ma che battisti faccia uno sciopero della fame totale frega a qualcuno?

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  • Liam & Me
    Bad Blake
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    Risvolti sorprendenti

    il presidente potrebbe attendere la pubblicazione del decreto della Corte

    Lula prende tempo su Battisti

    Secondo la Reuters starebbe pensando di non firmare il provvedimento di estradizione



    Il presidente Lula (Ap) BRASILIA - Sulla vicenda Battisti restano molte nuvole all'orizzonte. Secondo una fonte, che desidera restare anonima, citata dalla Reuters, il presidente Lula starebbe pensando di non firmare il provvedimento di estradizione dell'ex terrorista italiano. Due giorni dopo il sofferto via libera all'estradizione di Cesare Battisti da parte del Tribunal Supremo Federal, il presidente deve decidere se confermare o respingere la sentenza dell'Alta Corte.
    TEMPI LUNGHI - Comunque, al di là di possibili colpi di scena che evidentemente non sono esclusi, l'eventuale riconsegna a Roma avrebbe comunque, assicurano più fonti, tempi lunghi. Sulla scia dell'udienza dell'Stf, a Brasilia è stata la giornata dei "rumors", interpretazioni e analisi. La domanda chiave è cosa farà ora Lula. C'è chi sostiene che il presidente si pronuncerà solo nel 2010, in attesa della pubblicazione del decreto da parte dell'Stf, che sui casi complessi - come capitato di recente su una riserva indigena in Amazzonia - può anche lasciar passare dei mesi tra il momento di una decisione e quello della pubblicazione del relativo decreto. «Ci aspetta un lungo dibattito», ha d'altro lato assicurato il ministro della giustizia, Tarso Genro, che a gennaio ha concesso l'asilo a Battisti, precisando che quella su Battisti sarà una decisione «solitaria» del capo dello Stato. Incontrando la stampa, e come già fatto ripetete volte, Genro è oggi tornato all'attacco, affermando che sul caso dell'ex terrorista rosso «alcuni ministri» italiani evidenziano «una netta intenzione persecutoria» e uno spirito di «vendetta».
    LE IPOTESI - Secondo alcune fonti, Lula potrebbe cancellare lo status di rifugiato politico a Battisti, senza però riconsegnarlo in Italia, lasciando pertanto che l'ex terrorista continui a risiedere in Brasile, ma «per ragioni umanitarie». Esperti citati dal Folha de S.Paulo hanno d'altra parte fatto notare che il trattato d'estradizione firmato da Italia e Brasile nel 1989 permetterebbe a Lula di bloccare la riconsegna a Roma di Battisti: ma solo - si precisa - se il presidente sostiene allo stesso tempo che l'ex terrorista debba affrontare in Italia «atti persecutori e di discriminazione per ragioni di opinione politica».

    20 novembre 2009
    B & B with a little weed










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    • Lucone
      Bodyweb Advanced
      • Dec 2008
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      Abbiamo i servizi, si fà un viaggietto in brasile si narcotizza e si carica per portarlo a casa.....
      Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)

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      • Sean
        Csar
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        • In piedi tra le rovine
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        Temo che il signor Lula debba cominciare un attimo a preoccuparsi delle "ragioni umanitarie" che sovraffollano casa sua, tipo la prostituzione infantile che distrugge la dignità dei suoi cittadini; tipo i bambini di strada che sniffano colla dalla mattina alla sera; tipo le bidonville che assediano le dorate spiagge brasiliane; tipo lo smercio di droga dove sovente è la polizia ad incassare i proventi; tipo gli omicidi, le brutalità inumane, la violenza che infesta ogni angolo di strada del suo bel paese; tipo il denaro che in una nazione così ricca di tutto dovrebbe servire a far star meglio quella massa di disperati che è il suo popolo, e non i pochi panciuti dirigenti (bianchi) di partito di azienda di sindacato etc, dove la corruzione fagocita tutto e ingrassa sempre i soliti noti.

