Lapo Elkann: «Voglio essere ebreo,
ho iniziato il percorso di conversione»
«Io presidente della Fiat? Dovrebbero cambiare troppe cose per uno con le mie idee»
Lapo Elkann (LaPresse) MILANO - Un incontro a New York. E un'intervista un po' particolare. Perché a fare le domande è Jovanotti, a rispondere è Lapo Elkann. E le sorprese - pubblicate per la storia di copertina di GQ - non mancano. «Voglio essere ebreo - annuncia Lapo. - Io sono ebreo per parte di padre, quindi per la tradizione giudaica devo fare un percorso di conversione - che ho appena cominciato - se voglio esserlo totalmente. Sai perché? Perché quando ho avuto delle difficoltà, alcuni rabbini mi hanno aiutato senza addossarmi sensi di colpa, ed è stato un vero aiuto. Ultimamente sto scoprendo la bellezza delle tradizioni religiose e voglio approfondire quella alla quale mi sento istintivamente più vicino».
FIDUCIA - «Non credi anche tu che questo sia un momento pieno di potenzialità?», gli chiede Jovanotti. «Assolutamente sì - è la risposta di Lapo - oggi sono crollate tante sicurezze del passato e c'è apertura verso nuove idee e bisogna dargli fiducia, cosa che in Italia non si riesce a fare. I bambini crescono pensando che il merito non conti nulla e i potenti non fanno niente per cambiare questo stato di cose. Con me lavorano ragazzi che vengono da famiglie normalissime ma che hanno talento, "Italia Independent" non è un club di figli di papà e non la sto facendo con i soldi della holding di famiglia».
FIAT - Perché non sei il presidente della Fiat? «Dovrebbero cambiare troppe cose perché ci siano le condizioni che permettano a uno con le mie idee di essere in quel posto». Che cosa faresti come prima cosa se diventassi sindaco di una cittadina? «Aiuterei la scuola e i servizi agli anziani. Il futuro e la memoria, i nostri patrimoni più preziosi. Farei politica solo se facessimo un partito nuovo io, te e Valentino Rossi».
Al di là della conversione all'ebraismo e del dialogo di altissimo tenore tra lui e Jovanotti, la cosa che mi lascia più
e il partito Lapo-Jovanotti-Valentino Rossi. Deve essere la Nemesi che mi colpisce, per aver detto che non esisteva nulla di peggio di Berlusconi
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«Io presidente della Fiat? Dovrebbero cambiare troppe cose per uno con le mie idee»
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FIDUCIA - «Non credi anche tu che questo sia un momento pieno di potenzialità?», gli chiede Jovanotti. «Assolutamente sì - è la risposta di Lapo - oggi sono crollate tante sicurezze del passato e c'è apertura verso nuove idee e bisogna dargli fiducia, cosa che in Italia non si riesce a fare. I bambini crescono pensando che il merito non conti nulla e i potenti non fanno niente per cambiare questo stato di cose. Con me lavorano ragazzi che vengono da famiglie normalissime ma che hanno talento, "Italia Independent" non è un club di figli di papà e non la sto facendo con i soldi della holding di famiglia».
FIAT - Perché non sei il presidente della Fiat? «Dovrebbero cambiare troppe cose perché ci siano le condizioni che permettano a uno con le mie idee di essere in quel posto». Che cosa faresti come prima cosa se diventassi sindaco di una cittadina? «Aiuterei la scuola e i servizi agli anziani. Il futuro e la memoria, i nostri patrimoni più preziosi. Farei politica solo se facessimo un partito nuovo io, te e Valentino Rossi».
Al di là della conversione all'ebraismo e del dialogo di altissimo tenore tra lui e Jovanotti, la cosa che mi lascia più
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