lettera di Luigi Celli...

[Dan Master's]

Indubbiamente questa lettera è uno sfogo anche in parte sensato, ma se è vero che il paese va a rotoli, che la corruzione, il nepotismo e altre nefandezze dilagano, non è con la fuga che si risolve qualcosa.
Può essere scontato, ma per ricostruire il tessuto sociale serve far bene il proprio dovere, essere buoni insegnanti, buoni idraulici, buoni manager, lavorare su se stessi insomma, ognuno al proprio livello evitando di dar sempre e solo la colpa a cause esterne.

[Manx]

Sandman, tralasciando le % "per mia esperienza" che non sono affatto vere, ma solo tue ipotesi, posso dire di quotare del tutto quanto detto da ma_75 e da Liam. Per "mia esperienza" vera, posso dire di avere fatto un "salto" qualitativo, cosa che in italia non avrei mai fatto. Ok, non sono di ruolo, ma a contratto, la paga in sé é da fame - ma ho una borsa post doc, non eterna purtroppo - qui sono a tutti gli effetti docente, tengo un corso anche ben frequentato e tutto il resto...in Italia, nonostante laurea, master e dottorato di ricerca e un CV di 8 pagine, sarei rimasto a lavorare da Bartolini.

Diciamo che nel mio "precariato" (che spero prima o poi diventi qualcosa di piu'), che mi ha portato anche a delle privazioni di vario tipo, mi "lamento" un po' meno, sempre nella speranza di risolvere i molti problemi. Perfino il "precariato" in Italia mi sarebbe stato negato...il che non è poco.

[PrinceRiky]

grande uomo, grande manager.

il senso della lettera è stato travisato da molti qui dentro e non è minimamente riferito al fatto che non si possa vivere in italia o che l'estero sia lavorativamente più attrattivo; è unicamente riferita ad aspetti sociali e comportamentali che sopprimono giustizia, meritocrazia e con loro l'entusiasmo di voler essere i migliori.

[Liam & Me]

Sandman, tralasciando le % "per mia esperienza" che non sono affatto vere, ma solo tue ipotesi, posso dire di quotare del tutto quanto detto da ma_75 e da Liam. Per "mia esperienza" vera, posso dire di avere fatto un "salto" qualitativo, cosa che in italia non avrei mai fatto. Ok, non sono di ruolo, ma a contratto, la paga in sé é da fame - ma ho una borsa post doc, non eterna purtroppo - qui sono a tutti gli effetti docente, tengo un corso anche ben frequentato e tutto il resto...in Italia, nonostante laurea, master e dottorato di ricerca e un CV di 8 pagine, sarei rimasto a lavorare da Bartolini.

Diciamo che nel mio "precariato" (che spero prima o poi diventi qualcosa di piu'), che mi ha portato anche a delle privazioni di vario tipo, mi "lamento" un po' meno, sempre nella speranza di risolvere i molti problemi. Perfino il "precariato" in Italia mi sarebbe stato negato...il che non è poco.

non c'è molto da aggiungere

[ma_75]

grande uomo, grande manager.

il senso della lettera è stato travisato da molti qui dentro e non è minimamente riferito al fatto che non si possa vivere in italia o che l'estero sia lavorativamente più attrattivo; è unicamente riferita ad aspetti sociali e comportamentali che sopprimono giustizia, meritocrazia e con loro l'entusiasmo di voler essere i migliori.

A me pare dalla lettura della lettera che non è che lasci tante alternative. Già nell'incipit il messaggio mi pare chiaro. Come ho scritto, peraltro, la fotografia che offre del paese è reale, sono le soluzioni che mi lasciano perplesso.

[PrinceRiky]

A me pare dalla lettura della lettera che non è che lasci tante alternative. Già nell'incipit il messaggio mi pare chiaro. Come ho scritto, peraltro, la fotografia che offre del paese è reale, sono le soluzioni che mi lasciano perplesso.

la soluzione - a mio avviso - è da interpretare come ho scritto: non in riferimento al portare lo stipendo a casa, ma piuttosto al piacere di creare qualcosa con entusiasmo che in italia è praticamente precluso. "l'andare via" è una provocazione, a mio vedere.

