E' molto controversa la storia di questo Papa, innazitutto nei primi giorni di papato cercò di apportare delle innovazioni e per questo fu mal visto.
Fu lui ad eliminare il plurale majestatis, fu lui a sostenere che il Papa non è infallibile, fu lui ad ammettere che anche il Papa può avere paura.
Inoltre si rifiutò di firmare alcune carte relative ad un giro di danaro.
In questo caso c'è l'ipotesi che si trattasse di riciclaggio di soldi proventinti dalla mafia, cosa che poi riprese dopo la sua morte con Giovanni PAolo II e che anzi si intensificò.
Alle 21.30 del 28 settembre 1978 il Papa fu trovato morto. Poco prima si era molto addolorato per la morte di una ragazzo di 20 anni che fuori l'università fu ucciso con 4 colpi di pistola a Roma da alcuni teppisti fascisti perchè stava attaccando dei manifesti di snistra sui muri dell'università.
Ecco le ipotesi:
-La prima è quella di mocidio, questo perchè fu negato il permesso da parte del Vaticano allo stato italiano di fare un'autopsia perchè nel rapporto vaticano viene nascosto che la prima persona a vederlo cadevere era stata la sua fedele suora che lo curava Vincenza Taffarel e non si spiega perchè furono strappate pagine del suo diario.
Gli errori, le incongruenze, le omissioni della versione ufficiale, la mancata autopsia, e soprattutto il clima dell'Italia dell'epoca, immersa nei difficili anni di piombo, favorirono l'emergere, dopo alcuni mesi, di varie versioni alternative a quella ufficiale, alcune delle quali complottiste e cospirazioniste. Versioni che chiamano in causa in particolar modo la massoneria, la mafia, i servizi segreti.
La più celebre tesi alternativa alla versione ufficiale riguarda un presunto complotto a sfondo politico terminato con un omicidio.
Questo sarebbe stato commissionato in quanto Luciani, sostenitore di un'idea di "banca etica" fin dai tempi del suo episcopato vittoriese, pochi giorni prima di morire avrebbe convocato i principali responsabili delle finanze vaticane per verificare come venivano gestiti gli introiti curiali, ma senza fare in tempo ad approfondire l'argomento.
Il papa infatti fin dai primi giorni di pontificato aveva espresso la necessità di un ritorno ad una povertà evangelica per la Chiesa, affermando di voler procedere ad una profonda revisione della presenza del Vaticano nei mercati finanziari mondiali, gestione in quegli anni affidata all'arcivescovo statunitense Paul Marcinkus[5], a capo dello I.O.R., e di voler devolvere ai paesi poveri l'1% degli introiti del clero[6]. Secondo papa Luciani, infatti, «Lo IOR deve essere integralmente riformato. La Chiesa non deve avere potere, né possedere ricchezze. Il mondo deve sapere le finalità dello IOR, come vengono raccolti i denari e come vengono spesi. Si deve arrivare alla trasparenza ...»[7].
Particolarmente sgradite, inoltre, erano le idee innovative e riformiste espresse da papa Giovanni Paolo I, in particolare quelle attinenti la riforma della Curia[7], della nomina cardinalizia di alcuni vescovi dell'Africa, dell'Asia e delle Americhe[7], sul ruolo della donna[7] e sul tema della contraccezione, sulla quale aveva espresso timide aperture nella commissione sul controllo delle nascite al Concilio Vaticano II parlando di "maternità responsabile" (in parziale disaccordo con l'Humanae Vitae di Paolo VI)[8], nonché a seguito di un convegno delle Nazioni Unite sulla sovrappopolazione mondiale[6].
il giornalista investigativo britannico David Yallop pubblicò il best-seller In nome di Dio, dove esponeva la tesi secondo la quale la morte sarebbe da attribuirsi ad avvelenamento, probabilmente ad azione cardiaca (del tipo della Digitale), e il delitto sarebbe riconducibile ad ambienti massonici deviati, legati alla P2 di Licio Gelli.
