Come avevo premesso alcuni giorni fa posto questa paginetta a me molto cara. Quando l'ho letta per la prima volta non ho trattenuto le lacrime. Spero a nessuno disturbi il mio desiderio di condividerla con voi. Il passo è di Nietzsche.
DELLA VIA DEL CREATORE
Fratello mio , vuoi ritirarti in solitudine? Vuoi cercare la strada che porta a te stesso? Esita ancora un po’ ed ascoltami.
<<Chi cerca perde facilmente se stesso. Ogni isolamento è una colpa.>>: così parla il gregge. E tu sei appartenuto a lungo al gregge. La voce del gregge risuonerà ancora in te.
E se dirai:<<Non ho più la vostra stessa coscienza sarà un lamento e un dolore. Guarda, quella stessa coscienza ha generato anche questo dolore: e l’ultimo bagliore di quella coscienza si riverbera ancora sulla tua tristezza.
Ma tu intendi percorrere la via del tuo turbamento che è la via che porta a te stesso? Mostrami solo il tuo diritto e la tua forza per percorrerla! Tu sei una nuova forza e un nuovo diritto?
Un primo movimento? Una ruota che rotola da se? Puoi costringere anche le stelle a ruotare attorno a te? Ah c’è talmente tanta brama di elevatezza! Ci sono talmente tante convulsioni di ambiziosi! Mostrami che non sei uno dei bramosi o degli ambiziosi!
Ti definisci libero? Voglio sentire qual è il tuo pensiero dominante e non che sei sfuggito ad un giogo.
Sei tale da aver potuto fuggire ad un giogo? Ci sono alcuni che avendo gettato via il loro asservimento hanno gettato via il loro valore ultimo.
Libero da che cosa? Che importa ciò a Zarathustra? Ma il tuo occhio deve annunciarmi chiaramente: libero a che scopo?
Tu puoi decidere il tuo bene e il tuo male e imporre su di te il tuo volere come una legge?
Puoi essere giudice di te stesso e vendicatore della tua legge? Ritrovarsi da soli con il giudice e il vendicatore della propria legge è tremendo. Così viene lanciata una stella nello spazio vuoto e nel gelido respiro della solitudine. Oggi ancora soffri per i molti, tu che sei uno solo: oggi hai ancora il tuo coraggio e le tue speranze.
Ma un giorno la solitudine ti stancherà, un giorno il tuo orgoglio si piegherà e il tuo coraggio scricchiolerà. Un giorno griderai:<<Sono solo!>>
Un giorno non vedrai più la tua elevatezza e troppo da vicino vedrai il tuo scarso valore; il tuo stesso sublime ti incuterà timore come un fantasma. Un giorno griderai: <<Tutto è sbagliato!>>
Ci sono sentimenti che vogliono uccidere il solitario; se essi non ci riescono devono morire egli stessi. Ma te la senti di essere tu l’assassino?
Fratello mio conosci già la parola “disprezzo”? E il tormento della tua giustizia: essere giusto verso coloro che ti disprezzano?
Tu costringi molti ad imparare continuamente nuove cose su di te; e di questo te ne faranno grave colpa. Tu ti avvicinasti a loro eppure li superasti non te lo perdoneranno mai.
Tu li superi: ma più in alto sali e più piccolo ti vede l’occhio dell’invidia. Più di tutti viene odiato chi vola. << Come potete essere giusti verso di me?>> devi dire << Io mi scelgo la vostra ingiustizia come la parte a me assegnata.>>
Essi lanciano contro il solitario ingiustizia e sudiciume: ma, fratello mio, se vuoi essere una stella, non per questo devi illuminarli meno!
Guardati dai buoni e dai giusti! Essi amano crocefiggere coloro che inventano la propria virtù: odiano il solitario.
Guardati anche dalla santa semplicità! Tutto ciò che non è semplice essa lo considera empio; ama anche giocare con il fuoco: il rogo.
E guardati anche dagli attacchi del tuo amore! Il solitario tende troppo in fretta la mano a chi incontra. A certe persone non devi dare la mano, ma solo la zampa e io voglio che la tua zampa abbia anche gli artigli.
Ma il peggiore nemico che puoi incontrare sarai sempre tu stesso; tu stesso ti fai la posta nei boschi e nelle caverne.
Solitario, tu percorri la strada che porta a te stesso! E la strada passa accanto a te ed accanto ai tuoi sette demoni! Sarai davanti a te stesso eretico e strega e vate e fole scettico ed empio e malvagio.
Devi volerti bruciare nelle tue stesse fiamme: come potresti rinnovarti senza prima essere ritornato cenere!
Solitario, tu percorri la via del creatore: dai tuoi sette demoni vuoi crearti un Dio!
Solitario, tu percorri la via dell’amante: tu ami te stesso e per questo ti disprezzi come solo gli amanti disprezzano.
L’amante vuol creare perché disprezza! Che ne sa dell’amore chi non è stato costretto a disprezzare quello che appunto amava?
Fratello mio, con il tuo amore e con il tuo creare va’ nella solitudine; e solo più tardi la giustizia zoppicherà dietro di te.
