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Cercando notizie riguardo gli effetti del fumo mi sono imbattuto in questo sito : FORCES Italiana - THE EVIDENCE - GLI EFFETTI TERAPEUTICI DEL TABACCO
Vorrei sapere cose pensate a riguardo, ovviamente non cerco commentini e frasi fatte, ma qualcosa di argomentato, potrebbe venir fuori una bella discussione.
Tutto ciò nasce dal fatto che ultimamente ho molta voglia di fumare nonostante abbia smesso 4 anni fa circa, e sto leggendo spesso che pare che fumare poco non sia tutt sommato male per la salute, il discorso cambia fumando invece molto.
A voi la parola!
Fumare è praticamente da deficienti. E te lo dice un fumatore.
Riporto anche un messaggio con relativa risposta che mi ha fatto riflettere sulla "Soglia di rischio" che poi è lo steso discorso fatto anche da Sean se non erro
Caro Turci, aiutami a capire queste cose. I medici luminari dicono che chi fuma più di 20 sigarette al gg. per 20 anni corre il rischio di cancro polmonare. Io mi domando se invece ne fumo dieci al gg. per 50 o 60 anni rischio di più o di meno? Cioè è la quantità per gli anni o invece se uno fuma moderatamente cioè fino a 10 al gg. anche per tutta la vita il ragionamento non vale??? Seconda cosa: i luminari dicono che se si smette il rischio dopo 10 15 anni sparisce e allora io mi chiedo - se prima io ne fumavo 20 al gg. e poi ne fumo 10 al gg. anche il mio rischio sparisce o invece per sparire secondo loro non bisogna fumarne neanche una???? Il corpo fino a 10 al gg non le smaltisce???? Vorrei inoltre sapere cosa c'e' di vero tra fumo e malattie cardiovascolari /infarti aterosclerosi ecc.ecc.). Gradirei una sua riposta anche eventualmente sentendo i vs,medici o scienziati. Poi vorrei chiedere per ultimo come mai il fumo fa sempre male e questo viene detto da scienziati; ma come fanno loro a dirlo se non sono sicuri? Io credo che certe cose vanno dette solo se si e' sicuri! Potrebbe inoltre dirmi le vere cifre dei rischi di tutti queste morti per il fumo attivo – insomma, su cento che fumano quanti crepano???? Grazie. Caro lettore (non mi ha detto il suo nome),
capisco la sua confusione. Pubblicherò la sua lettera perché rappresenta bene il pasticcio percettivo che tutte queste statistiche più o meno tendenziose causano.
Questi “statistici” (noti bene che non uso la parola scienziati) proiettano l’idea che il corpo umano funzioni come una calcolatrice, e che i pericoli/rischi si sommino/sottraggano aritmeticamente, cosicché chi fuma 8 sigarette al giorno abbia un rischio doppio di chi ne fuma 4, mentre allo stesso tempo i santoni della salute ci dicono che l’unico rischio accettabile è zero! Non è così semplice.
Innanzitutto – e per ogni sostanza nell’universo – esiste una soglia di rischio che gli azzeccagarbugli salutisti si guardano bene dal menzionare. Per la loro mentalità lineare, un milligrammo di una sostanza fa male un decimo di dieci milligrammi. CIO’ E’ ASSOLUTAMENTE FALSO. Se così fosse, tutte le medicine farebbero male o ucciderebbero, visto che sono spesso basate su minute dosi di talvolta potentissimi veleni! E poi perché si parla sempre in termini di “far male”? Perché bisogna spaventare la gente!
Che significa soglia di rischio? Significa che, sotto una certa esposizione, il rischio diventa insignificante o non misurabile, oppure spesso si trasforma in un beneficio. Sulla base di ciò, due milligrammi di sostanza X nel corpo possono essere essenziali per la vita; tre possono avere un effetto terapeutico – ma dieci la possono mandare all’altro mondo!
Chiarificato questo, come lo si applica alle sigarette? Stabiliamo i necessari parametri:
La soglia di rischio statistico è generalmente stabilita a 3 o 5 sigarette al giorno, in base a studi che in genere riferiscono alle molto forti sigarette vendute nella metà del secolo scorso (è probabile che, con le sigarette prodotte oggi, si possa arrivare a dieci, ma non esistono dati recenti che possano confermare questa stima). Sotto questa soglia , il rischio diventa non commensurabile e/o si potrebbero avere addirittura dei benefici grazie all’effetto della nicotina contro malattie come Alzeimer, Parkinson e altre, o miglioramento dell’attività psicomotoria.