L'elezione di Luciani avrebbe scontentato parecchi esponenti della gerarchia e degli ambienti vaticani[9]. Tra questi, monsignor Marcinkus, che fino all'ultimo istante sperò nell'elezione di un altro candidato, Giuseppe Siri, esponente dell'ala tradizionalista e delfino di Pio XII.
L'arcivescovo statunitense, figura di spicco nel panorama della finanza vaticana, protagonista delle relazioni dell'Istituto per le Opere di Religione (IOR, la Banca Vaticana) con le grandi banche straniere per l'accrescimento dei capitali gestiti dall'Istituto, intuì immediatamente il potenziale pericolo rappresentato (a lui è stata attribuita la frase "Questo Papa non è come quello di prima, vedrete che le cose cambieranno"[10]) dall'elezione di Luciani che, sin dai suoi primi discorsi, aveva appunto lasciato chiaramente trasparire l'intenzione di ricondurre la chiesa cattolica agli ideali di carità cristiana del primo cristianesimo, rifiutando l'ingerenza della Chiesa negli affari economici internazionali e respingendo ogni gestione speculativa dei suoi beni, alla stregua di una banca qualunque, nonché di contrastare fermamente l'appartenenza di ecclesiastici alla massoneria. Di personaggi come Roberto Calvi e Michele Sindona, Luciani aveva approfondito la conoscenza disponendo apposite indagini; subito dopo la sua elezione, il periodico O.P. Osservatore Politico (secondo molti "strumento di comunicazione" dei servizi segreti italiani per veicolare messaggi all’ambiente politico[senza fonte]) pubblicò un ampio servizio riportando un elenco di 131 ecclesiastici iscritti alla massoneria, in buona parte componenti l'entourage papale, fra cui Jean-Marie Villot (Cardinale Segretario di Stato), Agostino Casaroli (capo del ministero degli Affari Esteri del Vaticano), Pasquale Macchi (segretario di Paolo VI), monsignor Donato de Bonis (alto esponente dello I.O.R.), Ugo Poletti (vicario generale di Roma), don Virgilio Levi (vicedirettore de «L'Osservatore Romano») e Roberto Tucci (direttore di Radio Vaticana)[11]. Direttore di O.P. era Mino Pecorelli, ucciso in circostanze misteriose un anno dopo l'elezione di Luciani e la cui morte viene ricondotta al caso Moro.
Yallop nel libro evidenziò le già citate incongruenze tra la versione ufficiale del Vaticano e le dichiarazioni dei testimoni oculari:
L'inchiesta di Yallop evidenziò, inoltre, numerose incongruenze e circostanze poco chiare, come la scomparsa di tutti gli oggetti personali dalla camera del Papa (occhiali, pantofole, appunti, il flacone di Effortil, un farmaco per l'ipotensione): la prima autorità a poter entrare nella stanza del defunto fu il Segretario di Stato, Jean-Marie Villot (figurante nella lista dei cardinali-massoni pubblicata da O.P.[11]), accompagnato da suor Vincenza Taffarel, indicata quale autrice materiale delle sottrazioni.
Sulla scrivania di Luciani venne ritrovata una copia del settimanale «Il Mondo» aperta su un articolo titolato «Santità...è giusto?», un documento-inchiesta circa la dubbia moralità dei fini perseguiti dalla Banca Vaticana.
Secondo Yallop, Luciani fu assassinato per volontà di Licio Gelli, con il supporto diretto o indiretto di:
-Un'altra tesi di omicidio è nel memoriale del pentito di Cosa Nostra Vincenzo Calcara sulle rivelazioni fatte a Paolo Borsellino, rese pubbliche a inizio 2008, Calcara racconta di essere venuto a conoscenza di una congiura di quattro cardinali (Jean-Marie Villot, Pasquale Macchi, Giovanni Benelli ed un certo Gianvio[14]), tutti membri, come Marcinkus, dell'Ordine del Santo Sepolcro[15] e in diretto contatto con Antonio Albano (notaio personale di Giulio Andreotti, del boss Luciano Liggio e di Frank Coppola[16] e «fiore all'occhiello» di Cosa Nostra) che, usando Marcinkus, uccisero il papa «con una gran quantità di gocce di calmante», «con l'aiuto del suo medico personale»[17].
