germania e in altre nazioni - sospetta che «queste rivelazioni facciano parte di una strategia che tende a colpire, in ultima analisi, Benedetto XVI». Ecco perché in Vaticano si teme che, dopo i casi del coro di Ratisbona che hanno sfiorato il fratello del Papa, vicende analoghe possano emergere con altrettanta insistenza anche per la diocesi di Monaco retta dal cardinal Joseph Ratzinger dal 1977 al 1982. Solo timori, anche se - in verità - la diocesi di Monaco in qualche modo è stata già tirata in ballo dagli abusi sessuali che hanno travolto il monastero benedettino di Ettal, dove negli anni passati sarebbero stati violentati un centinaio di bambini, molti dei quali hanno ammesso di aver subito punizioni anche a base di schiaffi e pugni. Sul monastero di Ettal il Vaticano ha subito avviato una indagine per mano di un visitatore apostolico, un monsignore "inquirente" pontificio che riferirà alla Santa Sede in applicazione di quella tolleranza zero pianificata da papa Ratzinger per stroncare alla radice la vergogna della pedofilia. Quella stessa tolleranza zero che lo stesso Benedetto XVI rammenterà ai rappresentanti dell' episcopato tedesco che verranno venerdì prossimo in Vaticano guidati dall' arcivescovo Robert Zollitsch, presidente dei vescovi tedeschi. «Certamente col Santo Padre parleremo anche degli abusi sessuali di cui sia sta parlando da qualche giorno, anche se l' incontro era previsto da tempo, ancor prima dei casi emersi al coro di Ratisbona», puntualizza il portavoce di monsignor Zollitsch. «Ogni anno, alla conclusione della nostra assemblea plenaria - fa sapere il presidente della conferenza episcopale tedesca - riferiamo sempre al Papa dei contenuti di cui abbiamo discusso. Quest' anno, ci siamo soffermati ad analizzare in primo luogo i casi di violenze sessuali emersi nel nostro paese, ma anche le problematiche legate all' Afghanistan e al calo demografico che ha colpito la Germania». Grande, dunque, è l' attesa per l' udienza di venerdì, anche perché da quanto papa Ratzinger dirà ai suoi connazionali si capirà se la Santa Sede ha veramente archiviato l' evidente clima di incertezza con cui finora ha fatto fronte alle rivelazioni sui preti pedofili. Come dimostra il ritardo che sta accompagnando la lettera del Papa ai cattolici irlandesi, annunciata per l' inizio della Quaresima (il 17 febbraio scorso), ma che - dopo i casi di Ratisbona - forse difficilmente vedrà la luce. Come pure il differente approccio con cui Radio Vaticana e Osservatore Romano, hanno affrontato finora il caso pedofilia. Il giornale vaticano ieri ha quasi "degradato" padre Federico Lombardi, dimenticando di scrivere che il religioso è il portavoce papale nel servizio dedicato al commento sui preti pedofili letto da Lombardi alla Radio Vaticana. Servizio pubblicato in ultima pagina con piccolissimo richiamo in prima col titolo «A proposito del dibattito sugli abusi sessuali». © RIPRODUZIONE RISERVATA - ORAZIO LA ROCCA
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