C'è un contrasto stridente tra il lusso in cui vivono i potenti della politica e la squallida casa di 15metri quadri, senza finestre e senza luce, in cui abitava Brenda. C'è una distanza siderale tra le auto blu con autista e il tavolino con foulard tigrato in un sottano senz'aria. C'è perfino un universo a separare il ritiro spirituale nella clausura monacale e il corpo annerito dal fumo a cui nessuno farà visita prima dell'ultimo viaggio. Due mondi lontani, al punto tale che penseresti che mai possano entrare in contatto.
Eppure, c'è forse una nemesi nel potente che si costringe in un percorso all'inferno, inoltrandosi nelle strade il cui nome si sussurra sottovoce, tra i pochi iniziati, fino a spingersi là dove il vizio diventa piacere. Ci si spoglia delle vesti del potere, per indossare quelle del cliente, fino a condividere, per poche ore, per una notte, ambienti, odori, segreti del mondo degli invisibili di cui, la mattina dopo, si fingerà di non ricordare nemmeno il nome.
Un percorso visto tante volte, mi viene in mente Pasolini, intellettuale raffinatissimo che finisce i suoi giorni in una squallida spiaggia invernale, ritrovo di quei ragazzi di vita per i quali, certo, poca cosa era la sua cultura. Ma lì, a pagare il prezzo, fu la parte nobile del rappporto qui, solo, un trans brasiliano.
Commenta