Alla base del gesto, sarebbe stata l'insofferenza di Papa Luciani verso «l'idea che cardinali e vescovi amministrassero tramite lo I.O.R. enormi ricchezze. La prima cosa che aveva già deciso di fare sarebbe stata quella di rimuovere alcuni cardinali che gestivano, usavano e manipolavano il vescovo Marcinkus sfruttando non solo la sua posizione all'interno dello I.O.R., ma anche e soprattutto i contatti e le potenti amicizie internazionali che il monsignore aveva»[17].
L'idea "rivoluzionaria" di Luciani era di «distribuire il 90% delle ricchezze in diverse parti del mondo, costruendo case, scuole, ospedali etc., dopodiché il 10% dei restanti beni sarebbe stato affidato, per i bisogni della Chiesa, allo Stato italiano»[17], progetto inaccettabile per i vertici delle finanze vaticane.
Inoltre Il 5 settembre 1978, durante l'udienza privata concessa dal Papa al vescovo metropolita russo di Leningrado Nikodim, questi si accasciò in terra e spirò improvvisamente. Si ipotizzò che la morte di Nikodim, che si vociferava fosse al servizio del KGB, fosse avvenuta a causa dell'incauta ingestione di un caffè alterato, destinato a Papa Luciani.
-La seconda aipotesi è quella del cardinale Giuseppe Siri che faceva notare che il Papa era una persona così sensibile da stare male perchè i cardinali della congrezazione erano persone che non piacevano al Papa e che lui gli confessò di stare male per questo motivo e che la notizi della morte di quel giovane ad opera di terroristi fu il colpo di grazie per il suo cuore così sensibile.
La Chiesa Cattolica ha sempre respinto con forza ogni ipotesi dell'omicidio e la sua posizione viene sposata, seppure in maniera velata, anche dalla criticata fiction sul Papa prodotta da RaiUno nel 2006: la battuta «La stampa inglese non va mai per il sottile quando è in ballo la Chiesa Cattolica», pronunciata dal protagonista Neri Marcorè-Albino Luciani nel corso dello sceneggiato, bene si sposa con la posizione della Chiesa nei riguardi di chi ha sostenuto ogni ipotesi di complotto.
Anche in ambienti laici, l'opera del giornalista inglese è stata bollata come poco attendibile,[senza fonte] per il suo taglio più al limite del romanzo che dell'inchiesta giornalistica, per l'immagine distorta che mostra della personalità del pontefice e per alcune incongruenze fra le affermazioni in esso contenute e la realtà dei fatti[19].
Per le numerose persone vicine a Luciani, primo tra tutti il fratello Edoardo, ogni ipotesi di complotto è da liquidare come "sciocca e infondata".[senza fonte]
A tal proposito, è da ricordare che, per esempio, Papa Luciani respinse le dimissioni di Marcinkus, uno dei presunti cospiratori, nonostante l'operato di gestione delle finanze vaticane operata dal monsignore americano fosse ben lontano dall'idea di banca etica del pontefice bellunese.
Fu lui ad eliminare il plurale majestatis, fu lui a sostenere che il Papa non è infallibile, fu lui ad ammettere che anche il Papa può avere paura.
Inoltre si rifiutò di firmare alcune carte relative ad un giro di danaro.
In questo caso c'è l'ipotesi che si trattasse di riciclaggio di soldi proventinti dalla mafia, cosa che poi riprese dopo la sua morte con Giovanni PAolo II e che anzi si intensificò.
