Nucleare, ecco i possibili siti italiani

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  • Leonida
    Filosofo del *****
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    #61
    Originariamente Scritto da SognoDaBAR Visualizza Messaggio
    Ma non e' vero, son cifre bttate li' cosi', ed anche in Italia ci son siti che potrebbero potenzialmente diventare estrattivi, Novazza e' il primo che mi viene in mente..
    E poi la querelle nata per lo scavo della Torino Lione, volevano che smaltissero i residui degli scavi della galleria perche' radiottivi da uranio..
    corregimi se sbaglio, ma il nostro nucleare dovrebbe essere vincolato ad un contratto stabilito con una grossa compagnia francese che ci " obbliga" ad acquistare uranio arricchito che loro lavorano, importato dall' africa, sempre se non erro....

    ho provato a cercare qualcosa:

    Africa nucleare, la guerra della Francia inonda l’Italia | LIBRE

    L'uranio francese del deserto - AgoraVox Italia

    come dice il secondo link , tanto varrebbe rimanese cosi, cioè importare energie direttamente che non uranio arricchito.
    COme dice princerichi, questione centrali a parte, è il "contratto" ad apparire svantaggioso per l' interesse pubblico.
    Originariamente Scritto da gorgone
    è plotino la chiave universale per le vagine
    Originariamente Scritto da gorgone
    secondo me sono pazzi.

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    • Sean
      Csar
      • Sep 2007
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      • In piedi tra le rovine
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      #62
      A leggere tutto l'iter si capisce solo che è un caos di cui è difficile prevedere, allo stato, sviluppi e prospettive:



      Prima centrale nucleare al Nord
      Il dossier porta alla Regione Veneto


      L'ipotesi di realizzare un sito nell’area del Polesine, vicino a Chioggia



      ROMA — «Se potessi scegliere dove mette*re una centrale nucleare me la metterei nel giardino di casa». Parola di Claudio Scajola. Peccato che la casa del ministro dello Svilup*po economico si trovi in Liguria, regione che non avrebbe neanche un centimetro quadrato idoneo a ospitare un impianto atomico. Figu*riamoci un giardino. Per giunta la Liguria, go*vernata dal centrosinistra, è una delle dieci Re*gioni che hanno fatto ricorso alla Consulta contro la legge 99 con la quale il governo ha riaperto la strada al nucleare. Una iniziativa che, visti i precedenti, può rappresentare un ostacolo serissimo a tutta l'operazione.

      Intanto il tempo passa. Ed è sempre più vici*na la scadenza del 15 febbraio, data entro cui dovrebbero essere pronti i quattro provvedi*menti del governo necessari per poter costrui*re le nuove centrali. Serve una delibera del Ci*pe che dirà quali tecnologie si potranno impie*gare, e probabilmente saranno ammesse tan*to la francese (Epr) che l'americana (Ap 1000). Serve un decreto che dica dove si farà il depo*sito delle scorie, ed è un problema mica da ri*dere. Serve un decreto per decidere le compen*sazioni economiche per gli enti locali che acco*glieranno gli impianti. Serve, soprattutto, il de*creto sulle localizzazioni: un provvedimento che stabilirà non dove si possono fare, ma do*ve «non» si possono fare le centrali. Sulla base di questa mappa «al negativo», l'Enel e chi al*tro vorrà realizzare un impianto avanzerà pro*poste all’Agenzia per la sicurezza nucleare. Che dovrà dire sì o no.


