Conti pubblici europei e pressione fiscale (economisti inside)

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  • Leonida
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    Conti pubblici europei e pressione fiscale (economisti inside)

    che ne pensate riguardo le notizie sui conti pubblici di grecia , portogallo, spagna e forse Italia? posto due articoli a riguardo:




    Tra 'Pigs' e Paesi Baltici Eurolandia teme l' effetto domino


    Repubblica — 31 gennaio 2010 pagina 110 sezione: PRIMA PAGINA
    DAVOS «Too big to fail», troppo grande per essere lasciato fallire. È il pericolo che ha piegato i governi di tutto l' Occidente nel 2008 di fronte al collasso dei giganti bancari. Impossibile subìre il crac delle maggiori banche americane, inglesi, svizzere o belghe: gli Stati sono dovuti intervenire, dissanguando le loro finanze. «TOO big to fail», oggi l' incubo si ripresenta sotto un' altra forma, non meno drammatica. Che fare se è un intero Stato come la Grecia a rischiare la bancarotta, quali le conseguenze per l' Eurozona? Possiamo permetterci di assistere senza intervenire? E se il crollo greco fosse il primo di un effetto-domino, destinato a travolgere altri paesi? Partendo dalla "periferia": perché lì si trovano paesi che già prima della crisi avevano finanze pubbliche più dissestate, Stati meno efficienti, sistemi industriali meno competitivi. Questa nuova emergenza si è imposta ai leader europei mentre affluivano al World Economic Forum. All' inizio della settimana il premier greco Georgios Papandreou ha dovuto rivolgersi in affanno ai mercati internazionali per finanziare il suo debito pubblico. In apparenza ha guadagnato tempo, collocando titoli del Tesoro per 5 miliardi di euro. A un costo altissimo: un interesse del 6,25% che andrà a cumularsi ai debiti greci. E la tregua è stata illusoria. Gli stessi investitori internazionali che avevano presentato domande cinque volte superiori all' offerta di Bot greci, 24 ore dopo fuggivano disordinatamente. Vendite in massa di titoli di Atene hanno fatto schizzarei tassi ancora più su, fino a 3,7 punti sopra i Buoni del Tesoro tedeschi: una forbice-record mai raggiunta da quando la Grecia entrò nell' euro. Un segnale tremendo in vista dei prossimi appuntamenti coi mercati. Quest' anno Papandreou deve riuscire a raccogliere altri 54 miliardi, la metà entro aprile. E se non ce la facesse? Il senso di panico è accresciuto da un giallo, la voce poi smentita secondo cui la Cina avrebbe rifiutato un salvagente finanziario ad Atene. «Voci interessate - ha denunciato Papandreou a Davos - manovre speculative orchestrate da interessi potenti. Colpiscono noi ma hanno in mente bersagli più grossi». Dopo la Grecia il Portogallo, poi la Spagna, infine l' Italia? Le accuse di Papandreou, formato alla London School of Economics, hanno colpito la platea dei Vip a Davos. Coincidono con altre coincidenze inquietanti: la volatilità del mercato mondiale dei bond (obbligazioni e titoli di Stato) assomiglia pericolosamente all' estate del 2007, quando si avvertirono i primi segnali premonitori della grande crisi. Sono circolate voci su un' ipotesi "californiana" per tamponare la bancarotta greca: emettere cambiali (come gli I.O.U. con cui Arnold Schwarzenegger paga i suoi fornitori), ma in dracme anziché in euro, un passo che potrebbe segnare il primo percorso di fuoruscita dall' euro per un paese membro. Fantapolitica alimentata da chi sta prendendo posizioni speculative? La confusione del momento ha ricordato a molti il precedente del 1992, quando George Soros fece crollare la lira italiana e la sterlina, costrette a uscire dallo Sme. Al World Economic Forum è andata in scena una sconcertante cacofonìa delle autorità europee. Di fronte all' emergenza greca si sono levate voci che garantivano un intervento solidale dell' Unione. «Non è solo una questione nazionale, questa è una preoccupazione europea», ha detto