meglio tardi che mai
Italiani: egli risorse a Natale
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Don Vito & Silvio
Ciancimino senior scriveva: "Io, Dell'tri e indirettamente Berlusconi figli dello stesso sistema"“Siamo figli della stessa Lupa”.
Fa impressione leggere il documento che accomuna il sindaco di Corleone, il senatore palermitano e – indirettamente – il premier sotto le mammelle dello stesso sistema politico-mafioso. Se il documento che Il Fatto pubblica sarà attribuito dai periti a *Vito Ciancimino, come sostiene la sua famiglia, questa frase entrerà nella storia dei rapporti tra mafia e politica. I documenti sono stati consegnati nelle scorse settimane ai pm Antonio Ingroia e Antonino Di Matteo dalla signora Epifania Scardino in Ciancimino. Decine di fogli scritti a macchina e in parte annotati con una calligrafia che somiglia a quella del consigliori di Bernardo Provenzano. *Don *Vito ricostruisce i suoi rapporti imprenditoriali con Dell’Utri e Berlusconi e si scaglia contro i magistrati, colpevoli di avere condannato lui mentre Dell’Utri è stato prosciolto e Berlusconi è addirittura divenuto Cavaliere. Secondo Ciancimino Jr quei fogli risalgono al 1989 e ora sono studiati con attenzione dalla Scientifica per verificarne l’attendibilità. Dopo mesi di interviste e verbali sugli investimenti del padre e dei suoi amici costruttori Franco Bonura e Nino Buscemi (poi condannati per mafia) nei cantieri milanesi di Berlusconi ora arrivano le carte. E si scopre che il figlio di *don *Vito era così spavaldo quando parlava dei tempi lontani in cui Berlusconi girava per Milano armato perché aveva ben presenti gli appunti del padre. Basta rileggere le vecchie interviste per scoprire che le sue parole ricalcano quelle uscite all’improvviso dai cassetti di mamma Epifania. *Vito Ciancimino nelle lettere racconta di avere investito nelle imprese di Berlusconi ricavandone miliardi di vecchie lire. I magistrati hanno chiesto alla scientifica di fare presto. Se gli appunti fossero riscontrati, in teoria, il nome di Berlusconi potrebbe tornare sul registro degli indagati.
Ora che Il Fatto pubblica le carte su Berlusconi consegnate ai pm di Palermo dalla famiglia Ciancimino, si comprende perché Massimo Ciancimino, l’infamone come lo chiama Totò Riina, non deve andare in Rai. Il direttore generale Masi non gradisce le sue interviste. “C’è un veto contro di me”, dice al Fatto il figlio di don Vito. “Fin quando parlavo di Provenzano e dei mafiosi mi sopportavano. Ora che ho cominciato a parlare dei documenti su Berlusconi, la Rai mi vuole oscurare”.
Gli appunti presentati recentemente da sua madre ai magistrati di Palermo contengono rivelazioni su Silvio Berlusconi. Davvero sono stati scritti da suo padre?
Sì. Sono scritti a macchina e annotati di pugno da mio padre. Mia madre li ha presentati quando i pm di Caltanissetta mi hanno perquisito. Probabilmente il procuratore Sergio Lari dubitava di me e mia mamma ha pensato di aiutarmi portando queste carte ai pm perché confermano quello che avevo già dichiarato.
Nell’appunto consegnato ai pm, che Il Fatto pubblica, suo padre punta il dito contro Berlusconi e Dell’Utri e parla dei soldi siciliani investiti nei cantieri milanesi del Cavaliere. Cosa ci può dire?
Nulla, c’è un’indagine in corso. Comunque non scrivete che mio padre accusa Berlusconi. Il suo obiettivo polemico è la magistratura. L’appunto è uno sfogo nel quale don Vito, dopo la conferma in appello della confisca dei suoi beni, si infuria per il trattamento diverso ricevuto rispetto a Berlusconi.
Nell’appunto consegnato da sua madre si legge una frase di questo tipo: ‘Sia io, Vito Ciancimino, che altri imprenditori amici abbiamo ritenuto opportuno su indicazione di Dell’Utri investire in aziende riconducibili a Berlusconi. Diversi miliardi di lire sono stati investiti in speculazioni immobiliari nell’immediata periferia di Milano’.
Mio padre era arrabbiato perché lui e Berlusconi avevano subìto un trattamento diverso solo e unicamente per motivi geografici. Papà quindi non invocava la condanna di Berlusconi ma era convinto che se anche lui fosse stato indagato a Milano, come Dell’Utri, sarebbe stato assolto.
