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E' sicuramente un libro che offre un punto di vista interessante, e fuori dalla solita retorica che, oltre a stufare, si rivela sempre come fine a se stessa. Poi non ho detto che sono d'accordo con ogni parola di ogni riga, però sarebbe utile per "aprire" un po' la mente e iniziare a mettere in dubbio cose che diamo per immutabili, ma immutabili non sono.
:
Fini e' uno dei pochissimi che leggo volentieri anche quando non sono d'accordo con quello che scrive, il che accade abbastanza spesso.
Libri suoi non ne ho mai letti, l'impressione che a volte da' leggendo i suoi articoli e' che sia un bastian contrario per partito preso, ma onestamente non lo conosco abbastanza per esprimere un'opinione fondata su qualcosa di concreto.
Per me è un pirla che fortunatamente politicamente è finalmente diventato ciò che a questo punto c'è da dire sia sempre stato: una nullità, che fa il vice persino a Casini.
Per me Fini è un indegno anche qualora Berlusconi venisse arrestato per essere stato colto in flagrante durante un omicidio.
---------- Post added at 22:27:00 ---------- Previous post was at 22:24:05 ----------
Guarda Icarus, io il libro di Fini non l'ho letto, ma mi basta sapere chi l'ha scritto per dirti che se anche sopra ci fosse scritto chissà cosa, non lo leggerei.
Per lui provo schifo per mille motivi.
Oltretutto io, soprattutto negli ultimi anni, non trovo nulla di lui che mi esalti.
Se poi per esaltarvi vi basta che dica su al Nano, buon per voi.
Allora w anche Caruso, Ferrero, Luxuria e compagnia bella...
Per me non è così.
Come al solito, non fai una bella figura. Il libro che ho citato, e che come immaginavo non hai mai letto, non c'entra nulla con Berlusconi, è stato scritto qualche anno fa, tra l'altro. E' un "manifesto contro la democrazia".
Stavo parlando di un libro sulla democrazia, anzi contro la democrazia, e tu hai citato nell'ordine Casini, Berlusconi, Caruso, Ferrero e Luxuria. Che parliamo a fare?
Fini e' uno dei pochissimi che leggo volentieri anche quando non sono d'accordo con quello che scrive, il che accade abbastanza spesso.
Libri suoi non ne ho mai letti, l'impressione che a volte da' leggendo i suoi articoli e' che sia un bastian contrario per partito preso, ma onestamente non lo conosco abbastanza per esprimere un'opinione fondata su qualcosa di concreto.
Esatto, è l'idea che spesso da' anche a me. Però lo fa comunque in una maniera piacevole da leggere, e soprattutto argomentando. Nello specifico, avendo per motivi di studio approfondito molto il tema della democrazia, anche se in maniera fortemente "scientifica" (autori, metodologie, etc), leggendo il suo libro ho visto alcune cose che ho studiato sotto un altro punto di vista.
Che poi non sia un Messia, nessun dubbio. Ma non era questo il punto.
Purtroppo qui su BW anche noi abbiamo il nostro Capezzone, ma vabbè
Una prima riflessione. Ormai da anni passa la litania berlusconiana, nell'esegesi e demonizzazione delle toghe rosse, e gli altri appelattivi (stile neoingua: come Orwell e Zagrebelsky) che -duole ammetterlo- hanno fatto presa linguistica anche in noialtri che vorremmo tutti vedere b. al palo.
Molti però dimenticano l'entrata in campo di b., e le sue preoccupate esternazioni agli amici previti e dell'utri ed altri confidenti vari ("devo entrare in politica, altrimenti qui i magistrati mi fanno fuori"), lì si sottindendeva quindi già un problema "nascendi" di b. con la giustizia.
Ma di certo non poteva essere un accanimento, o una persecuzione basata fini e idelogie politiche, se Forza Italia doveva ancora nascere, o no? Ogni tanto sarebbe da ricordarlo, ai farisei del nano.
Seconda riflessione. Ma quando un qualcuno, innocente o colpevole che sia, viene chiamato in giudizio accusato di un determinato reato, la domanda che si pone è -ho fatto qualcosa di illegale?- oppure -i giudici sono di destra o di sinistra?-.
In questo bisogna dire che, per quanto concerne l'o.pubblica, b. ha colto nel segno, come nel più gettonato blockbuster movie, inserire nel plot un nemico malefico (la magistratura) con un fine malefico (l'annientamento ingiusto dell'altro politico), produce anche imemdesimazione nel protagonista, per coloro che vogliono qualcosa che tenga le sinistre lontane dal governo.
E qui si ritorna sull'accaniemento giudiziario. E se tale accanimento giudiziario esistesse davvero, ma non per fini politici, ma professionale/teleologico?
Mi spiego meglio: qui anche la trama del blockbuster movie cambia, ora v'è il sostituto procuratore o il detective che da 20 anni insegue l'assassino e dedica anima e corpo, e qualche nottata extra, e qualche scorciatoia non troppo legale, e un po' di rabbia non del tutto " da codice" per mettere in scacco il "nemico" che tante volte l'gha fatta franca.
