Per tutti gli universitari

[Liam & Me]

Beh per completezza bisogna dire però che i vecchi han visto il vecchio, ed i nuovi il nuovo. O piu che visto, han provato.

Un esame puo dire tutto e niente. Bisognerebbe anche controllare la qualità dell'insegnamento e cmq la presa di coscienza di deadlines e' piu forte ora rispetto al passato.

Si, ho dato un'opinione in merito solo perche' conosco molto bene le due realta' prima/dopo, altrimenti non mi sarei permesso di farlo.

E, chiaramente, ho parlato solo di una realta' abbastanza limitata, anche se l'innanlzamento dei voti finali di laurea mi fa riflettere un po'.

[greenday2]

Si, ho dato un'opinione in merito solo perche' conosco molto bene le due realta' prima/dopo, altrimenti non mi sarei permesso di farlo.

E, chiaramente, ho parlato solo di una realta' abbastanza limitata, anche se l'innanlzamento dei voti finali di laurea mi fa riflettere un po'.

Liam io leggo i tuoi post sempre con molto interesse

Cmq credo che il problema non sia tanto il sistema 3+2 o 3+1, quanto una gestione un po malsana dell'univ italiana.

Insomma il beneficio della triennale dovrebbe essere quello del "learning by doing" piuttosto che la classica studiata semestrale di tomi e tomi.

In italia a mio avviso non si e' (spero sia una cosa momentanea) ancora recepito questo, e si tende ad usare il vecchio sistema, con una sorta di "bias".

[600]

Per laurearsi con 110 e lode è sufficiente una media superiore al 27. Quindi quei tuoi amici sono degli emeriti sfigati.

E c'è di più: a lavoro nessuno ti chiederà il voto di laurea ma in quanto tempo ti sarai laureato. Doppiamente sfigati.

Sei OT

[gabriele81]

E c'è di più: a lavoro nessuno ti chiederà il voto di laurea ma in quanto tempo ti sarai laureato. Doppiamente sfigati.

Naturalmente il discorso varia a seconda della facoltà. Se ti laurei con 101 in giurisprudenza, anche in 3 anni, il tuo curriculum non verrà neanche visionato dagli studi di alto livello e non potrai partecipare a diversi concorsi che prevedono 105 come voto minimo.

[Liam & Me]

Liam io leggo i tuoi post sempre con molto interesse

Cmq credo che il problema non sia tanto il sistema 3+2 o 3+1, quanto una gestione un po malsana dell'univ italiana.

Insomma il beneficio della triennale dovrebbe essere quello del "learning by doing" piuttosto che la classica studiata semestrale di tomi e tomi.

In italia a mio avviso non si e' (spero sia una cosa momentanea) ancora recepito questo, e si tende ad usare il vecchio sistema, con una sorta di "bias".

ma non mi ero mica alterato eh, e' che da dietro una tastiera non si trasmette il tono di voce, che voleva essere tranquillissimo .

Hai centrato il problema. Il fatto e' che in Italia si e' voluto importare il sistema anglosassone anche a costo di buttare alle ortiche quello che di buono e originale avevamo costruito in casa.

Per passare all'altro sistema, i docenti si dovrebbero mettere il cuore in pace e lasciare uscire dalla triennale studenti con una preparazione media inferiore a prima. Questo perche' negli US e in UK la triennale spesso e' un po' come un "superliceo", fai conto che in UK in facolta' come chimica, biologia e farmacia non esiste l'esame di matematica, fai tu a che livelli possano trattare tutte le materie che hanno un minimo, ma proprio minimo, di mate (cinetiche chimiche, termodinamica ecc ecc).

E' un discorso molto lungo, comunque, mi sa che andremmo OT.

[Black87]

Posso parlare solo per chimica industriale, che e' la realta' che conosco. Ho visto gli esami di adesso: un confronto con quelli di 10-15 anni fa non ha senso, sono due mondi diversi. Allora dare due esami solo a una settimana (o meno) di distanza dall'altro era impensabile, ora sembra la regola. L'innalzamento spropositato del voto di laurea medio parla da solo, alla fine.

