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che video di merda..aveva ragione..è una cospirazione per voltare il pubblico contro di lui..ma i suoi fan non l'hanno mai abbandonato e non cihanno mai creduto..ero dalla parte giusta.
Originariamente Scritto da Gary
mi è stato consigliato nutella e caciotta come spuntino pre nanna. che faccio leo ?
Originariamente Scritto da Leonida
vai tranquillo, se sei in def puoi anche pensare di metterci due peperoni vicino.
"Secondo il presidente del più grande fan club dedicato a MJ, sarebbero 12 le persone morte suicide dopo la tragica scomparsa del re del pop. MJJcommunity.com, questo il nome del fan club, nasce dieci anni fa da un’idea di Gary Taylor ed ha più di 14,000 iscritti e uno staff di 30 persone sparso per il mondo.
Il periodo che stanno attraversando alcuni fans è molto serio, ma Michael Jackson non avrebbe mai voluto questo. Avrebbe voluto che rimanessero in vita.
Lo stesso reverendo Jesse Jackson, amico personale del cantante e attivista per i diritti civili, ha invitato i fans a non autodistruggersi e a celebrare il nome e l’opera di Michael Jackson."
L’orrore per la vita e il folle sogno del dandy senza volto
La tragica morte di Michael Jackson
Innanzitutto, le cose. Il sacro orrore delle cose. Un’attrezzatura di maschere, corazze, parasole, oggetti instabili, una bolla soffocante e al tempo stesso sovra-ossigenata, chiusa e sovra-esposta, che funzionava come una serra e lo preservava dalla grande contaminazione delle cose. Non solo, come è stato detto, i virus, i germi, i batteri. Ma la vita stessa come un germe. Il vivo come un batterio.
La materia, gli oggetti, l’aria che respi*rava non appena si avventurava fuori del suo caro Neverland, divenuti fonte d’infezione, pestilenza, ossessione ma*cabra, scuola del cadavere. I dandy era*no così. Intendo dire i grandi dandy. I fondatori della tradizione. Barbey. Beau Brummel. Wilde e il suo Dorian Gray. Tacchi rossi per danzare al di sopra di un mondo di miasmi e di umori. Bellet*ti e artifici per sfuggire al De Profundis di un baratro definitivamente parassita*to. Senza parlare di Baudelai*re che, del suo disgusto per la natura e le sue mostruose proliferazioni, aveva fatto il principio della propria esteti*ca, della propria politica. Mi*chael Jackson era il loro ere*de. Michael Jackson, con i suoi dischi in vinile, i latex, la casa mausoleo, i terrori profilattici e anche, beninte*so, i saltelli da danzatore ge*niale assediato da ogni parte dalla luce, era l’ultimo di questi grandi dandy. Ag*giungete la cura morbosa che, pare, de*dicava al proprio corpo. La storia della cassa a ossigeno dove si preparava, in*stancabilmente, per chissà quale toilet*te funeraria. Non è morto per una over*dose di farmaci, ma per aver voluto non solo inventare, ma inocularsi un vacci*no contro la vita. Poi gli altri. Veramente gli altri. Non più le cose, ma gli umani. Il loro contat*to. La loro prossimità maligna e ripu*gnante.
La presenza stessa dell’altro, il suo odore, il suo sguardo immediata*mente scrutatore — da cui lo protegge*vano solo le lenti scure degli occhiali— vissuti come un’offesa, una minaccia, la causa di tutte le violenze, la loro origi*ne. L’inferno? Sì, l’inferno. Un Jackson sartriano, stavolta. Oppure, il che è lo stesso, un Jackson cataro. Un Jackson di cui il minimo paradosso non è, quando scrive «We are the world», quando ren*de popolare quel che bisogna pur chia*mare l’umanitario contemporaneo, di vedere l’umanità come fallimento, gli uomini come piaghe e la loro società co*me male necessario, compromesso ob*bligato, accomodamento degradante al quale un artista non può consentire che controvoglia.
Questa reincarnazione di Peter Pan pensava sinceramente, per esempio, che i bambini fossero concepiti senza contatto. Questo adulto incompiuto nu*triva il folle sogno — e, in un certo sen*so, lo esaudì — di concepire i propri fi*gli senza contatto, quasi senza madre. Questo misantropo, questo mutante, fu uno degli ultimi umani a credere agli an*tichi teoremi dell’inconveniente d’esser nato. E a viverli. Generazione, corruzio*ne... Desiderio privo di concupiscenza... Il che, sia detto en passant, rende perlo*meno assurdi i processi di stregoneria istruiti contro di lui negli ultimi dieci anni della sua vita e che furono una per*secuzione senza fine. Michael Jackson non voleva essere un bambino ma un santo. O un angelo. E gli angeli, come sappiamo, non hanno sesso. O l’hanno soltanto nell’immaginazione dei perver*si che a essi attribuiscono i propri fanta*smi.