Fuor di metafora, io non mi sento né moralmente né da un punto di vista dell'etica professionale, di troppo di dare troppo contro a determinati PM, anche usassero una "forza" o "grinta professionale" superiore alla media, quasi "personale" per mettere in scacco b., che è loro sfuggito tante volte, cambiando alle loro spalle le regole, grazie ad una tremenda commistione tra potere esecutivo e giudiziario, giocandoli quindi più volte, e giocando -cosa molto più importante- la giustizia, sommo principio di riferimento che rappresenta per chi intraprende la professione di magistrato l'unica e sola stella polare. Possiamo forse a questi PM, a prescindere negare in toto un po' di rabbia professionale?
L'Italia è diventata un bordello. Non perché il premier va a escort e qualcun altro a trans, ma perché sono state sovvertite tutte le regole. Un bordello squallido e triste, la cui cupezza si respira nell'aria. Raccontavo qualche giorno fa a una mia giovane amica la Milano dei '50, di quando ero ragazzino. Eravamo poveri, allegri e spavaldi. I tram erano stipati fino all'inverosimile con la gente sui predellini aperti e qualcuno attaccato al troller. Uscivamo dalla guerra, ci eravamo salvati dai bombardamenti angloamericani e dai rastrellamenti tedeschi, non ci poteva certo spaventare una caduta dal tram. Tutti, uomini e donne, fumavano. Il terrorismo diagnostico era di là da venire. Noi ragazzini uscivamo di casa alle due del pomeriggio e rientravamo con le ginocchia sbucciate, alle otto, senza che i nostri genitori se ne preoccupassero. Perché nel quartiere c'era un controllo sociale e se un bambino si fosse messo nei guai ci avrebbero pensato gli adulti a tirarlo fuori e un pedofilo sarebbe stato avvistato a un chilometro di distanza. Eppoi c'era, "il ghisa", il vigile, autorità sovrana. La "pula" non aveva bisogno di farsi vedere. La malavita era professionale, conosceva le regole, stava attenta a non spargere una goccia di sangue (il colpo in banca della banda di via Osoppo, senza un ferito, tenne la scena sui giornali per mesi). Eravamo solidali perché eravamo poveri e anche quelli che non lo erano non lo davano a vedere. Il sordido gioco degli "status simbol" non era ancora cominciato. Lealtà e onore erano moneta sonante. Se fra noi ragazzi ci si scontrava a pugni sulla strada – dove ci siamo formati – e un gruppo era di dieci e l'altro, poniamo di otto, due si levavano per far pari. E l'onestà era un valore assoluto. Per la borghesia, se non altro perché dava credito. Per il proletariato, per il mondo contadino dove la stretta di mano contava più di un contratto. Mentre raccontavo queste e altre cose i begli occhi della mia amica si ingrandivano, si sgranavano. Alla fine mi ha detto "tu mi stai raccontando una favola, questa non è l'Italia".
Appunto.
"Lo chiamo Papi". Al telefono c'è un amico napoletano che è a conoscenza dei suoi reali rapporti con il premier e le chiede: "Ma tu, come lo chiami, zio, nonno?" La giovane marocchina, quasi divertita risponde: "E no, Papi". A. P., a questo punto, sembra sorpreso: "E siamo messi bene, fai come la napoletana (Noemi Letizia, ndr), il papi lo chiamava". Ma Ruby, con una punta di orgoglio, tiene a precisare:
"No, no, la napoletana è un'altra cosa, io sono un'altra... quella è la pupilla, io sono il c... (ride)".
Sempre il 7 ottobre scorso, poco dopo le 19, Ruby al telefono con il suo fidanzato genovese, Luca Risso, spiega le novità: "Mi ha chiamata proprio tre minuti fa", riferendosi, sembra, proprio al presidente del Consiglio. "Mi ha detto - continua Ruby nel suo racconto quasi divertita - con Lele (Mora), e che ha saputo che ho detto tante cose. Io gli ho detto che ho detto tante cose, ma ne ho nascoste tantissime. Quelle cose le ho dette perché mi hanno messo davanti all'evidenza e non potevo negare". Berlusconi, dal racconto telefonico della ragazza marocchina, non nasconde le sue preoccupazioni. ""Ma noi non siamo in pericolo, noi siamo in difficoltà", mi fa, "però sono cose da superare"". Di fronte all'evidente difficoltà dell'amico altolocato, Ruby non ha scrupoli e spera di passare all'incasso, di sfruttare l'occasione. E, sempre al fidanzato, rivela tutt'altro che timorosa: "Gli ho detto che io voglio almeno, da tutta questa situazione cioè, sinceramente, che ne esca qualche cosa, perché di tutta la situazione non me ne frega niente".
