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Afghanistan : Attacco a militari italiani
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Originariamente Scritto da leonardoS Visualizza Messaggioverità durissima, e che mi fa un male cane, se un giorno mi trovassi li in quei territori, e uno mio "nemico" militare o civile che sia, mi puntasse un arma addosso (ne dubito perchè li si fanno esplodere per la maggior parte) gli sparerei a vista, idem se puntasse l'arma contro ad un mio collega, andrei contro le leggi e i regolamenti è vero, ma i miei sentimenti e valori sono più forti, ora capisco perchè certi reduci da quei posti tornano psicologicamente stravolti e segnati per la vita, i loro stipendi non valgono ciò che realmente fanno.
non è così semplice,ci sono regole di ingaggio da rispettare e di norma le nostre sono molto più restrittive di quelle degli americanisigpic
Nessun oggetto del volere,una volta conseguito,può dare appagamento durevole.
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Originariamente Scritto da jaydiviso10 Visualizza Messaggionon è così semplice,ci sono regole di ingaggio da rispettare e di norma le nostre sono molto più restrittive di quelle degli americani
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Originariamente Scritto da leonardoS Visualizza Messaggioappunto proprio a quelle mi riferivo, al fatto che istintivamente potrei non rispettarle ed incappare in dei guai piu grandi di me.
grossi guai amico mio,ti mettono in una cella e buttano la chiave.sigpic
Nessun oggetto del volere,una volta conseguito,può dare appagamento durevole.
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Originariamente Scritto da jaydiviso10 Visualizza Messaggiogrossi guai amico mio,ti mettono in una cella e buttano la chiave.
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Originariamente Scritto da leonardoS Visualizza Messaggioma tu come ti comporteresti se ti puntassero un arma addosso oppure ad un caro collega? Spero che se un giorno passissi le visite mediche e iniziassi quelle psicologiche non affiori ciò altrimenti mi fanno fuori.
se ti puntano un arma contro il discorso è diverso,si ha il diritto di salvaguardare la propia vita,ma usare un arma è consentito sono alla scopo di difendersi,nonostanche qualche pacifista-moralista sostenga il contrario.sigpic
Nessun oggetto del volere,una volta conseguito,può dare appagamento durevole.
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Originariamente Scritto da leonardoS Visualizza Messaggioma tu come ti comporteresti se ti puntassero un arma addosso oppure ad un caro collega? Spero che se un giorno passissi le visite mediche e iniziassi quelle psicologiche non affiori ciò altrimenti mi fanno fuori.
appena si distrae gli dai una pizza sul muso così forte che il suo cellulare da family gli diventa orfany
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Originariamente Scritto da jaydiviso10 Visualizza Messaggiose ti puntano un arma contro il discorso è diverso,si ha il diritto di salvaguardare la propia vita,ma usare un arma è consentito sono alla scopo di difendersi,nonostanche qualche pacifista-moralista sostenga il contrario.
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Onore ai nostri Soldati.
Originariamente Scritto da Adam Visualizza Messaggioma io piuttosto mi chiedo, se al posto dei due lince ci fossero stati due carroarmati pesanti e corazzati di quelli in dotazione alle forze statunitensi, cosa sarebbe successo? l'esplosivo era tanto certo..
La cosa più sensata era usare un elicottero.
Originariamente Scritto da leonardoS Visualizza Messaggiocon quali fondi Adam? Avete mai visto l'equipaggiamento dei Marines o comunque delle forze speciali USA? Fanno paura tecnologia avanzatissima. Noi Italiani siamo fermi agli anni 60-70, stiamo indietro anche ad altre forze armate europee.
Originariamente Scritto da Adam Visualizza Messaggioe allora perchè non li han scortati? io credo che gli italiani ancora li non si siano resi conto in che situazione si trovino..sperano nella fortuna, nel caso. gli americani avran tutta la tecnologia di questo mondo, ma i sa che ai generali poco importa se gliene ammazzano 5 o 6 al giorno..perchè copiarli? senza togliere il fatto che non è la nostra guerra questa. certo i militari li sono volontari, però questo non vuol dire che debbano essere lasciati li alla " speriamo che me la cavo "
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Originariamente Scritto da Christopher Visualizza MessaggioOnore ai nostri Soldati.
