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no, in generale.
è un atteggiamento comune a molti, su BW.
Passi la battuta, ma a me sembra che ogni volta che si discute di ste cose dopo un po cominciano a fioccare sarcasmi vari.
I sarcasmi non credo, anzi, spero non vogliano offendere nessuno, è un modo per prendere un più alla leggera il discorso già pesante e irrisolvibile.
p.s. non vi è alcuna risposta però l'islam mi attira parecchio
Vai da un prete o da un rabbino o da un teologo o da che so io e parlaci.
Manifestagli i tuoi dubbi, le tue perplessità, il tuo pensiero e fatevi 4 chiacchiere.
Di regola è gente che sa ascoltare.
Assolutamente no.
Rifiuto di dio significa agire contro dio, non astenersi dal pregarlo o dal considerarlo.
Dio va accolto coi fatti, non con le parole.
Tu puoi affermare e pensare che non credi in dio e non ti frega nulla di lui ma al contempo agire rettamente e rifiutare il male nel tuo vivere quotidiano. Con ciò facendo, stai seguendo la sua volontà. Parafrasandoti, hai accolto dio nella tua vita.
Viceversa puoi dire 6 rosari al giorno e andare a messa ogni domenica, salvo poi fottere sistematicamente il prossimo. Con ciò neghi dio: coi fatti, non con le parole.
Sei un ateo de facto. Conta la sostanza, non la forma.
Questo era quello che intendevano quegli illustri signori, o almeno io l'ho intesa così.
ti ripeto. se riesci a trovarmi i riferimenti di questo teologo o discorso interreligioso, nomi, date, qualsiasi riferimento, non sono sarcastica, sono davvero interessata, te ne sono grata. se ti ricordi anche solo qualcosa poi me lo cerco da sola.
Posto questa guida di semplice lettura per fare un pò di chiarezza:
7. La fede dono di Dio
Spesso si sente affermare che la fede è "dono di Dio".
Che dire di questa affermazione?
Essa può essere intesa nel senso che Dio a qualcuno concede la fede e ad altri no, secondo i suoi
imperscrutabili disegni.
Ma questo sarebbe contraddittorio. Infatti
- se "senza la fede è impossibile piacere a Dio" (Ebrei 11,6),
Dio, dando la fede a chi vuole, salverebbe solo chi vuole: predestinazione e negazione della libertà
dell'uomo;
- se "Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi" (1 Tim 2,4),
dovrebbe dare a tutti la fede. Come mai allora non tutti ce l'hanno? (cfr. Gv 6,64: "Ci sono fra voi alcuni
che non credono").
Queste osservazioni fanno pensare che la frase "la fede è un dono di Dio" debba essere intesa in un altro
senso. Tentiamo!
È dono di Dio che
1. egli stesso abbia mandato Gesù e lo abbia fatto risorgere;
2. qualcuno abbia visto Gesù risorto e abbia comunicato la notizia ad altri, altrimenti sarebbe andata
perduta;
3. altri abbiano tramandato integra la testimonianza dei primi testimoni;
4. l'annuncio dei fatti di Gesù sia giunto alla persona che viene evangelizzata;
5. l'annuncio sia caduto in un terreno preparato dall'educazione precedente, per cui la persona
- ne ha viste le implicanze per la vita,
- ne ha vista la credibilità ("posso credere"),
- ha visto che doveva credere ("devo credere": illuminazione).
* Però, dopo questa serie di doni di Dio, la decisione se vivere coerentemente o no, spetta
esclusivamente alla persona, in tutta la sua libertà. Dio non c'entra più. Se anche il dire "sì" alla
predicazione fosse dono di Dio, sarebbe assurdo, nel cristianesimo, parlare di premio o di castigo. Ci
sarebbe la predestinazione anche alla dannazione, contro 1 Tim 2,4.
In sintesi:
dire che la fede è un dono di Dio equivale a dire che Dio mette certe persone nella condizione di fare un
atto esplicito di fede. Se non lo fanno sono colpevoli.
E che ne è di quelli che Dio non mette in queste condizioni? Cioè non dà loro il dono? Forse che si
dannano?
A volte qualche teologo ha risposto di sì, citando una frase di Gesù: " Chi crederà e sarà battezzato, sarà
salvo. Chi non crederà, sarà condannato" (Mc 16,16).
Tuttavia, siccome nel cattolicesimo è stata più volte condannata la teoria della predestinazione alla
dannazione da parte di Dio, la frase di Mc 16,16 si deve intendere così:
Chi, vedendo che deve credere,
- crederà e sarà battezzato, sarà salvo;
- non crederà, sarà condannato.
Questo almeno secondo il cattolicesimo.
Vi è da tenere presente poi la sentenza di Cristo (in Matteo):
"Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità."
Il cristianesimo è prassi, è sequela delle orme di Cristo, e le opere, in quest'ottica, assumono una importanza fondamentale, altrimenti saremmo fermi al legalismo giudaico.
Si ha dunque che chi, pur non conoscendo Cristo (perchè nato prima o nato in luoghi dove il Vangelo non è arrivato, o perchè nato in altra religione) agisce cristianamente, ecco che è salvo (lo afferma anche il Concilio Vaticano II).
Anche un ateo si salva, se, pur inconsapevolmente, agisce secondo Dio.
Il cristianesimo non chiede l'aderenza ad una verità per noi esteriore, ma a fare il bene, ad un movimento che nasce da dentro e che trasforma l'uomo in senso universalmente cristiano, per cui tutti, e in ogni tempo, sono chiamati alla salvezza.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Non vedo cosa c'entri dio con i problemi dell'africa.....
Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
Posto questa guida di semplice lettura per fare un pò di chiarezza:
7. La fede dono di Dio Spesso si sente affermare che la fede è "dono di Dio". Che dire di questa affermazione? Essa può essere intesa nel senso che Dio a qualcuno concede la fede e ad altri no, secondo i suoi imperscrutabili disegni.
Ma questo sarebbe contraddittorio. Infatti - se "senza la fede è impossibile piacere a Dio" (Ebrei 11,6), Dio, dando la fede a chi vuole, salverebbe solo chi vuole: predestinazione e negazione della libertà dell'uomo; - se "Dio vuole che tutti gli uomini siano salvi" (1 Tim 2,4), dovrebbe dare a tutti la fede. Come mai allora non tutti ce l'hanno? (cfr. Gv 6,64: "Ci sono fra voi alcuni che non credono").
Queste osservazioni fanno pensare che la frase "la fede è un dono di Dio" debba essere intesa in un altro senso. Tentiamo! È dono di Dio che 1. egli stesso abbia mandato Gesù e lo abbia fatto risorgere; 2. qualcuno abbia visto Gesù risorto e abbia comunicato la notizia ad altri, altrimenti sarebbe andata perduta; 3. altri abbiano tramandato integra la testimonianza dei primi testimoni; 4. l'annuncio dei fatti di Gesù sia giunto alla persona che viene evangelizzata; 5. l'annuncio sia caduto in un terreno preparato dall'educazione precedente, per cui la persona - ne ha viste le implicanze per la vita, - ne ha vista la credibilità ("posso credere"), - ha visto che doveva credere ("devo credere": illuminazione).
* Però, dopo questa serie di doni di Dio, la decisione se vivere coerentemente o no, spetta esclusivamente alla persona, in tutta la sua libertà. Dio non c'entra più. Se anche il dire "sì" alla predicazione fosse dono di Dio, sarebbe assurdo, nel cristianesimo, parlare di premio o di castigo. Ci sarebbe la predestinazione anche alla dannazione, contro 1 Tim 2,4.
In sintesi: dire che la fede è un dono di Dio equivale a dire che Dio mette certe persone nella condizione di fare un atto esplicito di fede. Se non lo fanno sono colpevoli.
E che ne è di quelli che Dio non mette in queste condizioni? Cioè non dà loro il dono? Forse che si dannano? A volte qualche teologo ha risposto di sì, citando una frase di Gesù: " Chi crederà e sarà battezzato, sarà salvo. Chi non crederà, sarà condannato" (Mc 16,16). Tuttavia, siccome nel cattolicesimo è stata più volte condannata la teoria della predestinazione alla dannazione da parte di Dio, la frase di Mc 16,16 si deve intendere così:
Chi, vedendo che deve credere, - crederà e sarà battezzato, sarà salvo; - non crederà, sarà condannato.
Questo almeno secondo il cattolicesimo.
Vi è da tenere presente poi la sentenza di Cristo (in Matteo):
"Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità."
Il cristianesimo è prassi, è sequela delle orme di Cristo, e le opere, in quest'ottica, assumono una importanza fondamentale, altrimenti saremmo fermi al legalismo giudaico. Si ha dunque che chi, pur non conoscendo Cristo (perchè nato prima o nato in luoghi dove il Vangelo non è arrivato, o perchè nato in altra religione) agisce cristianamente, ecco che è salvo (lo afferma anche il Concilio Vaticano II). Anche un ateo si salva, se, pur inconsapevolmente, agisce secondo Dio. Il cristianesimo non chiede l'aderenza ad una verità per noi esteriore, ma a fare il bene, ad un movimento che nasce da dentro e che trasforma l'uomo in senso universalmente cristiano, per cui tutti, e in ogni tempo, sono chiamati alla salvezza.
Decisamente più chiaro ed esaustivo di quanto avrei mai potuto essere io. Rep appena posso.
beh certo, se uno non è credente, Dio c'entra poco e nulla con tutto
se è credente invece?
Originariamente Scritto da epico
Zajka te la sei tirata troppo...mi sarebbe piaciuto scoparti ma a me non interessa piu' interagire con te..una volta che ce l'hai dentro stai sicura che non mi chiedi di tirarlo fuori
beh certo, se uno non è credente, Dio c'entra poco e nulla con tutto
è per dire che i problemi dell'africa sono molto + terreni e non credo che la religione possa risolverli....
Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
sì ma se non credi in dio che t'importa di come si realizza la sua volontà.
bersiker opino, sinceramente, che tu ricordi male il discorso in questione, sebbene, nella continua opera di marketing del cristianesimo contemporaneo non escludo nemmeno (sebbene mi sembri assai improbabile) che qualcuno abbia detto sta buffonata. ma per qualsiasi religione rivelata credere alla rivelazione è il punto centrale e il rifiuto di dio è il peccato mortale per eccellenza, tanto che si potrebbe tranquillamente affermare che è ipso facto l'inferno.
Faccio una piccola chiosa, giusto per
Rifiutare implica respingere chi si propone. Ora, come faccio io a rifiutare Dio se Dio non mi si manifesta, non mi chiama, non mi vuole tra i suoi? Tecnicamente come si "rifiuta" Dio?
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
Faccio una piccola chiosa, giusto per
Rifiutare implica respingere chi si propone. Ora, come faccio io a rifiutare Dio se Dio non mi si manifesta, non mi chiama, non mi vuole tra i suoi? Tecnicamente come si "rifiuta" Dio?
E sopratutto chi lo rappresenta lo fà con fili d'oro e gemme........
Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
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