        C'è un uomo, qua in Italia, che è costretto su di una sedia a rotelle da trent'anni, grazie a Battisti, e che si aspetta che Lula prenda in considerazione anche le sue di "ragioni umanitarie".
        Vediamo se il Brasile sa fare qualcosa di più oltre le solite carnevalate per il quale è famoso.
        ...ma di noi
        sopra una sola teca di cristallo
        popoli studiosi scriveranno
        forse, tra mille inverni
        «nessun vincolo univa questi morti
        nella necropoli deserta»

        C. Campo - Moriremo Lontani


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        • centos
          Bad Lieutenant
          • Jan 2009
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          Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
          Credo anche io che, stavolta, lo impacchetteranno per bene, destinazione Italia, dove verrà accolto in diretta TV come una star da esibire in pubblico, un po' come accadde per la Baraldini. Ecco, se questo Battisti avesse un po' di dignità potrebbe uscire di scena in maniera teatrale ammazzandosi in diretta o nello studio di Porta a Porta.
          ho letto che il fratello dice che se lo estradano si suicida (battisti non il fratello )

          ...un problema in meno



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          • thetongue
            Bodyweb Senior
            • Mar 2003
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            Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
            Temo che il signor Lula debba cominciare un attimo a preoccuparsi delle "ragioni umanitarie" che sovraffollano casa sua, tipo la prostituzione infantile che distrugge la dignità dei suoi cittadini; tipo i bambini di strada che sniffano colla dalla mattina alla sera; tipo le bidonville che assediano le dorate spiagge brasiliane; tipo lo smercio di droga dove sovente è la polizia ad incassare i proventi; tipo gli omicidi, le brutalità inumane, la violenza che infesta ogni angolo di strada del suo bel paese; tipo il denaro che in una nazione così ricca di tutto dovrebbe servire a far star meglio quella massa di disperati che è il suo popolo, e non i pochi panciuti dirigenti (bianchi) di partito di azienda di sindacato etc, dove la corruzione fagocita tutto e ingrassa sempre i soliti noti.

            C'è un uomo, qua in Italia, che è costretto su di una sedia a rotelle da trent'anni, grazie a Battisti, e che si aspetta che Lula prenda in considerazione anche le sue di "ragioni umanitarie".
            Vediamo se il Brasile sa fare qualcosa di più oltre le solite carnevalate per il quale è famoso.
            ineccepibile, tutto vero . ma, come dicevamo sopra, a che pro inimicarsi/incrinare i rapporti con l'opinione estera ed anche il fronte interno (gia' espressosi a favore dell'estradizione)? che gli entra a lui, che vantaggio ne vede? bah.....

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            • thetongue
              Bodyweb Senior
              • Mar 2003
              • 9739
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              Siamo all'assurdo: sembra che Lula non voglia firmare, e che sopratutto gli avvocati di Battisti puntino addirittura alla scarcerazione per amnistia.
              Lula si opporrebbe all'estradizione "per motivi umanitari" (i diritti di un pluriomicida a sangue freddo, ndr ). Ma son davvero questi supposti motivi umanitari che lo turbano? Andando a dare un'occhiata piu' da vicino, si nota che Genro, a capo del maggior partito di sinistra del Paese, e' colui che bisbiglia all'orecchio di Lula: egli sostiene che "in Italia, Battisti verrebbe sottoposto ad azioni chiaramente persecutorie, in un paese dove il Fascismo sta riguadagnando terreno in modo preoccupante". Interessante notare che Lula guarda in prospettiva alle prossime elezioni, dove l'appoggio del partito di Genro sara' necessario per un'eventuale rielezione (leggi motivi "umanitari" piuttosto come "pro elezione per Lula", ndr).
              Io consegnerei Genro, novello Lenin, e Lula, protettore dei suoi diritti elettorali piu' che di quelli umanitari, a questi "fascisti in crescita" nel Belpaese . allego: Lula prende tempo su Battisti - Corriere della Sera

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              • gabriele81
                eh eh son manzo
                • Jul 2006
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                • roma
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                Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                Temo che il signor Lula debba cominciare un attimo a preoccuparsi delle "ragioni umanitarie" che sovraffollano casa sua, tipo la prostituzione infantile che distrugge la dignità dei suoi cittadini; tipo i bambini di strada che sniffano colla dalla mattina alla sera; tipo le bidonville che assediano le dorate spiagge brasiliane; tipo lo smercio di droga dove sovente è la polizia ad incassare i proventi; tipo gli omicidi, le brutalità inumane, la violenza che infesta ogni angolo di strada del suo bel paese; tipo il denaro che in una nazione così ricca di tutto dovrebbe servire a far star meglio quella massa di disperati che è il suo popolo, e non i pochi panciuti dirigenti (bianchi) di partito di azienda di sindacato etc, dove la corruzione fagocita tutto e ingrassa sempre i soliti noti.