Il 26 ottobre, il giorno della prima pubblicazione della notizia sul coinvolgimento nel "Rubygate", l'allora minorenne rivela anche di aver fissato un prezzo. È sera, al telefono c'è la madre del suo amico Sergio. "Il mio caso - esordisce la ragazza - è quello che spaventa più di tutti perché Silvio mi chiama di continuo". E ancora. "Sta superando il caso di Letizia (Noemi, ndr), della D'Addario, di tutte e diciamo che adesso siamo preoccupati, il mio avvocato se n'è appena andato, ero con lui, con Lele (Mora, ndr). Loro mi stanno comunque vicini in effetti... Cioè, tornando al discorso di prima, gli ho detto, eh, Lele io ho parlato con Silvio e gli ho detto che ne voglio uscire almeno con almeno con qualcosa cioè, mi dà... 5 milioni, 5 milioni a confronto del "macchiamento" (s*******mento, ndr) del mio nome...."
La frequentazione di Ruby con il Cavaliere? Una intercettazione dello stesso 26 ottobre, sembra addirittura farla risalire al 2008. "Il mio caso - continua la ragazza - invece, io frequento casa sua da quando c'avevo 16 anni... Ma io ho negato tutto, ho detto no, sono andata a casa sua ma lui pensava fossi maggiorenne, pensava che avessi 24 anni, anche perché non li dimostro, poi dopo che ha scoperto che ero minorenne mi ha buttato fuori casa perché io sto cercando di salvaguardare lui così e a me mi torna in tasca qualcosa".
Ma anche a scandalo ampiamente pubblico, i contatti con Ruby Rubacuori e il premier, secondo le intercettazioni in mano alla procura, sarebbero continuati (eventuali telefonate del premier non sono comunque utilizzabili perché coperte dall'immunità parlamentare). Con la sua amica Antonella, alle 10 e 30 del mattino, continua con le confidenze imbarazzanti - "Lui (Silvio, ndr), mi ha chiamato dicendomi "Ruby, ti do quanti soldi vuoi, ti pago, ti metto tutta in oro ma l'importante è che nascondi il tutto, non dire niente a nessuno". Può essere quello che vuole, l'importante è che a me mi riempia di soldi, sta cambiando la mia vita, *****, guarda Antonella. Ti faccio una domanda, però rispondimi sincera: se a te Silvio ti mettesse nelle tue mani 6 milioni di euro..."
In una delle ultime conversazioni intercettate sulle utenze della marocchina, la ragazza ha un'ultima preoccupazione. "Finché ci sta lui io mangio, se lui se ne va che ***** mangio più?", si chiede la ragazza riferendosi al destino del presidente del Consiglio. Lo dice ridendo, come sottolineano gli investigatori nel loro rapporto del 15 dicembre scorso.
Ruby: "Lo ha detto Berlusconi all'avvocato, io ho chiesto 5 milioni. Adesso sanno che vado da Silvio in forma di amica, ma ho negato il fatto che lui sa c…
Ecco nelle mani di chi, per un pò di sesso, si è messo Berlusconi. Solo per questo suo essere attaccato alla gola, qualcuno gliela dovrebbe tagliare.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
.... ma davvero sono così sprovveduti? anche un mimmolino intuirebbe che, dato il possibile rilievo penale della vicenda, i telefonini non sono sicuri. Possibile che sti cretini discutano bellamente al cellulare di tali vicende?
Anni ed anni di impunità li hanno convinti di essere superiori a tutto. Tutto, a partire dalla morale per finire alla legge, viene ridimensionato perchè nulla turbi la festa. Sono degli impuniti che meriterebbero di essere messi al muro senza processo alcuno.
...ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
Bersi è possibile e nemmeno strano tutto sommmato.
Si sentono intoccabili,guidati da un capo in totale delirio di onnipotenza.
Io me lo immagino alla Al Pacino di scarface,nella scena finale della villa
Non c'è morbosità da parte mia ma un certo sadismo sì.
Vedere una bella sfilata di gente che getta merda su questo uomo lurido al processo è un contrappasso che si merita al 100% per aver rubato all'Italia 20 anni tra passato e futuro, uno stato al servizio di (mantenere fuori dalla prigione) una persona. Sembra una cosa da film di fantascienza.
Anche se di furto, in realtà, del tutto non si può parlare, visto che più del 50% degli itagliani gli ha dato le chiavi di casa "To', caga e piscia dove vuoi". Che tristezza.
Ma un bel trattamento alla Liutenant Aldo Reines di Bastardi Senza Gloria, che col coltellazzo regalava sulla fronte dei nazisti una bella svastica, affinché dal giorno dopo la caduta del fuhrer non potessero girare come nulla fosse, no? Col logo PDL, beninteso.
Bersi è possibile e nemmeno strano tutto sommmato.
Si sentono intoccabili,guidati da un capo in totale delirio di onnipotenza.
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Originariamente Scritto da arkon86
nn è ke sta storia della palestra è tutta na kazzata?
temo..
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