il presidente della Commissione José Manuel Barroso. «Il club dell' euro è forte, ha legami di reciproco sostegno», gli ha fatto eco il premier spagnolo José Luis Zapatero che ha la presidenza di turno dell' Unione, ma è anche il "secondo o il terzo della lista" nel mirino della speculazione. Il premio Nobel dell' Economia Joseph Stiglitz ha incoraggiato Bruxelles a «sospendere le regole che vietano i salvataggi delle nazioni, perché ora si tratta di stabilizzare l' Europa stessa». Poi dal più autorevole rappresentante della Germania a Davos è arrivato uno stop brutale: «I greci risolvano i loro problemi - ha detto il ministro dell' Economia Rainer Bruederle - non sta certo al contribuente tedesco o francese farsene carico». E' un atto di egoismo, ma le motivazioni politiche sono comprensibili. I leader tedeschi osservano quel che accade in America: un' ondata populista contro Barack Obama, accusato di avere dissanguato le finanze pubbliche per aiutare Wall Street e l' industria dell' auto. La stessa ondata potrebbe nascere a Berlino e Parigi, se in una congiuntura sociale già difficile i contribuenti tedeschi e francesi fossero costretti a pagare per il crac greco, poi quello portoghese o spagnolo o lituano. Il populismo si rivolterebbe contro l' idea stessa dell' Europa. La linea della Germania ora sembra vincente. La Commissione europea starebbe per mandare un ultimatum ad Atene con richieste pesanti: tagli secchi agli stipendi pubblici, tetti alle pensioni. Una terapia-choc ancoIl fianco orientale della Ue si adegua. La Repubblica cèca vara tagli per passare dal 9% di deficit al 3% entro il 2014, la Bulgaria riduce del 15% le spese statali, la Romania vara un bilancio di austerità ra più severa di quella già varata da Papandreou, che ha annunciato una cura dimagrante nell' amministrazione pubblica e il congelamento delle retribuzioni. La Suddeutsche Zeitung anticipa un memorandum di Bruxelles dove si evocano «rischi a lungo termine di rialzi nei tassi dei Bot in Spagna, Portogallo, Irlanda e Italia». E' d' accordo il direttore del Fondo monetario internazionale, Olivier Blanchard: «Altri rischiano la fine della Grecia se non adottano tagli ai deficit pubblici». La corsa per evitare il contagio è scattata. La Spagna prepara 50 miliardi di tagli alle spese. Il Portogallo ha annunciato una manovra per ridurre il deficit pubblico al 9% del Pil. L' Irlanda presenta un piano con riduzioni degli stipendi statali e risparmi di spesa del 6%, il rigore più severo da una generazione. Il fianco orientale dell' Unione si adegua. La Repubblica cèca vara tagli per passare dal 9% di deficit/Pil al 3% entro il 2014, la Bulgaria riduce del 15% le spese statali, la Romania ha un bilancio di austerità che pesa due punti percentuali di Pil. Perfino uno dei paesi più solidi, la Francia, corre ai ripari. Il primo ministro François Fillon ieri si è detto «determinato a prendere misure senza precedenti, per riportare il disavanzo sotto il 3% entro il 2013». Il direttore generale del Fondo monetario internazionale, Dominique StraussKahn, disegna uno scenario cupo: «Il risanamento delle finanze pubbliche ci affliggerà per i prossimi 5, 6 o 7 anni, a seconda dei paesi». Anche negli Stati Uniti, che pure sono una unione federale da oltre due secoli, la solidarietà ha dei limiti. Washington non interviene a salvare la California dal crac. Ma l' America ha altri ammortizzatori: il bilancio federale paga almeno le pensioni e la sanità; gli americani emigrano facilmente dagli Stati in crisi verso quelli più dinamici; e sono disposti a sacrifici per noi inauditi, come il taglio del 10% degli stipendi agli insegnanti californiani. Per il Vecchio continente l' effetto-domino innescato dalla Grecia può segnare l' inizio di una lungae dolorosa ritirata dello Stato sociale, la rimessa in questione di tutto quello che è stato definito il "modello europeo". - dal nostro inviato FEDERICO RAMPINI


