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Mah.
Siamo in un paese dove un comico colpevole di truffa e omicidio diventa il simbolo dei benpensanti perché "basta con i politici di professione". Portabandiera dell'antipolitica, giura che non entrerà mai in politica e naturalmente alla prima occasione presenta liste.
Un ministro della repubblica è continuamente accusato di essere al suo posto per avere dispensato favori sessuali. Viene dato per certo, scontato e assodato, ma non c'è nessuna prova. In più non dovrebbe fare politica perché è un'ex-showgirl, grave marchio d'infamia, e non una politica di professione. Come Ronald Reagan.
Magari, prima di rimproverare gli altri di confondere livelli diversi, è il caso di guardare nel proprio orto.
Curioso come un incidente stradale diventi omicidio ed una frequentazione mafiosa trentennale scompaia nel nulla.
Comunque la Carfagna è ovviamente al suo posto per meriti propri ed è giusto che stia dove sta. D'altra parte rappresenta appieno gli elettori che l'hanno votata, ne condivide ideali, convinzioni e speranze. A ciascuno il suo.
Sì, omicidio. Lo hanno detto i giudici che lo hanno condannato e i giudici non sbagliano mai.
Originariamente Scritto da Sean
Bob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever? White Rabbit - Sometimes, just one second.
Sì, omicidio. Lo hanno detto i giudici che lo hanno condannato e i giudici non sbagliano mai.
Omicidio colposo, per onestà intellettuale. Una cosa che può capitare a chiunque. Mettersi in casa un mafioso, invece, capita solo a chi ha contatti con la mafia.
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
di grillo non me ne frega un *****, ma le parole sono importanti, sebbene non sia una fatalità l' omicidio colposo è distante un abisso dall' omicidio in senso stretto, per il quale , detto senza specificazione, si intende omicidio volontario. A furia di leggere feltri che scrive " grillo omicida , boffo ricchione, silvio martire" certe distinzioni non si è più abituati a farle.
di grillo non me ne frega un *****, ma le parole sono importanti, sebbene non sia una fatalità l' omicidio colposo è distante un abisso dall' omicidio in senso stretto, per il quale , detto senza specificazione, si intende omicidio volontario. A furia di leggere feltri che scrive " grillo omicida , boffo ricchione, silvio martire" certe distinzioni non si è più abituati a farle.
Su Silvio comunque c'è da dire questo. Deve andar bene a chi l'ha votato. Se a loro va bene che si sia tenuto in casa Mangano e lo consideri un eroe, bene. Se a loro va bene che consideri i magistrati dei malati mentali, bene. Se a loro va bene che sulla sedia che fu di Gentile sieda la Gelmini, bene. A ciascuno i suoi miti di riferimento.
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
Ecco, per esempio quando leggi questa intercettazione: "Sono Guido, buongiorno...Sono atterrato in questo istante dagli Stati Uniti, se oggi pomeriggio, se Francesca potesse...Io verrei volentieri, una ripassatina". Ecco, proprio quando leggi queste parole: come mai non ti viene mai in mente che si riferiscano a una "massaggiatrice di mezza età", come ha provato a spiegarci con la sua proverbiale genialità inventiva Silvio Berlusconi? Perché resti perplesso quando Bertolaso ti racconta di "una grande professionista che mi aiutava a risolvere quell’enorme stress dal lavoro che facevo?".
Perché persino il nome dell’imprenditore che fa da intermediario – Anemone – assume una sonorità da teatro plautino, una suggestione da tragedia greca, da maschera grottesca? Poi di contorno arrivano altre figure mitologiche: le brasiliane, le vergini rallegratrici, persino qualche mediatrice che riaffiora dall’immaginario arcaico del Cacao meravigliao.
Se quello che i magistrati ipotizzano fosse vero, se le risate sciacallesche sulle macerie e sui cadaveri non sono un incubo, la domanda che ritorna, ancora una volta è: perché il potere ha questo frenetico bisogno di infilarsi dentro il letto del sesso mercenario?
C’è qualcosa che si ripete sempre uguale, da qualche anno a questa parte: donne pagate, donne offerte, donne (ma se serve anche trans e uomini) usate come benefit, come antistress, come carne da macello.
Inchiesta di Vallettopoli, anno di grazia 2006. Un certo Giuseppe chiama il portavoce del ministro degli Esteri: "Ti mando Stella: piccola ma carina. Compatta. Come una Smart. 22 anni. È roba fresca”. Altra telefonata. Il direttore delle risorse umane della Rai, Giuseppe Sangiovanni parla di Maria Monsè: "Una bella porcella".
E poi la trans Natalie che racconta gli incontri di Piero Marrazzo con Brenda: "Era una cosa a tre, io non andai".
