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La Lega e gli extracomunitari(realizzazione piano di governo Inside)
Sinceramente credo che se con Berlusconi ci esponiamo a continue figuracce internazionali (tra le altre cose), con la Melandri e tutto quello che rappresenta, nel giro di vite di un decennio, la comunità internazionale sarebbe costretta a riservare dei fondi per il nostro paese, ridotto socialmente ed economicamente a lingua di terra estendentesi dal nord africa, balcani o altra landa selvaggia.....la scelta è ampia
secondo me può anche andare in giro vestito da Zorro.. se risolve lo sciempio di servirci di cittadini di serie B per i lavori pesanti -in cambio di voti- mi può trovare solo daccordo. L'immigrazione va regolamentata, gli immigrati devono essere messi nella condizione di avere esattamente gli stessi nostri diritti.
I cinesi assiepati a costi esorbitanti negli scantinati senza servizi igienici per dirne una.
aggiungo qualche articolo Originari di Ghana e Sierra Leone, riaccompagnati nei loro Paesi entro 2 settimane
Libia, nel centro dei «respinti»
«Ma proveremo a ritornare»
Tripoli: i clandestini? Possiamo portarveli a San Pietro
Dal nostro inviato Fiorenza Sarzanini
TRIPOLI — La luce filtra dalle sbarre del*le finestre, loro stanno accasciati sulle stuo*ie, sono scalzi, hanno lo sguardo smarrito. Appena la porticina si apre balzano in piedi, cercano di uscire nel cortile. Vogliono spie*gare, raccontare, chiedere aiuto. C’è chi co*nosce qualche parola di inglese, chi si arran*gia con il francese. Hanno la pelle molto scu*ra, la maggior parte sembra provenire dai Paesi dell’Africa subsahariana. I poliziotti li ammassano contro il muro, intimano loro di stare seduti. «Potete parlare, se qualcuno di voi ha qualcosa da chiedere può farlo», gridano. Un ragazzo che dice di avere 16 an*ni quasi implora: «Mi chiamo Emmanuel, vengo dalla Sierra Leone, i miei genitori so*no a Londra. Ero partito per raggiungerli. I soldi per il viaggio me li ha dati mia nonna. Adesso non ho più niente, ma voglio anda*re da loro. Vi prego ci sarà un modo per riu*scire a tornare dì là». Centro di accoglienza di Twescha, 35 chi*lometri a sud di Tripoli. Eccoli gli immigrati che la Libia ha accettato di riprendersi. Mer*coledì scorso erano sui barconi intercettati nelle acque maltesi. Nella notte sono stati trasferiti sulle motovedette italiane che han*no effettuato l’operazione di respingimen*to, provocando un caso internazionale, e so*no tornati in porto. Li hanno divisi per na*zionalità e ora li tengono in questi stanzoni in attesa di riportarli a casa. Non c’è alcuna speranza che possano rimanere, entro due settimane saranno organizzati i voli per il rientro. E tutto ricomincerà daccapo. Per*ché, come chiarisce Suleyman, ghanese di 24 anni «noi non possiamo restare in Afri*ca. Vogliamo andare in Europa, raggiungere la Grecia. E prima o poi ci riusciremo. Met*tiamo i soldi da parte, lavoriamo per pagare i trasferimenti. Un pezzo di strada per volta fino alla costa. Poi ci imbarcano». C’è chi sogna la Germania, chi sostiene di avere parenti in Italia. Samwi ha 19 anni, gli ultimi quattro mesi li ha trascorsi in un casa di Al Zwara — la cittadina all’estremo sud del Paese dove i mercanti di uomini ammas*sano la loro «merce» — ad aspettare l’ok de*gli scafisti. Pensava di esserci riuscito e inve*ce la sua traversata non è durata neanche 100 miglia e si dispera. Traore, 20 anni, tira fuori un documento per dimostrare che lui è già entrato nel programma di protezione per i rifugiati, dice che lo ricevuto ad Abi*djan, in Costa d’Avorio. Ma se gli chiedi co*me mai era su una di quelle barche non sa rispondere, non è in grado di spiegare per*ché non ha sfruttato questa occasione per provare ad avere una nuova vita. I centri di accoglienza qui sono gestiti dalla polizia, gli agenti di guardia che chiariscono di aver già avviato le verifiche sul tesserino sosten*gono che potrebbe essere falso. Dopo le accuse di violazione dei diritti umani arrivate nelle ultime ore, le autorità libiche hanno deciso di consentire una visi*ta nelle strutture, vogliono mostrare al mon*do come vengono trattate queste persone. Quando si apre il padiglione dove sono i ni*geriani e i ghanesi, la scena vista all’inizio si ripete. Sono quasi tutti ragazzi. Si tirano su, ti circondano «perché devi mandare un messaggio, dire che stiamo bene ma che vo*gliamo essere liberi». Negano di