Nel nuovo anno inizio a studiare un po dell'impero romano è interessante, comunque come discorso è interessante ma lungo, beh per ora buona serata ed auguri magari continuiamo l'anno prossimo
Destra sociale - Crisi degli ideali.
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Il diario di owens
Originariamente Scritto da Rocco SiffrediTu possiedi il mai più moscioOriginariamente Scritto da Naturalissimo.88E' arrivato Owens!!!
Donne spalle al muro e si salvi chi può!!!!Originariamente Scritto da ciccio.htmlowens, voglio far parte di te
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comunque, sfatando i miti pseudomarxisti nati sopra,che lo vedono come un "fascismo ante.litteram", l'Impero Romano è stata la più grande società multiculturale della Storia, ma allo stesso tempo nazionalistica: il Latino era sopra tutto ma le minoranze assoggettate mantenevano alcune loro caratteristiche e spesso le trasmettevano nel grande sincretismo che era la Roma Universale.
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Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza Messaggiocomunque, sfatando i miti pseudomarxisti nati sopra,che lo vedono come un "fascismo ante.litteram", l'Impero Romano è stata la più grande società multiculturale della Storia, ma allo stesso tempo nazionalistica: il Latino era sopra tutto ma le minoranze assoggettate mantenevano alcune loro caratteristiche e spesso le trasmettevano nel grande sincretismo che era la Roma Universale.
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Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza Messaggiocomunque, sfatando i miti pseudomarxisti nati sopra,che lo vedono come un "fascismo ante.litteram", l'Impero Romano è stata la più grande società multiculturale della Storia, ma allo stesso tempo nazionalistica: il Latino era sopra tutto ma le minoranze assoggettate mantenevano alcune loro caratteristiche e spesso le trasmettevano nel grande sincretismo che era la Roma Universale.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da Giagotto Visualizza MessaggioRoma fu una società perfetta inizialmente...Poi, seguendo la tendenza umana, è caduta a causa della corruzione e della brama di potere dei singoli... tutto è destinato a crollare per questo malsano vizio umano..
L'analogia con il mondo odierno è sconcertante.
Persino sotto gli imperatori più picchiati, come potevano essere alcuni dei Giulio Claudi, l'impero era forte e saldo.
Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioSarebbe molto lungo parlare di cosa fu Roma politicamente e di che tipo di paragoni si possano fare con le attuali forme di governo dello stato...ora sto scappando. Domani spero di ricordami di scrivere qualcosa
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Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza MessaggioE' la stessa cosa che sostengo anche io con alcuni miei conoscenti, eppure molti neof. si sono fissati con Forza Nuova.
Inoltre Fiore è un presonaggio quantomeno ambiguo."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza MessaggioRoma è caduta quando ha permesso ai barbari che da sempre premevano ai suoi confini e ne erano tenuti alla larga dalla prodigiosa macchina bellica delle Legioni di insediarsi nel suo territorio.Non si integrarono mai e alla fine la fecero marcire dall'interno, come quegli alberi che paiono verdi rigogliosi e all'interno sono sevastati dai parassiti e dai tarli.
L'analogia con il mondo odierno è sconcertante.
Persino sotto gli imperatori più picchiati, come potevano essere alcuni dei Giulio Claudi, l'impero era forte e saldo.
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Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza MessaggioRoma è caduta quando ha permesso ai barbari che da sempre premevano ai suoi confini e ne erano tenuti alla larga dalla prodigiosa macchina bellica delle Legioni di insediarsi nel suo territorio.Non si integrarono mai e alla fine la fecero marcire dall'interno, come quegli alberi che paiono verdi rigogliosi e all'interno sono sevastati dai parassiti e dai tarli.
L'analogia con il mondo odierno è sconcertante.
Persino sotto gli imperatori più picchiati, come potevano essere alcuni dei Giulio Claudi, l'impero era forte e saldo.