                C'è un uomo, qua in Italia, che è costretto su di una sedia a rotelle da trent'anni, grazie a Battisti, e che si aspetta che Lula prenda in considerazione anche le sue di "ragioni umanitarie".
                Vediamo se il Brasile sa fare qualcosa di più oltre le solite carnevalate per il quale è famoso.
                L'ho detto, fra un po' ci farà lezioni di diritto anche lo Zimbawe.

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                • ma_75
                  Super Moderator
                  • Sep 2006
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                  Originariamente Scritto da gabriele81 Visualizza Messaggio
                  L'ho detto, fra un po' ci farà lezioni di diritto anche lo Zimbawe.
                  Per come diventerà il diritto italiano dopo le Ghedinate forse farebbero bene
                  In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                  ma_75@bodyweb.com

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                  • Sartorio
                    Non utente di Bodyweb
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                    • Società Civile
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                    Farebbero bene si, ma non hanno parlato di berlusconismo o leghismo.
                    Con tutto il dovuto rispetto, se qui ci fosse il fascismo ci andrebbe anche di culo.
                    Originariamente Scritto da gorgone
                    il capitalismo vive delle proprie crisi.

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                    • Liam & Me
                      Bad Blake
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                      Comunque ha gia' abbandonato lo sciopero della fame: farne uno serio richiede uomini di un certo spessore, chiaramente non era il suo caso.

                      Da corriere.it

                      un parlamentare: «La decisione dopo aver consultato diverse persone»

                      Battisti sospende lo sciopero della fame
                      «È un gesto di fiducia verso Lula»


                      L'ex terrorista in attesa di una decisione del presidente brasiliano sulla sua estradizione

                      Cesare Battisti (Fotogramma) BRASILIA - Stop allo sciopero della fame. Cesare Battisti ha deciso di sospendere la protesta che stava portando avanti da dieci giorni. A comunicarlo è Eduardo Suplicy, il parlamentare brasiliano da sempre molto vicino all'ex militante dei Proletari armati per il comunismo. «È un gesto di fiducia nei confronti del presidente Lula», ha precisato Suplicy, che qualche ora fa ha incontrato Battisti nel carcere di Papuda, a Brasilia. L'ex terrorista rosso è in attesa di una decisione sulla sua estradizione all'Italia da parte di Lula, dopo il via libera a questa misura deciso lo scorso mercoledì dal Supremo Tribunal Federal.

                      «HA CONSULTATO DIVERSE PERSONE» - Battisti, spiega il parlamentare, ha sospeso lo sciopero «dopo aver consultato diverse persone, tra le quali la scrittrice francese Fred Vargas» (paladina della causa di Battisti). Le condizioni di salute dell'ex terrorista, dopo dieci giorni di sciopero della fame, non desterebbero preoccupazione. «L'ho visto meglio che nei giorni scorsi» ha detto Suplicy, dopo l'incontro con Battisti a Papuda. «Battisti - ha concluso il parlamentare - ha firmato un documento nel quale rende noto di aver posto fine allo sciopero della fame».
                      B & B with a little weed










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                      • Sean
                        Csar
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                        Semplicemente scandaloso:

                        "L'ex terrorista dei Pac nel carcere di Brasilia: "Non sono
                        un mostro. Protesterà solo qualche ministro fascista"


                        Nella cella con Battisti
                        Berlusconi mi lascerà qui"




                        PAPUDA (Brasile) - Maglietta leggera giallo-ocra, calzoni chiari e uno sguardo un po' spento che si ravviva quando abbraccia il senatore e allunga una mano a Fernanda. Ci saluta con uno sguardo incuriosito. "Ho mangiato una pera", esordisce. E poi: "Francamente", aggiunge, "credo che neppure a Berlusconi importi nulla di questa storia. Penso", dice fiducioso, "che resterò in Brasile. Tranne qualche ministro fascista gli altri rimarranno tranquilli".