Sempre statisticamente, oltre alla soglia il rischio aumenta in proporzione diretta all’uso. Esempio: se si fumano 60 sigarette al giorno si è tre volte più a rischio di chi ne fuma 20, una volta e mezzo in più di chi ne fuma 40, e così via. Naturalmente anche la durata del fumare ha le sue conseguenze. Malattie statisticamente associate al fumo cominciano a notarsi in numero significativo oltre i 45-50 anni di età, poi l’incidenza aumenta rapidamente fin verso gli 80 anni, dopo di che addirittura cala. Interpretare il fattore durata rimane complicato in quanto la generale resistenza degli organismi cala comunque con l’avanzare dell’età sia per fumatori che per non fumatori, e anche in relazione a variazioni genetiche. Ad esempio, si opina che il calo di incidenza dopo gli 80 anni sia dovuto a una innata dotazione genetica alla longevità: i forti sopravvivono comunque.
Statisticamente, per i tumori al polmone l’aumento medio di rischio nei fumatori è di circa 10 rispetto ai non fumatori, mentre per malattie cardiovascolari l’aumento medio sarebbe solo di 0,7. Da tener conto comunque che questi eccessi statistici sono da prendersi con circospezione, perché i fumatori in genere seguono un tenore di vita che comporta un eccesso di altri rischi rispetto ai non fumatori. Di questi rischi la letteratura epidemiologica ne riporta una trentina per i tumori al polmone e oltre 300 per malattie cardiovascolari. Nessuno studio riguardante il fumo ha finora saputo calcolare il contributo statistico di questi cause accessorie, e di conseguenza i risultati ne risultano viziati.
Statisticamente ancora, su cento che fumano tutti muoiono, ma anche su cento che non fumano tutti muoiono! I fumatori in genere perdono circa 4 anni di vita media rispetto ai non fumatori.
Statisticamente è la parola chiave. Vede, le statistiche sono valide SOLO per masse di popolazione comparate ad altre masse prese a campione. Non sono >MAI< valide per singoli individui! Esempio: se le masse di fumatori sono statisticamente 10 volte più a rischio di cancro polmonare delle masse di non fumatori, ciò non significa affatto che Giovanni che fuma sia 10 volte più a rischio di Paolo che non fuma, e facilmente Giovanni potrebbe andare al funerale di Paolo! Quanto Giovanni come individuo sia più o meno a rischio di Paolo per il cancro polmonare o altra malattia E’ IMPOSSIBILE da sapere, perché l’epidemiologia NON PUO’ stabilirlo – anche se il dottore per esperienza, convinzione, sentito dire, o missione potrebbe dire che Giovanni è a maggior rischio di Paolo perché fuma; ma in realtà non lo può sapere, perché Paolo potrebbe essere predisposto geneticamente o essere più esposto agli altri numerosi cofattori di cancro polmonare, che Giovanni! Cosa ancora più interessante, il dottore non può sapere che è stato il fumo nemmeno dopo che il cancro è stato rilevato, ancora per via delle concause.
Quando sentiamo che “per smettere di fumare bisognerebbe lavorare in un reparto di oncologia”, dunque, si tratta di una retorica forse emotiva ma non razionale e oggettiva, perché far vedere un paziente di cancro e dire che ha fumato (inferendo/affermando che la colpa è solo del fumo) è l’equivalente di mettere un portafoglio rubato vicino a lei e inferire/affermare che lei è un ladro senza avere alcuna prova se non la vicinanza tra lei e il portafoglio. Questo non ci viene mai detto dai media - un po’ perché i reporter ne sono totalmente ignari, e specialmente perché ciò toglierebbe mordente al programma di isterismo dei santoni professionali della “salute” che deve far credere che “il fumo fa male sempre e comunque”. Così magari, agendo sulla paura si moltiplicano i clienti dei vasti interessi commerciali dell’ industria farmaceutica.
Come si potrebbe dunque indovinare quanto il fumo (il cibo, l’alcol…) possa far male a un individuo? Come regola generale, questo avviene quando si fuma (si mangia, si beve…) di più di quello che il nostro corpo possa eliminare o usare, perché ciò conduce a una saturazione dei meccanismi di detossificazione cui segue un’ accumulazione di tossici. La permanenza di tali tossici nel corpo potrebbe innescare i meccanismi delle malattie, come talvolta accade. E’ anche poi vero che oggi, in tempi di grande abbondanza rispetto al passato, si tende ad esagerare con tutto e a perdere il senso della misura forzando i nostri corpi ad assumere di più di quello che hanno bisogno o che possono sopportare; quindi bisogna stare all’occhio – ma senza diventare isterici!
Comunque non si può dire genericamente QUANTO di questi tossici rappresenti esattamente la soglia di rischio perché ognuno di noi è unico, ed anche perché cambiamo continuamente durante la nostra vita: lei non è la stessa persona di dieci anni fa: la sua situazione è cambiata, il suo ambiente, e persino il suo corpo non ha più le stesse cellule! Tutto in lei e nel suo ambiente è in continua evoluzione. Un medico informato, accorto, intelligente e umano dovrebbe essere in grado di consigliare su quanto possa costituire un livello di moderazione personale, ma ancor meglio sarebbe sviluppare una sufficiente conoscenza di se stessi e del proprio organismo, e di percepire direttamente quello che sia un proprio moderato tenore di vita.