[TheSandman]

Sandman, tralasciando le % "per mia esperienza" che non sono affatto vere, ma solo tue ipotesi, posso dire di quotare del tutto quanto detto da ma_75 e da Liam. Per "mia esperienza" vera, posso dire di avere fatto un "salto" qualitativo, cosa che in italia non avrei mai fatto. Ok, non sono di ruolo, ma a contratto, la paga in sé é da fame - ma ho una borsa post doc, non eterna purtroppo - qui sono a tutti gli effetti docente, tengo un corso anche ben frequentato e tutto il resto...in Italia, nonostante laurea, master e dottorato di ricerca e un CV di 8 pagine, sarei rimasto a lavorare da Bartolini.

Diciamo che nel mio "precariato" (che spero prima o poi diventi qualcosa di piu'), che mi ha portato anche a delle privazioni di vario tipo, mi "lamento" un po' meno, sempre nella speranza di risolvere i molti problemi. Perfino il "precariato" in Italia mi sarebbe stato negato...il che non è poco.

Alla fine Manx per me tu non fai testo.
Non per nulla, ognuno fa e sceglie quello che vuole, ma di certo con la laurea in filosofia non potevi sperare di avere aperte non so quante porte.
Il mercato del lavoro è vario in ogni paese.
In Italia per quella laurea il mercato è quello che è e lo sapevi dal giorno che hai deciso di iscriverti.
Non è una questione di Pese da schifo da cui scappare.

[goldenboy978]

Alla fine Manx per me tu non fai testo.
Non per nulla, ognuno fa e sceglie quello che vuole, ma di certo con la laurea in filosofia non potevi sperare di avere aperte non so quante porte.
Il mercato del lavoro è vario in ogni paese.
In Italia per quella laurea il mercato è quello che è e lo sapevi dal giorno che hai deciso di iscriverti.
Non è una questione di Pese da schifo da cui scappare.

e se fosse stato il figlio di un barone? in germania gli hanno dato la possibilità di insegnare senza chiedere l'albero genealogico, è solo questa la differenza

[Liam & Me]

Alla fine Manx per me tu non fai testo.
Non per nulla, ognuno fa e sceglie quello che vuole, ma di certo con la laurea in filosofia non potevi sperare di avere aperte non so quante porte.
Il mercato del lavoro è vario in ogni paese.
In Italia per quella laurea il mercato è quello che è e lo sapevi dal giorno che hai deciso di iscriverti.
Non è una questione di Pese da schifo da cui scappare.

Ma solo per cercare di capire di cosa stiamo parlando, ti dispiacerebbe dirmi che mestiere farebbe questo 75% di insoddisfatti di cui parlavi prima?


Poi se vuoi ti posso fare diversi esempi di matematici, ingegneri e chimici (qui posso essere molto più preciso) che nel nord europa hanno trovato sbocchi che in Italia si sarebbero sognati di notte.

Io di italiani tornati in patria perchè lì avevano prospettive di lavoro migliori non ne ho mai conosciuto uno. Quelli che tornano di solito è perchè sentono la mancanza di casa, cosa peraltro legittima e volte comprensibile.

[Manx]

Alla fine Manx per me tu non fai testo.
Non per nulla, ognuno fa e sceglie quello che vuole, ma di certo con la laurea in filosofia non potevi sperare di avere aperte non so quante porte.
Il mercato del lavoro è vario in ogni paese.
In Italia per quella laurea il mercato è quello che è e lo sapevi dal giorno che hai deciso di iscriverti.
Non è una questione di Pese da schifo da cui scappare.

Scusa ma perché non faccio testo? Come me c'è sia il classicista che il medico, sia il germanista che il fisico.

Le possibilità di far carriera accademica, a prescindere del percorso di studio, qui in Germania sono leggermente piu' alte (ma sempre basse, sia chiaro), almeno, fino a dove sono arrivato io, non c'è ancora baronismo e similia, ma meritocrazia.

Ti dico solo che qui a Freiburg siamo almeno qualche centinaio tra docenti, ricercatori ecc...italiani....dal giovane grecista al fisico nucleare...non scherzo.

Probabilmente, non avendo le spalle coperte, anche con una laurea in ingegneria o economia, non avrei mai lavorato all'università italiana e qui in Germania i laureati in filosofia hanno vita perfino piu' difficile che in italia, in quanto in poche scuole superiore viene insegnata filosofia...quindi fai un po' tu i conti.

