ARKAN e le sue tigri.

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  • Sartorio
    Non utente di Bodyweb
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    • Società Civile
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    #16
    Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
    va bene dai.
    se non interessa poco importa.
    avevo qualche documento carino da allegare.
    No dai, parliamone, qui non ci sono preconcetti però mi sono sentito il dovere di smorzare l'entusiasmo iniziale

    Può essere uno spunto buono per discutere del vespaio balcanico.

    Restando in tema "tigri" non posso che pensare alle tigri vere.
    Le Tamil, protagoniste delle cronache recenti, ma sconosciute ai più.
    Ci spostiamo troppo geograficamente, e non vorrei finire fuori argomento. Anche se le considero un esempio molto più serio di guerriglia nazionalista. Gente veramente coraggiosa e determinata (sempre tenendo fuori il giudizio storico), che ha tenuto sotto scacco per 30 anni uno stato intero organizzando flotte piratesche, e perfino dei prototipi di aviazione e fanteria.
    Originariamente Scritto da gorgone
    il capitalismo vive delle proprie crisi.

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    • madmax68
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      • Dec 2004
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      #17
      Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
      nel caso di arkan è certamente vero.
      tuttavia il nazionalismo nell'area balcanica ha origine ben più lontane.
      conoscerai certamente la storia dei croati di ante pavelic
      Si conosco la sua storia. Un altro esaltato. Del resto la storia dei Balcani come Limes d'Europa è una storia di tutti contro tutti. Ortodossi contro cattolici e ortodossi e cattolici contro i musulmani e i bogomili.

      Sono terre di confine e terre di montagna dove le tradizioni contadine perpetuano odi e faide vecchi di millenni. Sulla costa è diverso. La Dalmazia come tutto il mediterraneo fu aperta alle diverse influenze culturali e quindi seppe amalgamare e far convivere le diverse anime del microcosmo balcanico.
      Non per niente i serbi nel 1991 vollero umiliare Dubrovnik. Fu uno scontro tra un mondo rurale antiquato e conservatore e il tessuto urbano più liberale. Tudijman stesso, da buon Zagrebese, fece si di non soccorrere Dubrovnik dove l'opposizione al suo partito autoritario HDZ era piu forte.

      In Montenegro Diujkanovic da buon giocatore prima appoggio tiepidamente Milosevic, per poi allearsi con l'occidente a patto che quest'ultimo chiudesse un occhio se non due su traffici illeciti di sigarette e clandestini.

      Alla fine della fiera tutti volevano arricchirsi con la scusa del nazionalismo. Gli affari e le mafie balcaniche erano tutte d'accordo e nel microcosmo criminale, serbi croati musulamni bosniaci e albanesi filavano d'amore e d'accordo

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      • simones
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        • altoadige
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        #18
        Originariamente Scritto da madmax68 Visualizza Messaggio
        Si conosco la sua storia. Un altro esaltato. Del resto la storia dei Balcani come Limes d'Europa è una storia di tutti contro tutti. Ortodossi contro cattolici e ortodossi e cattolici contro i musulmani e i bogomili.

        Sono terre di confine e terre di montagna dove le tradizioni contadine perpetuano odi e faide vecchi di millenni. Sulla costa è diverso. La Dalmazia come tutto il mediterraneo fu aperta alle diverse influenze culturali e quindi seppe amalgamare e far convivere le diverse anime del microcosmo balcanico.
        Non per niente i serbi nel 1991 vollero umiliare Dubrovnik. Fu uno scontro tra un mondo rurale antiquato e conservatore e il tessuto urbano più liberale. Tudijman stesso, da buon Zagrebese, fece si di non soccorrere Dubrovnik dove l'opposizione al suo partito autoritario HDZ era piu forte.

        In Montenegro Diujkanovic da buon giocatore prima appoggio tiepidamente Milosevic, per poi allearsi con l'occidente a patto che quest'ultimo chiudesse un occhio se non due su traffici illeciti di sigarette e clandestini.