      Soltanto a quel punto si potrà avere l’elen*co dei siti. Da mesi circolano tuttavia presunte liste nelle quali figurano i luoghi dove erano già presenti i vecchi impianti. Oppure dove era stata avviata la costruzione di centrali quando, nel 1987, il referendum antinucleare bloccò tutto. Il quotidiano Mf ha rilanciato ie*ri i nomi di Trino vercellese, Caorso, Montalto di Castro, Latina e Garigliano: quelli di 22 anni fa. E sempre ieri il presidente dei Verdi Angelo Bonelli ha rivelato la dislocazione dei siti a sua conoscenza. Quali sarebbero? Gli stessi, più Oristano, Palma (in Sicilia, Agrigento) e Mon*falcone. Località considerate idonee da trent’anni. Risale infatti al 1979 la mappa ela*borata dal Cnen sulla base di alcuni parametri come il rischio sismico, la presenza dell’ac*qua, il tasso di urbanizzazione, l’esistenza di infrastrutture. Parametri che da allora posso*no essere anche molto cambiati. La portata idrica del Po, per esempio, non è più quella del 1979. Molte aree poco urbanizzate sono og*gi iperabitate. E anche la carta del rischio si*smico, con il progresso delle tecniche d’indagi*ne, potrebbe riservare tante sorprese.


      Senza considerare che la scelta dei siti «ido*nei » non spetta formalmente all’Enel, che può soltanto proporli, ma all’Agenzia per la sicu*rezza nucleare che ancora dev’essere costitui*ta. Non che qualche idea non ci sia già. Per esempio, un orientamento «politico» di fondo del governo: realizzare al Nord la prima delle quattro centrali previste dal piano. Dove, è dif*ficile dire. Com’è comprensibile, nessuno par*la: adducendo come motivazione la circostan*za che la mappa del 1979 è in fase di aggiorna*mento. Ma si sa, per esempio, che l’area non dovrebbe coincidere con quelle che hanno già ospitato un vecchio impianto atomico e que*sto porterebbe a escludere Caorso e Trino. Se il sito in questione dev’essere poi in prossimi*tà del mare, a causa delle sofferenze del Po, allora la ricerca si restringe. C’è la Toscana set*tentrionale con l’area di Cecina, città natale del ministro nuclearista Altero Matteoli, ma la regione è governata dal centrosinistra e ha già fatto ricorso contro la legge Scajola: la batta*glia sarebbe durissima. Nella mappa dei siti possibili figura anche l’isola di Pianosa, ma ol*tre ai problemi di cui sopra ci sarebbe la con*troindicazione del costo esagerato. Minori dif*ficoltà esisterebbero per la costa adriatica, in particolare quella Friuli Venezia Giulia e il del*ta del Po. Ma se la zona di Monfalcone è abba*stanza congestionata, il Polesine, area a una trentina di chilometri da Chioggia, lo è molto meno. Va ricordato che a favore della localizza*zione di una centrale atomica in Veneto si era già espresso il governatore Giancarlo Galan (uno dei pochi a non aver fatto ricorso alla Consulta) con riferimento alla conversione a carbone di Porto Tolle. Ovviamente contesta*to dagli ambientalisti.


      Per ora, comunque, restiamo agli indizi. L’Agenzia, che ha potere decisionale, non è an*cora nata. Da settimane si attende la nomina dei suoi vertici: per la presidenza sarebbe ora in pole position il settantenne Maurizio Cu*mo, ex presidente della Sogin. Irrisolta resta anche la questione dei finanziamenti. L’Agen*zia dovrebbe avere un centinaio di dipendenti ma non una lira in più delle risorse già esisten*ti. Un emendamento alla finanziaria che le de*stinava 3 milioni di euro è stato bocciato in extremis dal Tesoro. E non si sa nemmeno do*ve avrà sede. Il ligu*re Scajola preme per Genova, mentre il suo collega venezia*no Renato Brunetta, che deve dare il pro*prio parere, punte*rebbe Slitta a dopo il voto la scadenza del 15 febbraio per i siti su Venezia.



