Storia recente italiana (Anni di piombo)

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  • black_hawk
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    • Apr 2006
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    #31
    Originariamente Scritto da tod Visualizza Messaggio
    a quale argomento ti riferisci in particolare
    quando c'è un argomento che mi interessa mi documento inizialmente in maniera diciamo "generale", per poi passare a letture più specifiche.
    Quindi mi interesserebbe uno o più libri che ripercorranno tutto il periodo degli anni di piombo, tra il '70 e l '80... e poi altre letture che invece affrontino più che altro degli argomenti specifici sempre di quegli anni ma in maniera esauriente, dei fatti importanti come possono essere appunto i sequestri moro o dozier o le singole stragi, i movimenti che si erano creati, i dimostranti, questi argomenti qui...

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    • ma_75
      Super Moderator
      • Sep 2006
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      #32
      Originariamente Scritto da tod Visualizza Messaggio
      E' vero che Gelli è sempre stato dalla parte di chi gli faceva comodo. Comunque tu metti a paragone le Brigate Rosse con la Mafia. E questo mi dimostra che non hai assolutamente idea della potenza della Mafia Italiana. Ovvio, inoltre, che molti non vogliono farla scomparire.
      Noti bene la differenza sostanziale che non saprei rendere meglio di così: le BR sono l'antistato, disorganico e avverso allo stato, la Mafia è parte dello stato, irrimediabilmente intrecciato con suoi settori.
      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
      ma_75@bodyweb.com

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      • Giagotto
        Sono gay - no teen, no milf, solo frc
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        #33
        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
        Noti bene la differenza sostanziale che non saprei rendere meglio di così: le BR sono l'antistato, disorganico e avverso allo stato, la Mafia è parte dello stato, irrimediabilmente intrecciato con suoi settori.
        Ciò che dicevo io, ma anche volendo, non si può paragonare il potere di uno stato, a quello di un'organizzazione mafiosa, se la mafia stesse scomoda ai governanti, sarebbe già stata spazzata via...Io penso che se la Polizia trovasse un po' d attributi, manderebbe un bel reparto a setacciare tutto lo Zen, vedrete che minimo un migliaio di persone le butterebbero in prigione...

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        • Leonida
          Filosofo del *****
          • Nov 2006
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          #34
          Originariamente Scritto da black_hawk Visualizza Messaggio
          ragazzi delle letture interessanti sull'argomento ci sono? libri che affrontano in maniera decente l'argomento?
          su moro ti segnalo questo:

          Doveva morire. Chi ha ucciso Aldo Moro. Il racconto di un giudice - Provvisionato Sandro; Imposimato Ferdinando - Libro - IBS
          Originariamente Scritto da gorgone
          è plotino la chiave universale per le vagine
          Originariamente Scritto da gorgone
          secondo me sono pazzi.

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          • TheSandman
            Ex Presidente
            • Jun 2008
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            #35
            Non ho vissuto quegli anni in prima persona e purtroppo questo è un handicap troppo grosso per farmi un'opinione anche solo lontanamente obbiettiva sul periodo in questione.
            Mi limito quindi al banale e a una considerazione personale.

            Il banale è che furono sicuramente anni in cui ciò che accadeva nelle piazze e i vari attentati erano la punta dell'iceberg di qualcosa di molto piu subdolo che avveniva "sottotraccia"...

            La considerazione personale è che il peggio di quegli anni + il peggio del periodo politico craxiano = attuale scenario politico e sociale...un'involuzione lenta ma costante.


            Tessera N° 6

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            • gbpackers
              #1 Fan GreenBay Packers
              • Jun 2006
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              #36
              Originariamente Scritto da black_hawk Visualizza Messaggio
              quando c'è un argomento che mi interessa mi documento inizialmente in maniera diciamo "generale", per poi passare a letture più specifiche.
              Quindi mi interesserebbe uno o più libri che ripercorranno tutto il periodo degli anni di piombo, tra il '70 e l '80... e poi altre letture che invece affrontino più che altro degli argomenti specifici sempre di quegli anni ma in maniera esauriente, dei fatti importanti come possono essere appunto i sequestri moro o dozier o le singole stragi, i movimenti che si erano creati, i dimostranti, questi argomenti qui...
              Le mie prime letture sono state sulla "Storia D'Italia" di Montanelli-Cervi, poi un pò per estrazione politica e un pò per la mia indole mi sono appassionato alla storia della destra italiana nel dopoguerra e quindi ovviamente letture di libri che riguardano gli anni di piombo (i libri della "Settimo Sigillo") senza dimenticare che sul sito della Rai puoi trovare abbondanti reportage video su ogni evento riguardante gli anni di piombo nella collana "La Storia siamo noi"

