ecco cosa succede se si finisce sotto un'onda:
un wipe-out (caduta) su un'onda gigante, può portare il surfista a profondità comprese tra i 20 ed i 50 piedi (6,20 metri e 15,5) metri sotto il livello del mare. Una volta finito l'effetto centrifuga dell'onda, l'atleta deve immediatamente recuperare mobilità e guadagnare la superficie. Possono avere meno di venti secondi per risalire e prendere aria prima che l'onda successiva possa travolgerli nuovamente. Inoltre, la pressione dell'acqua a tali profondità può creare lesioni al timpano dell'orecchio. In più le forti correnti possono far schiantare il surfista sulla barriera corallina o sul fondale roccioso, causando gravi infortuni o addirittura la morte.
Uno dei pericoli maggiori è rappresentato dal rischio di venire investiti da più onde consecutive, senza avere la possibilità di riprendere fiato per lungo tempo. Sopravvivere a un set di tre onde giganti consecutive è estremamente improbabile, perciò è molto importante sapere come nuotare per uscire da queste situazioni.
Questi pericoli hanno causato la morte di numerosi surfisti di onde giganti. Alcuni dei più famosi sono Mark Foo, morto il 23 dicembre '94 a Mavericks, Donnie Solomon, morto esattamente un anno dopo nella baia di Waimea, Todd Chesser, morto nello spot chiamato Alligator Rock ad Oahu il 14 febbraio '97, e Peter Davi, morto al Ghost Tree il 4 dicembre 2007.[1][2]
un wipe-out (caduta) su un'onda gigante, può portare il surfista a profondità comprese tra i 20 ed i 50 piedi (6,20 metri e 15,5) metri sotto il livello del mare. Una volta finito l'effetto centrifuga dell'onda, l'atleta deve immediatamente recuperare mobilità e guadagnare la superficie. Possono avere meno di venti secondi per risalire e prendere aria prima che l'onda successiva possa travolgerli nuovamente. Inoltre, la pressione dell'acqua a tali profondità può creare lesioni al timpano dell'orecchio. In più le forti correnti possono far schiantare il surfista sulla barriera corallina o sul fondale roccioso, causando gravi infortuni o addirittura la morte.
Uno dei pericoli maggiori è rappresentato dal rischio di venire investiti da più onde consecutive, senza avere la possibilità di riprendere fiato per lungo tempo. Sopravvivere a un set di tre onde giganti consecutive è estremamente improbabile, perciò è molto importante sapere come nuotare per uscire da queste situazioni.
Questi pericoli hanno causato la morte di numerosi surfisti di onde giganti. Alcuni dei più famosi sono Mark Foo, morto il 23 dicembre '94 a Mavericks, Donnie Solomon, morto esattamente un anno dopo nella baia di Waimea, Todd Chesser, morto nello spot chiamato Alligator Rock ad Oahu il 14 febbraio '97, e Peter Davi, morto al Ghost Tree il 4 dicembre 2007.[1][2]
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