Estate 2009, il sistema Tarantini. Dalle indagini risulta che una escort Terrì De Nicolò, è pagata per prostituirsi con gli amici di "Gianpi". Sia con il vicepresidente della regione Puglia Sandro Frisullo (di centrosinistra) sia a Palazzo Grazioli. A Frisullo la casa la offre – gentilmente – un collaboratore: un territorio amico. Negli altri casi ecco i centri benessere, che diventano subito le nuove oasi ristoratrici della contemporaneità.
È un cerchio strano che si chiude ogni volta. Il tarantinismo, ben prima di Patrizia D’Addario (leggersi il suo Gradisca, presidente per credere) restituisce una nuova vita alla figura del procacciatore, e all'idea della preda sessuale che viene consegnata al sovrano già doma. Allora la prima domanda che ti fai è: perché i potenti ci dovrebbero stare? Quale bisogno soddisfano, e quale debolezza scandagliano le arti dei procacciatori? Molti ripetono l’argomentazione difensiva prediletta: "Ma come! Sono uomini così belli e desiderati, che bisogno hanno di una prostituta?".
E invece un bisogno c’è. Hai sempre fretta, sei terribilmente stressato, hai pochi tempi morti nell’agenda del palmare. Devi riempirli appena si liberano. Non devi lasciare tracce. Non devi avere implicazioni sentimentali, strascichi. Non devi accendere una relazione con una figura autonoma, che confligge con la famiglia di riferimento, che spesso – anche in contemporanea – deve essere impegnata nella rappresentazione della drammaturgia istituzionale.
Escort è una parola più comoda, asciugata al senso etimologico: la scorta, l’estrema protezione del segreto, la corroborazione curativa del corpo. Non più il corpo del politico, il sottosegretario, il presidente. Ma il capo, il sovrano che deve ristorarsi.
Se è così, però, il capo-semidio, non può sporcarsi le mani con il denaro. Non può distruggere il sogno mettendo mano al portafoglio. Il ruffiano che paga, diventa essenziale perché cancella la traccia e il senso di colpa.
Perché ricostruisce l’illusione del dono sessuale-votivo offerto al principe in virtù del suo carisma. La Protezione virile si sostituisce a quella civile. Meno male che ci sono le intercettazioni: ancora per un po’ Anemone resta un cognome, e non un mito.
Da il Fatto Quotidiano del 12 febbraio
"
Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
Più intercettazioni escono, più si capisce perché le vogliono abolire. Non c’è niente di meglio che ascoltare la nostra classe dirigente, anzi digerente, e i nostri imprenditori, anzi prenditori, per capire da chi siamo governati. Eppure, grazie alle inchieste di Espresso, Repubblica, Annozero, Report e Il Fatto, chi fossero Bertolaso e la sua band si poteva intuirlo.
Solo un’informazione serva e salivare poteva scambiare questo bluff semovente, travestito da calciatore della Nazionale, per “un servitore dello Stato nel mirino dei giudici” (Vespa, Pompa a Pompa), “il virgilio delle catastrofi, la straordinaria normalità, jeans&polo, voce piana e forte appeal, l’uomo che piace a tutti tranne che ai magistrati che provano a inzaccherargli la divisa” (Mario Giordano, Libero anzi Occupato), “un efficace organizzatore” (Sergio Romano, Pompiere della Sera), “un tecnico capace ed efficiente” (Littorio Feltri, il Geniale), “l’homus berlusconianus (sic), quello del ‘basta con le chiacchiere’, della politica del fare, dei metodi spicci, lo zar di tutte le emergenze” (Peppino Caldarola, Il Riformatorio), “un uomo che fa del bene e quindi viene perseguitato” (il Banana).
Ora, grazie alle intercettazioni, anche i non vedenti e i non scriventi sanno chi è e di chi si circonda: un cenacolo di stilnovisti che, molto fisionomisti, si autodefinivano “cricca di banditi”, “immersi in un liquido gelatinoso ai limiti dello scandalo”, “combriccola”, “gente che ruba tutto il rubabile”, “bulldozer”, tipi “da carcerare”. Infatti sono stati accontentati. Siccome anche la toponomastica ha un peso, l’appaltatore-elemosiniere di Bertolaso, Diego Anemone, risiede in via Regalìa: più che un indirizzo, una vocazione. Infatti, per rastrellare contanti per gli incontri con San Guido, si rivolgeva a un prete, don Evaldo, per gli amici “don Evà”. Ma le mazzette erano soprattutto in natura, ultima evoluzione di Tangentopoli: fuoriserie e aerei a sbafo, ristrutturazioni e divani gratis, escort e massaggi tutto compreso, assunzioni di figli e domestici. Ecco, la famiglia prima di tutto: Angelo Balducci, uno dei BertoBoys, tenta di piazzare il figlio: “Compie 30 anni e io mi chiedo come padre: che ho fatto per lui? Un *****”.
