Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi

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    Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi

    D´Annunzio, Gabriele - Laudi del cielo del mare della terra e degli eroi - elettra - LIBRO MANIA - La Biblioteca On-Line di TELL
    Ogni volta che la leggo mi commuovo
    Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
  • Sean
    Csar
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    • In piedi tra le rovine
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    #2
    Straordinario D'Annunzio.
    Oggi ancora di più stringe il cuore a leggere versi come questi:


    La gloria fu. L'ultime vite insigni
    si spengono sul suol di Dante a un tratto
    come le faci in un festin protratto
    quando il cielo arde di baglior sanguigni.

    Vanno lungi da noi l'Aquile e i Cigni:
    quei ch'ebber pronta la virtù dell'atto
    e quei ch'ebber nel cuore il sogno intatto;
    né si vede che il seme lor ralligni.

    Alziamo gli Inni funebri, sul gregge
    ignaro, alla Potenza che ci lascia,
    alla Bellezza che da noi s'esilia.

    Implacabile è il Canto e la sua legge.
    E però leva su, vinci l'ambascia,
    Anima mia. Questa è la tua vigilia.

    E questo, al contempo un augurio ed una ricapitolazione:


    O Roma, guerriera senz'arme,
    ti manca l'universa Idea
    che sorga, su l'ombre
    oblique, su le forme vuote
    di alito, su le cloache ingombre
    di uomini, generatrice.
    Manca la Grande Madre. Ti manca
    il vergine eroe, il nepote
    ultimo del magnanimo Enea,
    che con la sua man pura
    la tragga vivente alle tue mura
    auguste e instituisca la Festa
    nova e inizii la nova Epopea.

    E si, alfine ci manca un Eroe, un Cesare che ridia al Paese ed al Popolo vita e vittoria.
    Last edited by Sean; 01-08-2009, 12:38:47.
    ...ma di noi
    sopra una sola teca di cristallo
    popoli studiosi scriveranno
    forse, tra mille inverni
    «nessun vincolo univa questi morti
    nella necropoli deserta»

    C. Campo - Moriremo Lontani


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      #3
      Questa è la parte finale dedicata alla mia città

      Ben è che dal tuo vertice selvaggio
      tu guardi a valle il sacro fiume nostro,
      maschia Peroscia che con l'ugne e il rostro
      sì togli preda e vendichi l'oltraggio.

      Dalla Lupa il tuo Grifo ebbe il retaggio.
      Sempre il tuo sangue splende come l'ostro.
      Per dardo in torre e per flagello in chiostro
      sanguina fiammeggiando il tuo coraggio.

      O Turrena, città pontificale,
      grande arce guelfa, al Papa e a Dio ribelle
      ,
      ligia al Sole, devota all'Aquilone,

      non odi su la porta comunale,
      nell'irto bronzo contra l'evo imbelle,
      l'urlo del Grifo e il rugghio del Leone?



      Spettacolare
      Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)

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