                        In questo momento il suo problema non è lo sciopero della fame, che ha interrotto dopo dieci giorni, ma una televisione brasiliana, Bandeirantes. Li vuole querelare perché nell'ultimo tg hanno parlato di lui dicendo in diretta che in Italia è condannato a quattro ergastoli. "E che sono, un mostro?". "Possibile", continua, "che tutti gli omicidi dei Pac li abbia commessi io? Andiamo...".

                        Nemmeno l'agente Campagna?, gli chiediamo in italiano. "Finalmente un italiano!", dice lui. "Lei", aggiunge subito, "forse mi potrà spiegare tutto questo accanimento contro di me dopo trent'anni". Perché i familiari delle vittime non possono dimenticare, rispondiamo, e perché lei fugge, fugge da trent'anni. Abbassa lo sguardo e si avvicina: "Sì, ma in Francia? Quand'ero a Parigi mi avete lasciato in pace per quattordici anni. Credevo che avrei potuto rifarmi una vita dimenticando tutto quello che era successo".

                        Il senatore Suplicy chiama dal suo cellulare Fred Vargas, la giallista francese che appoggia Battisti e paga, insieme ad altri amici, le spese processuali. Poi passa il telefonino a Battisti. Scherzano. Lui ha in mano una lettera della Vargas che gli ha portato il senatore e le dice in francese che ha sospeso il digiuno ancor prima di leggere quelle frasi in cui lei glielo ordinava, dice, "con piccoli e inaccettabili ricatti".
                        Intervengono gli agenti: "Fermo, fermo, non può parlare al cellulare". Lui chiude, alza le mani, si scusa. I due agenti chiamano il direttore del carcere, che ammonisce il senatore per avergli passato il telefonino. "La Vargas era preoccupata", si scusa anche lui. Torniamo agli omicidi. "Non c'ero, l'ho ripetuto tante volte, mi hanno condannato in contumacia sulla base di dichiarazioni di pentiti che hanno avuto sconti di pena". Ma nel suo appartamento, quando l'arrestarono nel '79, vennero trovate armi, volantini. "Sì, ma le pistole non avevano sparato", risponde. "Io", aggiunge, "seppi dell'omicidio del gioielliere Torreggiani leggendo La Notte. Fu il momento peggiore della mia vita, perché capii che da allora sarebbe comunque cambiata. Anche se io non avevo nulla a che fare con quella storia".


                        Chissà se è la sua croce o la sua salvezza quest'aria da malandrino invecchiato e l'innata scaltrezza da scugnizzo, come quel lampo di furbizia che si può leggere nei suoi occhi e che lascia sempre l'interlocutore nel dubbio. Neppure il senatore Suplicy, che lo difende da quando è stato arrestato nel maggio del 2007 a Copacabana, e che ormai conosce a memoria le sentenze e tutte le accuse che lui puntualmente smentisce, è convinto al di là di ogni ragionevole dubbio della sua innocenza. Ma Battisti è bravissimo ad instillare sospetti, a raccontare l'Italia degli anni Settanta come la patria della rivoluzione mancata contro "quei mafiosi della Dc", l'era degli "espropri proletari", della "giustizia dei poveri contro i ricchi". Anche Fred Vargas lo ha scambiato per Robin Hood.

                        Nel ragionare dei brasiliani, tuttavia, l'ergastolo in contumacia è comunque debole. "I dubbi restano", dicono, "nonostante le testimonianze". Ed è così, con lui che insiste a proclamarsi innocente, che è cresciuta anche qui, dopo Parigi, una cellula del "soccorso rosso". La prima ad intervenire in suo favore fu Carla Bruni, come ha ammesso il ministro della Giustizia brasiliano Tarso Genro. Poi arrivò la Vargas, che è riuscita a cucirgli intorno una rete di protettori ben collocati nella sinistra brasiliana, i quali oggi premono sul presidente Lula affinché non dia il via libera alla sentenza di estradizione.

