ARKAN e le sue tigri.

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  • ma_75
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    #31
    Aggiungo una piccola riflessione, su un aspetto che non ho toccato negli altri post. La religione, o forse sarebbe meglio dire i religiosi, che ruolo ebbero nella guerra? Un ruolo non certo di pace: la religione fu arma, strumento e pretesto delle lotte. I pope ed i sacerdoti cattolici, insieme agli imam, benedivano i massacri, spingevano il proprio popolo a cacciare gli infedeli dalle proprie terre, che questi infedeli fossero fratelli cristiani di un'altra confessione o musulmani. Tra le tante vicende vorrei ricordare quella del macellaio della Krajina, il generale croato Ante Gotovica, un uomo rimasto uccel di bosco fino al 2005 e che il TPI sospettava fosse nascosto in un monastero cattolico, non certo all'oscuro del Vaticano. La Del Ponte cercò, inutilmente, di entrare in contatto con Navarro Valls su questo punto.
    D'altra parte quanto fossero intimi i rapporti tra il patriarca Pavle e Karadzic e Mladic (ma anche Milosevic, alla faccia dell'ateismo socialista) è ben noto. Le stesse tigri di Arkan non mancavano di segnarsi con la croce ortodossa nell'imminenza delle battaglie
    In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
    ma_75@bodyweb.com

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    • Sean
      Csar
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      #32
      Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
      Aggiungo una piccola riflessione, su un aspetto che non ho toccato negli altri post. La religione, o forse sarebbe meglio dire i religiosi, che ruolo ebbero nella guerra? Un ruolo non certo di pace: la religione fu arma, strumento e pretesto delle lotte. I pope ed i sacerdoti cattolici, insieme agli imam, benedivano i massacri, spingevano il proprio popolo a cacciare gli infedeli dalle proprie terre, che questi infedeli fossero fratelli cristiani di un'altra confessione o musulmani. Tra le tante vicende vorrei ricordare quella del macellaio della Krajina, il generale croato Ante Gotovica, un uomo rimasto uccel di bosco fino al 2005 e che il TPI sospettava fosse nascosto in un monastero cattolico, non certo all'oscuro del Vaticano. La Del Ponte cercò, inutilmente, di entrare in contatto con Navarro Valls su questo punto.
      D'altra parte quanto fossero intimi i rapporti tra il patriarca Pavle e Karadzic e Mladic (ma anche Milosevic, alla faccia dell'ateismo socialista) è ben noto. Le stesse tigri di Arkan non mancavano di segnarsi con la croce ortodossa nell'imminenza delle battaglie
      Purtroppo circa la guerra nella ex-Jugoslavia so poco (nulla di più che vada oltre il già noto a mezzo stampa) e non ho mai avuto occasione di approfondire, nel solco degli interessantissimi interventi tuoi e di Simones.
      Mi ha colpito quel passaggio in neretto, sopratutto:
      Vi fu dunque, in questa guerra tra nazionalismi, non solo l'attacco verso un'altra etnia e religione, ma anche il massacro tra appartenenti allo stesso credo?
      E se puoi chiarire, anche brevemente, da che parte il Vaticano si fosse posizionato, col primo papa slavo, ricordiamolo, della storia.
      ...ma di noi
      sopra una sola teca di cristallo
      popoli studiosi scriveranno
      forse, tra mille inverni
      «nessun vincolo univa questi morti
      nella necropoli deserta»