Lo spero Ma, lo spero bene
Quando parliamo di Roma e la confrontiamo con i regimi attuali dobbiamo tenere presente un dato fondamentale. In tutta la sua storia il popolo, la plebs urbana soprattutto, non contò mai nulla, fu sempre e solo strumento di pressione ora di questo, ora di quel politico. E questo ben prima del panem et circenses di Giovenale.
Tralasciando la fase monarchica, la repubblica romana aveva ben poco a che fare con la repubblica come ci viene presentata oggi. Con la democrazia, poi, nessun legame. Una repubblica aristocratica, oligarchica, in cui il possesso di ricchezze personali e di forti clientele che potessero agire come strumento di pressione era requisito indispensabile per una carriera politica. Certo i magistrati vengono votati da assemblee popolari, che sono però a base censuaria. Il principio una testa, un voto, è di là da venire. Voti, e quindi conti, sulla base di quanto possiedi. E, comunque, sei sottoposto a pressioni influenze, corruzione e puoi scegliere in una rosa di candidati tutti sostanzialmente omogenei, per estrazione politica, censo, programmi. Non a caso, a Roma, i riformatori fanno tutti una brutta fine. I Gracchi vengono eliminati brutalmente dalla scena politica, perchè il loro programma agrario andava a ledere i diritti della nobilitas, vera e unica padrona dello stato (se andate a vadere nei Fasti l'elenco dei magistrati romani è imbarazzante vedere come siano riconducibili a pochissimi ceppi familiari). Lo stesso Catilina che al liceo ci hanno insegnato ad odiare (grazie soprattutto a Cicerone, esempio fulgido di quell'aristocrazia che si considerava predestinata dagli dei al governo dello stato), era un cittadino stanco del dominio di un senato chiuso nei suoi privilegi. Un populista, un agitatore, ma anche un anticipatore di ciò che farà Cesare. Aggiungiamo a questo che i magistrati romani rubavano a piene mani, specie in provincia e difficilmente pagavano il prezzo di queste ruberie (a meno che non ci fosse un interesse "politico" nel perseguirli-un capro espiatorio da concedere periodicamente per mostrare che il senato sapeva fare piazza pulite delle mele marce, mentre le altre mele, ugualmente marce continuavano impunemente e rubare- o non l'avessero fatta veramente troppo grossa e troppo vicina a Roma, come Verre). Questo è interessante perché, a veder bene, a Roma, nella corruzione dei politici, nelle reciproche coperture, nelle carriere chiuse all'interno delle stesse famiglie, in un'oligarchia cieca rispetto a ciò che avviene realmente nella società, c'è molto, moltissimo dell'Italia attuale.
Gli unici uomini che riuscirono, nella Roma repubblicana, a farsi largo in politica non provenendo dall'aristocrazia tradizionale erano uomini sostenuti dagli eserciti, in particolare a partire da quando Gaio Mario, con la sua riforma dell'esercito, legò le fortune degli eserciti a quelle dei loro comandanti. Abbiamo, da allora in poi, il conflitto tra l'oligarchia di sangue, espressione della vecchia repubblica, dei Cicerone per intenderci, e quella dell'oligarchia militare, i famosi homines novi che possono opporre alla forza della tradizione quella delle armi, al denaro con cui spostano i voti elettorali quello con cui pagano i loro eserciti. Sarà in questa lotta che si sostanzierà la fine della repubblica atttraverso il duello tra Pompeo e Cesare che sarà, innanzitutto, la lotta tra due eserciti fedeli ai loro comandanti, prima ancora a che ai valori che gli uni e gli altri rappresentavano.