                        "Trent'anni dopo", riprende Battisti, "sono un trofeo. Per questo vi accanite. Non c'è rimasto nessuno in galera, di quegli anni, e adesso volete che sia io a pagare per tutti". Per tutti? Nato a Sermoneta 55 anni fa, Cesare Battisti è latitante da quando riuscì ad evadere dal carcere di Frosinone. Era il 4 ottobre del 1981. Attraversò - racconta lui - "l'Italia e le Alpi a piedi". Un viaggio di trenta giorni per raggiungere la Francia. Poi conobbe Laurence, la moglie francese dalla quale ha divorziato, e con lei fuggì in Messico. Dall'82 al '91. Nel 1984 nasce Valentina, la prima figlia. Torna in Francia per seguire Laurence, stanca del Messico, e grazie alla "dottrina Mitterrand", nonostante sia condannato per fatti di sangue, ottiene la residenza. Scrive romanzi gialli, ha una seconda figlia, Charlène, si separa, divorzia, ma vive - dice lui - "praticamente dimenticato dall'Italia" fino al 2004, quando la Corte francese convalida la sentenza di estradizione.

                        Ma Battisti ha ancora fortuna. Grazie, racconta, "ad alcuni agenti del servizio segreto francese fedeli al defunto presidente Mitterrand", ottiene un paio di passaporti falsi e riprende la fuga verso il Brasile. La terra, gli dicono i suoi protettori, dove è più facile ottenere asilo perché c'è una amnistia contro tutti i delitti politici commessi prima del 1988.

                        Piove a dirotto su Brasilia quando lasciamo il carcere. Battisti è tornato nella cella che condivide "con un altro detenuto molto tranquillo, che mi permette di scrivere per diverse ore al giorno". Ha sospeso lo sciopero della fame come "atto di fiducia verso il presidente". E per la prima volta, tra latitanza e carcere, vede avvicinarsi l'ora di una ancora incerta, ma possibile, libertà. "Tornerò anche in Italia, prima o poi, ma non in manette".

                        Nella cella con Battisti Berlusconi mi lascerà qui" - cronaca - Repubblica.it

                        L'internazionale comunista ancora copre i suoi "fratelli" con passaporti falsi, denaro, protezione ad ogni livello:
                        Gli passano pure un telefonino in galera
                        La sua difesa è tutta qua: "Dopo trent'anni lasciatemi in pace".
                        Non è importante che non abbia fatto un giorno uno di galera, che si sia sottratto alla giustizia, che non abbia mai chiesto perdono ai familiari delle sue vittime, che non si sia mai dissociato, che ancora straparli di "rivoluzione ed espropri proletari":
                        E' ancora il comunistello di trent'anni fa.

                        E allora, se la giustizia deve venire dal popolo proletario, mi permetto un consiglio ai familiari delle vittime di Battisti;
                        Quando sarà scarcerato (se Lula, inopinatamente, non dovesse avallare l'estradizione) assoldino qualcuno della feccia locale (in Brasile ce n'è tanta) e lo facciano secco mentre passeggia:
                        Sono i rischi della rivoluzione, mon ami.
                        ...ma di noi
                        sopra una sola teca di cristallo
                        popoli studiosi scriveranno
                        forse, tra mille inverni
                        «nessun vincolo univa questi morti
                        nella necropoli deserta»

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                          Riporto in up il thread perchè pare si vada incredibilmente verso un no all'estradizione di Battisti da parte del Brasile

                          Secondo il quotidiano O Globo
                          l’Avvocatura generale dello Stato brasiliano e’ orientata a respingere l’estradizione di Cesare Battisti in Italia, e cosi’ lo indichera’ in un parere da consegnare al presidente uscente Lula.

                          Anche se tale rapporto
                          non e’ ancora stato approvato dal presidente dell’Avvocatura, Luiz Inacio Lucena Adams.