Alle 21.30 del 28 settembre 1978 il Papa fu trovato morto. Poco prima si era molto addolorato per la morte di una ragazzo di 20 anni che fuori l'università fu ucciso con 4 colpi di pistola a Roma da alcuni teppisti fascisti perchè stava attaccando dei manifesti di snistra sui muri dell'università.
Ecco le ipotesi:
-La prima è quella di mocidio, questo perchè fu negato il permesso da parte del Vaticano allo stato italiano di fare un'autopsia perchè nel rapporto vaticano viene nascosto che la prima persona a vederlo cadevere era stata la sua fedele suora che lo curava Vincenza Taffarel e non si spiega perchè furono strappate pagine del suo diario.
Gli errori, le incongruenze, le omissioni della versione ufficiale, la mancata autopsia, e soprattutto il clima dell'Italia dell'epoca, immersa nei difficili anni di piombo, favorirono l'emergere, dopo alcuni mesi, di varie versioni alternative a quella ufficiale, alcune delle quali complottiste e cospirazioniste. Versioni che chiamano in causa in particolar modo la massoneria, la mafia, i servizi segreti.
La più celebre tesi alternativa alla versione ufficiale riguarda un presunto complotto a sfondo politico terminato con un omicidio.
Questo sarebbe stato commissionato in quanto Luciani, sostenitore di un'idea di "banca etica" fin dai tempi del suo episcopato vittoriese, pochi giorni prima di morire avrebbe convocato i principali responsabili delle finanze vaticane per verificare come venivano gestiti gli introiti curiali, ma senza fare in tempo ad approfondire l'argomento.
Il papa infatti fin dai primi giorni di pontificato aveva espresso la necessità di un ritorno ad una povertà evangelica per la Chiesa, affermando di voler procedere ad una profonda revisione della presenza del Vaticano nei mercati finanziari mondiali, gestione in quegli anni affidata all'arcivescovo statunitense Paul Marcinkus[5], a capo dello I.O.R., e di voler devolvere ai paesi poveri l'1% degli introiti del clero[6]. Secondo papa Luciani, infatti, «Lo IOR deve essere integralmente riformato. La Chiesa non deve avere potere, né possedere ricchezze. Il mondo deve sapere le finalità dello IOR, come vengono raccolti i denari e come vengono spesi. Si deve arrivare alla trasparenza ...»[7].
Particolarmente sgradite, inoltre, erano le idee innovative e riformiste espresse da papa Giovanni Paolo I, in particolare quelle attinenti la riforma della Curia[7], della nomina cardinalizia di alcuni vescovi dell'Africa, dell'Asia e delle Americhe[7], sul ruolo della donna[7] e sul tema della contraccezione, sulla quale aveva espresso timide aperture nella commissione sul controllo delle nascite al Concilio Vaticano II parlando di "maternità responsabile" (in parziale disaccordo con l'Humanae Vitae di Paolo VI)[8], nonché a seguito di un convegno delle Nazioni Unite sulla sovrappopolazione mondiale[6].
il giornalista investigativo britannico David Yallop pubblicò il best-seller In nome di Dio, dove esponeva la tesi secondo la quale la morte sarebbe da attribuirsi ad avvelenamento, probabilmente ad azione cardiaca (del tipo della Digitale), e il delitto sarebbe riconducibile ad ambienti massonici deviati, legati alla P2 di Licio Gelli.
L'elezione di Luciani avrebbe scontentato parecchi esponenti della gerarchia e degli ambienti vaticani[9]. Tra questi, monsignor Marcinkus, che fino all'ultimo istante sperò nell'elezione di un altro candidato, Giuseppe Siri, esponente dell'ala tradizionalista e delfino di Pio XII.