        Alla fine della fiera tutti volevano arricchirsi con la scusa del nazionalismo. Gli affari e le mafie balcaniche erano tutte d'accordo e nel microcosmo criminale, serbi croati musulamni bosniaci e albanesi filavano d'amore e d'accordo

        un intervento ponderato,grazie mad.
        non appena ho tempo riordino le idee e continuiamo.
        grazie ancora
        "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

        L.F.Celine

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        • simones
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          • altoadige
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          #19
          Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
          No dai, parliamone, qui non ci sono preconcetti però mi sono sentito il dovere di smorzare l'entusiasmo iniziale

          Può essere uno spunto buono per discutere del vespaio balcanico.

          Restando in tema "tigri" non posso che pensare alle tigri vere.
          Le Tamil, protagoniste delle cronache recenti, ma sconosciute ai più.
          Ci spostiamo troppo geograficamente, e non vorrei finire fuori argomento. Anche se le considero un esempio molto più serio di guerriglia nazionalista. Gente veramente coraggiosa e determinata (sempre tenendo fuori il giudizio storico), che ha tenuto sotto scacco per 30 anni uno stato intero organizzando flotte piratesche, e perfino dei prototipi di aviazione e fanteria.

          infatti voleva essere uno spunto come precisato nella precedente pagina.
          mi sembrava,arkan,quantomeno adatto a richiamare l'attenzione vista la notorietà di cui godeva la sua figura.
          "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

          L.F.Celine

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          • simones
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            • altoadige
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            #20
            vi lascio un sitarello interessante come rapido riepilogo


            Oltre la porta dell'Inferno
            "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

            L.F.Celine

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            • Sartorio
              Non utente di Bodyweb
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              #21
              Forse partire dalla lega dei comunisti Jugoslavi e da Milosevic (ma anche qualche decennio prima) sarebbe meglio.
              Altrimenti si perde di vista il ruolo di Arkan:
              La persona giusta per fare il lavoro sporco, ed a compito esaurito il capro espiatorio perfetto.
              Originariamente Scritto da gorgone
              il capitalismo vive delle proprie crisi.

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              • simones
                Bodyweb Senior
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                #22
                Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
                Forse partire dalla lega dei comunisti Jugoslavi e da Milosevic (ma anche qualche decennio prima) sarebbe meglio.
                Altrimenti si perde di vista il ruolo di Arkan:
                La persona giusta per fare il lavoro sporco, ed a compito esaurito il capro espiatorio perfetto.
                certo,certo.
                la tua analisi è anche condivisibile.
                non appena posso scartabello tra alcuni libro e vedeo se riesco a postare qualcosa di interessante.


                dai un occhio al sito che ho postato,mi pare ben fatto
                "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                L.F.Celine

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                • Sciamannado
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                  #23
                  ..

                  un grande rapinatore e trafficante oltre che assassino..tant'è che alcuni dei suoi "migliori" puntali di guerra , intesi come uomini , sono in questi giorni stati individuati come gli ideatori e esecutori di rapine senza scrupoli in UAE dubai e russia dove con snno attuato scene da far west e macchine schiantate su vetrate di bance e gioiellerie hanno attuato colpi plurimilionari.
                  arkan : "al condottiero"= gli striscioni della Lazio : al QI

                  ovvero: homo minus
                  peace&love

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                  • ma_75
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                    #24
                    Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
                    vi lascio un sitarello interessante come rapido riepilogo