                          ‘’Il testo, che e’ nella fase finale della redazione
                          , fornisce argomenti legali per la non estradizione’’ dell’ex terrorista rosso in Italia, afferma il quotidiano, riprendendo le dichiarazioni fatte ieri da Lula, il quale ha precisato che prima di pronunciarsi sull’estradizione o sulla permanenza di Battisti in Brasile ascoltera’ il parere di Lucena Adamas, decidendo comunque in sintonia con tale orientamento.


                          ‘’Dipendo dall’Avvocato generale
                          . Qualsiasi sia il suo parere io lo rispettero’’’, ha detto Lula alla stampa, precisando che comunque prendera’ una decisione prima della conclusione del suo mandato, il 31 dicembre, quando al suo posto si insediera’ Dilma Rousseff, che la scorsa domenica ha vinto le elezioni presidenziali.


                          Lucena Adams
                          e’ l’uomo che ‘’orienta il presidente della Repubblica’’, ha concluso Lula, ribadendo che intende seguire la sua decisione.


                          C'è sempre chi riesce a farla franca...Se così fosse sarebbero da rivedere molto severamente i rapporti col Brasile; ma il nostro governo ha perduto ogni credibilità. Frattinistein sta in vacanza da una vita; Berlusconi va a puttane e il ministro della Giustiza è troppo impegnato a sfasciare la giustizia stessa. E il risultato è che anche il Brasile ci sbertuccia.
                          ...ma di noi
                          sopra una sola teca di cristallo
                          popoli studiosi scriveranno
                          forse, tra mille inverni
                          «nessun vincolo univa questi morti
                          nella necropoli deserta»

                          C. Campo - Moriremo Lontani


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                            • Oct 2008
                            • 4878
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                            schiaffo dal brasile.
                            Dal governo italiano ipotesi di ritorsioni diplomatiche. Molti ministri pronti a mobilitarsi

                            Battisti, Lula dice no all'estradizione

                            Il presidente brasiliano ha negato il trasferimento in Italia dell'ex terrorista dei Pac




                            riporto un articolo de "Il Giornale"