L'arcivescovo statunitense, figura di spicco nel panorama della finanza vaticana, protagonista delle relazioni dell'Istituto per le Opere di Religione (IOR, la Banca Vaticana) con le grandi banche straniere per l'accrescimento dei capitali gestiti dall'Istituto, intuì immediatamente il potenziale pericolo rappresentato (a lui è stata attribuita la frase "Questo Papa non è come quello di prima, vedrete che le cose cambieranno"[10]) dall'elezione di Luciani che, sin dai suoi primi discorsi, aveva appunto lasciato chiaramente trasparire l'intenzione di ricondurre la chiesa cattolica agli ideali di carità cristiana del primo cristianesimo, rifiutando l'ingerenza della Chiesa negli affari economici internazionali e respingendo ogni gestione speculativa dei suoi beni, alla stregua di una banca qualunque, nonché di contrastare fermamente l'appartenenza di ecclesiastici alla massoneria. Di personaggi come Roberto Calvi e Michele Sindona, Luciani aveva approfondito la conoscenza disponendo apposite indagini; subito dopo la sua elezione, il periodico O.P. Osservatore Politico (secondo molti "strumento di comunicazione" dei servizi segreti italiani per veicolare messaggi all’ambiente politico[senza fonte]) pubblicò un ampio servizio riportando un elenco di 131 ecclesiastici iscritti alla massoneria, in buona parte componenti l'entourage papale, fra cui Jean-Marie Villot (Cardinale Segretario di Stato), Agostino Casaroli (capo del ministero degli Affari Esteri del Vaticano), Pasquale Macchi (segretario di Paolo VI), monsignor Donato de Bonis (alto esponente dello I.O.R.), Ugo Poletti (vicario generale di Roma), don Virgilio Levi (vicedirettore de «L'Osservatore Romano») e Roberto Tucci (direttore di Radio Vaticana)[11]. Direttore di O.P. era Mino Pecorelli, ucciso in circostanze misteriose un anno dopo l'elezione di Luciani e la cui morte viene ricondotta al caso Moro.
Yallop nel libro evidenziò le già citate incongruenze tra la versione ufficiale del Vaticano e le dichiarazioni dei testimoni oculari:
- Luciani, come già affermato in precedenza, sarebbe stato trovato morto con in mano il testo medievale Imitazione di Cristo, poi si parlò di fogli di appunti, quindi di un discorso per i gesuiti e, infine, di un elenco di eccellenti nomine e rimozioni che sarebbero state rese note l'indomani.
- L'ora della morte fu inizialmente fissata verso le 23, poi posticipata alle 4.
- Il corpo senza vita del Papa sarebbe stato scoperto dal secondo segretario, John Magee; si disse poi invece che a trovarlo fu una delle suore che gli prestavano assistenza.
L'inchiesta di Yallop evidenziò, inoltre, numerose incongruenze e circostanze poco chiare, come la scomparsa di tutti gli oggetti personali dalla camera del Papa (occhiali, pantofole, appunti, il flacone di Effortil, un farmaco per l'ipotensione): la prima autorità a poter entrare nella stanza del defunto fu il Segretario di Stato, Jean-Marie Villot (figurante nella lista dei cardinali-massoni pubblicata da O.P.[11]), accompagnato da suor Vincenza Taffarel, indicata quale autrice materiale delle sottrazioni.
Sulla scrivania di Luciani venne ritrovata una copia del settimanale «Il Mondo» aperta su un articolo titolato «Santità...è giusto?», un documento-inchiesta circa la dubbia moralità dei fini perseguiti dalla Banca Vaticana.
Secondo Yallop, Luciani fu assassinato per volontà di Licio Gelli, con il supporto diretto o indiretto di:
- Michele Sindona e Roberto Calvi, che avevano buone ragioni per desiderarne la morte, nonché capacità e mezzi per organizzarla;
- Paul Marcinkus, indicato quale "regista" dell’intera operazione;
- John Patrick Cody, perché passibile di esonero dalla sede di Chicago per motivi legati ad una discutibile gestione finanziaria, di cui la corte federale iniziava ad interessarsi;
- Jean-Marie Villot, che avrebbe appoggiato e permesso il compimento dell'operazione.