      C. Campo - Moriremo Lontani


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      • ma_75
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        #33
        Il ruolo del Vaticano nel conflitto è, soprattutto, relativo al riconoscimento affrettato della Slovenia della Croazia. La diplomazia della Santa Sede, per tradizione, è molto prudente e, pertanto, destò grande stupore il fatto che il Vaticano fosse uno dei primi paesi a riconoscere l'indipendenza delle due ex repubbliche sancendo di fatto una legittimità della scissione dalla Jugoslavia che, sul piano del diritto internazionale, era tutt'altro che nitida. Perché avvenne questo? In buona sostanza pare che il Vaticano avesse ricevuto delle cassette video che documentavano le atrocità commesse dai serbi, ma mi pare una giustificazione debole se non accomnpagnata da altro. E' meglio, allora chiarei il complesso delle posizioni delle tre fedi in Jugoslavia, per capire anche cosa potesse ispirare l'azione vaticana. Senza dubbio tra i più esagitati era il patriarca ortodosso di Belgrado, Pavle. Un uomo che, come tanti serbi, viveva nel perenne ricordo di torti (veri o presunti) che la Serbia aveva subito nel corso della storia. Fu lui che, nel 1992, nel contesto dell'intervetno serbo in Croazia, per richiamare il concetto di perdono (ovvero la necesità che i croati non sfruttassero a fini diplomatici ciò che accadeva) disse "che cosa dovrebbero fare i serbi, se volessero vendicarsi in maniera adeguata dei delitti di cui sono stati vittime in questo secolo? Essi dovrebebro seppellire gente viva, dovrebbero arrostirla sul fuoco, dovrebbero sgozzarla, smembrare i figli davanti ai genitori. Ma i serbi non hanno mai fatto nulla di simile, neppure alle bestie feroci, per non dire agli esseri umani". E' evidente in queste parole come, sotto il falso pretesto del perdono, in realtà si incitassero i serbi a comiere proprio quelle azioni. Lo stesso patriarca sosteneva che "esiste una guerra giusta in cielo e perciò esiste anche in terra", legittimando, de facto, la politica di Milosevic
        D'altra parte l'ulema di Sarajevo, Ceric, poteva dire che, con la costituzione della Bosnia, "ora abbiamo uno stato in cui non avremo bisogno di chiedere scusa d'esser musulmani". I musulmani arrivarono a definire la strage di Srebrenica un massacro di cristiani verso musulmani, costrigendo la Santa Sede (forse troppo prudente su quello specifio episodio) a stigmatizzare con nettezza ciò che era avvenuto.
        Il punto cruciale, rispetto a Giovanni Paolo II, fu il suo previsto viaggio a Sarajevo, in pieno conflitto, nel 1994. Un viaggio che tutti i leader intendevano sfruttare a proprio vantaggio e Tudjman più degli altri (il presidente croato era un pendaglio da forca non diverso da Milosevic-ma morì comodamente nel suo letto- un uomo capacae di dire "ringrazio Dio che mia moglie non sia serba o ebrea"). Proprio perché questo viaggio sarebbe stato un formidabile successo d'immagine per i croati e per i bosniaci i serbi lo impedirono, sostenendo che non avrebbero garantito la sicurezza del papa, mentre i media di Belgrado affermavano che egli "avrebbe lasciato Belgrado alla maniera di Francesco Ferdinando"
        In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
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        • Sean
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          #34
          Un bel minestrone, non c'è che dire...D'altra parte, per quanto riguarda il patriarca Pavle, c'è da sottolineare come la chiesa ortodossa sia sempre stata chiesa di stato, perchè manca di un'autorità centrale, essendo, le ortodosse, tutte chiese autocefale che si appoggiano alla nazione in cui vivono (anche la chiesa russa ne è un altro esempio), dunque non mi stupisce questa benedizione mascherata ai massacri data dal patriarca.
          Per quanto riguarda il Vaticano ed i suoi frettolosi riconoscimenti a Slovenia e Croazia, forse qui non è estraneo l'atlantismo di Giovanni Paolo II, al tempo ancora in buoni rapporti con gli USA (si era da poco usciti dal trionfale abbattimento del Muro).
          Far riconoscere dalla Santa Sede le due nazioni separatiste avrebbe attirato altri a fare lo stesso, e avrebbe legittimato poi l'intervento NATO (e appunto americano).
          In questo senso che un Gotovica sia poi stato protetto da mamma Chiesa rientra perfettamente nella real-politik, che vuole criminali solo gli sconfitti, nulla di nuovo in Europa.
          ...ma di noi
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          • Sartorio
            Non utente di Bodyweb
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            • Società Civile
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            #35
            Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
            Un punto critico post guerra jugoslava credo sia quello relativo al TPI. In un conflitto in cui non è facile dividere i buoni dai cattivi, in cui le ragioni sono inestricabilmente unite ai torti, in cui un criminale per alcuni è un eroe per altri, non è affatto credibile il giudizio di questa organizzazione esterna, assolutamente non calata nella realtà balcanica, capace solo di mettere in piedi una Norimberga col solo scopo di salvaguardare la coscienza dell'occidente. Lo stesso occidente che non ha voluto rischiare un solo uomo in Serbia, lasciando ai bombardieri il compito di fare macello di civili e militari indistintamente. Lo stesso occidente che stava a Srebrenica, senza muovere un dito per frenare i massacri serbi e oggi in Kossovo, senza muovere un dito per frenare la pulizia etnica albanese.
            Concordo perfettamente, da qui si potrebbe dipanare un bel discorso, ma mi risulta difficile aggiungere qualcosa.