              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
              Noti bene la differenza sostanziale che non saprei rendere meglio di così: le BR sono l'antistato, disorganico e avverso allo stato, la Mafia è parte dello stato, irrimediabilmente intrecciato con suoi settori.
              a malincuore ti devo quotare al 100%
              sigpic

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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                • In piedi tra le rovine
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                #37
                Proprio oggi sul Corriere un articolo riguardo quegli anni e le varie figure riciclatesi come opinion leader:

                Anni di piombo, quei terroristi
                pentiti con la pappa nel cuore


                In omaggio al vecchio vizio retorico italiano, chi si è macchiato di omicidio usa parole sentimentali rosa vicino al rosso del sangue versato

                Il prossimo settembre sarà presentato a Toronto il film «Prima linea» di Renato De Maria, tratto dal libro autobiografico di Sergio Segio, l’ex terrorista colpevole dell’assassinio dei magistrati Emilio Alessandrini e Guido Galli, della guardia giurata Francesco Rucci e di William Vaccher. Del film si potrà parlare solo dopo averlo visto. Con Segio sono stato brevemente in contatto perché, quando era in carcere, mi aveva scritto alcune lettere, che ho letto e cui ho risposto. Con quel rispetto che si deve ad ognuno, anche macchiato di efferati delitti—perché nessun crimine cancella la dignità umana di chi l’ha commesso— e col rispetto che, in quel caso specifico, meritavano quelle lettere per il loro tono. Non mi è mai passato per la mente di considerarmi migliore di chi ha commesso degli assassini. La vita non mi ha mai posto in una situazione in cui potessi essere spinto all’omicidio e dunque non so e non posso sapere come mi sarei comportato. So però che l’assassinio è un delitto — atroce e quasi sempre idiota— di cui il responsabile deve pagare le conseguenze, sempre tutelato nei suoi diritti umani e civili.



                Di ognuno si può narrare la storia, perché ogni vita è degna di attenzione e va compresa anche nelle sue aberrazioni. Ben vengano dunque i libri e i film che ci aiutino a capire l’anima di un terrorista rosso, del killer dell’avvocato Ambrosoli assassinato per ordine di Sindona, dell’ignoto o degli ignoti che hanno provocato la strage di Bologna, di un torturatore dei Lager, dei responsabili delle migliaia di morti a Bhopal per le tonnellate di isocianato di metile nella fabbrica dell’Union Carbide in cui erano stati disattivati gli impianti di sicurezza, delittuose catastrofi che in varie forme vanno ripetendosi, e così via. Tutto aiuta a capire il passato, come è stato detto a proposito del film di De Maria, e ben venga tutto ciò che aiuta a capire. C’è tuttavia modo e modo di capire e mi auguro che il film non indulga a quella falsa e zuccherosa comprensione che implica una sostanziale, anche se compunta e melliflua, approvazione. Bisogna capire tutti; anche le Ss, comprendere come e perché— individualmente, politicamente — hanno agito e potuto agire in quel modo. Detto questo, resta ben preciso il giudizio sulle Ss.



                Spesso, nei doverosi tentativi di comprendere i terroristi delle Brigate Rosse e di contigue conventicole, si insinua invece una stupida e complice fascinazione, che li vede quasi come protagonisti; quasi maestri sia pur deviati che avrebbero qualcosa da insegnare, magari più delle loro vittime, oltraggiosamente e vilmente dimenticate, con un vero insulto alla loro memoria e al dolore di chi le amava e le ama. In ogni stortura umana c’è un nocciolo di irriducibile umanità. Ma quell’umanità sussiste non grazie a quelle storture, bensì nonostante esse. Il mafioso che uccide Falcone o Borsellino e Sergio Segio che uccide Emilio Alessandrini non si riducono solo alla loro ebete mano che ha premuto il grilletto; possiamo e dobbiamo ascoltarli, ma perché sono esseri umani e dunque nonostante quella feroce violenza che, di per sè, va solo buttata nel cestino. Sembra invece che spesso gli ex terroristi vengano ascoltati con untuosa retorica come se, per il fatto di aver ammazzato qualcuno, la sapessero più lunga degli altri. Sotto il piombo delle Brigate Rosse, («Quei miserabili che disonorano un colore per noi sacro», disse Pertini) sono cadute alcune figure dell’Italia migliore, quella più libera e aperta e democratica, che avrebbe potuto e dovuto essere diversa da quella di oggi: il professor Vittorio Bachelet, l’operaio comunista Guido Rossa, i magistrati Emilio Alessandrini e Guido Galli, il giornalista Carlo Casalegno, per nominarne solo alcuni. Se chi li ha uccisi voleva un’Italia peggiore, era un delinquente intelligente; se chi li ha uccisi pensava di costruire un’Italia migliore, era un delinquente stupido.