Al Fatto risulta che l’appunto si conclude con una considerazione sui soldi investiti a Milano da suo padre nei cantieri di Berlusconi. Quei soldi, si legge nell’appunto, hanno fruttato miliardi a don Vito che poi sono stati sottoposti a confisca. Mentre a Berlusconi – secondo l’appunto di suo padre – nessuno contestava nulla. A che anno risalirebbe questo scritto?
Probabilmente il 1989. In quel tempo Berlusconi era celebrato da tutti e mio padre si vedeva privato dei suoi miliardi. Papà considerava ingiusta questa disparità.
L’avvocato Niccolò Ghedini ha già smentito le indiscrezioni su queste carte. Il Cavaliere sostiene di non avere mai conosciuto suo padre.
In un secondo appunto consegnato ai magistrati da mia madre si parla di finanziamenti elettorali di Caltagirone, Ciarrapico e Berlusconi a mio padre. Mia mamma ha ricordi diversi su Berlusconi. Saranno i magistrati a stabilire la verità.
Forse è di queste rivelazioni che ha paura il Direttore generale della Rai Mauro Masi?
C’è un bando nei miei confronti da quando ho cominciato a parlare di Berlusconi. Le mie rivelazioni fanno paura perché permettono di ricostruire la continuità del rapporto tra imprenditori e mafia dai tempi del banchiere Sindona a quelli dei palazzinari legati alla Dc. Fino ai rapporti finanziari del 2000.
Il veto di Masi non sembra il problema più grande per lei in questo periodo. L’espresso ha raccontato ieri la conversazione intercettata in carcere tra Totò Riina e il figlio Giovanni. Il boss dice che lei e suo padre siete degli infami e che lei mente per salvare il patrimonio.
Riina, sapendo di essere intercettato, dice tre cose. Innanzitutto smentisce che Provenzano lo abbia tradito e in questo modo mantiene la pax mafiosa all’interno di Cosa Nostra, utile a tutti per fare affari. Poi dice che è sempre lui il capo dei capi. Infine, punta il dito contro di me lanciandomi le stesse accuse di Dell’Utri. Entrambi dicono che mento per salvare il tesoro di mio padre.
Lei ha paura?
Non sono un incosciente e capisco i messaggi di Cosa nostra. Riina e i suoi amici, a sentir lui – sarebbero vittima dei pentiti. Eppure non se la prende mai con uno di loro ma punta sempre il dito contro di me. Quello che sto dicendo colpisce al cuore Cosa Nostra perché ho rivelato il tradimento di un boss all’altro. Il giudice Falcone diceva che la mafia non dimentica. Non sarà oggi e non sarà domani, ma arriverà il giorno in cui me la faranno pagare.
Da Il Fatto Quotidiano del 18 settembre 2010Originariamente Scritto da gorgoneè plotino la chiave universale per le vagineOriginariamente Scritto da gorgonesecondo me sono pazzi.
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Video Rai.TV - L'ultima parola 2010-2011 - L'ultima parola 17/09/2010
guardate da 1 ora e 16 min"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Dal Fatto Quotidiano
Al premier non tornano i conti,
e senza i 316 voti la Lega staccherà la spina Se Berlusconi non troverà una maggioranza alternativa escludendo i finiani, la Lega staccherà la spina al Governo e si andrà a elezioni anticipate accorpandole alle amministrative di marzo. Il Carroccio non sosterrà il premier se tornerà alle Camere inviato da Giorgio Napolitano, né appoggerà un qualsiasi esecutivo tecnico alternativo, neanche se a guida Giulio Tremonti. Umberto Bossi è stato chiaro. In un incontro a Palazzo Grazioli, andato in scena settimana scorsa, il leader in canotta ha dettato le condizioni per continuare a sostenere l’esecutivo: fuori i finiani.Ciao.
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Lettera a Gianfranco Fini Caro Gianfranco
il distacco con il quale hai evitato di commentare la sceneggiata taorminese di Silvio Berlusconi, lo capisco profondamente ma devo confessarti di non condividerlo fino in fondo.
La volgarità delle parole di Storace e la gravità di quelle di Donna Assunta, in una cornice da taverna da parte dei tanti “nuovi ascari” della fiamma accorsi, merita, infatti, più di una riflessione da parte nostra.
Ancora una volta il disprezzo ostentato nei nostri confronti da uno come Storace, indagato per la mala gestione della sanità laziale e da te miracolato con la nomina a Ministro e le parole durissime di chi abbiamo contribuito a far eleggere Presidente del Consiglio suonano allucinanti mentre ancora alcuni dei nostri utilizzano toni melliflui e dorotei sui nostri rapporti con il Pdl e sulla priorità assoluta di offrire uno scudo giudiziario al Premier.
