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«La casa di Montecarlo? E' un di un
mio cliente, non di Giancarlo Tulliani»
L'avvocato Renato Ellero, ex senatore della Lega: «E' un personaggio molto ricco che non risiede in Italia»
Giancarlo Tulliani (Ansa) MILANO - Da un colpo di scena a un altro. Dopo che venerdì il ministro della Giustizia dello stato caraibico di Santa Lucia aveva dichiarato che la società Printemps proprietaria dell'appartamento di Mntecarlo in cui è affittuario Giancarlo Tulliani e di proprietà dello stesso Tulliani, ora arriva una smentita ssulla veridicità di questa affermazione da un'altra fonte. «La casa di Montecarlo è di un mio cliente, e non di Giancarlo Tulliani». Lo afferma ai microfoni della radio CNR media l'avvocato vicentino Renato Ellero, ex senatore della Lega Nord. LA RIVELAZIONE - «Non è mio cliente l'onorevole Fini, nè‚ Elisabetta Tulliani, nè‚ il fratello Giancarlo», spiega l'avvocato Ellero, che prosegue: «Ho conosciuto il presidente della Camera quando facevo politica, ma non lo vedo da tanti anni. Posso dire che il mio cliente non risiede in Italia» spiega il legale, aggiungendo che si tratta di una persona abbastanza facoltosa da poter comperare «non solo l'appartamento al valore che gli viene attribuito da "Libero" o "Il Giornale", ma tutto il palazzo».
In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte. ma_75@bodyweb.com
«La casa di Montecarlo? E' un di un
mio cliente, non di Giancarlo Tulliani»
L'avvocato Renato Ellero, ex senatore della Lega: «E' un personaggio molto ricco che non risiede in Italia»
Giancarlo Tulliani (Ansa) MILANO - Da un colpo di scena a un altro. Dopo che venerdì il ministro della Giustizia dello stato caraibico di Santa Lucia aveva dichiarato che la società Printemps proprietaria dell'appartamento di Mntecarlo in cui è affittuario Giancarlo Tulliani e di proprietà dello stesso Tulliani, ora arriva una smentita ssulla veridicità di questa affermazione da un'altra fonte. «La casa di Montecarlo è di un mio cliente, e non di Giancarlo Tulliani». Lo afferma ai microfoni della radio CNR media l'avvocato vicentino Renato Ellero, ex senatore della Lega Nord. LA RIVELAZIONE - «Non è mio cliente l'onorevole Fini, nè‚ Elisabetta Tulliani, nè‚ il fratello Giancarlo», spiega l'avvocato Ellero, che prosegue: «Ho conosciuto il presidente della Camera quando facevo politica, ma non lo vedo da tanti anni. Posso dire che il mio cliente non risiede in Italia» spiega il legale, aggiungendo che si tratta di una persona abbastanza facoltosa da poter comperare «non solo l'appartamento al valore che gli viene attribuito da "Libero" o "Il Giornale", ma tutto il palazzo».
ma il video messaggio di Fini è uscito?
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Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
Pare che i siti su cui doveva andare in streaming siano tutti in tilt.
ho controllato su generazione italia,mi esce scritto che il video uscità nella seconda metà del pomeriggio. Ieri dissero che sarebbe uscito in mattinata,probabilmente in seguito alle dichiarazioni di questo avvocato stanno apportando qualche modifica alla dichiarazione
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Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
ok , fuori il nome dell' utente di bw che scrive sul giornale:
"Insulti e menzogne nascono dal fatto che i nostri politici rispecchiano il vecchio detto milanese"QUAND LA M....A LA MUNTA IN SCRAGN U LA SPUSSA U LA FA DAN."Come sempre nei proverbo popolari c'è una saggezza millenaria come la conoscenza del carattere umano.Oggi purtroppo la qualita che esce dalle nostre nuove generazioni allenate in disoteca,non è la migliore per amministrare miliardi che spesso danno alla testa.La promiscuita' che regna a Roma poi ha fatto il resto.Ogni generazione ha il livello che merita,quella odierna non è certo quella che ha avuto il privilegio di annoverare geni come Guglielmo Marconi o Fermi e nemmeno grandi cantanti e artisti come caruso pavarotti la Callas,o attori come de filippo,toto',gasmann,sordi,vianello,bramieri,Chiari.E nemmeno Un Mussolini che ha avuto il solo torto di entrare in guerra accanto a Hitler,ma che aveva riordinato e ricostruito un paese nel disordine assoluto.Il dopo guerra ha solo dimostrato una prima fase accettabile e poi solo ladri."
c'è il motto padano usato come teoria del tutto cosmico e un buon livello di erudizione farlocca. fuori il nome.