    qui si parla anche dei conti italiani ed un possibile aumento della pressione fiscale:







    Tremonti e l'Italia che spaventa i mercati






    5 febbraio 2010

    di Superbonus

    Se una banca vi avesse offerto un mutuo di due anni al tasso dell’Euribor più uno spread del 5 per cento probabilmente avreste protestato dal prefetto così come consigliato dal ministro Giulio Tremonti.

    Da mercoledì la Grecia paga questo tasso per finanziare il proprio debito pubblico. Gli investitori internazionali hanno capito che Germania e Francia non sono disponibili a garantire il debito degli altri paesi europei e hanno iniziato a chiedere tassi più elevati per continuare a finanziarli. Il Portogallo e la Spagna sono state le prime vittime con tassi sul debito che crescono a vista d’occhio.

    L'Italia sta entrando nel mirino. L’ottimismo ostentato dal governo non convince i mercati che l’Italia è meglio di Spagna e Portogallo. Gli investitori internazionali stanno passando al setaccio i conti dell’Italia e non ci metteranno molto a scoprire che nelle proiezioni dei prossimi 3 anni il governo ha peccato di ottimismo e c’è un buco di almeno 15 miliardi all’anno.

    Lo sa Tremonti, lo ha spiegato nei consigli dei ministri dove si vagheggiavano abbassamenti delle tasse e abolizione dell’Irap. Anche perché la struttura di spesa pubblica che il centrodestra aveva promesso di smantellare con un drastico dimagrimento è ancora lì.

    La moneta unica, che Tremonti ha spesso attaccato, ci ha consentito di finanziare il nostro debito a tassi bassi, grazie a una implicita fideiussione che ci era stata rilasciata dalla Germania quando ci fece entrare nella moneta unica convinta dai nostri buoni propositi sulla finanza pubblica.

    L’euro ci ha permesso di emettere titoli di Stato per pagare non solo il debito pregresso ma anche per pagarne gli interessi. Ci siamo comportati per dieci anni come una famiglia che per pagare gli interessi di un mutuo, contrae nuovi debiti.

    I governi presieduti da Silvio Berlusconi hanno aumentato il debito di 400 miliardi di euro senza aver prodotto alcun aumento di benessere e sviluppo. I mercati internazionali stanno per presentarci il conto ed i nostri partner europei non alzeranno un dito per difenderci.

    Preparatevi: Lega, Pdl, Tremonti, Brunetta, Scajola, Baldassarri e tutti gli altri grideranno tutti contro la speculazione internazionale, contro quei cattivoni che non compreranno più i titoli di Stato italiani a tassi bassi. Tenteranno di dare la colpa agli avidi banchieri se dovranno fare una manovra da 50 miliardi, se la pressione fiscale aumenterà e il nostro paese passerà momenti veramente difficili.

    Questo governo dovrà poi affrontare la sfida più difficile, quella di guidare l’Italia, con un debito pubblico mostruoso, in una nuova Unione europea dove ognuno è giudicato per quello che è non da quale moneta usa.

    L’esecutivo dovrà mantenere la coesione sociale anche con i tagli alla spesa, dovrà recuperare l’evasione fiscale con durezza, dovrà dimenticarsi grandi opere, consulenze e prebende varie ai grandi gruppi d’interesse. Ce la farà ? Fate la vostra scommessa perché i giochi stanno per chiudersi.

    Da il Fatto Quotidiano del 5 febbraio


    Eppure a sentire la Tv abito in Arcadia, cosa c'è di fondato secondo voi in tutto ciò? Ci dobbiamo davvero aspettare una manovra per risanare parzialmente il debito?
    Originariamente Scritto da gorgone
    è plotino la chiave universale per le vagine
    Originariamente Scritto da gorgone
    secondo me sono pazzi.
  • ALEX2
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    #2
    ti posso dare una notizia certa: la grecia è praticamente fallita ma non si può dire.
    Last edited by ALEX2; 05-02-2010, 16:29:17. Motivo: a
    il miglior modo per dire è fare

    Dio è morto, Marx è morto e anch' io mi sento poco bene.

    berlusconi_s@camera.it

    sukkiotto docet...:
    http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=85329

    guardate qui:

    http://www.bodyweb.it/forums/showthr...23#post3278023

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    • Leonida
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      #3
      vabè, fonte? quali ripercussioni ci sarebbero se fallisse la Grecia?
      Originariamente Scritto da gorgone
      è plotino la chiave universale per le vagine
      Originariamente Scritto da gorgone
      secondo me sono pazzi.