Senza polemica eh, si fa per parlare.

ma ci sono dei dati che confermano questo innalzamento o è solo una convinzione?

[TheSandman]

Naturalmente il discorso varia a seconda della facoltà. Se ti laurei con 101 in giurisprudenza, anche in 3 anni, il tuo curriculum non verrà neanche visionato dagli studi di alto livello e non potrai partecipare a diversi concorsi che prevedono 105 come voto minimo.

oddio credo che sia più difficile laurearsi con un voto altro a giuri che da altre parti...

[catastrophy]

Per laurearsi con 110 e lode è sufficiente una media superiore al 27. Quindi quei tuoi amici sono degli emeriti sfigati.

beh, qui dipende molto dai punti che un può prendere per la tesi... se per esempio il massimo dei punti per la tesi è 6 (per elaborato, discussione e velocità di laurea), allora con una media sotto il 28.5 (o poco meno) non puoi prendere 110....
se invece per la tesi puoi prendere 8 o 11 punti, allora il discorso della media cambia parecchio...
non è possibile dire che per tutte le università/facoltà/corsi di laurea basti una certa media per arrivare a 110 (con o senza lode)...

oddio credo che sia più difficile laurearsi con un voto altro a giuri che da altre parti...

mah, dipende sempre da dove studi... oltre al corso di laurea contano sempre le città/università/facoltà in cui ti laurei ed i professori che hai...

[Manx]

Boss come sempre sbaglia a porsi, ma a volte (e sottolineo a volte) non dice cose totalmente erronee.

Una cosa che rimprovero spesso a Manx (bonariamente si intende) è che critica troppo il nostro Paese, spesso per partito preso...

Inutile dire però che un conto è dire cose in un modo e un altro è dirle col modo arrogante e infantile di Boss...

si'... per partito preso, anche perché la Germania mi ha dato e mi sta dando delle opportunità, cosa che l'italia non ha fatto. Mi ha formato e poi spedito a scaricare container con temperature dai -5 ai + 36.

Esatto partito preso, dovrei forse sostenere il contrario?

[TheSandman]

si'... per partito preso, anche perché la Germania mi ha dato e mi sta dando delle opportunità, cosa che l'italia non ha fatto. Mi ha formato e poi spedito a scaricare container con temperature dai -5 ai + 36.

Esatto partito preso, dovrei forse sostenere il contrario?

alla fine manx io credo che tu hai semplicemente scelto una laurea che nel nostro paese ha poco "mercato"....
giusto o sbagliato che sia...
questa non è una critica ma una mia opinione...
francamente potevi saperlo dall'inizio a cosa andavi incontro...
ci sono lauree che si sa che possono darti meno sbocchi di altre...ma il problema non è della nazione ma del mercato del lavoro...

[boss123]

Naturalmente il discorso varia a seconda della facoltà. Se ti laurei con 101 in giurisprudenza, anche in 3 anni, il tuo curriculum non verrà neanche visionato dagli studi di alto livello e non potrai partecipare a diversi concorsi che prevedono 105 come voto minimo.

tipo?

[Icarus]

alla fine manx io credo che tu hai semplicemente scelto una laurea che nel nostro paese ha poco "mercato"....
giusto o sbagliato che sia...
questa non è una critica ma una mia opinione...
francamente potevi saperlo dall'inizio a cosa andavi incontro...
ci sono lauree che si sa che possono darti meno sbocchi di altre...ma il problema non è della nazione ma del mercato del lavoro...