Quando poi si passerà all'età imperiale, con la fase di transizione del principato in cui si manterrà-ma solo formalmente- in vita la vecchia struttura dello stato, svuotandola dei suoi poteri, le cose cambieranno. E' vero che il senato ratificherà gli imperatori ma, in pratica,sarà un ruolo puramente formale. Non a caso le uniche fasi in cui il senato continuerà a contare qualcosa saranno quelle in cui gli imperatori saranno deboli. La successione, sappiamo bene, avverrà finchè possibile per via dinastica (e siamo, qui, su una linea molto simile ad una attuale monarchia ereditaria) ma in seguito, e per lungo tempo, saranno gli eserciti a sceglierli, e a far salire sul trono imperiale, non di rado, dei rudi militari piuttosto che dei fini politici. Siamo, insomma, nel pieno di una dittatura militare che durerà, con fasi progressive di declino e ripresa, fino alla caduta dell'impero.
Vedete qualcosa di simile alla democrazia in questo percorso? Qualcosa di simile alla volontà popolare? Nulla, niente. E non certo perché la democrazia non fosse stata ancora inventata. In Grecia se l'erano cavata bene, ma ciò era stato possibile perché si trattava di amministrare un piccola città, con poche migliaia di cittadini dotati di pieno diritto. Ma Roma respinse questa forma di governo sin dal principio della sua storia, ritenendola pericolosa, in quanto il popolo veniva ritenuto incapace di scegliere da solo per il meglio. Una sorta di eterno bambino che necessitava di un tutore che gli indicasse la strada. D'altro canto credo che noi siamo abbastanza consci, se non altro dalla nostra esperienza, di come e in che direzione il popolo si possa manovrare e di quanto sia, fondamentalmente, irresponsabile dal punto di vista politico.
Un'ultima considerazione su chi facesse realmente parte dello stato romano. Si parte da una cittadinanza limitata ai romani dell'urbe, si estende col tempo agli italici, poi agli abitanti di alcune province, infine, con Caracalla, nel 212, a tutti gli abitanti dell'Impero. E, badate bene questa è una cosa che si dovrebbe ben considerare quando si parla, anche oggi, di cittadinanza italiana estesa: l'estensione della cittadinanza non aveva uno scopo umanitario, non era un'espressione di volontà inclusiva, tantomeno di globalizzazione ante litteram. Lo scopo era, puramente, fiscale. Più cittadini hai, più tasse ricevi, più lo stato riesce a reggersi in piedi. Per due secoli ancora il meccanismo resse (e a noi due secoli, visti in prospettiva col senno di poi, paiono poco, ma se pensiamo a quanto durano le nostre "innovazioni" statali...) poi i soldi non bastarono comunque e, per di più, dentro l'Impero si annidavano gli stesso germi che lo avrebbero distrutto. L'Impero destinava la parte preponderante del suo bilancio al mantenimento degli eserciti: pagava la sua volontà di dominio in termini di continua insicurezza. Non credo sia difficile, anche qui, fare un parallelo con quanto avviene oggi, ad esempio, con gli USA che destinano quote per noi inimmaginabili del loro bilancio statale a mantenere dislocati ai quattro angoli del mondo quegli eserciti che devono garantirgli il ruolo di gendarme del mondo.
Di certo, concludo, a differenza nostra, ai romani del politicamente corretto, della fraternità universale, non interessava nulla.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggioche ne pensate della trilogia della celtica di Rao?
Ho letto solo "il sangue e la celtica" e "la fiamma e la celtica".Contrariamente ad altri il mio giudizio è positivo,mentre non lo è per il "Fascisteria" del Tassinari.
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Originariamente Scritto da LARRY SCOTT Visualizza Messaggiocomunque, sfatando i miti pseudomarxisti nati sopra,che lo vedono come un "fascismo ante.litteram", l'Impero Romano è stata la più grande società multiculturale della Storia, ma allo stesso tempo nazionalistica: il Latino era sopra tutto ma le minoranze assoggettate mantenevano alcune loro caratteristiche e spesso le trasmettevano nel grande sincretismo che era la Roma Universale.Il diario di owens
Originariamente Scritto da Rocco SiffrediTu possiedi il mai più moscioOriginariamente Scritto da Naturalissimo.88E' arrivato Owens!!!