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      • ALEX2
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        #4
        Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggio
        vabè, fonte? quali ripercussioni ci sarebbero se fallisse la Grecia?
        persone che lavorano in Banca. mi hanno anche girato un bel report di quelli top secret sulle previsioni economiche del 2010.
        beh per prima cosa dovrebbe uscire dalla UE. non ho, però, conoscenza degli impatti. se vuoi posso provare a chiedere se ti interessa.
        il miglior modo per dire è fare

        Dio è morto, Marx è morto e anch' io mi sento poco bene.

        berlusconi_s@camera.it

        sukkiotto docet...:
        http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=85329

        guardate qui:

        http://www.bodyweb.it/forums/showthr...23#post3278023

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        • Leonida
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          #5
          Originariamente Scritto da ALEX2 Visualizza Messaggio
          persone che lavorano in Banca. mi hanno anche girato un bel report di quelli top secret sulle previsioni economiche del 2010.
          beh per prima cosa dovrebbe uscire dalla UE. non ho, però, conoscenza degli impatti. se vuoi posso provare a chiedere se ti interessa.
          posta sto report. è giusto per discutere tra noi di una notizia snobbata dai media e che invece mi sembra di una certa gravità.
          Originariamente Scritto da gorgone
          è plotino la chiave universale per le vagine
          Originariamente Scritto da gorgone
          secondo me sono pazzi.

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          • ALEX2
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            #6
            no assolutamente. già che ce l' ho tra le mani io nn va bene.
            il miglior modo per dire è fare

            Dio è morto, Marx è morto e anch' io mi sento poco bene.

            berlusconi_s@camera.it

            sukkiotto docet...:
            http://www.bodyweb.it/forums/showthread.php?t=85329

            guardate qui:

            http://www.bodyweb.it/forums/showthr...23#post3278023

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            • maurox
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              • Roma
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              #7
              l'Ue non puo' nulla per il semplice fatto che ciascun paese e' di fatto fuori dai parametri della stessa... in questi anni di crisi non andranno rivisti i singoli paesi e la loro economia, ma i parametri dell'ue stessa... non succedera' nulla se non una certa impostazione all'austerita' dei vari governi
              sigpic

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              • ikuape86
                L' oristanese pizzaiolo
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                #8
                Originariamente Scritto da maurox Visualizza Messaggio
                l'Ue non puo' nulla per il semplice fatto che ciascun paese e' di fatto fuori dai parametri della stessa... in questi anni di crisi non andranno rivisti i singoli paesi e la loro economia, ma i parametri dell'ue stessa... non succedera' nulla se non una certa impostazione all'austerita' dei vari governi
                dipende tutto dalla Germania..

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                • maurox
                  Bodyweb Senior
                  • Mar 2005
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                  #9
                  Originariamente Scritto da ikuape86 Visualizza Messaggio
                  dipende tutto dalla Germania..
                  si certamente, la germania non vede l'ora di affossare la barca sulla quale sta
                  sigpic

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                  • odisseo
                    Bodyweb Senior
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                    #10
                    La Grecia è commissariata per il suo debito pubblico e il rapporto con il PIL. Il debito sale e la produzione scende. In sostanza la Grecia dovrà cedere alla UE, per sopravvivere, parte della sua sovranità economica. I giornali di oggi si preoccupano degli Stati europei in difficoltà senza citare l'Italia (!?). PIGS, acronimo che indica quattro Stati a rischio, P come Portogallo, I come Italia, G come Grecia e S come Spagna è diventato un impronunciabile PGS. L'Italia è scomparsa, è diventata virtuosa. Il Portogallo, considerato il Paese che seguirà la Grecia, ha un rapporto debito pubblico/PIL del 76,6%. Lo avessimo noi! L'Italia ha il 115% e 1.800 miliardi di debito pubblico. L'economia è bella perché è varia e ognuno può raccontare balle, almeno fino al default. Da oggi il blog ha un nuovo ospite, Eugenio Benetazzo e un nuovo appuntamento: "Chaos economy".
                    Il debito pubblico e i PIGS
                    Un cordiale saluto a tutti i lettori del blog, sono Eugenio Benetazzo, operatore di Borsa indipendente e saggista economico, tenteremo di fare un quadro il più possibile esaustivo sullo scenario economico e macroeconomico che attende il nostro Paese. Conosciamo tutti quello che è accaduto negli ultimi 18 mesi con fenomenali interventi da parte degli Stati occidentali per supportare le loro economie, ormai a distanza di tempo possiamo renderci conto di come niente è cambiato, semplicemente sono stati spostati in avanti i problemi che sussistevano 12/18 mesi fa, nella fattispecie i debiti non si sono polverizzati, i debiti non sono stati coperti, sono stati semplicemente trasferiti dal sistema bancario o dai debiti che avevano determinati gruppi di aziende, al debito che ora sono stati caricati sulla testa delle relative comunità, quindi gli Stati.
                    Se facciamo una disamina per il nostro Paese, ci rendiamo conto che il debito pubblico italiano ormai ha raggiunto l’ammontare particolarmente gravoso di oltre 1.800 miliardi di euro che rapportati al Pil, a fronte anche della caduta che è avvenuta nel 2009, portano il debito in percentuale sul Pil oltre il 120%, questa comincia a diventare una variabile macroeconomica particolarmente preoccupante, perché se prendiamo in considerazione quello che è accaduto sempre in Europa, neanche un mese fa con il capo della Grecia che ha subito un downgrade del proprio debito pubblico cominciamo a paventare scenari tutt’altro che confortanti. La Grecia in sé ha una dimensione in Europa modesta, non può preoccupare il fatto che un Paese di quella dimensione possa andare in default, questo cambia però se cominciamo a affiancare i cosiddetti PIGS, i Paesi che hanno uno scenario macroeconomico simile alla Grecia, PIGS è un acronimo che sta per Portogallo, Italia, Grecia e Spagna, che hanno subito un aumento consistente del proprio indebitamento, proprio per supportare la loro economia nell’ultimo anno.