            Tengo a precisare che il Kossovo è diventato il "fallimento NATO" per eccellenza.
            Originariamente Scritto da gorgone
            il capitalismo vive delle proprie crisi.

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            • simones
              Bodyweb Senior
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              • altoadige
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              #36
              Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
              Il ruolo del Vaticano nel conflitto è, soprattutto, relativo al riconoscimento affrettato della Slovenia della Croazia. La diplomazia della Santa Sede, per tradizione, è molto prudente e, pertanto, destò grande stupore il fatto che il Vaticano fosse uno dei primi paesi a riconoscere l'indipendenza delle due ex repubbliche sancendo di fatto una legittimità della scissione dalla Jugoslavia che, sul piano del diritto internazionale, era tutt'altro che nitida. Perché avvenne questo? In buona sostanza pare che il Vaticano avesse ricevuto delle cassette video che documentavano le atrocità commesse dai serbi, ma mi pare una giustificazione debole se non accomnpagnata da altro. E' meglio, allora chiarei il complesso delle posizioni delle tre fedi in Jugoslavia, per capire anche cosa potesse ispirare l'azione vaticana. Senza dubbio tra i più esagitati era il patriarca ortodosso di Belgrado, Pavle. Un uomo che, come tanti serbi, viveva nel perenne ricordo di torti (veri o presunti) che la Serbia aveva subito nel corso della storia. Fu lui che, nel 1992, nel contesto dell'intervetno serbo in Croazia, per richiamare il concetto di perdono (ovvero la necesità che i croati non sfruttassero a fini diplomatici ciò che accadeva) disse "che cosa dovrebbero fare i serbi, se volessero vendicarsi in maniera adeguata dei delitti di cui sono stati vittime in questo secolo? Essi dovrebebro seppellire gente viva, dovrebbero arrostirla sul fuoco, dovrebbero sgozzarla, smembrare i figli davanti ai genitori. Ma i serbi non hanno mai fatto nulla di simile, neppure alle bestie feroci, per non dire agli esseri umani". E' evidente in queste parole come, sotto il falso pretesto del perdono, in realtà si incitassero i serbi a comiere proprio quelle azioni. Lo stesso patriarca sosteneva che "esiste una guerra giusta in cielo e perciò esiste anche in terra", legittimando, de facto, la politica di Milosevic
              D'altra parte l'ulema di Sarajevo, Ceric, poteva dire che, con la costituzione della Bosnia, "ora abbiamo uno stato in cui non avremo bisogno di chiedere scusa d'esser musulmani". I musulmani arrivarono a definire la strage di Srebrenica un massacro di cristiani verso musulmani, costrigendo la Santa Sede (forse troppo prudente su quello specifio episodio) a stigmatizzare con nettezza ciò che era avvenuto.
              Il punto cruciale, rispetto a Giovanni Paolo II, fu il suo previsto viaggio a Sarajevo, in pieno conflitto, nel 1994. Un viaggio che tutti i leader intendevano sfruttare a proprio vantaggio e Tudjman più degli altri (il presidente croato era un pendaglio da forca non diverso da Milosevic-ma morì comodamente nel suo letto- un uomo capacae di dire "ringrazio Dio che mia moglie non sia serba o ebrea"). Proprio perché questo viaggio sarebbe stato un formidabile successo d'immagine per i croati e per i bosniaci i serbi lo impedirono, sostenendo che non avrebbero garantito la sicurezza del papa, mentre i media di Belgrado affermavano che egli "avrebbe lasciato Belgrado alla maniera di Francesco Ferdinando"


              come sempre ottimo ma un punto non mi è chiaro.
              mi pare poco chiara la vicenda della vhs pervenuta all'attenzione della Sanata Sede quando le atrocità che come sappiamo furono perpetrate da più fazioni non avevano,per quanto mi è dato sapere,avuto inizio.