                    Oltre la porta dell'Inferno
                    L'argomento è veramente interessante e si presta a molteplici osservazioni. Innantitutto, come ha detto ben Madmax, il nazionalismo non fu solo di una parte: per un Milosevic con al suo servizio Arkan c'è un Tudjman con i suoi paramilitari ustascia o un Izetbegovic con milizie irregolari arabe, tra cui sauditi e yemeniti che rappresentano le prime cellule qaediste in Europa. Sullo sfondo del massacro slavo, dei 300.000 morti dimenticati, c'era, però, una lotta di potere mondiale, una guerra fredda oltre i limiti cronologici del muro di Berlino. Basti ricordare con quanta fretta (improvvida) gli stati europei riconobbero l'indipendenza della Slovenia prima, della Croazia poi, con una totale noncuranza del diritto internazionale. Sappiamo bene quali legami (spesso inconfessabili) esistevano, ad esempio, tra la Germania ed il governo croato, così come ben conosciamo la battaglia di retroguardia che Mosca intendeva combattere sostenendo i serbi. Non dimentichiamo che gli USA sono stati i primi a riconoscere l'indipendenza del Kossovo, uno stato canaglia, notoriamente in mano a bande di trafficanti di droga: il tutto per estendere il proprio dominio in quella regione balcanica dalla quale erano sempre rimasti fuori. Ma noi non siamo da meno: ricordiamo Dini a Rambouillet far filtrare a Milosevic gli esiti del vertice in anteprima, esponendo l'Italia ad una gravissima crisi diplomatica, ricordiamo D'Alema autorizzare l'uso delle basi italiane mentre Diliberto e Bossi andavano a Belgrado ad offrire solidarietà al popolo serbo. L'Italia, peraltro, aveva i suoi buoni motivi per interessarsi da vicino al conflitto: Tudjman era espressione di un nazionalismo becero, che rivendicava una politica fortemente antitaliana in Istria, mentre non è escluso che qualcuno, nel nostro paese, abbia pensato di potersi avvantaggiare, anche territorialmente (Istria?), da una sconfitta totale della Croazia con la Serbia. Ben ha detto Madmax quando ha parlato di esempio per noi: un Bossi berciante può essere un piccolo Milosevic del domani, se alla Grande Serbia (concetto, peraltro, storicamente giustificato) si sostituisce una risibile "Padania". Bisogna stare attenti a parlare alla pancia delle masse, ad esasperarne tendenze razziste, siano esse a base religiosa, etnica, o di lingua: poi si rischia che si debba pagarne un conto e non necessariamente a pagarlo sarano coloro che ne sono stati causa. Infine una parola sul risibile tribunale de L'Aja: ci finì Milosevic, ma un processo sensato avrebbe dovuto avere al suo fianco Tudjman e Izetbegovic, compagni d'odio. Ma non vi avrebbero sfigurato nemmeno tanti leader europei, che soffiavano sul fuoco ansiosi di dividersi le spoglie di quella che un tempo fu la Jugoslavia: ciascuno, come un avvoltoio, in cerca di un boccone della carogna.
                    In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                    ma_75@bodyweb.com

