ROMA - "Manderemo altri 1000 soldati in Afghanistan". L'annuncio del ministro della Difesa Ignazio La Russa arriva al termine del consiglio dei ministri. I militari saranno inviati entro il 2010, ma con un mandato temporale certo. L'orientamento emerso nel corso del Consiglio dei ministri dovrà adesso essere ratificato dal Parlamento. "Le regole di ingaggio non cambiano" dice La Russa che si dice pronto a riferire in Parlamento "anche domattina".
Sui tempi, invece, interviene il ministro degli Esteri Franco Frattini che parla di "strategia di transizione" e non di exit strategy: "La transizione avrà una definizione temporale. La fine del mandato di Karzai, il 2013, è il limite massimo. Vedremo se sarà possibile il 2011". Il ministro rivendica l'impegno italiano che pone il nostro Paese "in una posizione di particolare rilievo avendo dato una risposta molto consistente alle richieste della Nato".
Via da Balcani e Libano. L'aumento delle truppe in Afghanistan sarà compensato da una riduzione dell'impegno in Libano e nei Balcani. In particolare, con il passaggio del comando della missione unifil alla spagna, "ci sarà una riduzione di 200 uomini". Non solo: "stiamo trattando con gli alleati - spiega La Russa - per un'ulteriore riduzione". Frattini ha infatti precisato che "il contingente italiano è comunque quasi il doppio di quello spagnolo". Confermato il piano di disimpegno dai Balcani.
"Usa, andranno 33mila soldati". I rinforzi americani in Afghanistan potrebbero salire a 33 mila uomini, vale a dire tremila uomini in più di quanto annunciato dal presidente Obama. Il capo del Pentagono Robert Gates quantifica così l'impegno militare Usa. Intanto alla Camera la presidente Nancy Pelosi si è detta contraria alla istituzione di una cosiddetta 'tassa di guerra' per pagare i costi supplementari della missione armata.
Karzai: "Pronti a trattative con i Taliban". Il presidente afgano Hamid Karzai è pronto a intavolare trattative di pace con il capo dei Taliban, il Mullah Omar, a patto di avere il via libera dell'amministrazione americana e degli altri partner internazionali. Il leader di Kabul ha ribadito la sua disponibilità al dialogo in un'intervista all'Associated Press, la prima da quando il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato la sua nuova strategia per l'Afghanistan. Il numero uno afgano ha affermato di essere disposto a fare "qualsiasi cosa" che possa condurre alla pace, incluso un incontro con il Mullah Omar, ma è necessario che Stati Uniti e i partner internazionali appoggino ogni offerta di pace. I precedenti tentativi di colloqui con i Taliban, ha sottolineato, sono falliti perché i mediatori del movimento radicale "sono stati presi di mira" da una parte delle forze internazionali, malgrado avessero abbandonato l'insurrezione. Per Karzai i Taliban non sono terroristi, ma i membri di Al Qaeda e di altri gruppi del terrore non sono i benvenuti in Afghanistan.
Non sono d'accordo con questa strategia, non ho ancora ben capito cosa intendono fare per il dopo, se davvero pensano di poter lasciare tutto in mano a Karzai (e nel 2013 al suo successore) e , a questo punto, in mano ai Talebani.
Gli Americani non hanno una strategia, almeno non una coerente con il fatto che sono lì da 8 anni e hanno perso migliaia di uomini.
Tra l'altro, diversi contingenti europei verranno ritirati dall'area nel corso del 2010.
Spero non perderemo altri uomini.
Sui tempi, invece, interviene il ministro degli Esteri Franco Frattini che parla di "strategia di transizione" e non di exit strategy: "La transizione avrà una definizione temporale. La fine del mandato di Karzai, il 2013, è il limite massimo. Vedremo se sarà possibile il 2011". Il ministro rivendica l'impegno italiano che pone il nostro Paese "in una posizione di particolare rilievo avendo dato una risposta molto consistente alle richieste della Nato".
Via da Balcani e Libano. L'aumento delle truppe in Afghanistan sarà compensato da una riduzione dell'impegno in Libano e nei Balcani. In particolare, con il passaggio del comando della missione unifil alla spagna, "ci sarà una riduzione di 200 uomini". Non solo: "stiamo trattando con gli alleati - spiega La Russa - per un'ulteriore riduzione". Frattini ha infatti precisato che "il contingente italiano è comunque quasi il doppio di quello spagnolo". Confermato il piano di disimpegno dai Balcani.
"Usa, andranno 33mila soldati". I rinforzi americani in Afghanistan potrebbero salire a 33 mila uomini, vale a dire tremila uomini in più di quanto annunciato dal presidente Obama. Il capo del Pentagono Robert Gates quantifica così l'impegno militare Usa. Intanto alla Camera la presidente Nancy Pelosi si è detta contraria alla istituzione di una cosiddetta 'tassa di guerra' per pagare i costi supplementari della missione armata.
Karzai: "Pronti a trattative con i Taliban". Il presidente afgano Hamid Karzai è pronto a intavolare trattative di pace con il capo dei Taliban, il Mullah Omar, a patto di avere il via libera dell'amministrazione americana e degli altri partner internazionali. Il leader di Kabul ha ribadito la sua disponibilità al dialogo in un'intervista all'Associated Press, la prima da quando il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha annunciato la sua nuova strategia per l'Afghanistan. Il numero uno afgano ha affermato di essere disposto a fare "qualsiasi cosa" che possa condurre alla pace, incluso un incontro con il Mullah Omar, ma è necessario che Stati Uniti e i partner internazionali appoggino ogni offerta di pace. I precedenti tentativi di colloqui con i Taliban, ha sottolineato, sono falliti perché i mediatori del movimento radicale "sono stati presi di mira" da una parte delle forze internazionali, malgrado avessero abbandonato l'insurrezione. Per Karzai i Taliban non sono terroristi, ma i membri di Al Qaeda e di altri gruppi del terrore non sono i benvenuti in Afghanistan.
Non sono d'accordo con questa strategia, non ho ancora ben capito cosa intendono fare per il dopo, se davvero pensano di poter lasciare tutto in mano a Karzai (e nel 2013 al suo successore) e , a questo punto, in mano ai Talebani.
Gli Americani non hanno una strategia, almeno non una coerente con il fatto che sono lì da 8 anni e hanno perso migliaia di uomini.
Tra l'altro, diversi contingenti europei verranno ritirati dall'area nel corso del 2010.
Spero non perderemo altri uomini.
Commenta