              vista la tua preparazioni mi permetto di chiederti quale fu il ruolo delle nazioni vicine per posizioni politiche,come la russia o culturali forse come la grecia nell'ipotizzabile sostegno dato alla serbia.
              sappiamo che nel 98 la russia si schierò apertamente contro i bombardamenti nato ma mi viene da pensare che problemi interni nei primi anni 90 gli impedirono di partecipare attivamente al tentativo occidentale di sbrogliare la situazione balcanica.
              "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

              L.F.Celine

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              • simones
                Bodyweb Senior
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                • altoadige
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                #37
                mi permetto di segnalare il sito,esaustivo ed interessante, che tratta dell'attualità balcanica


                Osservatorio sui Balcani - Osservatorio Balcani - Guide per tema - Crimini di guerra -
                "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                L.F.Celine

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                • Hombrillo
                  Pezzo di merda ipocrita
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                  • cerca de la playa...
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                  #38
                  Originariamente Scritto da Sartorio Visualizza Messaggio
                  Concordo perfettamente, da qui si potrebbe dipanare un bel discorso, ma mi risulta difficile aggiungere qualcosa.

                  Tengo a precisare che il Kossovo è diventato il "fallimento NATO" per eccellenza.
                  caxxo quoto

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                  • ma_75
                    Super Moderator
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                    #39
                    Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
                    come sempre ottimo ma un punto non mi è chiaro.
                    mi pare poco chiara la vicenda della vhs pervenuta all'attenzione della Sanata Sede quando le atrocità che come sappiamo furono perpetrate da più fazioni non avevano,per quanto mi è dato sapere,avuto inizio.