-Un'altra tesi di omicidio è nel memoriale del pentito di Cosa Nostra Vincenzo Calcara sulle rivelazioni fatte a Paolo Borsellino, rese pubbliche a inizio 2008, Calcara racconta di essere venuto a conoscenza di una congiura di quattro cardinali (Jean-Marie Villot, Pasquale Macchi, Giovanni Benelli ed un certo Gianvio[14]), tutti membri, come Marcinkus, dell'Ordine del Santo Sepolcro[15] e in diretto contatto con Antonio Albano (notaio personale di Giulio Andreotti, del boss Luciano Liggio e di Frank Coppola[16] e «fiore all'occhiello» di Cosa Nostra) che, usando Marcinkus, uccisero il papa «con una gran quantità di gocce di calmante», «con l'aiuto del suo medico personale»[17].
Alla base del gesto, sarebbe stata l'insofferenza di Papa Luciani verso «l'idea che cardinali e vescovi amministrassero tramite lo I.O.R. enormi ricchezze. La prima cosa che aveva già deciso di fare sarebbe stata quella di rimuovere alcuni cardinali che gestivano, usavano e manipolavano il vescovo Marcinkus sfruttando non solo la sua posizione all'interno dello I.O.R., ma anche e soprattutto i contatti e le potenti amicizie internazionali che il monsignore aveva»[17].
L'idea "rivoluzionaria" di Luciani era di «distribuire il 90% delle ricchezze in diverse parti del mondo, costruendo case, scuole, ospedali etc., dopodiché il 10% dei restanti beni sarebbe stato affidato, per i bisogni della Chiesa, allo Stato italiano»[17], progetto inaccettabile per i vertici delle finanze vaticane.
Inoltre Il 5 settembre 1978, durante l'udienza privata concessa dal Papa al vescovo metropolita russo di Leningrado Nikodim, questi si accasciò in terra e spirò improvvisamente. Si ipotizzò che la morte di Nikodim, che si vociferava fosse al servizio del KGB, fosse avvenuta a causa dell'incauta ingestione di un caffè alterato, destinato a Papa Luciani.
-La seconda aipotesi è quella del cardinale Giuseppe Siri che faceva notare che il Papa era una persona così sensibile da stare male perchè i cardinali della congrezazione erano persone che non piacevano al Papa e che lui gli confessò di stare male per questo motivo e che la notizi della morte di quel giovane ad opera di terroristi fu il colpo di grazie per il suo cuore così sensibile.
La Chiesa Cattolica ha sempre respinto con forza ogni ipotesi dell'omicidio e la sua posizione viene sposata, seppure in maniera velata, anche dalla criticata fiction sul Papa prodotta da RaiUno nel 2006: la battuta «La stampa inglese non va mai per il sottile quando è in ballo la Chiesa Cattolica», pronunciata dal protagonista Neri Marcorè-Albino Luciani nel corso dello sceneggiato, bene si sposa con la posizione della Chiesa nei riguardi di chi ha sostenuto ogni ipotesi di complotto.
Anche in ambienti laici, l'opera del giornalista inglese è stata bollata come poco attendibile,[senza fonte] per il suo taglio più al limite del romanzo che dell'inchiesta giornalistica, per l'immagine distorta che mostra della personalità del pontefice e per alcune incongruenze fra le affermazioni in esso contenute e la realtà dei fatti[19].
Per le numerose persone vicine a Luciani, primo tra tutti il fratello Edoardo, ogni ipotesi di complotto è da liquidare come "sciocca e infondata".[senza fonte]
A tal proposito, è da ricordare che, per esempio, Papa Luciani respinse le dimissioni di Marcinkus, uno dei presunti cospiratori, nonostante l'operato di gestione delle finanze vaticane operata dal monsignore americano fosse ben lontano dall'idea di banca etica del pontefice bellunese.
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