Un genitore esemplare. La regola è non pagare mai il conto: quando Anemonein versione marina organizza soggiorni all’Argentario per Carlo Malinconico, segretario generale di Palazzo Chigi e poi presidente degli Editori di giornali, precisa: “Mi raccomando, non è che si distraggono e gli fanno il conto!”. Non sia mai. In altre telefonate sembra di riascoltare i furbetti del quartierino. Fazio: “Ho messo la firma”. Fiorani: “Tonino, sono commosso, io ti ringrazio... ho la pelle d’oca... ti darei un bacio sulla fronte ma non posso farlo... prenderei l’aereo e verrei da te, se potessi”. Ora un altro dei BertoBoys, Fabio De Santis, meravigliosamente definito dalla burocratjia della Protezione civile “soggetto attuatore”, dice ad Anemone: “Dammi un bacio sulla fronte”. Anemone va un po’ più in giù: “Dove vuoi, pure sul culo se mi dai una buona notizia”. Altri ingredienti ricordano i sistemi di Bancopoli, Calciopoli e Parmalat, col controllo sulle sole variabili impazzite rimaste: non il Pd, figuriamoci, ma i pochi giornalisti e magistrati che ancora fanno il proprio mestiere. Il giornalista spione riferisce quel che sta per scrivere Fabrizio Gatti sull’Espresso, mentre – secondo l’accusa – il procuratore aggiunto di Roma Achille Toro spiffera notizie agl’indagati (l’avevano già pizzicato nel caso Unipol, infatti coordinava le indagini sui grandi eventi). Completano il quadro le “ripassate” di Bertolaido a Francesca e a un’altra signorina (“una fisioterapista di mezza età”, garantisce il premier, sempre informatissimo), ma a scopo di “terapia” per “riprendermi un pochettino”. E aggiungono un tocco di berlusconianitudine al tutto (il listino del Beauty Salaria include il “trattamento fango”, 65 euro tutto compreso). Ce n’è abbastanza per l’immediata nomina di San Guido a ministro, con legittimo impedimento incorporato: un Bertolodo.
da Il Fatto Quotidiano del 12 febbraio 2010
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Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
di grillo non me ne frega un *****, ma le parole sono importanti, sebbene non sia una fatalità l' omicidio colposo è distante un abisso dall' omicidio in senso stretto, per il quale , detto senza specificazione, si intende omicidio volontario.
Considerati gli interlocutori, mi aspetto che sappiate qual'è il reato per cui è stato condannato Grillo.
Originariamente Scritto da Sean
Bob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever? White Rabbit - Sometimes, just one second.
bob è già stato detto in questo 3d, ma non so che attinenza ha col resto
Sì, l'ho detto io infatti. Rispondevo a Leonida e Mauro che mettono in dubbio la mia buona fede.
Originariamente Scritto da Sean
Bob è pure un fervente cattolico.
E' solo in virtù di questo suo essere del Cristo che gli perdono quei suoi certi amori per le polveri, il rock, la psicologia, la pornografia e pure per Sion.
Alice - How long is forever? White Rabbit - Sometimes, just one second.
«Appalti e costi gonfiati anche del 50 per cento» - Corriere della Sera
ROMA — Costi aumentati anche del 50 per cento rispetto al progetto originario. Preventivi gonfiati con l’avallo degli alti funzionari per drenare soldi dalle casse dello Stato e spartirsi la torta dei lavori pubblici. C’è anche questo nelle carte dell’inchiesta di Firenze che ha travolto la Protezione civile guidata da Guido Bertolaso. Un sistema di scambio che ha come perno Diego Anemone, l’imprenditore di 39 anni finito in carcere proprio perché accusato di aver distribuito soldi e favori a chi ha agevolato la sua irresistibile ascesa affidandogli lavori per milioni di euro.
Sul link ci sono le intercettazioni, roba da mettere davvero le mani nei capelli.
Nel frattempo Bertolaso ha dichiarato a skytg24 di "essersi forse fidato troppo".
Le cose sono due: o è incompetente (e dopo anni e anni di protezione civile, avrei dei dubbi), o è in malafede. Non ci si può far truffare da quattro imprenditori-faccendieri, per la gestione di una situazione così importante, quando sei la Protezione Civile. E' inammissibile.
Presidente siamo con Te,
meno male che Silvio muore.
Sì, l'ho detto io infatti. Rispondevo a Leonida e Mauro che mettono in dubbio la mia buona fede.
Io so la versione ampiamente diffusa sulla stampa e riportata dallo stesso Grillo
Ho avuto un incidente di macchina nel 1980, guidavo io, mi sono salvato per miracolo, ma sono morte tre persone che erano con me e sono stato condannato per omicidio colposo a un anno e tre mesi.
Non so se tu sappia qualcosa di diverso; se invece la versione è la stessa rimane una tragedia che può capitare a chiunque, a me per primo e per la quale provo profonda pena. Paragonarla a reati commessi in piena coscienza, per interesse economico o politico, mi pare voler sommare mele e pere
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