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ma ne vale veramente la pena, dare la propria vita in mano ad un altra persona... so che i moneti belli che si passano assieme sono (per molti) i migliori che si potranno mai provare, che si ha sempre qualcuno a cui pensare che ti ama ecc..ec...
ma se si viene traditi..non dico solo fisicamente, ma anche moralmente
la cosa è devastante... sopratutto se la storia non è di un paio di anni (che sono gia tanti) ma di anni anni e anni..sono pezzi della propria vita che in un colpo vengono annullati, e non è da tutti farsene una ragione
guarda,non so come finirà,ma ti dico che i bei momenti passati assieme rimarranno tali,cioè bei ricordi.le esperianze fatte assime non vengono annullate ma restano li nel tuo cuore.è sbabliato dire:"ho buttato 8 anni della mia vita"perchè sono stati anni felici.
sigpic
Nessun oggetto del volere,una volta conseguito,può dare appagamento durevole.
ma ne vale veramente la pena, dare la propria vita in mano ad un altra persona... so che i moneti belli che si passano assieme sono (per molti) i migliori che si potranno mai provare, che si ha sempre qualcuno a cui pensare che ti ama ecc..ec...
ma se si viene traditi..non dico solo fisicamente, ma anche moralmente
la cosa è devastante... sopratutto se la storia non è di un paio di anni (che sono gia tanti) ma di anni anni e anni..sono pezzi della propria vita che in un colpo vengono annullati, e non è da tutti farsene una ragione
c'è anche da dire che per me nella società attuale siamo tutti cornuti
Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
triste però....non ci si può fidare di nessuno.
Come diceva Tony Soprano : sono sulla famiglia puoi contare !!!
Ovviamente è esagerata ed enfatizzata la mia uscita.......ma per cose che mi sono anche successe da poco sono sempre + convinto che dopo 2 botte meglio mandarle a casa......
Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
Jay guarda che un po' di monotonia è normalissima dopo 8 anni. Certo se ogni settimana è la fotocopia della precedente allora non ci siamo molto ma non si può neanche pretendere che ogni giorno sia "come il primo". Se voleva proprio cose del genere evidentemente non era pronta per una storia importante, probabilmente non hai perso molto se volevi fare sul serio.
Always the beautiful answer who asks a more beautiful question
Anzitutto benvenuto all'autore del topic nello sterminato gruppo dei "lasciati". Personalmente sono stato tradito/lasciato dopo una "storiella" di soli due anni (si può stare a discutere sulla durata?). Per una volta gioco in casa e posso dire di parlare da persona competente visto che quando parlo di pesi premetto sempre di non possedere abbastanza conoscenze
ma ne vale veramente la pena, dare la propria vita in mano ad un altra persona...
D'accordissimo in linea di principio, ma qui occorrerebbe fare un discorso serio e forse anche un po' noioso. Prendiamola alla larga: che cos'è la vita? La vita è nostra o noi siamo suoi? Inutile stare a fare discussioni stile "Il senso della vita" magari con tanto di intervista fotografica... il fatto è che la vita non ci appartiene, siamo noi che le apparteniamo. Tutti noi che ci massacriamo di pesi per essere più grossi o per sollevare di più lottiamo per affermare quello che siamo o crediamo di essere; spesso le nostre relazioni umane sono ancora tentativo di affermazione, "volontà di accreditare di noi un'esistenza di diritto" direbbero certi esistenzialisti. Senza approfondire la questione vengo al dunque: qualcuno crede seriamente che si possa decidere della propria vita? Progettarla con rigore a tavolino? Programmare il proprio futuro? Fare in modo che la nostra storia personale venga a coincidere con la nostra volontà?
Tutto ciò non è possibile: se non esistesse lo scarto tra volontà e storia personale neppure ci sarebbe volontà e neppure noi si starebbe qui a parlare. La vita ci prende, ci decide, CI VIVE. Non siamo noi a viverla; ci riguarda, ma non è nostra. Innamorarsi di una persona non dipende da noi così come tradizionalmente si dice che "l'oggetto della NOSTRA volontà è FUORI di noi". Ma se la nostra volontà partecipa alla sostanza di quello che siamo, allora è fuori di noi il nostro essere.
L'uomo è esattamente un pro-gettare (= gettare-avanti), non l'essere che progetta, per il semplice fatto che il risultato inciderà nella SUA carne. Capiamo bene come questo progettare possa rivelarsi complicato con l'aumentare del numero degli attori. Pensiamo all'azione stessa del "gettare avanti" che si è assunta in senso figurato. Quanto è più difficile lanciare il medesimo sasso con due mani differenti, di due persone differenti? E perchè mai altrimenti si è sempre soliti dire bene dei progetti, ma mai della loro realizzazione fattuale? E perchè i progetti che coinvolgono numeri di persone molto elevati (si pensi al progetto che è la nostra società) sono quelli in cui è più facile che si presentino difficoltà, andamenti controprogettuali?(non che nel progetto-famiglia non si presentino eh, giusto per fare un esempio).