Va’ nella solitudine con le mie lacrime, fratello mio. Io amo colui che vuol creare al di là di se stesso e che così perisce.
Così parlò Zarathustra.
DELLA VIA DEL CREATORE
Fratello mio , vuoi ritirarti in solitudine? Vuoi cercare la strada che porta a te stesso? Esita ancora un po’ ed ascoltami.
<<Chi cerca perde facilmente se stesso. Ogni isolamento è una colpa.>>: così parla il gregge. E tu sei appartenuto a lungo al gregge. La voce del gregge risuonerà ancora in te.
E se dirai:<<Non ho più la vostra stessa coscienza sarà un lamento e un dolore. Guarda, quella stessa coscienza ha generato anche questo dolore: e l’ultimo bagliore di quella coscienza si riverbera ancora sulla tua tristezza.
Ma tu intendi percorrere la via del tuo turbamento che è la via che porta a te stesso? Mostrami solo il tuo diritto e la tua forza per percorrerla! Tu sei una nuova forza e un nuovo diritto?
Un primo movimento? Una ruota che rotola da se? Puoi costringere anche le stelle a ruotare attorno a te? Ah c’è talmente tanta brama di elevatezza! Ci sono talmente tante convulsioni di ambiziosi! Mostrami che non sei uno dei bramosi o degli ambiziosi!
Ti definisci libero? Voglio sentire qual è il tuo pensiero dominante e non che sei sfuggito ad un giogo.
Sei tale da aver potuto fuggire ad un giogo? Ci sono alcuni che avendo gettato via il loro asservimento hanno gettato via il loro valore ultimo.
Libero da che cosa? Che importa ciò a Zarathustra? Ma il tuo occhio deve annunciarmi chiaramente: libero a che scopo?
Tu puoi decidere il tuo bene e il tuo male e imporre su di te il tuo volere come una legge?
Puoi essere giudice di te stesso e vendicatore della tua legge? Ritrovarsi da soli con il giudice e il vendicatore della propria legge è tremendo. Così viene lanciata una stella nello spazio vuoto e nel gelido respiro della solitudine. Oggi ancora soffri per i molti, tu che sei uno solo: oggi hai ancora il tuo coraggio e le tue speranze.
Ma un giorno la solitudine ti stancherà, un giorno il tuo orgoglio si piegherà e il tuo coraggio scricchiolerà. Un giorno griderai:<<Sono solo!>>
Un giorno non vedrai più la tua elevatezza e troppo da vicino vedrai il tuo scarso valore; il tuo stesso sublime ti incuterà timore come un fantasma. Un giorno griderai: <<Tutto è sbagliato!>>
Ci sono sentimenti che vogliono uccidere il solitario; se essi non ci riescono devono morire egli stessi. Ma te la senti di essere tu l’assassino?
Fratello mio conosci già la parola “disprezzo”? E il tormento della tua giustizia: essere giusto verso coloro che ti disprezzano?
Tu costringi molti ad imparare continuamente nuove cose su di te; e di questo te ne faranno grave colpa. Tu ti avvicinasti a loro eppure li superasti non te lo perdoneranno mai.
Tu li superi: ma più in alto sali e più piccolo ti vede l’occhio dell’invidia. Più di tutti viene odiato chi vola. << Come potete essere giusti verso di me?>> devi dire << Io mi scelgo la vostra ingiustizia come la parte a me assegnata.>>
Essi lanciano contro il solitario ingiustizia e sudiciume: ma, fratello mio, se vuoi essere una stella, non per questo devi illuminarli meno!
Guardati dai buoni e dai giusti! Essi amano crocefiggere coloro che inventano la propria virtù: odiano il solitario.
Guardati anche dalla santa semplicità! Tutto ciò che non è semplice essa lo considera empio; ama anche giocare con il fuoco: il rogo.
E guardati anche dagli attacchi del tuo amore! Il solitario tende troppo in fretta la mano a chi incontra. A certe persone non devi dare la mano, ma solo la zampa e io voglio che la tua zampa abbia anche gli artigli.
Ma il peggiore nemico che puoi incontrare sarai sempre tu stesso; tu stesso ti fai la posta nei boschi e nelle caverne.
Solitario, tu percorri la strada che porta a te stesso! E la strada passa accanto a te ed accanto ai tuoi sette demoni! Sarai davanti a te stesso eretico e strega e vate e fole scettico ed empio e malvagio.
Devi volerti bruciare nelle tue stesse fiamme: come potresti rinnovarti senza prima essere ritornato cenere!
Solitario, tu percorri la via del creatore: dai tuoi sette demoni vuoi crearti un Dio!
Solitario, tu percorri la via dell’amante: tu ami te stesso e per questo ti disprezzi come solo gli amanti disprezzano.
L’amante vuol creare perché disprezza! Che ne sa dell’amore chi non è stato costretto a disprezzare quello che appunto amava?
Fratello mio, con il tuo amore e con il tuo creare va’ nella solitudine; e solo più tardi la giustizia zoppicherà dietro di te.
Va’ nella solitudine con le mie lacrime, fratello mio. Io amo colui che vuol creare al di là di se stesso e che così perisce.
Così parlò Zarathustra.
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