                Chi ha pagato il proprio debito con la giustizia deve essere reintegrato pienamente e a tutti gli effetti nella vita civile. Se ad esempio è un valente scienziato di finanza o di entomologia è giusto intervistarlo per conoscere la sua opinione sulla crisi delle banche o su un nuovo tipo di blatta eventualmente scoperto, anche se in passato ha ammazzato qualcuno. Ma è insensato chiedergli—come talora è accaduto —un illuminato e autorevole parere su un argomento di cui non ha particolare competenza solo perché ha ammazzato qualcuno. Anni fa, un ex terrorista che aveva assassinato il giornalista del Corriere Walter Tobagi scontata la pena si sposò e alla cerimonia ecclesiastica del suo matrimonio ebbe sei sacerdoti concelebranti. Io, quando mi sono sposato, ne ho avuto uno. Credo che anche per lui uno sarebbe stato sufficiente; il fatto di aver ucciso non doveva penalizzarlo ma neanche festeggiarlo sei volte più di me. Sarebbe giusto considerarci pari. Dostoevskij ci fa amare Raskolnikov anche se ha ucciso, ma ci fa pure capire che le due donne da lui uccise non valgono certo meno di lui e che lui è anche un povero studente che si lascia esaltare dalla lettura di libri letti male. Parecchi anni orsono un ex terrorista, uscito dal carcere e rientrato giustamente a pieno diritto nella vita civile — dove esercitava con competenza una professione intellettuale— dichiarò che, avendo nel frattempo avuto una bambina, aveva capito «che non si può uccidere un papà».




                Uno zio, evidentemente, invece sì. Questo mi tranquillizza, perché, appartenendo anch’io alla categoria dei papà, mi sento più al sicuro, ma non è un indizio di grande profondità intellettuale o politica, come non lo è la solidarietà pubblicamente espressa da Toni ***** a Berlusconi il 3 maggio 2003 in quanto entrambi perseguitati dalla magistratura. La penna fulminea e inesorabile di Francesco Merlo ha fatto più volte giustizia della farsesca supponenza di tanti ex terroristi e della loro pretesa di essere considerati una controparte politica. La retorica sugli ex terroristi diventa facilmente cattiva letteratura. Nel suo splendido libro «La città degli untori», Corrado Stajano — autore fra l’altro di un memorabile libro su Ambrosoli e inflessibile difensore di quell’Italia migliore che è stata insanguinata dal terrorismo e infangata dalla solidale melma della corruzione — paragona la prosa di Sergio Segio a quella della sua vittima, il magistrato Guido Galli. Segio, rivolgendosi ai figli dei terroristi, dice che i loro genitori «sono stati persone leali. Che hanno lottato, con errori spesso gravi, ma anche con generosità e coraggio, per un mondo migliore e più giusto». Pappa del cuore, vecchio vizio retorico italiano, posta sentimentale rosa vicina al rosso del sangue versato. Dice invece l’ultimo biglietto di Guido Galli, lasciato al figlio uscendo di casa incontro alla morte: «Alex, se fai le spese comprami un po’ di caffè. Ciao, papà». Lo stile, è stato detto, è l’uomo.


                Anni di piombo, quei terroristi pentiti con la pappa nel cuore - Corriere della Sera
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • black_hawk
                  Bodyweb Advanced
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                  #38
                  Originariamente Scritto da gbpackers Visualizza Messaggio
                  Le mie prime letture sono state sulla "Storia D'Italia" di Montanelli-Cervi, poi un pò per estrazione politica e un pò per la mia indole mi sono appassionato alla storia della destra italiana nel dopoguerra e quindi ovviamente letture di libri che riguardano gli anni di piombo (i libri della "Settimo Sigillo") senza dimenticare che sul sito della Rai puoi trovare abbondanti reportage video su ogni evento riguardante gli anni di piombo nella collana "La Storia siamo noi"
                  grazie mille davvero.. cercherò un po' di feedback sui titoli che mi hai suggerito, sul libro di montanelli ne avevogià sentito parlare, sicuramente sarà la mia prima lettura sull'argomento.

                  wikipeggiando un po' ho trovato questa voce sugli "anarchici della baracca"
                  davvero molto interessante non ne avevo mai sentito parlare.. l'ipotesi dell'omicido è molto suggestiva.. e molto triste se corrisponde a verità
                  Anarchici della Baracca - Wikipedia

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