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Originariamente Scritto da Owens Visualizza MessaggioSocietà multiculturale? Schiavi, Gladiatori, Carne da macello nelle legioni romane, erano integrati così gli stranieri?
Per quanto riguarda la "carne da macello" di chi andava a fare il soldato, vorrei ricordare che le truppe erano ben pagate, che alla fine del servizio si ricevevano delle terre, che servire nelle legioni era preferibile (e preferito) che stare in campagna, e, non ultimo, vorrei anche ricordare che non si costruisce e mantiene un Impero con le bandiere della pace (vedi ancora oggi gli USA ed i suoi giovani mandati a morire per il petrolio, altro che Roma).
Lo ripeto e lo ripeterò sempre:
Inutile, storicamente fuorviante ed errato applicare le nostre moderne categorie morali all'epoca che si va ad approcciare, si va solo fuori strada e non si comprende la società e la civiltà dell'epoca.
Non possiamo fare poi tutto un mischione:
Una cosa sono i legionari, altra i gladiatori e altra ancora gli schiavi, questi ultimi vera macchina produttiva dell'epoca in tutte le società coeve, non solo in quella romana.
Sui gladiatori, ma dovrebbe essere cosa nota, farne parte (vi si poteva entrare anche per scelta) rappresentava anche una possibilità di scalata sociale, visti com'erano, in epoca imperiale, al pari dei nostri più famosi sportivi, senza considerare il fatto che sovente - i più bravi - acquistavano la cittadinanza romana, che, è vero ciò che dice Ma_, serviva all'Impero per incamerare le tasse, ma è anche vero che "qualche" privilegio essere cittadino romano lo portavaLast edited by Sean; 01-01-2010, 14:13:28....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioQuando poi si passerà all'età imperiale, con la fase di transizione del principato in cui si manterrà-ma solo formalmente- in vita la vecchia struttura dello stato, svuotandola dei suoi poteri, le cose cambieranno. E' vero che il senato ratificherà gli imperatori ma, in pratica,sarà un ruolo puramente formale. Non a caso le uniche fasi in cui il senato continuerà a contare qualcosa saranno quelle in cui gli imperatori saranno deboli. La successione, sappiamo bene, avverrà finchè possibile per via dinastica (e siamo, qui, su una linea molto simile ad una attuale monarchia ereditaria) ma in seguito, e per lungo tempo, saranno gli eserciti a sceglierli, e a far salire sul trono imperiale, non di rado, dei rudi militari piuttosto che dei fini politici. Siamo, insomma, nel pieno di una dittatura militare che durerà, con fasi progressive di declino e ripresa, fino alla caduta dell'impero.
Vedete qualcosa di simile alla democrazia in questo percorso? Qualcosa di simile alla volontà popolare? Nulla, niente. E non certo perché la democrazia non fosse stata ancora inventata. In Grecia se l'erano cavata bene, ma ciò era stato possibile perché si trattava di amministrare un piccola città, con poche migliaia di cittadini dotati di pieno diritto. Ma Roma respinse questa forma di governo sin dal principio della sua storia, ritenendola pericolosa, in quanto il popolo veniva ritenuto incapace di scegliere da solo per il meglio. Una sorta di eterno bambino che necessitava di un tutore che gli indicasse la strada. D'altro canto credo che noi siamo abbastanza consci, se non altro dalla nostra esperienza, di come e in che direzione il popolo si possa manovrare e di quanto sia, fondamentalmente, irresponsabile dal punto di vista politico.
Dobbiamo infatti ricordare che proprio nei momenti di crisi dell'Impero e di vacanza del potere, il Senato mai, pur avendone la possibilità, pensò di ricostituire una qualsivoglia forma "repubblicana", ma semmai si preoccupò anche in maniera sostanziale di dare a Roma un altro Cesare, perchè capì che la strada per reggere l'orbe era quella tracciata dal divo Giulio, e che da lì non si sarebbe più potuto tornare indietro.