E' forse lo Stato che regolamenta il mercato del lavoro?o si regolamenta da solo?
Credo che la situazione italiana, dove detto in breve la richiesta di lavoratori qualificati è bassissima in quanto il sistema economico si affida ancora a produzioni a basso contenuto tecnologico, dove la produttività è tra le più basse d'europa, e tanto per variare anche le quote spese in ricerca e sviluppo sono fra le più basse in europa, sia facilmente imputabile alla gestione pubblica, in cui la scarsa lungimiranza, la mancanza di provvedimenti di lungo periodo, i tagli a istruzione e formazione, hanno prodotto la situazione odierna. Non scordiamoci che l'Italia era famosa per l'uso sconsiderato della politica monetaria per sospingere le sue esportazioni, quindi detto banalmente invece di percorrere la strada tedesca percorrevamo quella cinese (invece della qualità, il costo), ed ancora oggi analizzando con quali produzioni ci troviamo in concorrenza è abbastana facile fare il salto e capire che con diverse gestioni statali forse il nostro sistema economico, e di conseguenza il mercato del lavoro, sarebbe evoluti diversamente.

Siamo una delle nazioni col più basso numero di laureati in EUROPA e contemporaneamente una di quelle in cui l'emigrazione di laureati è più alta, e soprattutto non è controbilanciata da un'equivalente immigrazione. Qualcosa vorrà dire.

[Manx]

alla fine manx io credo che tu hai semplicemente scelto una laurea che nel nostro paese ha poco "mercato"....
giusto o sbagliato che sia...
questa non è una critica ma una mia opinione...
francamente potevi saperlo dall'inizio a cosa andavi incontro...
ci sono lauree che si sa che possono darti meno sbocchi di altre...ma il problema non è della nazione ma del mercato del lavoro...

Non c'entra niente il tipo di laurea se tra i propri obiettivi c'è quello della carriera accademica e della ricerca (il mio)... avrei potuto avere una laurea in fisica nucleare e ritrovarmi nella stessa situazione e questo a causa dell'immondo sistema baronale universitario italiano, dove va avanti solo chi è coperto dal giorno dopo della Laurea fino all'ordinariato...

in Italia il merito non conta...è una cosa accessoria e stop.

Fondi per la ricerca non ci sono, o meglio, ci sono ma vengono sperperati in magnate pantagrueliche accademiche e in auto blu da parte dei tromboni dell'Università stessa, senza contare poi lo sperpero di soldi per creare cattedre inutili come "sociologia della panchina di città nel XX secolo" o "storia delle scritte sui muri nell'Irlanda del 1500"...

La mia laurea, per di piu' il mio dottorato, sono si' poco spendibili al di fuori del mondo della ricerca o dell'insegnamento secondario...ma in Italia non mi hanno permesso né di fare ricerca, né di insegnare... qui si'.

[ma_75]

alla fine manx io credo che tu hai semplicemente scelto una laurea che nel nostro paese ha poco "mercato"....
giusto o sbagliato che sia...
questa non è una critica ma una mia opinione...
francamente potevi saperlo dall'inizio a cosa andavi incontro...
ci sono lauree che si sa che possono darti meno sbocchi di altre...ma il problema non è della nazione ma del mercato del lavoro...

Il problema della carriera universitaria in Italia, in tutti i settori, è esattamente questo espresso dallla lettera della ricercatrice che ora andrà negli USA a lavorare..

Una laurea in Medicina, due specializzazioni, anni di contratti a termine: borse di studio, co.co.co, consulenze, contratti a progetto, l’ultimo presso l’Istituto di genetica dell’Università di Pavia. Rita Clementi 47 anni, la ricercatrice che ha scoperto l’origine genetica di alcune forme di linfoma maligno, in questa lettera indirizzata al presidente della Repubblica Napolitano racconta la sofferta decisione di lasciare l’Italia. Da mercoledì 1˚luglio lavorerà come ricercatrice in un importante centro medico di Boston.