Analisi strategicamente ineccepibile . I "carrarmati pesanti come quelli degli americani" li avremmo anche noi, ma sono lenti, facilmente attaccabili, per i trasporti da che mondo è mondo si usano mezzi leggeri come può esserlo una jeep.
La cosa più sensata era usare un elicottero.
Leonardo ma finiscila con questi luoghi comuni, non è così.
Gli usa quando si parla di patriottismo ci danno tanti giri di pista, perchè li accusi di tale oscenità?Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
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Chi sono le vittime:
MILANO - Erano tutti di età compresa tra i 26 e i 37 anni i sei soldati italiani uccisi in un attacco a Kabul.
Il sergente maggiore Roberto Valente era il più anziano dei sei. Risiedeva a Napoli, nel quartiere Fuorigrotta, con la moglie e un figlio piccolo ed era partito pochi giorni fa per l’Afghanistan. . Valente si trovava sul convoglio che lo avrebbe riportato dall'aeroporto alla base militare in Afghanistan. Aveva lasciato la sua città, Napoli, proprio ieri sera dopo aver trascorso 15 giorni di licenza con la famiglia. Sua madre attendeva in mattinata una telefonata, per sapere se il viaggio di rientro era andato bene; invece della comunicazione del figlio è stata raggiunta da una delegazione dell'Esercito italiano. Appresa la notizia, la moglie ha detto: «Sono orgogliosa di mio marito»
Il più giovane era Matteo Mureddu, 26 anni, di Solarussa, un piccolo paese in provincia di Oristano. La notizia della sua morte è stata data ai familiari dal comando militare autonomo della Sardegna. Il giovane Matteo, figlio di un allevatore di pecore, Augusto Mureddu, e di una casalinga, Greca, ha un fratello di dieci anni più grande, Stefano, anch'egli militare, e una sorella, che l'estate scorsa l'aveva reso zio.
Il tenente Andrea Fortunato, classe 1974, originario di Lagonegro (Potenza) aveva vissuto diversi anni a Tramutola, sempre nel Potentino, dove risiedono tuttora i suoi genitori. Secondo quanto si è appreso, il militare era sposato e la moglie è anche lei originaria della Val d'Agri: la coppia viveva a Siena, nella zona dove l'ufficiale prestava servizio. Andrea Fortunato lascia la moglie Gianna, insegnante precaria, e un figlio piccolo.
LE VITTIME - Le altre tre vittime sono il primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera) ma residente in Salento; il primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto e il primo caporal maggiore Massimiliano Randino, nato a Pagani (Salerno).
Ricchiuto, primo Caporal Maggiore, nato a Glarus (Svizzera), classe 1983, era in forza al 186esimo Reggimento paracadutisti 'Folgore''. Viveva nel Comune salentino insieme alla famiglia.
Pistonami aveva 28 anni, era figlio unico ed era fidanzato con una ragazza di Lubriano (Viterbo) . Gian Domenico era nato nell'ospedale di Orvieto (Terni), in quanto Lubriano, paese di meno di mille abitanti affacciato sulla Valle dei Calanchi, si trova al confine tra il Viterbese e il Ternano. Ma soltanto un mese dopo la sua nascita, il 16 giugno, si era trasferito con la famiglia in provincia di Viterbo, a Lubriano. Il padre si chiama Franco, ha 55 anni, è operaio in una ditta d'impianti elettrici. La mamma Annarita, di 47, casalinga. Si sono sposati nell'82 ed hanno sempre vissuto a Lubriano.
Il caporale maggiore scelto Massimiliano Randino, nato a Pagani (Salerno) il 16 agosto 1977, dal 31 gennaio scorso effettivo al 183/mo battaglione Nembo di Pistoia, era rientrato appena mercoledì da una dozzina di giorni trascorsi in licenza in Italia e al momento dell'attentato era appena arrivato a Kabul. Lo si apprende in ambiente militare a Pistoia. Randino, residente a Sesto Fiorentino (Firenze) lascia la moglie con cui era sposato da 5 anni. La coppia non ha figli. La donna ha ricevuto nel primo pomeriggio la notizia dai vertici del Nembo che si sono recati alla sua abitazione. Randino ha alle spalle 10 anni di servizio ed era alla terza missione in Afghanistan. Prima di giungere a Pistoia era stato impegnato al 'Fose' di Firenze. «Una persona veramente in gamba irreprensibile, affidabile ed un soldato di serie A, di prima scelta, educato ma non per questo privo di polso», lo ricordano i commilitoni del Nembo. Dal Nembo fanno sapere che al momento dell'attentato Randino era 'combat ready' equipaggiato di tutto punto.