                    vista la tua preparazioni mi permetto di chiederti quale fu il ruolo delle nazioni vicine per posizioni politiche,come la russia o culturali forse come la grecia nell'ipotizzabile sostegno dato alla serbia.
                    sappiamo che nel 98 la russia si schierò apertamente contro i bombardamenti nato ma mi viene da pensare che problemi interni nei primi anni 90 gli impedirono di partecipare attivamente al tentativo occidentale di sbrogliare la situazione balcanica.
                    Devo dire che il quadro degli schieramenti, per quanto vi fossero variazioni dovute al mutato assetto politico interno dei singoli stati, rimase, nel corso del conflitto, piuttosto stabile. Francamente filo serba fu la Russia, ma sostanzialmente filoserbe anche l'Italia e la Francia. Nettamente contrarie alla Serbia e tendenzialmente filocroate, invece, Germania e USA. Ciascuno degli stati aveva un motivo specifico per questa posizione che, vale la pena ricordarlo, non nasceva certo da consideraioni astratte sulla "giustizia" nel conflitto in corso, ma da meri interessi personali. L'Italia, come già detto in un post precedente, mirava ad un indebolimento della Croazia la quale, d'altra parte, esercitava una politica minacciosa nei nostri confronti, basti ricordare il suo motto "l'Istria è un pilastro del fascismo" : Ciò non toglie che poi ci allineammo su posizione USA, quando i bombardieri nato decollarono dalle nostre basi per bombardare Belgrado, governo D'Alema, ma la decisione fu molto sofferta, causò una lacerazione del governo e fu presa, in buona sostanza, solo per garantire all'Italia un ruolo nuovamente attivo nello scacchiere europeo. La nostra mibiguità riemerse poi con chiarezza nel pasticcio di Dini a Rambouillet.
                    La Germania combattè diplomaticamente battaglie accanite per vedere riconosciuta l'indipendenza di Slovenia e Croazia, da una parte sulla base di quel principio di autodeterminazione che l'aveva vista da poco riunificata, dall'altra incoraggiata da ciò che allo steso modo la comunità internazionale andava concedendo negli ex stati sovietici e, infine,dalla volontà di acquisire un ruolo di primo piano nella comunità internazionale. Le fonti raccontano di un Kohl che si negava al telefono a Bush senior, che avrebbe voluto maggiore prudenza sul ricnoscimento dell'indipendenza dei suoi stati e del suo ministri degli esteri, Genscher, che mise la comunità internazionale davanti al fatto compiuto, compiendo l'assurdo di riconoscere giuridicamente due stati che non avevano il reale controllo del proprio territorio. Ricordiamo anche che tecnici tedeschi erano presenti sugli Awacs durante le campagne Nato e questo significò un ruolo nuovamente attivo per la Germania in un conflitto europeo dopo la 2GM. Tant'é vero che la Francia e la GB si dimostrarono estremamente irritate da questo attivismo tedesco: veniva meno, infatti, quella teoria della sovranità limitata che come ben sappaimo era uno dei principi venuti fuori dalla fine dell'ultimo conflitto mondiale. Siamo in un'epoca in cui tutto era oggetto di baratto e la GB per esempio, governo Major, chiuse un occhio sull'azione tedesca, alla quale pure era in via generale contraria, (in Europa si temeva realmente una Germania di nuovo unita) per averne in cambio l'esenzione dalla parte economica degli accordi di Maastricht. La situazione russa, come ben noti, era estremamente complicata dalla debolezza intrinseca di Eltsin, che doveva confrontarsi con gente come Zirinovski che era andato in visita ad Arkan promettendogli una fantomatica bomba ad elettroni di produzione russa e dichiarando che, se i bombardieri Nato avessero attaccato le posizioni dei serbi, questo sarebbe equivalso ad una dichiarazione di guerra alla Russia e, quindi, all'inizio di un terzo conflitto mondiale.
                    A complicare il quadro concorre il fatto che più o meno tutti gli stati europei trafficavano in armi con i vari gruppi attivi nel conflitto, specie con le bande paramilitari: ad esempio la Germania vendeva alla Croazia gli armamenti obsoleti che aveva ricevuto in eredità dalla DDR, ma anche carri aramati di nuova generazione come i Leopard. La Russia, tramite ex membri del KGB che avevano messo in piedi delle società private attive nel traffico d'armi, riforniva i serbi di missili antiarerei e di carri armati T55, ma anche Israele, che mirava peraltro ai documenti sugli arabi dell'archivio di Tito, si agitava attivamente. D'altra parte i musulmani avevano ufficiali dell'esercito addestrati in Turchia e volontari e armi da praticamente tutti i paesi musulmani, compreso quel carico scoperto in un areeo iraniano che, ufficialmente, trasportava aiuti militari
                    In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                    ma_75@bodyweb.com

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                    • korallox
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                      • Send PM

                      #40
                      Thread davvero interessante

                      Finito il primo anno di palestra! Fase attuale: alla ricerca degli abs. Io ci provo!

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                      • simones
                        Bodyweb Senior
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                        • altoadige
                        • Send PM