Poi infine, se stesso. Il proprio corpo, il proprio volto, visti come minacce an*cora più grandi, come luoghi di ogni pe*ricolo. Il nemico intimo ma spietato, che la vita intera non sarà sufficiente per annientarlo o domarlo. Anche qui, si sfiora appena la singolare avventura di Michael Jackson, si sbaglia sulla folle metamorfosi che egli impresse al suo volto, non si capisce nulla delle opera*zioni di chirurgia a ripetizione che egli si inflisse di continuo, se riduciamo tut*to a un fatto di pigmenti: razza, anti-raz*za, odio di sé, mal-essere, sentirsi a disa*gio nella propria pelle, bla bla. Guarda*te le sue foto. Osservate l’epidermide, ef*fettivamente sempre più bianca, ma co*me passata nella calce viva. Il naso or*mai quasi inesistente, le labbra divorate dall’interno, i pomelli smagriti come quelli di una maschera jivaro o di una testa di Giacometti. Scrutate i suoi tratti assottigliati, la pelle ruvida, gli occhi che sembrano stare al loro posto come un anello al dito di uno scheletro. Consi*derate il restringimento — un filosofo direbbe questa époché — di un viso ri*dotto alla sua più semplice inespressio*ne e diventato il proprio sosia. Il viso non è forse la firma stessa dell’essere umano? La sua verità? La maniera in cui si espone e si esprime? Il segno della sin*golarità di ciascuno, della sua inestima*bile unicità? Eh sì. È sempre questo, un volto. Ed è proprio per questo che la ter*za tappa, il modo di torturare, mortifica*re, profanare e, alla fin fine, cancellare il proprio volto deve leggersi come l’ulti*ma stazione di un lungo, terribile calva*rio. Infatti, giunti a tale stadio, quando si è deciso di sfuggire al regno delle co*se, poi di uscire dai ranghi degli umani, poi di divenire un umano senza volto, non rimane molta scelta. O si reinventa l’umano, si diviene realmente trans-umano, l’operazione Ogm (orga*nismo geneticamente modificato) rie*sce. Oppure si muore.
ricordo che dopo Thriller -in cui apparve con il naso rifatto -compì un ulteriore step, più evidente, che mi sembrò avvicinarlo ad uno dei suoi zombies
Sulle ultime foto durante le prove del tour...In effetti, come dicono i testimoni, appare abbastanza rilassato:
«RIDEVA E SCHERZAVA CON I BALLERINI»
Le foto di Jacko 48 prima della morte
Spuntano gli scatti della prove del cantante in vista del tour di Londra: il re del pop appariva in buona forma
LONDRA - S'infittisce di giorno in giorno il mistero attorno alla morte di Michael Jackson. Mentre la famiglia dell'artista, che non ha ancora deciso la data dei funerali, aspetta i risultati della seconda autopsia e in Rete impazzano le teorie complottiste sulla scomparsa del re del pop, spuntano le immagini del cantante scattate 48 ore prima del decesso. Mostrano un Michael Jackson in buona forma: il cantante si stava preparando con entusiasmo per il suo ritorno sulle scene le immagini lo ritraggono in buono stato fisico durante le prove.
«RIDEVA E SCHERZAVA CON I BALLERINI» - Gli scatti,apparsi su diversi media, sono state realizzati allo Staples Center di Los Angeles due giorni prima della morte dell'artista, scomparso improvvisamente giovedì scorso all'età di 50 anni, e mostrano un Jackson dinamico e determinato che canta e si muove come ai vecchi tempi. Sullo sfondo si legge la sigla «This is it», che da il nome alla serie di concerti che il re del pop avrebbe dovuto tenere a Londra a partire da metà luglio. «Erano anni che Michael non era così in forma - ha dichiarato un testimone al periodico britannico Sun -. Rideva e scherzava con i ballerini, sembrava pieno di energia. Non si riesce a credere che sia morto 48 ore dopo». Un'impressione confermata anche dall'autore degli scatti, il fotografo Kevin Mazur, che ha dichiarato: «Quando sono salito sul palco sono rimasto incantato nel vedere il magico Michael Jackson di una volta».