Caro presidente Napolitano, chi le scrive è una non più giovane ricercatrice precaria che ha deciso di andarsene dal suo Paese portando con sé tre figli nella speranza che un’altra nazione possa garantire loro una vita migliore di quanto lo Stato italiano abbia garantito alla loro madre. Vado via con rabbia, con la sensazione che la mia abnegazione e la mia dedizione non siano servite a nulla. Vado via con l’intento di chiedere la cittadinanza dello Stato che vorrà ospitarmi, rinunciando ad essere italiana.
Signor presidente, la ricerca in questo Paese è ammalata. La cronaca parla chiaro, ma oltre alla cronaca ci sono tantissime realtà che non vengono denunciate per paura di ritorsione perché, spesso, chi fa ricerca da precario, se denuncia è automaticamente espulso dal «sistema » indipendentemente dai risultati ottenuti. Chi fa ricerca da precario non può «solo» contare sui risultati che ottiene, poiché in Italia la benevolenza dei propri referenti è una variabile indipendente dalla qualità del lavoro. Chi fa ricerca da precario deve fare i conti con il rinnovo della borsa o del contratto che gli consentirà di mantenersi senza pesare sulla propria famiglia. Non può permettersi ricorsi costosi e che molto spesso finiscono nel nulla. E poi, perché dovrebbe adire le vie legali se docenti dichiarati colpevoli sino all’ultimo grado di giudizio per aver condotto concorsi universitari violando le norme non sono mai stati rimossi e hanno continuato a essere eletti (dai loro colleghi!) commissari in nuovi concorsi?
Io, laureata nel 1990 in Medicina e Chirurgia all’Università di Pavia, con due specialità, in Pediatria e in Genetica medica, conseguite nella medesima Università, nel 2004 ho avuto l’onore di pubblicare con primo nome un articolo sul New England Journal of Medicine i risultati della mia scoperta e cioè che alcune forme di linfoma maligno possono avere un’origine genetica e che è dunque possibile ereditare dai genitori la predisposizione a sviluppare questa forma tumorale. Tale scoperta è stata fatta oggetto di brevetto poi lasciato decadere non essendo stato ritenuto abbastanza interessante dalle istituzioni presso cui lavoravo. Di contro, illustri gruppi di ricerca stranieri hanno confermato la mia tesi che è diventata ora parte integrante dei loro progetti: ma, si sa, nemo profeta in Patria.
Ottenere questi risultati mi è costato impegno e sacrifici: mettevo i bambini a dormire e di notte tornavo in laboratorio, non c’erano sabati o domeniche...
Lavoravo, come tutti i precari, senza versamenti pensionistici, ferie, malattia. Ho avuto contratti di tutti i tipi: borse di studio, co-co-co, contratti di consulenza... Come ultimo un contratto a progetto presso l’Istituto di Genetica medica dell’Università di Pavia, finanziato dal Policlinico San Matteo di Pavia.
Sia chiaro: nessuno mi imponeva questi orari. Ero spinta dal mio senso del dovere e dalla forte motivazione di aiutare chi era ammalato. Nel febbraio 2005 mi sono vista costretta a interrompere la ricerca: mi era stato detto che non avrei avuto un futuro. Ho interrotto una ricerca che molti hanno giudicato promettente, e che avrebbe potuto aggiungere una tessera al puzzle che in tutto il mondo si sta cercando di completare e che potrebbe aiutarci a sconfiggere il cancro.
Desidero evidenziare proprio questo: il sistema antimeritocratico danneggia non solo il singolo ricercatore precario, ma soprattutto le persone che vivono in questa Nazione. Una «buona ricerca» può solo aiutare a crescere; per questo motivo numerosi Stati europei ed extraeuropei, pur in periodo di profonda crisi economica, hanno ritenuto di aumentare i finanziamenti per la ricerca.

È sufficiente, anche in Italia, incrementare gli stanziamenti? Purtroppo no. Se il malcostume non verrà interrotto, se chi è colpevole non sarà rimosso, se non si faranno emergere i migliori, gli onesti, dare più soldi avrebbe come unica conseguenza quella di potenziare le lobby che usano le Università e gli enti di ricerca come feudo privato e che così facendo distruggono la ricerca.
Con molta amarezza, signor presidente, la saluto.

[EBK]

Io dico che Manx ha carattere.

Si è fatto il culo studiando in modo proficuo una materia di suo interesse, "fregandosene" del lavoro.

Il risultato mi sembra più che ottimo.

Quando si parla di laureati e lavoro bisogna in primis capire che tipo di laureati

ps: mia zia ha il dottorato in biologia,preso tra Venezia e Padova,e attualmente vive e lavora a Ginevra