      Per non parlare degli altri problemi politici. Il primo di tutti: le prossime elezioni regionali. Una scadenza troppo importante per non far scivolare a una data successiva la presentazione dei decreti del governo, prevista entro il 15 febbraio. Alla luce di quello che sta accadendo, spiegano al ministero, quel termine dev’essere considera*to soltanto «ordinatorio». Se ne parlerà maga*ri in aprile, se non a maggio. E ci sarà anche più tempo per risolvere il problema delle sco*rie. Se la prima centrale dovrebbe essere fatta al Nord, sembra garantito che il deposito delle scorie sarà al Sud. A quanto pare non più nel sottosuolo, ma in superficie. Contando su una reazione più blanda delle popolazioni coinvol*te. Già. Ricordate Scanzano Jonico?



      Prima centrale nucleare al Nord Il dossier porta alla Regione Veneto - Corriere della Sera

      Il treno lo abbiamo perso vent'anni fa col referendum...Inseguire è sempre sbagliato, non può essere mai "innovazione".
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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      • Liam & Me
        Bad Blake
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        • high as a kite
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        #63
        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
        A leggere tutto l'iter si capisce solo che è un caos di cui è difficile prevedere, allo stato, sviluppi e prospettive:


        Il treno lo abbiamo perso vent'anni fa col referendum...Inseguire è sempre sbagliato, non può essere mai "innovazione".


        Quoto.

        Me la facessero davanti a casa farei una rivoluzione gandhiana.
        B & B with a little weed










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        • Ferdix
          bibitone ABuser
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          • Novara
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          #64
          una cosa è certa, un'ipotetica centrale si troverà sul mare o poco distante da esso. Necessita di una enorme fonte di acqua per il raffreddamento. Considerando l'andamento dei fiumi italiani e i periodi altalenanti di siccità, senza contare che pochissimi se non forse solo il Po hanno una portata di acqua sufficiente per lo scopo, resta come unica scelta sensata l'avvicinamento al mare, pena il rischio di dover parzializzare l'impianto per mancanza di acqua lubrificante, come già avviene per le normali centrali elettriche sia in Italia che all'estero, e in Francia nel periodo estivo.

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          • maigap
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            #65
            C'è un commento in fondo all'articolo, che però non ha ricevuto risposta:

            Qualcuno che si è informato sulla cosa, mi saprebbe dire come mai ora si vuol tornare al nucleare quando c'è stato già un referendum? Non vale più?

            Voi per caso sapete se è lecito un ritorno al nucleare?

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            • Sartorio
              Non utente di Bodyweb
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              #66
              Originariamente Scritto da maigap Visualizza Messaggio
              Voi per caso sapete se è lecito un ritorno al nucleare?
              Si, è lecito perchè il referendum non era genericamente un referendum sul nucleare (SI/NO al nucleare). Si parlava di Enel e Cipe, l'Enel non è più pubblica, e non c'è bisogno del Cipe per decidere dove piazzare le centrali.
              Originariamente Scritto da gorgone
              il capitalismo vive delle proprie crisi.

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              • maigap
                Bodyweb Member
                • Jul 2003
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                #67
                Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
                Si, è lecito perchè il referendum non era genericamente un referendum sul nucleare (SI/NO al nucleare). Si parlava di Enel e Cipe, l'Enel non è più pubblica, e non c'è bisogno del Cipe per decidere dove piazzare le centrali.
                grazie

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                • Ronin
                  Bodyweb Advanced
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                  #68
                  Originariamente Scritto da VINICIUS Visualizza Messaggio
                  ROMA - I Verdi rivelano i siti in cui si vorrebbero costruire le nuove centrali nucleari in Italia. Due sono nel Lazio a pochi chilometri da Roma: Montalto di Castro e Borgo Sabotino. Le altre localizzazioni, che sarebbero state individuate in uno studio inviato dall'Enel al governo, sono: Garigliano (Caserta), Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza), Oristano, Palma (Agrigento) e Monfalcone (Gorizia).

                  tratto da repubblica.it

                  Oh bene,uno è a 30 km da casa mia
                  sigpicNel rombo di un mare lontano nel fumo di antiche battaglie risalgono al cuore i ricordi sepolti dal fiume del tempo

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