Era il 20 Febbraio 2002 alle 20:02 si sono aperte tutte le porte dimensionali per un minuto. E' stato un evento strano. Ero davanti allo specchio dell'ascensore di sinistra, un bagliore ed ecco aperto il passaggio dimensionale! Ho potuto per la prima volta incontrare il mio anti-io, l'io di antimateria che vive in un'altra dimensione e che solitamente incontro in sogno. Nel sogno si presentava sempre nascosto o occultato: sapevo che c'era ma non lo vedevo. Lo immaginavo più magro, invece era abbastanza robusto, ben vestito e più alto di me. La cosa mi ha
dato un po' fastidio all'inizio, nell'ideale egocentrismo che mi pervade.
Poi, riflettendoci, era il mio anti-io, quindi normale che fosse il mio
opposto. Scoprii che si chiamava Filippo, a conferma della mia inversione (Filippo come nome non m'è mai piaciuto). Avevamo un minuto di tempo che nella nostra dimensione e nella sua scorre alla stessa velocità. Già trenta secondi erano andati via tra lo stupore e la titubanza di rivolgerci la parola se non per scambiarci il nome. La stretta di mano non potevamo darcela, data l'alta probabilità di annichilazione tra materia e antimateria e devo dire che ci tengo alla mia mano destra.
Ognuno cercava di dire qualcosa e ci interrompevamo: "prego parla tu" - "no dimmi dimmi... ti ascolto". Gli dissi: "Sei strano" e Filippo rispose: "Anche tu: sembri un finlandese", che da noi corrisponde a dire: "sembri un albanese".
Sulle prime mi sentii spaesato, poi riflettendoci, capii che nel suo linguaggio aveva tentato di insultarmi e gli dissi: "Vuoi un passaggio con il prossimo scafo?". Filippo mi guardò e mi disse: "vaffanculo!". Fece appena in tempo:
la porte dimensionale che si era aperta si richiuse e ciascuno di noi tornò nella propria dimensione. Il suo "vaffanculo" m'è rimasto sullo stomaco.
Adesso vado, se lo ribecco in sogno gli faccio vedere i sorci
marroni (nella sua dimensione i sorci sono normalmente verdi).
dato un po' fastidio all'inizio, nell'ideale egocentrismo che mi pervade.
Poi, riflettendoci, era il mio anti-io, quindi normale che fosse il mio
opposto. Scoprii che si chiamava Filippo, a conferma della mia inversione (Filippo come nome non m'è mai piaciuto). Avevamo un minuto di tempo che nella nostra dimensione e nella sua scorre alla stessa velocità. Già trenta secondi erano andati via tra lo stupore e la titubanza di rivolgerci la parola se non per scambiarci il nome. La stretta di mano non potevamo darcela, data l'alta probabilità di annichilazione tra materia e antimateria e devo dire che ci tengo alla mia mano destra.
Ognuno cercava di dire qualcosa e ci interrompevamo: "prego parla tu" - "no dimmi dimmi... ti ascolto". Gli dissi: "Sei strano" e Filippo rispose: "Anche tu: sembri un finlandese", che da noi corrisponde a dire: "sembri un albanese".
Sulle prime mi sentii spaesato, poi riflettendoci, capii che nel suo linguaggio aveva tentato di insultarmi e gli dissi: "Vuoi un passaggio con il prossimo scafo?". Filippo mi guardò e mi disse: "vaffanculo!". Fece appena in tempo:
la porte dimensionale che si era aperta si richiuse e ciascuno di noi tornò nella propria dimensione. Il suo "vaffanculo" m'è rimasto sullo stomaco.
Adesso vado, se lo ribecco in sogno gli faccio vedere i sorci
marroni (nella sua dimensione i sorci sono normalmente verdi).
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