Sono spariti i telefonini
Li usava per i filmati
L’ultima notte: sosta in farmacia prima di rincasare
ROMA — Quando i poliziotti sono entrati nel monolocale c’erano almeno cinque sacchetti pieni di spazzatura, nu*merose boccette di medicinali, tre botti*glie di whisky vuote. E poi alcuni dvd musicali, una valigia piena di vestiti, un fallo di plastica e diffusori per l’in*censo. Brenda era steso sul pavimento, accanto aveva un telefonino Nokia. Se*condo i primi accertamenti la memoria è quasi vuota. Non contiene foto né vi*deo. Pochissime le chiamate in entrata e in uscita. Ma non è questo ad aver insospettito chi in*daga. Il mistero riguarda il numero. Ai carabinieri che l’avevano interrogato il 30 ottobre Brenda aveva infatti fornito un’utenza diversa e dopo l’aggressione subita dalla banda di romeni aveva fatto sapere di avere anche un altro apparecchio. Un pal*mare che aveva mostrato ad alcuni amici. Che fine han*no fatto quei cellulari?
La sosta in farmacia
Se l’autopsia sembra far cadere definitivamente l’ipo*tesi del suicidio, aumenta*no i misteri sulla morte del transessuale finito nell’in*chiesta che ha travolto Pie*ro Marrazzo. Perché pro*prio con un telefono portati*le Brenda aveva ripreso il festino al qua*le aveva partecipato insieme a un altro viado e al governatore del Lazio. Un gio*co, questo è emerso dalle indagini sul ricatto al presidente della Regione, che avrebbe fatto altre volte e con altri clienti. Ed è questa circostanza ad ali*mentare il sospetto che qualcuno li ab*bia fatti sparire. Ma quando? Per cerca*re la verità sulla morte, bisogna riper*correre le sue ultime ore da viva, esplo*rare anche i dettagli apparentemente in*significanti. E dunque tornare all’Ac*qua Acetosa dove Brenda prende un ta*xi alle 2.30 di giovedì.
Al conducente appare allegro. La cor*sa costa 20 euro, ma lui sembra cercare uno sconto. «Non mi riconosci? Sono Brenda, quella di Marrazzo» gli confida ridendo. Poi gli fornisce un indirizzo di*verso da quello dove abita. Ed ecco la prima stranezza. Brenda chiede di esse*re portato a casa di Veronica, un altro trans che abita a circa 200 metri da lui. Si fa consegnare una ricetta per acqui*stare il Minias, un medicinale per dor*mire. Chi ha effettuato la prescrizione? Subito dopo va in cerca di una farmacia notturna. Gli investigatori della squa*dra mobile hanno rintracciato il medi*co di turno che ha confermato di averle venduto le gocce. Soltanto quando ha con sé il tranquillante Brenda si dirige verso via dei Due Ponti 180. Secondo i calcoli effettuati incrociando il raccon*to dei testimoni, le 3 potrebbero essere passate da poco.
Il pavimento pulito
Entra nel monolocale. Su quello che accade fino alle 4.14 — quando la tele*fonata di una vicina che vede uscire il fumo allerta i pompieri — nessuno è in grado di fornire elementi utili. Sul pavi*mento o in altre parti della casa non so*no state trovate tracce di liquido infiam*mabile. I resti del trolley bruciato sono una poltiglia informe. Soltanto le anali*si chimiche diranno se contengono ma*teriale servito per appiccare l’incendio. Gli esami tossicologici dovranno inve*ce stabilire se Brenda abbia mescolato il Minias al whisky fino a stordirsi. Le tre bottiglie vuote trovate sul letto al pianterreno accreditano questa possibi*lità, ma nell’appartamento tutti gli og*getti sono stati trovati alla rinfusa e dunque non si può ancora escludere che almeno una parte se la fosse scola*ta nei giorni precedenti. Il computer è in bilico sul piano della cucina. Il rubi*netto è aperto, l’acqua scorre sopra. La chiave del mistero è proprio questa. Chi l’ha messo lì? E perché? La tesi che sia stato Brenda, ormai stordito, ad averlo dimenticato su quel lavandino non sembra convincere gli investigato*ri, però non è stata affatto scartata. An*che perché nessuna delle altre piste esplorate sembra fornire alcuna certez*za. Se davvero si voleva cancellarne il contenuto, averlo bagnato non serve ad annullare la memoria. Del resto sa*rebbe stato molto più facile portarselo via oppure distruggerlo. È dunque pos*sibile che si tratti di un avvertimento. Il monito a un transessuale che certamen*te era custode di moltissimi segreti e co*nosceva bene i retroscena dei traffici che si muovono dietro i viados, primo fra tutti lo spaccio di cocaina. E a tutti gli altri che come lui sono diventati pro*tagonisti di questa brutta storia.