Chi sono i militari morti in Afghanistan - Corriere della Sera...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Sul mezzo che trasportava gli italiani (e che non è in uso al solo nostro esercito), un'analisi di Nativi:
Lince, tra blindatura e agilità
"A livello mondiale non ha rivali"
ROMA - "I militari li chiamano San Lince, penso che questa possa bastare". Andrea Nativi, direttore di Rid, Rivista italiana difesa dal 2000, e di Risk dal 2008, giudica così i mezzi su cui hanno trovato la morte sei soldati italiani in Afghanistan. "Per me è il miglior mezzo a livello mondiale" taglia corto Nativi. In pratica il Lince è un gippone blindato e modulare, a trazione integrale, che può affrontare terreni difficili in condizioni estreme. Per aumentare la protezione dalle mine, antiuomo e anticarro è stata inserita una speciale blindatura nella parte inferiore ed è stata aumentata l'altezza da terra. Blindatura che oggi, però, non è servita. "Smettiamola con queste polemiche, se qualcuno mi trova un mezzo del genere che resiste meglio alle bombe lo premio" continua Nativi. Parole confermate dall'interesse per i Lince da parte degli eserciti di mezza Europa.
Il blindato, nella versione standard pesa circa sette tonnellate a pieno carico e può trasportare quattro uomini equipaggiati. Allo stesso tempo, però, è agile e consente di superare grandi pendenze. E questo mix di resistenza e agilità è la vera arma in più del Lince. Anche se, in futuro, non si esclude che possano essere sostituiti dai Freccia, veicoli più lenti e meno agili ma che garantiscono maggiore protezione.
"Certo si possono aumentare le blindature, ma sia chiaro che questo ne diminuisce agilità e velocità. Insomma in questo settore nulla è gratis" spiega Nativi. Che tronca anche l'ipotesi di usare mezzi più resistenti: "Gli americani erano su un carrarmato e li hanno fatti saltare ugualmente..." citando l'attacco che fece vittime tra i militari Usa. "Eppoi ricorda l'ultimo attacco agli italiani? Anche in quel caso era un Lince. Un soldato morì, ma ben tre si salvarono grazie alla resistenza del mezzo" continua l'esperto.
Senza dimenticare il modo in cui viene portato l'attacco. "Si possono anche dotare di sistemi anti razzo - conclude Nativi - ma in questo caso non sarebbe servito a nulla". Perché la morte è arrivata dal basso.
Lince, tra blindatura e agilità "A livello mondiale non ha rivali" - esteri - Repubblica.it...ma di noi
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forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioSul mezzo che trasportava gli italiani (e che non è in uso al solo nostro esercito), un'analisi di Nativi:
Lince, tra blindatura e agilità
"A livello mondiale non ha rivali"
ROMA - "I militari li chiamano San Lince, penso che questa possa bastare". Andrea Nativi, direttore di Rid, Rivista italiana difesa dal 2000, e di Risk dal 2008, giudica così i mezzi su cui hanno trovato la morte sei soldati italiani in Afghanistan. "Per me è il miglior mezzo a livello mondiale" taglia corto Nativi. In pratica il Lince è un gippone blindato e modulare, a trazione integrale, che può affrontare terreni difficili in condizioni estreme. Per aumentare la protezione dalle mine, antiuomo e anticarro è stata inserita una speciale blindatura nella parte inferiore ed è stata aumentata l'altezza da terra. Blindatura che oggi, però, non è servita. "Smettiamola con queste polemiche, se qualcuno mi trova un mezzo del genere che resiste meglio alle bombe lo premio" continua Nativi. Parole confermate dall'interesse per i Lince da parte degli eserciti di mezza Europa.