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                    • simones
                      Bodyweb Senior
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                      #25
                      Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                      L'argomento è veramente interessante e si presta a molteplici osservazioni. Innantitutto, come ha detto ben Madmax, il nazionalismo non fu solo di una parte: per un Milosevic con al suo servizio Arkan c'è un Tudjman con i suoi paramilitari ustascia o un Izetbegovic con milizie irregolari arabe, tra cui sauditi e yemeniti che rappresentano le prime cellule qaediste in Europa. Sullo sfondo del massacro slavo, dei 300.000 morti dimenticati, c'era, però, una lotta di potere mondiale, una guerra fredda oltre i limiti cronologici del muro di Berlino. Basti ricordare con quanta fretta (improvvida) gli stati europei riconobbero l'indipendenza della Slovenia prima, della Croazia poi, con una totale noncuranza del diritto internazionale. Sappiamo bene quali legami (spesso inconfessabili) esistevano, ad esempio, tra la Germania ed il governo croato, così come ben conosciamo la battaglia di retroguardia che Mosca intendeva combattere sostenendo i serbi. Non dimentichiamo che gli USA sono stati i primi a riconoscere l'indipendenza del Kossovo, uno stato canaglia, notoriamente in mano a bande di trafficanti di droga: il tutto per estendere il proprio dominio in quella regione balcanica dalla quale erano sempre rimasti fuori. Ma noi non siamo da meno: ricordiamo Dini a Rambouillet far filtrare a Milosevic gli esiti del vertice in anteprima, esponendo l'Italia ad una gravissima crisi diplomatica, ricordiamo D'Alema autorizzare l'uso delle basi italiane mentre Diliberto e Bossi andavano a Belgrado ad offrire solidarietà al popolo serbo. L'Italia, peraltro, aveva i suoi buoni motivi per interessarsi da vicino al conflitto: Tudjman era espressione di un nazionalismo becero, che rivendicava una politica fortemente antitaliana in Istria, mentre non è escluso che qualcuno, nel nostro paese, abbia pensato di potersi avvantaggiare, anche territorialmente (Istria?), da una sconfitta totale della Croazia con la Serbia. Ben ha detto Madmax quando ha parlato di esempio per noi: un Bossi berciante può essere un piccolo Milosevic del domani, se alla Grande Serbia (concetto, peraltro, storicamente giustificato) si sostituisce una risibile "Padania". Bisogna stare attenti a parlare alla pancia delle masse, ad esasperarne tendenze razziste, siano esse a base religiosa, etnica, o di lingua: poi si rischia che si debba pagarne un conto e non necessariamente a pagarlo sarano coloro che ne sono stati causa. Infine una parola sul risibile tribunale de L'Aja: ci finì Milosevic, ma un processo sensato avrebbe dovuto avere al suo fianco Tudjman e Izetbegovic, compagni d'odio. Ma non vi avrebbero sfigurato nemmeno tanti leader europei, che soffiavano sul fuoco ansiosi di dividersi le spoglie di quella che un tempo fu la Jugoslavia: ciascuno, come un avvoltoio, in cerca di un boccone della carogna.


                      finalmente un intervento interessante.
                      esauriente ed interessante bel lungi dai precedenti"assassino!vile! il 3d finisce qui"


                      graze mille ma
                      "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                      L.F.Celine

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                      • simones
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                        #26
                        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                        L'argomento è veramente interessante e si presta a molteplici osservazioni. Innantitutto, come ha detto ben Madmax, il nazionalismo non fu solo di una parte: per un Milosevic con al suo servizio Arkan c'è un Tudjman con i suoi paramilitari ustascia o un Izetbegovic con milizie irregolari arabe, tra cui sauditi e yemeniti che rappresentano le prime cellule qaediste in Europa.

                        osservazioni corrette che valgono anche per quanto riguarda l'organizzazione dellle milizie paramilitari.
                        questo ci riporta ad arkan,sicuramente un criminale al soldo del progetto gran serbo di milosevic ma non il solo a muoversi nel frastagliato scenario ex jugoslavo.
                        hamdu abdic fu,ad esempio,l'organizzatore di un gruppo bosniaco musulmano,chiamato anch'esso,paradossalmente le tigri(brigata 502) scontratosi con arkan a sanski most.
                        probabilmente meno organizzato ma non meno avezzo alla rappresaglia.
                        le sue tigri erano accusate di saccheggi,torture e sevizie di ogni tipo.
                        hamdu non venne mai portato di fronte ad un tribunale internazionale e potè continuare tranquillamente le sue attività di contrabbandiere.