L’intimidazione che si trasforma in tragedia rimane una delle ipotesi. Del resto il ruolo di Brenda nell’inchiesta sul ricatto a Marrazzo non è stato affat*to chiarito e rimane il dubbio che ci fos*se proprio lui all’origine della «soffia*ta » per incastrare il governatore. Certa*mente conosceva i carabinieri finiti in carcere: ai magistrati ha rivelato che «Joice, una mia amica, aveva avuto una storia con Nicola (Testini, ndr ) ». Ma so*prattutto aveva frequenti contatti con Gianguarino Cafasso, il «pappone» e pusher dei viados, trovato morto nella camera di un motel nel settembre scor*so. Era stato «Rino» l’esca dei militari per sorprendere Marrazzo nell’apparta*mento con il trans Natalie. E subito do*po aveva offerte il video a due giornali*ste del quotidiano Libero . Seguendo questo filo si può dunque immaginare che qualcuno possa aver dato fuoco al trolley per spaventare Brenda. Forse non sapeva che dopo il rientro a casa il viado avesse mescolato alcol e farmaci e non era in grado di fuggire. Il fatto che non fosse pienamente cosciente sembra dimostrato da un altro elemen*to oggettivo: la mancanza di fuliggine sotto il corpo. Il pavimento è stato tro*vato pulito, quindi Brenda si è steso per terra prima che il fumo invadesse il soppalco del monolocale. E così lo han*no trovato i vigili del fuoco. Erano le 4.33 di giovedì. Le lancette di questo nuovo giallo sono ancora ferme a quel*l’ora.
Sono spariti i telefonini Li usava per i filmati - Corriere della Sera
Anche nella prima aggressione subita gli fu rubato il cellulare.
Ovviamente gente come Brenda è depositaria di segreti, nomi, confidenze, e, nel loro lavoro, avere la bocca cucita è la prima virtù.
Se i trans cominciassero ad approfittare di ciò che conoscono, e la segretezza non fosse così più garantita, il mercato avrebbe un inevitabile crollo;
Molto probabilmente chi gestisce tutto questo squallore voleva avvertire Brenda di tornare in "regola" con le consuetudini.
Li usava per i filmati
L’ultima notte: sosta in farmacia prima di rincasare
ROMA — Quando i poliziotti sono entrati nel monolocale c’erano almeno cinque sacchetti pieni di spazzatura, nu*merose boccette di medicinali, tre botti*glie di whisky vuote. E poi alcuni dvd musicali, una valigia piena di vestiti, un fallo di plastica e diffusori per l’in*censo. Brenda era steso sul pavimento, accanto aveva un telefonino Nokia. Se*condo i primi accertamenti la memoria è quasi vuota. Non contiene foto né vi*deo. Pochissime le chiamate in entrata e in uscita. Ma non è questo ad aver insospettito chi in*daga. Il mistero riguarda il numero. Ai carabinieri che l’avevano interrogato il 30 ottobre Brenda aveva infatti fornito un’utenza diversa e dopo l’aggressione subita dalla banda di romeni aveva fatto sapere di avere anche un altro apparecchio. Un pal*mare che aveva mostrato ad alcuni amici. Che fine han*no fatto quei cellulari?
La sosta in farmacia
Se l’autopsia sembra far cadere definitivamente l’ipo*tesi del suicidio, aumenta*no i misteri sulla morte del transessuale finito nell’in*chiesta che ha travolto Pie*ro Marrazzo. Perché pro*prio con un telefono portati*le Brenda aveva ripreso il festino al qua*le aveva partecipato insieme a un altro viado e al governatore del Lazio. Un gio*co, questo è emerso dalle indagini sul ricatto al presidente della Regione, che avrebbe fatto altre volte e con altri clienti. Ed è questa circostanza ad ali*mentare il sospetto che qualcuno li ab*bia fatti sparire. Ma quando? Per cerca*re la verità sulla morte, bisogna riper*correre le sue ultime ore da viva, esplo*rare anche i dettagli apparentemente in*significanti. E dunque tornare all’Ac*qua Acetosa dove Brenda prende un ta*xi alle 2.30 di giovedì.