                        #41
                        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                        Devo dire che il quadro degli schieramenti, per quanto vi fossero variazioni dovute al mutato assetto politico interno dei singoli stati, rimase, nel corso del conflitto, piuttosto stabile. Francamente filo serba fu la Russia, ma sostanzialmente filoserbe anche l'Italia e la Francia. Nettamente contrarie alla Serbia e tendenzialmente filocroate, invece, Germania e USA. Ciascuno degli stati aveva un motivo specifico per questa posizione che, vale la pena ricordarlo, non nasceva certo da consideraioni astratte sulla "giustizia" nel conflitto in corso, ma da meri interessi personali. L'Italia, come già detto in un post precedente, mirava ad un indebolimento della Croazia la quale, d'altra parte, esercitava una politica minacciosa nei nostri confronti, basti ricordare il suo motto "l'Istria è un pilastro del fascismo" : Ciò non toglie che poi ci allineammo su posizione USA, quando i bombardieri nato decollarono dalle nostre basi per bombardare Belgrado, governo D'Alema, ma la decisione fu molto sofferta, causò una lacerazione del governo e fu presa, in buona sostanza, solo per garantire all'Italia un ruolo nuovamente attivo nello scacchiere europeo. La nostra mibiguità riemerse poi con chiarezza nel pasticcio di Dini a Rambouillet.
                        La Germania combattè diplomaticamente battaglie accanite per vedere riconosciuta l'indipendenza di Slovenia e Croazia, da una parte sulla base di quel principio di autodeterminazione che l'aveva vista da poco riunificata, dall'altra incoraggiata da ciò che allo steso modo la comunità internazionale andava concedendo negli ex stati sovietici e, infine,dalla volontà di acquisire un ruolo di primo piano nella comunità internazionale. Le fonti raccontano di un Kohl che si negava al telefono a Bush senior, che avrebbe voluto maggiore prudenza sul ricnoscimento dell'indipendenza dei suoi stati e del suo ministri degli esteri, Genscher, che mise la comunità internazionale davanti al fatto compiuto, compiendo l'assurdo di riconoscere giuridicamente due stati che non avevano il reale controllo del proprio territorio. Ricordiamo anche che tecnici tedeschi erano presenti sugli Awacs durante le campagne Nato e questo significò un ruolo nuovamente attivo per la Germania in un conflitto europeo dopo la 2GM. Tant'é vero che la Francia e la GB si dimostrarono estremamente irritate da questo attivismo tedesco: veniva meno, infatti, quella teoria della sovranità limitata che come ben sappaimo era uno dei principi venuti fuori dalla fine dell'ultimo conflitto mondiale. Siamo in un'epoca in cui tutto era oggetto di baratto e la GB per esempio, governo Major, chiuse un occhio sull'azione tedesca, alla quale pure era in via generale contraria, (in Europa si temeva realmente una Germania di nuovo unita) per averne in cambio l'esenzione dalla parte economica degli accordi di Maastricht. La situazione russa, come ben noti, era estremamente complicata dalla debolezza intrinseca di Eltsin, che doveva confrontarsi con gente come Zirinovski che era andato in visita ad Arkan promettendogli una fantomatica bomba ad elettroni di produzione russa e dichiarando che, se i bombardieri Nato avessero attaccato le posizioni dei serbi, questo sarebbe equivalso ad una dichiarazione di guerra alla Russia e, quindi, all'inizio di un terzo conflitto mondiale.
                        A complicare il quadro concorre il fatto che più o meno tutti gli stati europei trafficavano in armi con i vari gruppi attivi nel conflitto, specie con le bande paramilitari: ad esempio la Germania vendeva alla Croazia gli armamenti obsoleti che aveva ricevuto in eredità dalla DDR, ma anche carri aramati di nuova generazione come i Leopard. La Russia, tramite ex membri del KGB che avevano messo in piedi delle società private attive nel traffico d'armi, riforniva i serbi di missili antiarerei e di carri armati T55, ma anche Israele, che mirava peraltro ai documenti sugli arabi dell'archivio di Tito, si agitava attivamente. D'altra parte i musulmani avevano ufficiali dell'esercito addestrati in Turchia e volontari e armi da praticamente tutti i paesi musulmani, compreso quel carico scoperto in un areeo iraniano che, ufficialmente, trasportava aiuti militari



                        perfetto come sempre.
                        grazie ate il 3d ha preso quota
                        "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                        L.F.Celine

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                        • ma_75
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                          #42
                          Originariamente Scritto da simones Visualizza Messaggio
                          perfetto come sempre.
                          grazie ate il 3d ha preso quota
                          Grazie a te per avermi ricordato un argomnto che mi è molto c caro e su cui ho accumulato, nel tempo, parecchio materiale. Domani, con calma, vorrei soffermarmi sul ruolo dell'Italia nella vicenda...da Bossi e Cossutta (la strana coppia) che vanno in pellegrinaggio da Milosevic a Dini che si fa pescare con le mani nella marmellata serba
                          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                          ma_75@bodyweb.com

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                          • simones
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                            #43
                            Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                            Grazie a te per avermi ricordato un argomnto che mi è molto c caro e su cui ho accumulato, nel tempo, parecchio materiale. Domani, con calma, vorrei soffermarmi sul ruolo dell'Italia nella vicenda...da Bossi e Cossutta (la strana coppia) che vanno in pellegrinaggio da Milosevic a Dini che si fa pescare con le mani nella marmellata serba