                        Sullo sfondo del massacro slavo, dei 300.000 morti dimenticati, c'era, però, una lotta di potere mondiale, una guerra fredda oltre i limiti cronologici del muro di Berlino. Basti ricordare con quanta fretta (improvvida) gli stati europei riconobbero l'indipendenza della Slovenia prima, della Croazia poi, con una totale noncuranza del diritto internazionale. Sappiamo bene quali legami (spesso inconfessabili) esistevano, ad esempio, tra la Germania ed il governo croato, così come ben conosciamo la battaglia di retroguardia che Mosca intendeva combattere sostenendo i serbi. Non dimentichiamo che gli USA sono stati i primi a riconoscere l'indipendenza del Kossovo, uno stato canaglia, notoriamente in mano a bande di trafficanti di droga: il tutto per estendere il proprio dominio in quella regione balcanica dalla quale erano sempre rimasti fuori. Ma noi non siamo da meno: ricordiamo Dini a Rambouillet far filtrare a Milosevic gli esiti del vertice in anteprima, esponendo l'Italia ad una gravissima crisi diplomatica, ricordiamo D'Alema autorizzare l'uso delle basi italiane mentre Diliberto e Bossi andavano a Belgrado ad offrire solidarietà al popolo serbo. L'Italia, peraltro, aveva i suoi buoni motivi per interessarsi da vicino al conflitto: Tudjman era espressione di un nazionalismo becero, che rivendicava una politica fortemente antitaliana in Istria, mentre non è escluso che qualcuno, nel nostro paese, abbia pensato di potersi avvantaggiare, anche territorialmente (Istria?), da una sconfitta totale della Croazia con la Serbia. Ben ha detto Madmax quando ha parlato di esempio per noi: un Bossi berciante può essere un piccolo Milosevic del domani, se alla Grande Serbia (concetto, peraltro, storicamente giustificato) si sostituisce una risibile "Padania". Bisogna stare attenti a parlare alla pancia delle masse, ad esasperarne tendenze razziste, siano esse a base religiosa, etnica, o di lingua: poi si rischia che si debba pagarne un conto e non necessariamente a pagarlo sarano coloro che ne sono stati causa. Infine una parola sul risibile tribunale de L'Aja: ci finì Milosevic, ma un processo sensato avrebbe dovuto avere al suo fianco Tudjman e Izetbegovic, compagni d'odio. Ma non vi avrebbero sfigurato nemmeno tanti leader europei, che soffiavano sul fuoco ansiosi di dividersi le spoglie di quella che un tempo fu la Jugoslavia: ciascuno, come un avvoltoio, in cerca di un boccone della carogna.

                        grazie ancora ma.
                        "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                        L.F.Celine

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                        • simones
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                          #27
                          vi ricordate dell'avvocato italiano di arkan?

                          Dittatori e dittature - Intervista a Giovanni di Stefano su Arkan e Milosevic
                          "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

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                          • ma_75
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                            #28
                            Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
                            L'articolo è molto interessante, soprattutto per alciuni retroscena che svela. Credo sarebbe molto interessante indagare anche sulla morte di Milosevic a L'aja, troppo frettolosamente archiviata come causa naturale.
                            In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                            ma_75@bodyweb.com

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                            • simones
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                              • altoadige
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                              #29
                              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                              L'articolo è molto interessante, soprattutto per alciuni retroscena che svela. Credo sarebbe molto interessante indagare anche sulla morte di Milosevic a L'aja, troppo frettolosamente archiviata come causa naturale.


                              sicuramente.
                              d'altra parte anche la morte di arkan non è del tutto chiara.
                              "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                              L.F.Celine

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                              • ma_75
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                                • Sep 2006
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                                #30
                                Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
                                sicuramente.
                                d'altra parte anche la morte di arkan non è del tutto chiara.
                                Un punto critico post guerra jugoslava credo sia quello relativo al TPI. In un conflitto in cui non è facile dividere i buoni dai cattivi, in cui le ragioni sono inestricabilmente unite ai torti, in cui un criminale per alcuni è un eroe per altri, non è affatto credibile il giudizio di questa organizzazione esterna, assolutamente non calata nella realtà balcanica, capace solo di mettere in piedi una Norimberga col solo scopo di salvaguardare la coscienza dell'occidente. Lo stesso occidente che non ha voluto rischiare un solo uomo in Serbia, lasciando ai bombardieri il compito di fare macello di civili e militari indistintamente. Lo stesso occidente che stava a Srebrenica, senza muovere un dito per frenare i massacri serbi e oggi in Kossovo, senza muovere un dito per frenare la pulizia etnica albanese.
                                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                                ma_75@bodyweb.com

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