Io credo (vabbè mo' "io credo" è un po' troppo...diciamo che molti pensatori hanno creduto e io convego) che l'altra persona appunto in quanto ALTRA, resti fondamentalmente "inattingibile": noi possiamo dedurre le sue intenzioni e la sua volontà a partire da alcuni suoi comportamenti, ma non conosceremo mai le sue intenzioni e la sua volontà. Ma è su questo sottile gioco che si basano le relazioni amorose, è per questo che esiste quella parolina magica che si chiama "fiducia" e quell'altra, "gelosia"...
Ciò detto, purtroppo non ho altro da offrirti che un tentativo di descrizione di alcune dinamiche che coinvolgono l'uomo.
Le soluzioni sono della vita, ma la vità è sempre oltre/altra rispetto alle parole che la dicono.
Condivido appieno le parole di gabriele81 circa l'utilità di intraprendere un "viaggio per dimenticare" o anche solo edulcorare la sofferenza. Diceva Orazio in un'epistola: "caelum non animum mutant qui trans mare currunt" (cambiano il cielo sopra di loro, non l'animo, quanti attraversano il mare).
Anzitutto benvenuto all'autore del topic nello sterminato gruppo dei "lasciati". Personalmente sono stato tradito/lasciato dopo una "storiella" di soli due anni (si può stare a discutere sulla durata?). Per una volta gioco in casa e posso dire di parlare da persona competente visto che quando parlo di pesi premetto sempre di non possedere abbastanza conoscenze
D'accordissimo in linea di principio, ma qui occorrerebbe fare un discorso serio e forse anche un po' noioso. Prendiamola alla larga: che cos'è la vita? La vita è nostra o noi siamo suoi? Inutile stare a fare discussioni stile "Il senso della vita" magari con tanto di intervista fotografica... il fatto è che la vita non ci appartiene, siamo noi che le apparteniamo. Tutti noi che ci massacriamo di pesi per essere più grossi o per sollevare di più lottiamo per affermare quello che siamo o crediamo di essere; spesso le nostre relazioni umane sono ancora tentativo di affermazione, "volontà di accreditare di noi un'esistenza di diritto" direbbero certi esistenzialisti. Senza approfondire la questione vengo al dunque: qualcuno crede seriamente che si possa decidere della propria vita? Progettarla con rigore a tavolino? Programmare il proprio futuro? Fare in modo che la nostra storia personale venga a coincidere con la nostra volontà?
Tutto ciò non è possibile: se non esistesse lo scarto tra volontà e storia personale neppure ci sarebbe volontà e neppure noi si starebbe qui a parlare. La vita ci prende, ci decide, CI VIVE. Non siamo noi a viverla; ci riguarda, ma non è nostra. Innamorarsi di una persona non dipende da noi così come tradizionalmente si dice che "l'oggetto della NOSTRA volontà è FUORI di noi". Ma se la nostra volontà partecipa alla sostanza di quello che siamo, allora è fuori di noi il nostro essere.
L'uomo è esattamente un pro-gettare (= gettare-avanti), non l'essere che progetta, per il semplice fatto che il risultato inciderà nella SUA carne. Capiamo bene come questo progettare possa rivelarsi complicato con l'aumentare del numero degli attori. Pensiamo all'azione stessa del "gettare avanti" che si è assunta in senso figurato. Quanto è più difficile lanciare il medesimo sasso con due mani differenti, di due persone differenti? E perchè mai altrimenti si è sempre soliti dire bene dei progetti, ma mai della loro realizzazione fattuale? E perchè i progetti che coinvolgono numeri di persone molto elevati (si pensi al progetto che è la nostra società) sono quelli in cui è più facile che si presentino difficoltà, andamenti controprogettuali?(non che nel progetto-famiglia non si presentino eh, giusto per fare un esempio).
Io credo (vabbè mo' "io credo" è un po' troppo...diciamo che molti pensatori hanno creduto e io convego) che l'altra persona appunto in quanto ALTRA, resti fondamentalmente "inattingibile": noi possiamo dedurre le sue intenzioni e la sua volontà a partire da alcuni suoi comportamenti, ma non conosceremo mai le sue intenzioni e la sua volontà. Ma è su questo sottile gioco che si basano le relazioni amorose, è per questo che esiste quella parolina magica che si chiama "fiducia" e quell'altra, "gelosia"...
Ciò detto, purtroppo non ho altro da offrirti che un tentativo di descrizione di alcune dinamiche che coinvolgono l'uomo.
Le soluzioni sono della vita, ma la vità è sempre oltre/altra rispetto alle parole che la dicono.
Condivido appieno le parole di gabriele81 circa l'utilità di intraprendere un "viaggio per dimenticare" o anche solo edulcorare la sofferenza. Diceva Orazio in un'epistola: "caelum non animum mutant qui trans mare currunt" (cambiano il cielo sopra di loro, non l'animo, quanti attraversano il mare).
eh?
Presidente siamo con Te,
meno male che Silvio muore.
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c'è anche da dire che per me nella società attuale siamo tutti cornuti
) che l'altra persona appunto in quanto ALTRA, resti fondamentalmente "inattingibile": noi possiamo dedurre le sue intenzioni e la sua volontà a partire da alcuni suoi comportamenti, ma non conosceremo mai le sue intenzioni e la sua volontà. Ma è su questo sottile gioco che si basano le relazioni amorose, è per questo che esiste quella parolina magica che si chiama "fiducia" e quell'altra, "gelosia"...
perchè?che c'entra?
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