Al conducente appare allegro. La cor*sa costa 20 euro, ma lui sembra cercare uno sconto. «Non mi riconosci? Sono Brenda, quella di Marrazzo» gli confida ridendo. Poi gli fornisce un indirizzo di*verso da quello dove abita. Ed ecco la prima stranezza. Brenda chiede di esse*re portato a casa di Veronica, un altro trans che abita a circa 200 metri da lui. Si fa consegnare una ricetta per acqui*stare il Minias, un medicinale per dor*mire. Chi ha effettuato la prescrizione? Subito dopo va in cerca di una farmacia notturna. Gli investigatori della squa*dra mobile hanno rintracciato il medi*co di turno che ha confermato di averle venduto le gocce. Soltanto quando ha con sé il tranquillante Brenda si dirige verso via dei Due Ponti 180. Secondo i calcoli effettuati incrociando il raccon*to dei testimoni, le 3 potrebbero essere passate da poco.
Il pavimento pulito
Entra nel monolocale. Su quello che accade fino alle 4.14 — quando la tele*fonata di una vicina che vede uscire il fumo allerta i pompieri — nessuno è in grado di fornire elementi utili. Sul pavi*mento o in altre parti della casa non so*no state trovate tracce di liquido infiam*mabile. I resti del trolley bruciato sono una poltiglia informe. Soltanto le anali*si chimiche diranno se contengono ma*teriale servito per appiccare l’incendio. Gli esami tossicologici dovranno inve*ce stabilire se Brenda abbia mescolato il Minias al whisky fino a stordirsi. Le tre bottiglie vuote trovate sul letto al pianterreno accreditano questa possibi*lità, ma nell’appartamento tutti gli og*getti sono stati trovati alla rinfusa e dunque non si può ancora escludere che almeno una parte se la fosse scola*ta nei giorni precedenti. Il computer è in bilico sul piano della cucina. Il rubi*netto è aperto, l’acqua scorre sopra. La chiave del mistero è proprio questa. Chi l’ha messo lì? E perché? La tesi che sia stato Brenda, ormai stordito, ad averlo dimenticato su quel lavandino non sembra convincere gli investigato*ri, però non è stata affatto scartata. An*che perché nessuna delle altre piste esplorate sembra fornire alcuna certez*za. Se davvero si voleva cancellarne il contenuto, averlo bagnato non serve ad annullare la memoria. Del resto sa*rebbe stato molto più facile portarselo via oppure distruggerlo. È dunque pos*sibile che si tratti di un avvertimento. Il monito a un transessuale che certamen*te era custode di moltissimi segreti e co*nosceva bene i retroscena dei traffici che si muovono dietro i viados, primo fra tutti lo spaccio di cocaina. E a tutti gli altri che come lui sono diventati pro*tagonisti di questa brutta storia.
L’intimidazione che si trasforma in tragedia rimane una delle ipotesi. Del resto il ruolo di Brenda nell’inchiesta sul ricatto a Marrazzo non è stato affat*to chiarito e rimane il dubbio che ci fos*se proprio lui all’origine della «soffia*ta » per incastrare il governatore. Certa*mente conosceva i carabinieri finiti in carcere: ai magistrati ha rivelato che «Joice, una mia amica, aveva avuto una storia con Nicola (Testini, ndr ) ». Ma so*prattutto aveva frequenti contatti con Gianguarino Cafasso, il «pappone» e pusher dei viados, trovato morto nella camera di un motel nel settembre scor*so. Era stato «Rino» l’esca dei militari per sorprendere Marrazzo nell’apparta*mento con il trans Natalie. E subito do*po aveva offerte il video a due giornali*ste del quotidiano Libero . Seguendo questo filo si può dunque immaginare che qualcuno possa aver dato fuoco al trolley per spaventare Brenda. Forse non sapeva che dopo il rientro a casa il viado avesse mescolato alcol e farmaci e non era in grado di fuggire. Il fatto che non fosse pienamente cosciente sembra dimostrato da un altro elemen*to oggettivo: la mancanza di fuliggine sotto il corpo. Il pavimento è stato tro*vato pulito, quindi Brenda si è steso per terra prima che il fumo invadesse il soppalco del monolocale. E così lo han*no trovato i vigili del fuoco. Erano le 4.33 di giovedì. Le lancette di questo nuovo giallo sono ancora ferme a quel*l’ora.
Sono spariti i telefonini Li usava per i filmati - Corriere della Sera
Anche nella prima aggressione subita gli fu rubato il cellulare.
Ovviamente gente come Brenda è depositaria di segreti, nomi, confidenze, e, nel loro lavoro, avere la bocca cucita è la prima virtù.
Se i trans cominciassero ad approfittare di ciò che conoscono, e la segretezza non fosse così più garantita, il mercato avrebbe un inevitabile crollo;
Molto probabilmente chi gestisce tutto questo squallore voleva avvertire Brenda di tornare in "regola" con le consuetudini.
Commenta