                    Argentina
                    Molto spesso sentiamo parlare di raffronti con il passato, specie con il caso Argentina che dista 10 anni dall’attuale presente, però comincia a avere analogie con il nostro scenario e possibili conseguenze negative per il nostro Paese, che per l’Europa stessa. Il debito argentino quando andò in default aveva un rapporto con il Pil del 138%, noi ormai siamo oltre il 120%, quindi cominciamo ad avvicinarci… Oltre alla problematica legata al debito argentino, non dimentichiamo le preoccupazioni legate allo scenario argentino, non del debito, ma della sudamericanizzazione di un determinato Stato,

                    la sudamericanizzazione è un termine che concepisce un sostanziale diffuso, progressivo impoverimento della maggior parte della popolazione, con un arricchimento spaventoso di una piccolissima parte, ed è quello che lentamente a cui stiamo andando anche noi italiani, nel tempo, un sistematico aumento del ricorso all’indebitamento e dall’altra parte di un crollo vertiginoso della capacità di risparmio.
                    La domanda più importante che ci dobbiamo fare è, per certi versi ci emerge da un’analisi delle cronache finanziarie italiane come nei prossimi tre mesi verrà tamponato il deficit di circa 37 miliardi di Euro che manca all’appello, 37 miliardi di euro, una cifra abbastanza plausibile a fronte della diminuzione di fatturati industriali che si sono venuti a creare nei precedenti trimestri, fatturati industriali che a cascata hanno generato un crollo del gettito fiscale. Il gettito fiscale è incapace di coprire, in maniera consistente le spese per la gestione corrente del Paese, vi è di più, ci sono svariati analisti indipendenti che cominciano a paventare una possibilità di prelievo coatto stile 1991 con il Governo Amato in cui, se qualcuno si ricorda, venne prelevato il 6 per mille sulle giacenze bancarie a vista. Se contabilizziamo a quanto ammonta la massa di risparmio in mano agli italiani, sottoforma di attività finanziaria, arriviamo abbondantemente a un valore superiore a 2.500 miliardi di euro, andiamo a calcolare un 1%, un 2% e potremmo raggiungere i 40, 50 miliardi di euro che mancano all’appello, non sono parole mie, sono recenti esternazioni dell’attuale governo.

                    Default prossimo venturo?
                    Il Paese dal punto di vista finanziario è oppresso da 82 miliardi di euro di interessi (annui, ndr), di oneri sul debito, un debito pregresso costituito di due parti: 2/3 a medio – lungo termine, 1/3 a breve termine, se andiamo a vedere chi detiene il debito,
                    ci rendiamo conto che il 50% del debito è in mano agli italiani, banche, fondi pensioni, fondi comuni di investimento etc., e il restante 50% agli investitori esteri. Questo fa presumere come difficilmente potrebbero verificarsi per il caso italiano, fenomeni di default finanziario perché se qualcuno volesse ricalcare l’Argentina, quest’ultima aveva una dinamica tutta sua, legata a una particolare detenzione in percentuale del debito pubblico, nella fattispecie il 90% del debito argentino era in mano a investitori esteri e questo consentì quella dichiarazione di default, proprio per evitare ripercussioni all’interno del Paese.