Mi viene in mente, ad esempio, l'elezione non solo pro forma ma effettiva di Nerva (senatore romano) a imperatore, e la sua decisione di far raggiungere il principato per adozione e non per successione, cosa che riserverà uno straordinario periodo per la storia di Roma, con imperatori quali Traiano, Adriano, Antonino Pio, e Marco Aurelio, che, ahilui, interruppe questa consuetudine per farsi succedere il figlio Commodo.
Un'altra straordinaria apertura di marca senatoria fu quella di decidere che la successione imperiale potesse essere anche appannaggio di chi proveniva dalle classi basse, nell'ottica che non il censo era a contare ma la qualità dell'uomo:
Il potere va a chi merita, un'idea che la politica odierna, così autoconservatrice, dovrebbe riscoprire....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Non intesa secondo le nostre categorie ma detta così sembra comunque un impero solido e duraturo, come se non avesse falle, l'utopia di un idea comune, ricorda un po l'america, boh sarebbe interessante poter sentire l'idea di delfi o gazzettiere in merito, senò verrebbe da dire emuliamolo, ricostruiamo l'impero.Il diario di owens
Originariamente Scritto da Rocco SiffrediTu possiedi il mai più moscioOriginariamente Scritto da Naturalissimo.88E' arrivato Owens!!!
Donne spalle al muro e si salvi chi può!!!!Originariamente Scritto da ciccio.htmlowens, voglio far parte di te
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Originariamente Scritto da Owens Visualizza MessaggioNon intesa secondo le nostre categorie ma detta così sembra comunque un impero solido e duraturo, come se non avesse falle, l'utopia di un idea comune, ricorda un po l'america, boh sarebbe interessante poter sentire l'idea di delfi o gazzettiere in merito, senò verrebbe da dire emuliamolo, ricostruiamo l'impero.
Non mi pare di aver letto che l'Impero non abbia avuto falle o che andasse tutto in maniera perfetta (si veda il post di Ma_), e neppure che fosse solido e duraturo, ma, permettimi, è durato certo qualche secolo in più che non l'attuale "impero" americano che, a soli due secoli di distanza, mostra già tutte le rughe, e con esso il mondo che si punta di voler guidare.
Ripeto e rimarco la differenza sostanziale tra lo ieri e l'oggi, che rientra nel più ampio quadro della successione delle civiltà:
Roma, al suo declino, lasciò che germogliasse in sè il seme del cristianesimo, i Romani intuirono che il loro Impero non sarebbe durato all'infinito e permisero la nascita di una "nuova" civiltà che, pur nel tremendo sbando successivo alla caduta di Roma, salvò l'Occidente e l'Idea di Roma, che guiderà tutto il Medioevo;
Quattrocento anni dopo Romolo Augustolo, infatti, avremo la rinascita di quell'Impero Romano, ora "Sacro", che con Carlo Magno riportò la luce che si credette persa per sempre.
Oggi la "civiltà" americana, palesemente in declino, soffoca ogni possibilità di ricambio, continua a forza di guerre la sua spinta "civilizzatrice" nascondendo dietro una effimera dimostrazione muscolare il nulla che ci pervade:
Non a caso è stato coniato il termine di "morte della storia", questa la menzogna della pax americana, che non è una cooptazione a costruire una civiltà ma una illegittima costrizione a mantenere in vita un malato terminale, senza dare la possibilità a nuove forze spirituali di germogliare e permettere quel ricambio così essenziale alla storia dell'uomo.
Poi, sulla qualità di storico di un Delfi, beh, permettimi di mantenere i miei dubbi Forse più che invocare improbabili forumisti faresti meglio a dedicarti a qualche buona lettura....ma di noi
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