aver ricevu*to maltrattamenti, non hanno segni visibili di percosse. Ricordano di essere rimasti per ore e ore su quei barconi che rischiavano di andare alla deriva. «Abbiamo avuto tanta pa*ura, era buio, potevamo morire», ripetono come in una litania. Fram ha la faccia da ra*gazzino, racconta di avere 17 anni, di essere giunto dal Gambia. E sostiene di non sapere dove si trova. «Libia? Non capisco. Io vole*vo andare a Malta». Le donne che erano sui barconi sono state trasferite nel centro di Zawia, 40 chi*lometri a nord della capitale. Lì finiscono anche i bambini, ma la polizia locale assi*cura che a bordo l’altra sera non ce n’era nemmeno uno. Le femmine erano 37 e una ventina erano con il marito. «Li abbia*mo messi insieme, ma anche loro dovran*no lasciare il Paese», chiariscono i respon*sabili delle strutture. I centri di accoglienza sono cinti da un muro alto, circondati dal filo spinato. I por*toni sono di ferro, la sorveglianza è affidate alle guardie armate. Non ci sono limiti di permanenza, ma si cerca di non farli restare più di 15 giorni. «Perché — chiarisce il di*rettore di Twescha — siamo sempre in emergenza, anche in questi giorni ci sono 400 persone in più». Al ministero dell’Inter*no dicono che in Libia ci sono «almeno un milione e mezzo di stranieri che vuole rag*giungere l’Europa. Noi spendiamo ogni an*no due miliardi e mezzo di dollari per gesti*re il fenomeno dell’immigrazione clandesti*na e non siamo più in grado di sostenere il fenomeno». Abdal Muammed, un alto funzionario della sicurezza che ha trattato con l’Italia l’accordo per effettuare i pattugliamenti congiunti, sa bene quante critiche si siano scatenate dopo le operazioni effettuate in acque internazionali. Ma non appare dispo*sto a subire gli attacchi: «Non credo possibi*le che qualcuno pensi di aver risolto il pro*blema dell’immigrazione clandestina man*dando sei motovedette a controllare il ma*re. Noi siamo pronti a collaborare con il go*verno di Roma e lo stiamo dimostrando. Ma è l’Europa che deve farsi carico di que*sta situazione, avviare quei progetti negli Stati d’origine che promette da anni. E so*prattutto, l’Unione deve rispettare gli impe*gni presi nei mesi scorsi: quando abbiamo condotto la mediazione per liberare le infer*miere bulgare, sono stati siglati accordi per l’avvio della sorveglianza radar delle nostre frontiere meridionali. Non ne abbiamo sa*puto più nulla». Alla durissima presa di posizione del Va*ticano, il rappresentante del governo libi*co risponde con altrettanta fermezza: «Quando abbiamo allentato i controlli sia*mo stati accusati di mandare la gente a mo*rire. Ora che abbiamo deciso di potenziarli ci accusano di violare i diritti umani. Noi siamo aperti a tutti i tipi di cooperazione, se volete possiamo portare a piazza San Pie*tro tutti gli stranieri che le vostre navi han*no portato qui. Bisogna capire che la Libia da sola non ce la fa, queste persone scappa*no dalla fame, non dalla guerra. La coscien*za dell’Europa deve svegliarsi perché noi proveremo a fermare chi affronta il mare per avere una vita migliore, però saremo costretti a fermarci se continueremo ad es*sere il luogo di transito di tutta l’Africa. E saremo costretti a sospendere i controlli delle frontiere verso l’esterno qualora ci rendessimo conto che il peso migratorio sta diventando troppo pesante».
da corriere.it
[...]Piero Fassino rompe il fronte: «Il re*spingimento alle frontiere è un un’azione legittima di con*trasto all’immigrazione clan*destina prevista da tutti i do*cumenti Ue e dagli accordi in*ternazionali e praticata anche durante il governo di centro sinistra». Fassino riconosce la correttezza delle critiche del*l’Onu ma ammette che indivi*duare in mare chi ha diritto al*l’asilo sarebbe una «procedu*ra difficile da gestire»
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Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
Libia, altri 162 migranti respinti
e un nuovo barcone chiede soccorso
LAMPEDUSA - Secondo "respingimento" nel giro di pochi giorni nel Mediterraneo ad opera di motovedette italiane. Sono giunti in prossimità del porto di Tripoli, a bordo del pattugliatore Spica della Marina Militare i 162 migranti, tra i quali 42 donne e due neonati, soccorsi ieri a sud di Lampedusa, in acque internazionali. Nei loro confronti è scattato il respingimento, il secondo nel giro di pochi giorni disposto dal Viminale dopo l'accordo raggiunto con la Libia.
