detto in parole - spero -semplici, il diritto penale ha due esigenze: una di repressione del reato, da cui scaturiscono le massime garanzie per l'imputato...ma un'altra anche di prevenzione del reato, da cui nasce una dilatazione delle condotte vietate, e in qualche modo il diritto penale ha l'esigenza, davanti all'aggressione di un bene tutelato, di cercare, trovare e punire un responsabile.
ma questo e' intrinseco in OGNI diritto penale. poi ogni legislatore e' libero di trovare un diverso punto di equilibro tra queste due esigenze.
quindi, di fronte all'evento-morte, il diritto penale ha una naturale tendenza a rendere responsabile il benzinaio che gli ha venduto la benzina...la madre del benzinaio che lo ha partorito...i proavi che hanno partorito la madre...la nascita della societa' civile...
Pero' ad un certo punto interviene il legislatore, che blocca questo reflusso all'infinito e dice che ciascun e' responsabile per un fatto proprio. e un fatto e' proprio se tra la morte di Tizio e l'agire di Caio, esiste un nesso di causalita'. e per dire se esiste il nesso di causalita', bisogna vedere se la morte di Tizio si sarebbe prodotta anche senza la condotta di Caio: se abbiamo risposta negativa, la condotta di caio e' condizione necessaria per la morte di Tizio, e' causa della morte di Tizio.
Pero' su questo ragionamento si rischia ancora di ripercorrere la storia all'infinito. occorre allora che, nella ricostruzione della catena di fattori che porta alla morte di tizio, ciascun fattore sia legato al fattore che lo precede, da una legge scientifica.
Esiste cioe' una catena di fattori che origina dalla condotta di Caio (che inietta del topicida nel braccio di Tizio) e porta alla morte di Tizio? ma per evitare, di nuovo, un reflusso all'infinito, il criterio di individuazione di questa catena causale si deve poggiare sull'esistenza di una legge scientifica.
La morte (arresto dell'attivita' celebrale ) e' spiegata dall'arresto cardio-circolatorio, che e' spiegato dal non funzionamento delle cellule nervose che stimolano la respirazione, che e' spiegato dal veleno che era entrato in circolo nel sangue...perche' era stato introdotto dalla siringa...perche' Caio aveva premuto lo stantuffo della siringa....e tra tutti questi punti, ci deve essere una legge scientifica che li collega. Ecco trovata una prima condotta, che e' fatto proprio, umano, di Caio. Ecco che l'agire di Caio spiega scientificamente la morte di Tizio, Esiste una catena di fatti reali, concreti
Ma come detto, il diritto penale tende a trovare altri responsabili. allora magari si scopre che Caio era sotto ipnosi, che era stata provocata da Sempronio, acerrimo nemico di Tizio...e allora si ripetera' la storia.
Ma non e' ancora tutto. il diritto penale va a cercare anche chi avrebbe dovuto tenere un certo comportamento, che invece non ha tenuto, se c'e' dunque un omissione. qui la faccenda si complica perche' la catena causale non e' piu' "reale", ma solo "ipotetica". L'individuazione del nesso causale non puo' poggiarsi sulla stessa formula (verificare se l'evento si sarebbe prodotto in assenza della condotta) perche' qui la condotta, nella realta', non esiste. Esiste una "condotta che avrebbe dovuto tenere", che e' un artefatto giuridico, qualcosa che nella realta' non esiste. Ci si chiede se il comportamento che doveva essere posto in essere ( ma non lo e' stato) avrebbe impedito la morte di Tizio.
(Nel caso del benzinaio, parrebbe non esistere tutto cio': il benzinaio non ha contravvenuto ad obblighi di alcun genere, vendendo la benzina all'operaio suicida)
Viene fuori allora che mentre Caio iniettava il veleno e Tizio sveniva, passava di li Mevio, noto dottore tossicologo, che vede tizio stramazzare, ma non interviene (pur avendo un obbligo giuridico specifico di intervenire) perche' senno' catabolizza.
occorre chiedersi se Mevio avesse fatto il suo dovere, Tizio si sarebbe salvato. in caso di risposta affermativa, l'omissione di mevio prende parte nella catena causale (solo ipotetica) che conduce al decesso di Tizio, e anche lui e' responsabile
tratto da:
Ray of Light - "Compendio di diritto penale per bodiwebbiani"- Musclenutrition editore, 2010
ma questo e' intrinseco in OGNI diritto penale. poi ogni legislatore e' libero di trovare un diverso punto di equilibro tra queste due esigenze.
quindi, di fronte all'evento-morte, il diritto penale ha una naturale tendenza a rendere responsabile il benzinaio che gli ha venduto la benzina...la madre del benzinaio che lo ha partorito...i proavi che hanno partorito la madre...la nascita della societa' civile...