[TheSandman]

e se fosse stato il figlio di un barone? in germania gli hanno dato la possibilità di insegnare senza chiedere l'albero genealogico, è solo questa la differenza

se fosse figlio di un barone forse avrebbe avuto una possibilità in più.
Ciò non toglie che se uno prende alcune lauree che non hanno mercato nel proprio paese deve essere cosciente di ciò fin dal momento di iscrizione.
Alcuni miei amici hanno fatto "Scienze delle culture europee" (sempre sotto lettere e filosofia) e ora fanno i postini o gli operai.
Motivi?
E' il paese sballato o di sballato c'è stata la loro scelta?

[TheSandman]

Ma solo per cercare di capire di cosa stiamo parlando, ti dispiacerebbe dirmi che mestiere farebbe questo 75% di insoddisfatti di cui parlavi prima?


Poi se vuoi ti posso fare diversi esempi di matematici, ingegneri e chimici (qui posso essere molto più preciso) che nel nord europa hanno trovato sbocchi che in Italia si sarebbero sognati di notte.

Io di italiani tornati in patria perchè lì avevano prospettive di lavoro migliori non ne ho mai conosciuto uno. Quelli che tornano di solito è perchè sentono la mancanza di casa, cosa peraltro legittima e volte comprensibile.

Tutti quelli che conosco io che sono andati all'estero hanno mantenuto il loro status che avevano in Italia.
Chi è partito che era parrucchiere, la non è diventato manager d'azienda o imprenditore, è rimasto parrucchiere.
Chi è partito è era x, tuttora è x.
Se poi vogliamo dire che se parti da qua e vai la ti elevi professionalmente raccontiamo favole.
Se mi dici che tu sei partito perchè ormai in Italia ti sentivi oppresso per motivi socio-familiari posso darti ragione, ma se mi dici che l'andare all'estero è un vaccino contro il fallimento io non sono assolutamente d'accordo.

[NICO90]

in effetti in Italia funziona così e non solo al sud come si potrebbe credere. Qui a Varese se vuoi avere la possibilità di trovare un lavoro soprattutto nel campo sanitario devi appartenere a CL. Negli altri stati mi sembra che funzioni diversamente,in quanto si dà più peso al merito.Basti pensare che il rappresentante per l'Europa di google ha solo 23 anni.

[TheSandman]

Scusa ma perché non faccio testo? Come me c'è sia il classicista che il medico, sia il germanista che il fisico.

Le possibilità di far carriera accademica, a prescindere del percorso di studio, qui in Germania sono leggermente piu' alte (ma sempre basse, sia chiaro), almeno, fino a dove sono arrivato io, non c'è ancora baronismo e similia, ma meritocrazia.

Ti dico solo che qui a Freiburg siamo almeno qualche centinaio tra docenti, ricercatori ecc...italiani....dal giovane grecista al fisico nucleare...non scherzo.

Probabilmente, non avendo le spalle coperte, anche con una laurea in ingegneria o economia, non avrei mai lavorato all'università italiana e qui in Germania i laureati in filosofia hanno vita perfino piu' difficile che in italia, in quanto in poche scuole superiore viene insegnata filosofia...quindi fai un po' tu i conti.

Cercare di insegnare in Italia si sa che è difficile come tempi e come numeri (nel senso che le cattedre sono quasi tutte occupate e si va levandone e non aggiungendone).
Sono scelte che uno fa.
Come è una scelta aprire un negozio di carne di maiale in Marocco.
Certo se uno prende una strada che si sa essere complicata e che comunque non ha mercato in tale paese poi non può lamentarsi dello Stato, ma semmai solo del suo mercato del lavoro che non è in linea coi sogni di tale persona.

[TheSandman]

in effetti in Italia funziona così e non solo al sud come si potrebbe credere. Qui a Varese se vuoi avere la possibilità di trovare un lavoro soprattutto nel campo sanitario devi appartenere a CL. Negli altri stati mi sembra che funzioni diversamente,in quanto si dà più peso al merito.Basti pensare che il rappresentante per l'Europa di google ha solo 23 anni.

e secondo te negli altri stati non esistono lobby o gruppi di potere