SPUNTA UN TESTAMENTO DEL 2002 - Al mistero sulle cause della morte di Jackson c'è da aggiungere il giallo sull'eredità. Un testamento del 2002 potrebbe chiarire le ultime volontà del cantante riguardo ai suoi beni e alla custodia dei figli. Secondo diversi media, il documento appare come il testamento più recente del cantante, e suddivide il suo patrimonio tra la madre Katherine, i tre figli e una o più organizzazioni di beneficenza. Nel testamento non sarebbe invece nominato il padre del cantante, Joseph Jackson, 80 anni. L'uomo, com'è noto, aveva un rapporto molto travagliato con il figlio, tanto che anni fa, durante un'intervista televisiva, il re del pop scoppiò in lacrime ricordando le frequenti violenze cui era sottoposto da bambino da parte del padre. Il testamento verrà presentato da un avvocato giovedì prossimo davanti a un tribunale di Los Angeles, secondo quanto scrive il Wall Street Journal. A stilarlo, secondo quanto riportato, è stato l'avvocato John Branca, che ha curato gli affari legali dell'artista dal 1980 al 2006, ed aveva ripreso a farlo poco tempo prima della morte di Jackson. Nel documento, Branca è anche nominato come esecutore testamentario, insieme all'impresario musicale John McClain, vecchio amico di Michael.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Il mondo ha perso indubbiamente un grande artista, o meglio, una leggenda del pop.
Di questo mi spiace molto, ma la cosa che più mi addolora è che se avesse avuto più cura di se stesso, non se ne sarebbe andato in questo modo e così prematuramente.
Lo ricorderò sempre come una persona molto sensibile ed umana. Purtroppo non è più tra noi, ma il futuro ci riserverà ancora tante cose di M.J., tra cui canzoni e filmati inediti.
Comunque lui credeva nel tour, e si stava preparando, anche se obiettivamente non avrebbe retto a 50 concerti... l'ex mister universo: «jacko si sente al sicuro con me»
Michael Jackson assume Lou Ferrigno come trainer per ritornare in forma
Ma il cantante, a causa del cancro, è troppo fragile per i faticosi esercizi propostigli dall'attore che interpretò Hulk
Lou Ferrigno nei panni dell'Incredibile Hulk (Ap)MILANO - Michael Jackson ha ingaggiato un personal trainer che lo rimetta in forma in vista dei concerti di Londra di quest’estate. E fin qui, niente da dire, soprattutto considerata la magrezza quasi cadaverica della pop star. Peccato, però, che la scelta sia caduta su Lou Ferrigno, meglio conosciuto come l’Incredibile Hulk della serie Tv, che sarà anche stato Mister Universo, ma che ora ha quasi 60 anni (57 per la precisione) e, quindi, non è esattamente quello che si definirebbe un “preparatore di primo pelo”.
LEZIONI PRIVATE - Stando a quanto racconta il tabloid britannico “Sun”, l’attore avrebbe già cominciato le lezioni private a casa Jackson, ma a quanto pare l’allievo non starebbe rispondendo granchè bene, perché, essendo molto magro (pesa 57 chili e fa un solo pasto al giorno), è troppo fragile per fare i faticosi esercizi che gli impone Ferrigno e, oltre tutto, si rifiuta di sollevare i pesi. «Jacko non vuole mettere su massa muscolare, perché sta lottando contro il cancro alla pelle – ha raccontato una fonte anonima al tabloid - e teme che, ingrassando, potrebbe compromettere le cure. Certo, guardandolo vicino a Lou, che è alto quasi due metri, praticamente Jackson sparisce». La popstar e “l’Incredibile Hulk” sono amici da un paio di anni e lo stesso Ferrigno ha rivelato come Jacko si senta al sicuro con lui. «Michael è molto delicato e si sente protetto quando è con me, ma non ama fare gli esercizi in palestra, perché si innervosisce se le altre persone lo guardano».
anche io quando ero piu' piccolo pensavo che fosse diventato bianco perchè era lui a volerlo...
è stata colpa della stampa ha ragione, ma anche colpa sua pero' sull'argomento non si è quasi mai espresso, che gli costava prendere delle dichiarazioni forti e decise in merito?
Originariamente Scritto da Marco pl
i 200 kg di massimale non siano così irraggiungibili in arco di tempo ragionevole per uno mediamente dotato.
anche io quando ero piu' piccolo pensavo che fosse diventato bianco perchè era lui a volerlo...
è stata colpa della stampa ha ragione, ma anche colpa sua pero' sull'argomento non si è quasi mai espresso, che gli costava prendere delle dichiarazioni forti e decise in merito?
A dire la verita' in passato su questo argomento si era espresso abbastanza chiaramente (dal minuto 6:45)
va beh quelli che i stanno suicidando sono dei malati mentali mica da scherzo..
indubbiamente...pero' la passione porta ad atteggiamenti estremi Gary...
non farei mai niente del genere.....
pero' soffro per loro...perkè capisco che hanno perso qualcosa di enorme.........come una fidanzata o u genitore.....o forse un fratellino.
successe anche quando mori' kurt......
Originariamente Scritto da SPANATEMELA
parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
Originariamente Scritto da GoodBoy!
ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
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