                            ti aspetto allora
                            "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

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                            • ma_75
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                              #44
                              Come promesso

                              Le rogne principali per l'Italia vennero dalla decisione (che ho detto prima come fu motivata) di concedere le basi nato per i bombardieri che sarebbero andati a colpire Belgrado. Questo provocò una grossa frattura nella maggioranza ulivista del tempo, con Cossutta che, in pieno periodo di bombardamenti, andò a Belgrado ad incontrare Milosevic e con Bossi che lo seguì poco dopo. L'Umberto riteneva che il pericolo non venisse dai serbi ma, semmai, dagli albanesi aiutati dagli USA e, più in generale, dallo sviluppo di uno stato musulmano nel centro dell'Europa. Proprio l'islamofobia leghista fu il collante tra Lega e serbi.
                              Anche Fini fu su una posizione decisamente filoserba, al contrario di FI e CCD (ora UDC).A leggere le dichiarazioni di allora abbaimo una posizione netta

                              coi serbi: AN-Rifondazione-Verdi-Lega
                              con la NATO: DS-PPI-FI-CCD

                              Una gran figura la facemmo grazie a Dini. Il nostro initrsp degli esteri, durante i colloqui di Rambouillet, che dovevano mirare, secondo USA e UE, a far accettare ai serbi truppe Nato in Kossovo, si esibì in una -allora inspiegabile, visto il generale atteggiamento del governo-politica filoserba che, portò gli americano ad insospettirsi, fino ad arrivare alla convinzione che avesse passato dei dossier segreti al presidente serbo Milutinovic, dal momento che i serbi avevano sempre pronta una controporposta, al momento in cui i paesi occidentali ne avanzavano una e che, questa controproposta, sembrava stranamente informata sulla proposta. Uscì su questo un articolo sul FT di Jame Rubin, collaboratore della Albright che non fu mai smentito ufficialmente.
                              In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                              ma_75@bodyweb.com

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                              • simones
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                                #45
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                                Come promesso

                                Le rogne principali per l'Italia vennero dalla decisione (che ho detto prima come fu motivata) di concedere le basi nato per i bombardieri che sarebbero andati a colpire Belgrado. Questo provocò una grossa frattura nella maggioranza ulivista del tempo, con Cossutta che, in pieno periodo di bombardamenti, andò a Belgrado ad incontrare Milosevic e con Bossi che lo seguì poco dopo. L'Umberto riteneva che il pericolo non venisse dai serbi ma, semmai, dagli albanesi aiutati dagli USA e, più in generale, dallo sviluppo di uno stato musulmano nel centro dell'Europa. Proprio l'islamofobia leghista fu il collante tra Lega e serbi.
                                Anche Fini fu su una posizione decisamente filoserba, al contrario di FI e CCD (ora UDC).A leggere le dichiarazioni di allora abbaimo una posizione netta



                                coi serbi: AN-Rifondazione-Verdi-Lega
                                con la NATO: DS-PPI-FI-CCD

                                Una gran figura la facemmo grazie a Dini. Il nostro initrsp degli esteri, durante i colloqui di Rambouillet, che dovevano mirare, secondo USA e UE, a far accettare ai serbi truppe Nato in Kossovo, si esibì in una -allora inspiegabile, visto il generale atteggiamento del governo-politica filoserba che, portò gli americano ad insospettirsi, fino ad arrivare alla convinzione che avesse passato dei dossier segreti al presidente serbo Milutinovic, dal momento che i serbi avevano sempre pronta una controporposta, al momento in cui i paesi occidentali ne avanzavano una e che, questa controproposta, sembrava stranamente informata sulla proposta. Uscì su questo un articolo sul FT di Jame Rubin, collaboratore della Albright che non fu mai smentito ufficialmente.


                                tutto questo è poi in qualche maniera collegabile agli intrallazzi di telecom serbia?
                                "Nulla è gratuito in questo basso mondo. Tutto si sconta, il bene come il male, presto o tardi si paga. Il bene è necessariamente molto più caro."

                                L.F.Celine

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