Gli extracomunitari saranno trasferiti in un centro di detenzione libico così come avvenuto giovedì scorso per gli altri 227 accompagnati a Twescha, a 35 chilometri da Tripoli.
Intanto questa mattina un altro barcone con una settantina di immigrati, in navigazione nel Canale di Sicilia, ha lanciato una richiesta di soccorso con un telefono satellitare. Secondo le coordinate, rilevate con il Gps, si troverebbe molto a Sud, al confine tra le acque libiche e quelle maltesi.
da repubblica.it
L'ANALISI
Tutte le falle giuridiche
della "svolta" Maroni
di VITTORIO LONGHI
La svolta nella gestione dell'immigrazione e degli arrivi via mare, secondo il ministro dell'Interno Maroni, starebbe in un nuovo modello, tutto italiano, fondato su quello che lui stesso ha definito "il principio del respingimento". Ma, quando riguarda richiedenti asilo, non è ancora chiaro a quali leggi o convenzioni faccia riferimento.
Il testo unico
Forse si tratta del Testo unico sull'immigrazione del 1998, che all'articolo 10 parla espressamente del respingimento e recita: "La polizia di frontiera respinge gli stranieri che si presentano ai valichi di frontiera senza avere i requisiti richiesti per l'ingresso nel territorio dello Stato". Lo stesso articolo, però, dice anche che le norme "non si applicano nei casi previsti dalle disposizioni vigenti che disciplinano l'asilo politico, il riconoscimento dello status di rifugiato, ovvero l'adozione di misure di protezione temporanea per motivi umanitari". Perciò il Testo unico nazionale rimanda al principio universale del "non respingimento" dei richiedenti asilo, proprio l'opposto di quello invocato da Maroni e contemplato invece dal diritto europeo e internazionale.
Le convenzioni internazionali
A vietare tassativamente il respingimento di rifugiati o richiedenti asilo sono gli obblighi internazionali che nascono, nello specifico, dalla Convenzione sui Rifugiati del 1951 e dal Protocollo del 1967, dalla Convenzione Internazionale sui diritti civili e politici, dalla Convenzione Onu contro la tortura, dalla Convenzione europea sulla protezione dei diritti umani.
Il ministro leghista ha detto che "il respingimento alle frontiere è previsto dalle normative europee" senza precisare quali e senza considerare che tutto il sistema normativo europeo in materia d'asilo si basa sulla convenzione di Ginevra. Quindi, di nuovo, sul principio del non respingimento. Tra l'altro, la convenzione europea sui diritti umani vieta "la tortura, il trattamento disumano e degradante" e la Corte di Strasburgo per i diritti umani applica questo divieto anche nei contesti di respingimento ed espulsione. E neanche si può circoscrivere la questione alle acque di competenza. L'obbligo di non-respingimento non comporta alcuna limitazione geografica - secondo le convenzioni - e si applica a tutti gli agenti statali nell'esercizio delle loro funzioni all'interno o all'esterno del territorio nazionale.
A questo proposito, il diritto è ancora più preciso: nel caso di richiedenti asilo che affrontano un viaggio via mare, il non-respingimento si applica all'interno delle 12 miglia di acque territoriali, così come nelle acque contigue, in mare aperto e nelle acque costiere di paesi terzi. Praticamente senza limitazioni.
L'accordo con la Libia
Inoltre, il rinvio diretto di un rifugiato o di un richiedente asilo verso un paese nel quale teme di essere perseguitato non rappresenta l'unica forma di respingimento. Anche il rinvio indiretto verso un paese terzo - la Libia in questo caso - che potrebbe successivamente rimandare la persona verso il paese di temuta persecuzione, costituisce respingimento. Così facendo, entrambi i paesi sarebbero ritenuti responsabili, cioè sia la Libia che l'Italia. E non risulta che nell'accordo bilaterale con il governo libico l'Italia abbia preteso garanzie del rispetto dei diritti umani, compreso il diritto d'asilo, per le persone che vengono riportate a Tripoli in seguito al pattugliamento delle coste libiche.
Tutto questo dimostrerebbe che il principio di respingimento di Maroni non trova alcun fondamento nel diritto nazionale, in quello europeo e in quello internazionale quando si tratta di persone che chiedono protezione. Pertanto non potrebbe essere applicato per rimandare indietro quei migranti che arrivano via mare e che, nel 75 per cento dei casi, sono richiedenti asilo.
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Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
Ad esempio potrei dire che non ci voleva un anno di governo per iniziare a rispedirli al mittente
Seriamente la cosa mi trova d'accordo ma, sono certo, non durerà.
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
Allora punto primo non tollero che quello scoglio abitato da capre(malta) non si prenda le sue responsabilità.
Sono favorevole ai rimpatri la Melandri vicina alla menopausa sicuramente dovrà scaricare un pò di nervi.....
