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Bimbo muore perché medico gioca

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    #16
    Anche fosse vera, fatte le dovute proporzioni, considerando che noi dovremmo rappresentare la civiltà, lo sviluppo, "l'occidente" dei miei coglioni, questa (che è sicuramente vera) è mille volte peggiore:

    La triste fine di Antonietta, malata terminale

    Roma, morire al Policlinico in barella aspettando l’ossigeno per quattro ore

    di DACIA MARAINI
    ORE 9. Una donna si presenta al pronto soccorso del Policlinico di Roma, sorretta dalla sorella. Cammina a stento. Ha la faccia gonfia e livida, le braccia paralizzate e pesanti come due tronchi. La confusione in questi giorni di febbri virali è immensa nei locali dell’ospedale. Nessuno si occupa della povera malata. «Non riesce a respirare ha bisogno urgente di ossigeno, aiutatela per favore» insiste la sorella. Ma non ci sono risposte. Passa un’ora e le condizioni della malata peggiorano. La sorella chiede, supplica, ma sembra che non riescano a vedere la sua gravità. Finalmente qualcuno si decide, gli assegna il bollino giallo che è quello delle urgenze. Ma poi passa ancora un’ora senza che la facciano entrare.
    Antonietta Marasco, questo è il suo nome è stata una ragazza svelta e gentile. L’ho conosciuta a Cinecittà, dove faceva l’aiuto montatrice per Pier Paolo Pasolini. Morto lui e ridimensionati gli studi di Cinecittà, Antonietta ha perso il lavoro. Orgogliosa e umile, si è adattata ai lavori più ingrati come lavare i piatti nei ristoranti. Oggi, a 60 anni, dopo un’operazione di cancro al seno che era andata bene e molte cure che sembravano giuste si è svegliata una mattina come se le avessero pompato dell’aria sotto la pelle. La sorella Stella l’accompagna al pronto soccorso. L’agonia dura ore. Quando finalmente dopo molte insistenze, la stendono su un letto e le danno l’ossigeno, è troppo tardi. Antonietta muore nel giro di mezz’ora, senza avere protestato, senza avere pianto, con la rassegnazione angelica che solo i veri poveri conoscono.
    Si suole dire che il nostro è un sistema sanitario democratico. Si parla di eccellenza medica. Ma perché una donna deve essere lasciata morire in un corridoio nella distrazione generale? Se non fosse stata l’ultima delle ultime, una donna senza studi, senza ricchezze, senza parenti influenti, sarebbe stata abbandonata agonizzante in un corridoio? Sono certa che se Pasolini fosse vivo sarebbe qui a protestare con energia assieme a me. Non solo per il ricordo di quella ragazza bionda dalle mani rapide ed agili che l’ha aiutato a montare la Trilogia della vita, ma perché avrebbe visto in questa giornata al pronto soccorso un segno dell’empietà in cui stiamo precipitando.


    Il Messaggero Venerdi 13 novembre 2009

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