                            Ma Battisti libero è un rospo che non si può ingoiare



                            Non siamo nati ieri e dunque sappiamo benissimo che nelle relazioni internazionali a far aggio è l’interesse economico, il dare e l’avere. Della geopolitica e delle sue esigenze, poi, non ne parliamo. Non ci è ignoto che per la Fiat il Brasile è come l’antro di Ali Babà e che è lì che l’industria automobilistica italiana fa cassa. Non siamo nati ieri e quindi figuriamoci se digiuni di lezioni e retoriche menate sul reducismo, sulla «lettura» gramsciana degli anni di piombo, sui compagni che sbagliano, sugli ideali traditi o mal riposti da tanti bravi giovani che in buonissima fede scelsero la lotta armata disseminando il selciato di morti ammazzati per costruire il «futuro migliore». No, non siamo nati ieri e tutte queste belle cose fanno parte del nostro cosiddetto bagaglio culturale, ciò che ci porta a vedere il mondo con occhio disincantato e il più delle volte rassegnato. Però arriva il momento in cui la fuffa ideologica, il fregnacciume sociologico, i balletti e i salamelecchi della diplomazia non riescono più a far argine all’indignazione o per meglio dire alla (...)
                            (...) rabbia. Ed è il caso del rifiuto da parte del presidente brasiliano Lula di concedere la più e più volte richiesta estradizione di Cesare Battisti.
                            Torna difficile se non proprio impossibile comprendere quella faccia da schiaffi, quell’arrogante e presuntuoso delinquente di Battisti nella categoria - che per altro non riconosciamo - degli eversori che sbagliarono sì, ma per un’idea giusta. Battisti è né più né meno che un serial killer. Appena diciottenne è sbattuto in galera per rapina a mano armata. Quando ne esce e decide di abbrancarsi a un gruppo eversivo, sceglie quello di «Proletari Armati per il Comunismo», attratto più da quell’«armati» che dal resto. Tant’è che la sua carriera di terrorista fu tutta dedicata alla rapina armata piuttosto che alla realizzazione del comunismo. Quando dunque Lula definisce «umanitaria» la decisione di tenersi stretto a sé Battisti, insulta non solo le vittime e i parenti delle vittime di quel teppista, ma tutti noi. Giudicandoci belluini selvaggi per voler punire a norma di codice una canaglia capace di ripetutamente uccidere a sangue freddo.
                            Non gliela possiamo far passar liscia, a Lula. Non possiamo accontentarci di mezze misure. Già il dichiarare che «il Governo italiano si riserva, sulla base della decisione del presidente brasiliano Lula, di considerare tutte le misure necessarie per ottenere il rispetto del trattato bilaterale di estradizione, in conformità con il diritto brasiliano», è il segno della resa. Si riserva? Considerare? In conformità del diritto brasiliano? Il diritto brasiliano è quello interpretato da Lula e dal suo gesto «umanitario». Ovvero la negazione medesima del diritto. E noi dovremmo tenerne conto tra una considerazione e l’altra, tra una riserva e l’altra?
                            Un tempo, in simili casi, una nazione con gli attributi e che non voleva esser trattata a pesci in faccia mandava le cannoniere. Non si chiede tanto, anche se per tener a bada la «Serpenton do mar» e la «Terror do mundo», orgoglio della marina militare brasiliana, basterebbe una sola motovedetta della nostra Guardia costiera. Non si chiede tanto, ma alzare la voce sì, battere i pugni sul tavolo sì, minacciare sì. Ci andranno di mezzo le relazioni economiche? Quand’anche fosse, pazienza, perché quello servitoci da Lula non è rospo da mandare giù in nome di qualche Panda in più o in meno. E poi voglio vedere il Brasile che strozza in un embargo i suoi più importanti stabilimenti industriali. Parliamogli dunque a muso duro, al Calamaro, facciamogli capire che per compiacere le Carle Bruni e gli Adriani Sofri, le damine e i cicisbei della più imbecille intellighenzia radical chic, l’ha fatta assai fuori dal vaso umiliando gli italiani. Diciamogli chiaro e tondo che si deve reingoiare quella scellerata scelta «umanitaria», che grida vendetta al cospetto del buon senso comune e della civile convivenza fra i popoli. Cesare Battisti non è una vittima. Le vittime hanno altri nomi. Le vittime si chiamano Antonio Santoro, maresciallo di polizia penitenziaria; Lino Sabbadin, commerciante; Pier Luigi Torreggiani, commerciante; Andrea Campagna, agente di pubblica sicurezza. Cesare Battisti è un assassino e come tale deve essere tradotto in manette in un carcere italiano. Per scontare la pena alla quale la giustizia l’ha condannato, l’ergastolo. E non c’è Lula che tenga.

                            "
                            Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                            • gabriele81
                              eh eh son manzo
                              • Jul 2006
                              • 10168
                              • 861
                              • 167
                              • roma
                              • Send PM

                              Non capisco questo accanimento, ammazzare un gioielliere e rendere disabile suo figlio sono chiaramente dei crimini politici.

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                              • Sean
                                Csar
                                • Sep 2007
                                • 121599
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                                • Send PM

                                E' incredibile (anche se, ahinoi, prevedibile). Il "soccorso rosso" ricompare, come un refuso degli anni '70, in Brasile. Resta che un pluriomicida passerà il resto della sua vita in vacanza, invece che all'ergastolo, e tutto grazie ad un Lula: e quel povero disgraziato sulla sedia a rotelle (anche lui a vita) chi lo risarcisce? E, come dice Gabriele, le altre vittime di quell'assassino? Gli auguro di morire presto, magari per una di quelle rapine a mano armata che in Brasile sono così frequenti: ce ne sono molti di disperati che si possono comprare per pochi euro, pronti anche ad ammazzare...un modesto suggerimento ai parenti delle vittime, e a chi è sopravvissuto invalido. Ci pensino: quello scarafaggio deve scendere nelle fogne.
                                ...ma di noi
                                sopra una sola teca di cristallo
                                popoli studiosi scriveranno
                                forse, tra mille inverni
                                «nessun vincolo univa questi morti
                                nella necropoli deserta»

                                C. Campo - Moriremo Lontani


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