Allora, Gianfranco, voglio dirti con chiarezza e affetto: non ci sto a sposare ancora la tesi della congiura giudiziaria contro Berlusconi.
E mentre con i dossier e i giornali di famiglia continua e si fa ancora più grave il metodo Boffo nei tuoi e, in prospettiva, nei nostri confronti, non sopporto più le sofferte riflessioni e le trovate giuridiche di qualche amico al fine di provare a garantire impunità nei confronto di chi, potendo, ci cancellerebbe dalla scena politica.
Non ci sto a sopportare con rassegnazione attacchi e lezioni di moralità politica nei nostri confronti dai difensori di alcune delle figure più torbide della storia repubblicana e da chi cerca di mettere insieme, con ogni mezzo, deputati disposti a tutto.
Gianfranco, tu sai bene, ed è il tuo più grande insegnamento, che per costruire una grande forza nazionale, legalitaria, Repubblicana e Costituzionale, dobbiamo far si che i mezzi siano all’altezza dei fini: allora va bene il sostegno al programma votato dagli elettori, ma riempiamo immediatamente di contenuto politico il senso delle “mani libere su tutto il resto” che abbiamo rivendicato.
Serve immediatamente una rigorosa norma anticorruzione, e non è più rinviabile la concessione di diritti pieni di cittadinanza a tanti bambini e ragazzi nati in Italia da genitori regolarmente qui residenti e che si sentono, e sono, “nuovi italiani”. Allo stesso tempo non è più rinviabile una rigorosa iniziativa politica e parlamentare sulla libertà d’informazione e sul conflitto d’interesse.
Eppoi occorre porre rimedio con il reperimento di adeguate risorse, agli enormi problemi della scuola pubblica, della ricerca e dell’Università se vogliamo costruire percorsi di superamento del declino nazionale, come attenzione e sostegno non potranno mancare a misure straordinarie adeguate per le forze dell’ordine e per la magistratura.
Essenziali poi nuove politiche culturali e ambientali, al fine di salvaguardare e rilanciare il più grande patrimonio, e la più grande risorsa dell’Italia.
Lo spazio politico che possiamo aprire, restando fedeli alle nostre radici ma con “capacità dinamica” di interpretare una “certa idea dell’Italia” è enorme, come enorme è la stima che gli italiani onesti hanno nei tuoi confronti.
Serve però liberarsi subito da tatticismi eccessivi e moderatismi privi di progetto e andare finalmente in campo aperto a parlare all’Italia profonda in modo semplice e coerente.
Solo così varrà la pena di percorrere questa nuova avventura politica.
Con l’ambizione di poter costruire un’Italia diversa e liberata da cricche, prepotenti e ascari.
Fabio Granata
"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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pare che potrebbe esserci un distacco della frangia veltroniana dal Pd che potrebbe unirsi a Casini,Rutelli,e Fini in un nuovo scenario elettorale ma non prima del 2013,la parte restante del Pd se ancora si chiamerà così chiamerà i Sel e i comunisti italiani."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Originariamente Scritto da odisseo Visualizza Messaggiopare che potrebbe esserci un distacco della frangia veltroniana dal Pd che potrebbe unirsi a Casini,Rutelli,e Fini in un nuovo scenario elettorale ma non prima del 2013,la parte restante del Pd se ancora si chiamerà così chiamerà i Sel e i comunisti italiani.
con questa opposizione l'unica alternativa a mr B è l'invasione da parte della libia
altro che detronizzare Profumo, quello ha già capito tutto
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"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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oggi 2 notizie interessanti:
la prima è che FLI non sa come comportarsi sull'autorizzazione all'uso delle intercettazioni riguardanti Cosentino
TEST PER LA MAGGIORANZA
Cosentino: «Intercettazioni irrilevanti»
L'ex sottosegretario alla vigilia del voto: l'Aula decida liberamente. Finiani divisi. Il Pdl: guerriglia inaccettabile
MILANO - Nicola Cosentino è tranquillo alla vigilia del voto alla Camera sull'uso delle sue intercettazioni. «Non ho detto che sono d’accordo» ha spiegato il deputato del Pdl, ma «mi rimetto all’Aula, senza vincoli di schieramento». «Chiederò all'Aula di valutare liberamente» ha aggiunto l'ex sottosegretario, sottolineando che, nel merito, «quelle intercettazioni sono irrilevanti». TEST PER LA MAGGIORANZA - In attesa del voto del 28 settembre sui cinque punti programmatici del governo, quello in programma mercoledì pomeriggio a Montecitorio rappresenta un test anticipato per la maggioranza. I deputati sono chiamati infatti a dire sì o no all'uso di 46 intercettazioni telefoniche tra Cosentino e alcuni imprenditori accusati di essere legati alla camorra.