Ecco il messaggio, ma chi non lo volesse leggere tutto, salti pure al mio ultimo rigo, che riassume il tutto.
Purtroppo da qualche tempo lo spettacolo offerto dalla politica è semplicemente deprimente. Da settimane non si parla dei tanti problemi degli italiani, ma quasi unicamente della furibonda lotta interna al centrodestra. Da quando il 29 luglio sono stato di fatto espulso dal Popolo della libertà con accuse risibili, tra cui spicca quella di essere in combutta con le procure per far cadere il governo Berlusconi, è partita una ossessiva campagna politico giornalistica per costringermi alle dimissioni da Presidente della Camera, essendo a tutti noto che non è possibile alcuna forma di sfiducia parlamentare. Evidentemente a qualcuno dà fastidio che da destra si parli di cultura della legalità, di legge uguale per tutti, di garantismo che non può essere impunità, di riforma della giustizia per i cittadini e non per risolvere problemi personali. In 27 anni di Parlamento e 20 alla guida del mio partito non sono mai stato sfiorato da sospetti di illeciti e non ho mai ricevuto nemmeno un semplice avviso di garanzia. Credo di essere tra i pochi, se non l’unico, visto le tante bufere giudiziarie che hanno investito la politica in questi anni. E’ evidente che se fossi stato coinvolto in un bello scandalo mi sarebbe stato più difficile chiedere alla politica di darsi un codice etico e sarebbe stato più credibile chiedere le mie dimissioni. Così deve averla pensata qualcuno, ad esempio chi auspicava il metodo Boffo nei miei confronti, oppure chi mi consigliava dalle colonne del giornale della famiglia Berlusconi di rientrare nei ranghi se non volevo che spuntasse qualche dossier – testuale - anche su di me, “perchè oggi tocca al Premier, domani potrebbe toccare al Presidente della Camera”. Profezia o minaccia? Puntualmente, dopo un po’, è scoppiato l’affare Montecarlo. So di dovere agli italiani, e non solo a chi mi ha sempre dato fiducia, la massima chiarezza e trasparenza al riguardo. I fatti: An, nel tempo, ha ereditato una serie di immobili. Tra questi, nel 1999, la famosa casa di Montecarlo, che non è una reggia anche se sta in un Principato, 50-55 metri quadrati, valore stimato circa 230 mila euro. Essendo in condizioni quasi fatiscenti e del tutto inutilizzabile per l’attività del Partito, l’11 luglio 2008 è stata venduta alla Società Printemps, segnalatami da Giancarlo Tulliani. L’atto è stato firmato dal Segretario amministrativo, senatore Pontone da me delegato, un autentico galantuomo che per 20 anni ha gestito impeccabilmente il patrimonio del partito, e dai signori Izelaar e Walfenzao. Il prezzo della vendita, 300 mila euro, è stato oggetto di buona parte del tormentone estivo. Dai miei uffici fu considerato adeguato perchè superava del 30 per cento il valore stimato dalla società immobiliare monegasca che amministra l’intero condominio. Si poteva spuntare un prezzo più alto? E’ possibile. E’ stata una leggerezza? Forse. In ogni caso, poichè la Procura di Roma ha doverosamente aperto una indagine contro ignoti, a seguito di una denunzia di due avversari politici e poichè, a differenza di altri, non strillo contro la magistratura, attendo con fiducia l’esito delle indagini. Come ho già avuto modo di chiarire, solo dopo la vendita ho saputo che in quella casa viveva il Signor Giancarlo Tulliani.
Il fatto mi ha provocato un’arrabbiatura colossale, anche se egli mi ha detto che pagava un regolare contratto d’affitto e che aveva sostenuto le spese di ristrutturazione.
Non potevo certo costringerlo ad andarsene, ma certo gliel’ho chiesto e con toni tutt’altro che garbati. Spero lo faccia, se non fosse altro che per restituire un po’ di serenità alla mia famiglia. E’ stato scritto: ma perchè venderla ad una società off shore, cioè residente a Santa Lucia, un cosiddetto paradiso fiscale? Obiezione sensata, ma a Montecarlo le off shore sono la regola e non l’eccezione. E sia ben chiaro, personalmente non ho nè denaro, nè barche nè ville intestate a società off shore, a differenza di altri che hanno usato, e usano, queste società per meglio tutelare i loro patrimoni familiari o aziendali e per pagare meno tasse. Ho sbagliato? Con il senno di poi mi devo rimproverare una certa ingenuità. Ma, sia ben chiaro: non è stato commesso alcun tipo di reato, non è stato arrecato alcun danno a nessuno. E, sia ancor più chiaro, in questa vicenda non è coinvolta l’amministrazione della cosa pubblica o il denaro del contribuente. Non ci sono appalti o tangenti, non c’è corruzione nè concussione. Tutto qui? Per quel che ne so tutto qui.