Il blindato, nella versione standard pesa circa sette tonnellate a pieno carico e può trasportare quattro uomini equipaggiati. Allo stesso tempo, però, è agile e consente di superare grandi pendenze. E questo mix di resistenza e agilità è la vera arma in più del Lince. Anche se, in futuro, non si esclude che possano essere sostituiti dai Freccia, veicoli più lenti e meno agili ma che garantiscono maggiore protezione.
"Certo si possono aumentare le blindature, ma sia chiaro che questo ne diminuisce agilità e velocità. Insomma in questo settore nulla è gratis" spiega Nativi. Che tronca anche l'ipotesi di usare mezzi più resistenti: "Gli americani erano su un carrarmato e li hanno fatti saltare ugualmente..." citando l'attacco che fece vittime tra i militari Usa. "Eppoi ricorda l'ultimo attacco agli italiani? Anche in quel caso era un Lince. Un soldato morì, ma ben tre si salvarono grazie alla resistenza del mezzo" continua l'esperto.
Senza dimenticare il modo in cui viene portato l'attacco. "Si possono anche dotare di sistemi anti razzo - conclude Nativi - ma in questo caso non sarebbe servito a nulla". Perché la morte è arrivata dal basso.
Lince, tra blindatura e agilità "A livello mondiale non ha rivali" - esteri - Repubblica.it
non è la campagnola da caccia al cinghiale.......perchè sono certo che certi lumi diranno che eravamo con le jeep della seconda guerra mondiale, mezzo superiore all'hummer per meTutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
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Originariamente Scritto da Sean Visualizza MessaggioSul mezzo che trasportava gli italiani (e che non è in uso al solo nostro esercito), un'analisi di Nativi:
Lince, tra blindatura e agilità
"A livello mondiale non ha rivali"
ROMA - "I militari li chiamano San Lince, penso che questa possa bastare". Andrea Nativi, direttore di Rid, Rivista italiana difesa dal 2000, e di Risk dal 2008, giudica così i mezzi su cui hanno trovato la morte sei soldati italiani in Afghanistan. "Per me è il miglior mezzo a livello mondiale" taglia corto Nativi. In pratica il Lince è un gippone blindato e modulare, a trazione integrale, che può affrontare terreni difficili in condizioni estreme. Per aumentare la protezione dalle mine, antiuomo e anticarro è stata inserita una speciale blindatura nella parte inferiore ed è stata aumentata l'altezza da terra. Blindatura che oggi, però, non è servita. "Smettiamola con queste polemiche, se qualcuno mi trova un mezzo del genere che resiste meglio alle bombe lo premio" continua Nativi. Parole confermate dall'interesse per i Lince da parte degli eserciti di mezza Europa.
Il blindato, nella versione standard pesa circa sette tonnellate a pieno carico e può trasportare quattro uomini equipaggiati. Allo stesso tempo, però, è agile e consente di superare grandi pendenze. E questo mix di resistenza e agilità è la vera arma in più del Lince. Anche se, in futuro, non si esclude che possano essere sostituiti dai Freccia, veicoli più lenti e meno agili ma che garantiscono maggiore protezione.
"Certo si possono aumentare le blindature, ma sia chiaro che questo ne diminuisce agilità e velocità. Insomma in questo settore nulla è gratis" spiega Nativi. Che tronca anche l'ipotesi di usare mezzi più resistenti: "Gli americani erano su un carrarmato e li hanno fatti saltare ugualmente..." citando l'attacco che fece vittime tra i militari Usa. "Eppoi ricorda l'ultimo attacco agli italiani? Anche in quel caso era un Lince. Un soldato morì, ma ben tre si salvarono grazie alla resistenza del mezzo" continua l'esperto.
Senza dimenticare il modo in cui viene portato l'attacco. "Si possono anche dotare di sistemi anti razzo - conclude Nativi - ma in questo caso non sarebbe servito a nulla". Perché la morte è arrivata dal basso.
Lince, tra blindatura e agilità "A livello mondiale non ha rivali" - esteri - Repubblica.it
grazie.sigpic
Nessun oggetto del volere,una volta conseguito,può dare appagamento durevole.
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