I FINIANI - Già lunedì alcuni finiani hanno fatto sapere che voteranno a favore dell'uso di queste telefonate. L'attenzione è dunque concentrata in queste ore proprio su Italo Bocchino e gli altri. All'interno di Futuro e Libertà però non sembra emergere al momento una posizione unica sulla vicenda. Tanto che i deputati Fli si riuniranno mercoledì mattina per decidere la linea da tenere sul caso. «Ascolteremo prima il suo preannunciato intervento e in base alle sue dichiarazioni decideremo e annunceremo all’aula la nostra posizione» ha fatto sapere in mattinata Bocchino, intervistato da Radio24. Cosentino «chiederà che venga autorizzato» l'uso delle intercettazioni a suo carico, «e quindi siamo d'accordo, voteremo sì» ha aggiunto Fabio Granata. Una posizione prontamente corretta da Silvano Moffa, coordinatore nazionale di Fli. «Granata ha parlato a titolo personale, ha detto quale sarà il suo voto» ha spiegato Moffa, chiarendo che non c'è nessuna linea ufficiale del gruppo a riguardo. Netto, in ogni caso, lo stop del capogruppo del Pdl a Montecitorio,
Fabrizio Cicchitto, che ha lanciato un preciso monito ai finiani: «È il momento del massimo senso di responsabilità» e non è accettabile «l’apertura di una sorta di guerriglia parlamentare». L'UDC E DI PIETRO - Nel frattempo, l'Unione di centro ha fatto sapere che voterà alla Camera l'autorizzazione all'utilizzo di intercettazioni di Nicola Cosentino. E, attraverso una nota, il presidente dell`Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha avvertito: se Udc e Fli negheranno l’autorizzazione a utilizzare le intercettazioni nei confronti di Cosentino, «sono politicamente complici».
Cosentino: «Intercettazioni irrilevanti» - Corriere della Sera
la seconda è la dichiarazione di Donadi su Grillo (che in pratica potrebbe sancire la definitiva rottura tra Idv e Grillo):
GRILLO E LA POLIZZA A VITA DI BERLUSCONI
La strada per l’inferno è lastricata di buone intenzioni. Un vecchio detto che ben si addice alla situazione politica, in particolare a Beppe Grillo. Il comico genovese è diventato in questi anni, grazie soprattutto alla rete, un punto di riferimento per centinaia di migliaia di persone. E’ diventato un leader politico con una sua lista, il Movimento Cinque Stelle. Sicuramente una novità positiva nell’asfittico panorama politico italiano. Ma anche un grosso, enorme rischio, che paradossalmente può trasformare Beppe Grillo nella polizza vita di Berlusconi. Poco conta, di fronte a questo rischio, che molti punti del programma siano in comune con l’Italia dei Valori. Poco conta che Grillo dica cose giuste e denunci nefandezze. La cosa che più conta è che la sua lista, fuori dall’alleanza di centrosinistra, disperderebbe un patrimonio di voti, togliendoli ad una coalizione con reali chance di vincere le elezioni. Con questo sistema elettorale, ogni voto tolto al centrosinistra è un voto regalato a Berlusconi. In questo scenario, Berlusconi benedirebbe Grillo come il suo più fedele alleato. Più di Bossi. Purtroppo le mie non sono folli elucubrazioni, ma considerazioni concrete, basate sui flussi elettorali e sui numeri. La scelta di correre da soli farebbe – forse- scattare qualche seggio per il movimento Cinque Stelle, ma farebbe – di sicuro – perdere il centrosinistra. E non è vero che centrodestra e centrosinistra sono uguali, questa è una vulgata da combattere. Non è vero che siamo uguali. Se nel centrosinistra ci fossimo noi e Grillo insieme, lo contamineremmo e lo cambieremmo per sempre con i nostri comuni valori e le nostre idee. Con tutti i difetti ed i limiti, che noi abbiamo sempre denunciato e non occultato, il centrosinistra non ha un Berlusconi ed ha un’idea di società profondamente diversa dal Pdl. Detto questo, una precisazione: l’Italia dei Valori vede in Grillo e nel suo movimento una ricchezza, una risorsa da coinvolgere nel progetto dell’Italia futura. Per questo motivo crediamo che Bersani, o chi per lui, debba aprire ai grillini. Noi siamo disponibili a fare da pontieri per l’estensione dell’ alleanza, perché la riteniamo una carta vincente. Crediamo anche che Grillo debba assumersi la responsabilità di guidare il suo movimento all’interno di una coalizione per costruire un’Italia migliore. Fuori dalle secche di una protesta che alla lunga rischia di essere sterile o travolgere tutto e tutti, alimentando il sentimento di antipolitica. Sta a loro, ora, decidere. Berlusconi è alla finestra che aspetta e spera.Last edited by odisseo; 21-09-2010, 21:30:42."