No allo stato multietnico ideologico, a qualsiasi costo,no ai quartieri kasba,no alle chinatown non alle scuole coraniche, no alle moschee.
Oltre che in libia inizierei a trasferirli anche nei paesi nordici...
Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
ma abbiamo il dovere di soccorrere chi sta per morire, se la barca affonda sarebbe anche colpa nostra..
una cosa inteligente non è l idea di maroni di bloccarli..è quella di portare persone SERIE IN EUROPA e dialogare affinchè tutti gli stati ci aiutino, perchè italia spagna e francia sono i 3 portoni d ingresso per queste persone..
evitiamo di dire "che muoiano tutti" perchè molti sono solo dei poveri disgraziati che scappano da guerre e dalla fame...
dite a berlusconi e la lega di trovare sistemi piu' efficaci..cosi' si tampona solo, o meglio, si nasconde lo sporco sotto il tappeto..
ma abbiamo il dovere di soccorrere chi sta per morire, se la barca affonda sarebbe anche colpa nostra..
una cosa inteligente non è l idea di maroni di bloccarli..è quella di portare persone SERIE IN EUROPA e dialogare affinchè tutti gli stati ci aiutino, perchè italia spagna e francia sono i 3 portoni d ingresso per queste persone..
evitiamo di dire "che muoiano tutti" perchè molti sono solo dei poveri disgraziati che scappano da guerre e dalla fame...
dite a berlusconi e la lega di trovare sistemi piu' efficaci..cosi' si tampona solo, o meglio, si nasconde lo sporco sotto il tappeto..
Boss e quelle teste di ***** di malta(che prendono i contributi cee come noi)???no perchè a me sembra che il culo c'è lo mettiamo sempre noi e spesso senza nemmeno la vasellina.......
Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
ma abbiamo il dovere di soccorrere chi sta per morire, se la barca affonda sarebbe anche colpa nostra..
una cosa inteligente non è l idea di maroni di bloccarli..è quella di portare persone SERIE IN EUROPA e dialogare affinchè tutti gli stati ci aiutino, perchè italia spagna e francia sono i 3 portoni d ingresso per queste persone..
evitiamo di dire "che muoiano tutti" perchè molti sono solo dei poveri disgraziati che scappano da guerre e dalla fame...
dite a berlusconi e la lega di trovare sistemi piu' efficaci..cosi' si tampona solo, o meglio, si nasconde lo sporco sotto il tappeto..
il re si è disteso e non sorgerà più,
il Signore di Kullab non sorgerà più;
egli ha vinto il male,non verrà più;
benchè fosse forte di braccio,non sorgerà più.
i contributi dell unione europea ci sono..basta portare i progetti e chiederli..basta farlo
se invece le persone vanno li per prendere i soldi..il primo è brunetta che è tanto osanatto qua in patria ma è il primo fra i nullafacenti (stranamente ha passato il numero minimo di presenze per prendere i rimborsi..che strano)
e non lavorano..ecco i risultati
i soldi e i fondi ci sono..basta chiederli...se siamo scemotti, non è colpa nostra..anzi è colpa di chi vota sbagliato e manda certa gente a governarci in italia come in europa
e no boss se la barca è nelle acque territoriali tue e prendi i contibuti cee (come da accordi) la barca te la prendi tu!!!!!!!!
Invito tutti gli italiani a non andare a malta per le vacanze
Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
Ad esempio potrei dire che non ci voleva un anno di governo per iniziare a rispedirli al mittente
Seriamente la cosa mi trova d'accordo ma, sono certo, non durerà.
Se compari un solo anno alle decadi precedenti, partendo, vah.., dal dopoguerra in poi
ma abbiamo il dovere di soccorrere chi sta per morire, se la barca affonda sarebbe anche colpa nostra..
una cosa inteligente non è l idea di maroni di bloccarli..è quella di portare persone SERIE IN EUROPA e dialogare affinchè tutti gli stati ci aiutino, perchè italia spagna e francia sono i 3 portoni d ingresso per queste persone.. evitiamo di dire "che muoiano tutti" perchè molti sono solo dei poveri disgraziati che scappano da guerre e dalla fame...
dite a berlusconi e la lega di trovare sistemi piu' efficaci..cosi' si tampona solo, o meglio, si nasconde lo sporco sotto il tappeto..
oddio... rispedirli indietro..puo' voler dire che la bagnarola fa dietro front e dopo 2 miglia cola giu visto che non sono molto resistenti
Boss stai chiaramente dimostrando il perchè la sinistà perderà per i prossimi 50 anni le elezioni.
Tutto ciò che ami rimane, il resto è scorie. Tutto ciò che ami non ti può essere sottratto. Tutto ciò che ami è la tua stessa eredità..." (Ezra Pound)
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