Da quanto sopra si può intuire da dove venga l’assurda filosofia dei salutisti: se ultimamente portiamo l’esposizione di tutto a zero, possiamo essere certi che nulla faccia male! Ma ciò è fondamentalmente sbagliato, perché zero esposizione:
Non permette di godere dei benefici fisici che possono aversi dall’uso della sostanza sotto la soglia di pericolo.
Non permette di godere dei benefici psicologici derivanti dal piacere, essenziale al benessere e all’esistenza tanto quanto lo è la salute fisica, con cui esso è inestricabilmente collegato e inter-dipendente.
Non permette il rafforzamento delle difese del corpo perché il corpo non è mai esposto alla minaccia e quindi, se esposto in seguito, non “sa” come difendersi.
Rilassa le condizioni di controllo ambientale, creando l’insorgenza di nuove malattie. Le do qui una teoria, peraltro corroborata da certi fatti. Un esempio tipico è il grande aumento dell’asma negli USA dove, dopo aver eliminato in molti ambienti il fumo passivo, hanno abbassato la circolazione forzata dell’aria nei grattacieli (e la manutenzione dei sistemi di condizionamento) perché non era più necessario rimuovere il fumo, e si poteva così risparmiare energia e denaro!! Risultato: “sick building syndrome” con aumenti di asma e allergie, nonché di tubercolosi (come sta attualmente accadendo a San Francisco). La stessa cosa vale per gli aerei e nelle case. Il fumo che “da fastidio” inevitabilmente è indicatore di scarso ricambio d’aria, e ci forza a cambiarla, e anche a pulire i locali. Ciò a sua volta permette la rimozione di batteri, virus e sostanze che causano allergie. Rimuovendo il fumo si rimuove dunque l’unico indicatore istantaneo di questo problema, e si tende a respirare aria malsana che si crede pulita perché non si vede il fumo!
Da quanto sopra vede che l’incertezza - assieme alla morte - è l’unica certezza della vita. Non si può sapere, di cento che fumano, quanti ne moriranno per il fumo perché tutte le malattie “da fumo” hanno decine o centinaia di co-fattori che col fumo non c’entrano nulla. Non esiste una malattia unica del fumatore – nemmeno il cancro polmonare! Badi bene che non sto escludendo la possibilità che il fumo provochi malattie, ma solo affermando che è assurdo e disonesto quantificare l’inquantificabile per pilotare il comportamento della gente – come è disonesto tacere i benefici del fumo da parte di coloro che affermano di dire la verità in nome della “salute”!
I saccenti “luminari” invece pretendono di sapere quale cerino ha fatto bollire l’acqua di una pentola che richiede 100 cerini accesi tutti assieme per bollire! Nella fattispecie, i 100 cerini sono 100 ipotetiche cause di malattia che devono concorrere per scatenarla. Basta leggere i giornali: il fumo uccide più che l’alcol, che uccide più che il cibo - a meno che non sia geneticamente modificato - che uccide più che lo smog… osserviamo una vera folla di “number one killer”, mentre con i computer si generano oltre il 40% più “morti” di quanti finiscono nei cimiteri! Perché? Perché i “luminari” sono il più delle volte dei ciechi che brancolano nel buio senza nemmeno l’umiltà di ammettere la loro ignoranza.
In conclusione, il tutto in moderazione tende a metterci sotto le soglie di pericolo, che ci permette di godere i benefici e il piacere di una vita, e di ritardare di pagare lo scotto finale -- un vero affare che si può fare senza bisogno di pendere sempre dalle labbra di santoni e luminari che si arricchiscono alle nostre spalle con spauracchi statistici senza fine. Cordiali saluti. Turci
avete provato le sigarette "one", quelle a 1 mg di nicotina e 1mg di catrame. Hanno come contenuto dieci volte meno le malboro rosse.↲Davvero fanno molto molto meno male?↲Se si potrebbero essere una buona alternativa
Se se pure prima dicevi cosi' poi ti fumavi 10 sigarette imbriaga
è vero, il fatto è che non mi imbiago da un secolo (con un'unica eccezione) e ho un po' paura dell'alcol, a questo punto, visto che ora come ora mi basterebbe una mezza bevuta per vacillare sui tacchi. Mi sa che sto invecchiando
Insomma, ammetti che ieri ti sei fatto fuori una bottiglia di rosso da solo
è vero, il fatto è che non mi imbiago da un secolo (con un'unica eccezione) e ho un po' paura dell'alcol, a questo punto, visto che ora come ora mi basterebbe una mezza bevuta per vacillare sui tacchi. Mi sa che sto invecchiando
Insomma, ammetti che ieri ti sei fatto fuori una bottiglia di rosso da solo
Imbriago non imbiago,cmq no ,la cosa realmente grave e' che ho fumato senza aver bevuto,almeno ai tempi manco mi ricordavo di averlo fatto il giorno dopo..
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