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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L’aula di Montecitorio ha bocciato la richiesta di autorizzazione all’uso di intercettazioni riguardanti Nicola Cosentino, che ora dunque non potranno essere più utilizzate. I favorevoli al rifiuto della richiesta sono stati 308, i no 285. A votare no sono stati Pd, Idv, Fli, Udc e Api. Sì di Pdl e Lega. Il voto, su richiesta del Pdl, e’ avvenuto a scrutinio segreto. Il relatore della Giunta per le autorizzazioni, Nino Lo Presti (Fli), aveva chiesto all’aula di respingere la richiesta dei magistrati di Napoli Repubblica di Napoli nell’ambito delle indagini sulle attivita’ criminali delle varie famiglie camorristiche di Casal di Principe, in provincia di Caserta. Si tratta della stessa indagine nell’ambito della quale era stata avanzata a settembre 2009 una domanda di arresto di Cosentino, negata dall’aula.Ciao.
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chi è che ha votato con Pdl e Lega ?!Originariamente Scritto da SPANATEMELAparliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentusOriginariamente Scritto da GoodBoy!ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?
grazie.
PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
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Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza Messaggiochi è che ha votato con Pdl e Lega ?!Ciao.
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Da LIBERO:
LA CASA E' DI TULLIANI
Da LIBERO:
Si dirada la nebbia che avvolge la casa di Montecarlo lasciata ad An dalla contessa Anna Maria Colleoni. A risolvere il giallo è il governo del paradiso fiscale di Santa Lucia che ha rivelato, senza ombra di dubbio, che "il proprietario della società off shore (che ha comprato e rivenduto l'appartamento) è Giancarlo Tulliani". E' scritto tutto nero su bianco, in una lettera che il ministro della giustizia dell’isola caraibica ha inviato al suo primo ministro. Il documento benché riservato è stato pubblicato dalla stampa locale.
È stato quindi il cognato di Gianfranco Fini ad acquistare la casa di BoulevardPrincesse Charlotte con la Printemps Ltd l’11 luglio 2008 ed è stato poi lui a rivendersela alla Tulliani immobiliare (Timara Ltd) al solo scopo di confondere le tracce sulla proprietà.
Dalla vendita Alleanza Nazionale ha ricavato la cifra irrisoria di 300 mila euro, rifiutando la più cospicua offerta di oltre un milione di euro. È chiaro il danno inferto al partito politico e l’ingente vantaggio finanziario consentito al cognato di Fini, che può ora rivendersi l’immobile al reale valore di mercato, guadagnando anche il denaro che sarebbe dovuto finire nelle casse del partito. E' ancor più chiaro che la terza carica dello Stato dovrà rompere il silenzio e spiegare agli ex di An e non solo come sia stato possibile quel passaggio di proprità dalla famiglia politica alla famiglia personale.
L'ex tesoriere si dimette - Intanto cade la prima testa. Il senatore Francesco Pontone, ex tesoriere di An e firmatario dellì'atto di cessione alla Printemps Ltd, ha rassegnato le dimissioni dalla presidenza del comitato di gestione del partito, per motivi personali e mancanza di motivazione. Ascoltato dai pm di Piazzale Clodio la scorsa settimana, lo stesso Pontone aveva precisato di essere stato solo "un mero esecutore" dei vertici di An. In pratica, scaricando tutta la responsabilità su Fini.Last edited by VINICIUS; 22-09-2010, 13:31:07.Ciao.
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Originariamente Scritto da VINICIUS Visualizza MessaggioIl voto era segreto, ci sono circa 37 persone che si sono smarcati e hanno votato con pdl e lega!
Parlo di comuni cittadini, sia chiaro, dagli eletti del PDL non mi aspetto nulla: sono stati ricompensati a sufficienza, con soldi e poltrone, dal loro capocosca, da non avere più il diritto al pensiero autonomo.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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