                    La deindustrializzazione dell'Italia
                    Quello che stiamo pagando adesso, in termini di diminuzione della produttività industriale, non è altro che l'effetto collaterale di scelte industriali assolutamente scellerate, in Italia quanto la destra, quanto la sinistra, passando per il centro, hanno abbracciato la scelta della progressiva deindustrializzazione, aiutando imprenditori e grandi industriali a chiudere gli stabilimenti d’Italia e aprirli altrove, fuori frontiera, o addirittura fuori Comunità Europea, consentendo il famoso "ponte commerciale" che conosciamo tutti che crea sperequazioni economiche,
                    arricchendo i soggetti che riescono ad attuare questo tipo di trasformazioni, cosiddette industriali e chi invece le subisce. Non abbiamo avuto una forza politica per non chiamarla farsa politica, che si sia fatta portavoce della difesa di quelli che sono i reali punti di forza del nostro Paese, il Made in Italy, il turismo e i distretti industriali che rappresentano il vanto del nostro Paese ovunque in tutto il mondo. Vi è recentemente un fenomeno economico che rappresenta la capacità di altri Paesi di clonare, copiare sfruttando la consonanza vocale determinati prodotti tipici italiani, andandoli a ricreare dove non sono oggetto Doc o Dop, per esempio il formaggio Asiago fatto nello Stato del Wisconsin, oppure il Limonciello (con la i) realizzato in Cina. Se qualcuno pensa che nei prossimi anni potremo essere in grado di riprendere la competitività che caratterizzava 10 anni fa la maggior parte delle aziende italiane, sfruttando i benefici della svalutazione sul tasso di cambio, ahimè temo che siamo veramente molto distanti.
                    Nello specifico abbiamo un crollo della produttività industriale che ci porta oltre 20 anni indietro, sono posti di lavoro che non saranno mai più recuperabili, chi pensa di clonare il modello inglese puntando sui servizi o sul terziario avanzato, purtroppo non ha capito bene quello che è accaduto in Inghilterra, un Paese che ha ancora, più di 20 anni fa, scelto il modello cosiddetto tatcheriano volto alla svendita dei gangli vitali dello Stato, privatizzando all’inverosimile tutto e adesso a distanza di tempo l’Inghilterra piange quelle scelte politiche scellerate, continuano a parlarci che l’anno prossimo ci sarà una ripresa, se nel 2009 abbiamo perduto 6 punti percentuali di Pil e per il 2010 si ostenta una ripresa con un + 0,10, + 0,20% di Pil, più che una ripresa secondo me, questa è una grande presa per il culo!

                    da www.beppegrillo.it
                    "
                    Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                    • Leonida
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                      #11
                      articolo interessante
                      Originariamente Scritto da gorgone
                      è plotino la chiave universale per le vagine
                      Originariamente Scritto da gorgone
                      secondo me sono pazzi.

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                      • ma_75
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                        #12
                        Io spero nel default dell'Italia. Essere tutti con le pezze al culo è l'unico modo per far aprire gli occhi alla plebaglia
                        In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                        ma_75@bodyweb.com

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                        • Leonida
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                          #13
                          Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                          Io spero nel default dell'Italia.

                          te ti arrocchi nel gernaggentu e vai a caccia di cinghiali, parti da una posizione privilegiata. ma gli altri?
                          Originariamente Scritto da gorgone
                          è plotino la chiave universale per le vagine
                          Originariamente Scritto da gorgone
                          secondo me sono pazzi.

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                          • ma_75
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                            #14
                            Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggio

                            te ti arrocchi nel gernaggentu e vai a caccia di cinghiali, parti da una posizione privilegiata. ma gli altri?
                            Gli altri magari andranno a caccia di politici con gli stessi spiedi con cui io vado a caccia di cinghiali
                            In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                            ma_75@bodyweb.com

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                              #15
                              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                              Io spero nel default dell'Italia. Essere tutti con le pezze al culo è l'unico modo per far aprire gli occhi alla plebaglia
                              non è possibile un default dell'Italia perchè come si dice sopra il 50 % del debito Italiano è in mano agli Italiani. Mentre in Argentina il 90% del debito erano in mano ad investitori esteri.
                              "
                              Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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