Pero' ad un certo punto interviene il legislatore, che blocca questo reflusso all'infinito e dice che ciascun e' responsabile per un fatto proprio. e un fatto e' proprio se tra la morte di Tizio e l'agire di Caio, esiste un nesso di causalita'. e per dire se esiste il nesso di causalita', bisogna vedere se la morte di Tizio si sarebbe prodotta anche senza la condotta di Caio: se abbiamo risposta negativa, la condotta di caio e' condizione necessaria per la morte di Tizio, e' causa della morte di Tizio.
Pero' su questo ragionamento si rischia ancora di ripercorrere la storia all'infinito. occorre allora che, nella ricostruzione della catena di fattori che porta alla morte di tizio, ciascun fattore sia legato al fattore che lo precede, da una legge scientifica.
Esiste cioe' una catena di fattori che origina dalla condotta di Caio (che inietta del topicida nel braccio di Tizio) e porta alla morte di Tizio? ma per evitare, di nuovo, un reflusso all'infinito, il criterio di individuazione di questa catena causale si deve poggiare sull'esistenza di una legge scientifica.
La morte (arresto dell'attivita' celebrale ) e' spiegata dall'arresto cardio-circolatorio, che e' spiegato dal non funzionamento delle cellule nervose che stimolano la respirazione, che e' spiegato dal veleno che era entrato in circolo nel sangue...perche' era stato introdotto dalla siringa...perche' Caio aveva premuto lo stantuffo della siringa....e tra tutti questi punti, ci deve essere una legge scientifica che li collega. Ecco trovata una prima condotta, che e' fatto proprio, umano, di Caio. Ecco che l'agire di Caio spiega scientificamente la morte di Tizio, Esiste una catena di fatti reali, concreti
Ma come detto, il diritto penale tende a trovare altri responsabili. allora magari si scopre che Caio era sotto ipnosi, che era stata provocata da Sempronio, acerrimo nemico di Tizio...e allora si ripetera' la storia.
Ma non e' ancora tutto. il diritto penale va a cercare anche chi avrebbe dovuto tenere un certo comportamento, che invece non ha tenuto, se c'e' dunque un omissione. qui la faccenda si complica perche' la catena causale non e' piu' "reale", ma solo "ipotetica". L'individuazione del nesso causale non puo' poggiarsi sulla stessa formula (verificare se l'evento si sarebbe prodotto in assenza della condotta) perche' qui la condotta, nella realta', non esiste. Esiste una "condotta che avrebbe dovuto tenere", che e' un artefatto giuridico, qualcosa che nella realta' non esiste. Ci si chiede se il comportamento che doveva essere posto in essere ( ma non lo e' stato) avrebbe impedito la morte di Tizio.
(Nel caso del benzinaio, parrebbe non esistere tutto cio': il benzinaio non ha contravvenuto ad obblighi di alcun genere, vendendo la benzina all'operaio suicida)
Viene fuori allora che mentre Caio iniettava il veleno e Tizio sveniva, passava di li Mevio, noto dottore tossicologo, che vede tizio stramazzare, ma non interviene (pur avendo un obbligo giuridico specifico di intervenire) perche' senno' catabolizza.
occorre chiedersi se Mevio avesse fatto il suo dovere, Tizio si sarebbe salvato. in caso di risposta affermativa, l'omissione di mevio prende parte nella catena causale (solo ipotetica) che conduce al decesso di Tizio, e anche lui e' responsabile
tratto da:
Ray of Light - "Compendio di diritto penale per bodiwebbiani"- Musclenutrition editore, 2010
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