Certo anche io mi chiedo, e ne ho pieno diritto visto il putiferio che mi è stato scatenato addosso, chi è il vero proprietario della casa di Montecarlo?
E’ Giancarlo Tulliani, come tanti pensano? Non lo so. Gliel’ho chiesto con insistenza: egli ha sempre negato con forza, pubblicamente e in privato. Restano i dubbi? Certamente, anche a me. E se dovesse emergere con certezza che Tulliani è il proprietario e che la mia buona fede è stata tradita, non esiterei a lasciare la Presidenza della Camera.
Non per personali responsabilità – che non ci sono – bensì perchè la mia etica pubblica me lo imporrebbe. Di certo, in questa brutta storia di pagine oscure ce ne sono tante, troppe. Un affare privato è diventato un affare di Stato per la ossessiva campagna politico-mediatica di delegittimazione della mia persona: la campagna si è avvalsa di illazioni, insinuazioni, calunnie propalate da giornali di centrodestra e alimentate da personaggi torbidi e squalificati.
Non penso ai nostri servizi di intelligence, la cui lealtà istituzionale è fuori discussione, al pari della stima che nutro nei confronti del Sottosegretario Letta e del Prefetto De Gennaro. Penso alla trama da film giallo di terz’ordine che ha visto spuntare su siti dominicani la lettera di un Ministro di Santa Lucia, diffusa da un giornalista ecuadoregno, rilanciata in Italia da un sito di gossip a seguito delle improbabili segnalazioni di attenti lettori. Penso a faccendieri professionisti, a spasso nel Centro America da settimane (a proposito, chi paga le spese?) per trovare la prova regina della mia presunta colpa. Penso alla lettera che riservatamente, salvo finire in mondovisione, il Ministro della Giustizia di Santa Lucia ha scritto al suo Premier perchè preoccupato del buon nome del paese per la presenza di società off shore coinvolte non in traffici d’armi, di droga, di valuta, ma di una pericolosissima compravendita di un piccolo appartamento a Montecarlo. Ma, detto con amarezza tutto questo, torniamo alle cose serie. La libertà di informazione è il caposaldo di una società aperta e democratica. Ma proprio per questo, giornali e televisioni non possono diventare strumenti di parte, usati non per dare notizie e fornire commenti, ma per colpire a qualunque costo l’avversario politico. Quando si scivola su questa china, le notizie non sono più il fine ma il mezzo, il manganello. E quando le notizie non ci sono, le si inventano a proprio uso e consumo. Così, con le insinuazioni, con le calunnie, con i dossier, con la politica ridotta ad una lotta senza esclusione di colpi per eliminare l’avversario si distrugge la democrazia. Si mette a repentaglio il futuro della libertà. Chi ha irresponsabilmente alimentato questo gioco al massacro si fermi, fermiamoci tutti prima che sia troppo tardi. Fermiamoci pensando al futuro del paese. Riprendiamo il confronto: duro, come è giusto che sia, ma civile e corretto.
Gli italiani si attendano che la legislatura continui per affrontare i problemi e rendere migliore la loro vita. Mi auguro che tutti, a partire dal Presidente del Consiglio, siano dello stesso avviso. Se così non sara' gli italiani sapranno giudicare. E per quel che mi riguarda ho certamente la coscienza a posto.
In effetti una cosa l'ha detta, smentisce la sicurezza ostentata nei giorni precedenti circa l'effettiva proprietà di Montecarlo. Ieri mandava Bocchino a dire che era sicuro che la casa non era di Tulliani e oggi dice di non saperlo con sicurezza perché Tulliani può aver mentito anche a lui.
Rai, Minzolini: In azienda prevale cultura di sinistra di Apcom
Roma, 26 set. (Apcom) - In Rai "mi sembra che ci sia una cultura prevalentemente di sinistra, basta vedere Anno Zero. Devo stare attento a quello che dico". Così il direttore del Tg1, Augusto Minzolini, durante la Festa del Pdl a Milano.
"Se si è di sinistra, si possono dire molte più cose rispetto a quelle che ho detto io. Se si ha una posizione diversa, non è consentito", ha aggiunto Minzolini. Per il direttore del Tgi, "la cosa importante è non lasciarsi intimidire. Io non voglio prevaricare, ma nemmeno essere prevaricato".
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