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Italiani: egli risorse a Natale
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Originariamente Scritto da gorgone Visualizza Messaggiose avessi visto l'era glaciale sapresti che il leone non mangia schifezze.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioIndicami un animale spazzino, ti prego. Anzi visto che stai a Roma liberalo dallo zoo e conducilo a casa Veltroni
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Finalmente qualcosa di sinistra
Ma a dirla sono i finiani Lettera aperta di Farefuturo ai pidiellini moderati. Paradossalmente un manifesto di quello avrebbe dovuto dire il Pd che affida, invece, il suo controcanto a Veltroni e alla sua algida lettera al Corriere della Sera Messaggi chiari e coraggio delle proprie idee. Nanni Moretti lo suggerisce al suo centrosinistra ormai da decenni. E invece sembra esser stato ascoltato dai “dissidenti” del Pdl, i finiani di Farefuturo. Che oggi scrivono (l’ennesima) lettera all’universo berlusconiano.
“Ma come parla? Le parole sono importanti”, diceva Moretti in “Palombella Rossa” nel 1989. Pds, Ds, Ulivo, Pd: il centrosinistra pare continui a non seguire i suggerimenti del regista. I vari segretari hanno lasciato correre anche quel “D’Alema reagisci, dì qualcosa di sinistra”, nel film “Aprile” del 1998, con l’Italia in piena era berlusconiana. E sono ormai passati quasi dieci anni da quando nel febbraio 2002 in piazza Navona il regista accusò pubblicamente i vertici del partito: “Con questo tipo di dirigenti non vinceremo mai”. Moretti criticava agli allora leader dell’Ulivo la “timidezza, la moderazione, il non saper più parlare alla testa, all’anima, al cuore delle persone”. Il problema del centrosinistra, disse, “è che per vincere bisogna saltare due, tre o quattro generazioni”. Una è già andata. E a leggere la lettera del fondatore del Partito Democratico, “Scrivo al mio Paese e vi dico cosa farei”, pubblicata dal Corriere della Sera, sembra che ancora una volta Moretti rimarrà inascoltato.
Veltroni parla di “partiti contraenti”, di “monarchia livida”, “suggestioni di democrazia” e “globalizzazione diseguale”. Si rivolge agli “italiani che tornano a casa, a quelli che non si sono mossi perché lavoravano o perché non possono lavorare”. Si scaglia (?) contro uno “Stato che alimenta autentici colossi del malaffare come quelli emersi in questi mesi”. E spera “che si concluda rapidamente l’era Berlusconi”. Il premier, scrive l’ex segretario del loft, “è stato un limite drammatico per il bipolarismo” perché “la sua anomalia ha costretto dentro recinti innaturali, pro o contro, una dialettica politica che avrebbe potuto e dovuto esprimersi nelle forme tipiche della storia del moderno pensiero politico occidentale”. E’ scritto proprio così. E ancora: “Senza Berlusconi in Italia potremo finalmente avere un vero bipolarismo”. Questa la responsabilità del Cavaliere di Arcore, secondo Veltroni.
Farefuturo, la fondazione che fa capo a Gianfranco Fini, descrive un’altra realtà. Si rivolge ai “berlusconiani moderati”, intesi come “non custodi del culto berlusconiano, non pasdaran, non addetti al massacro del dissidente”. Ricorda “la rivoluzione liberale, c’era il sogno di cambiare l’Italia. C’era una casta da sostituire, una politica da rigenerare. E le armi erano efficaci: meno tasse, più libertà, la promessa di un’etica pubblica migliore. Liberalismo e laicità”. E adesso? “Siete così convinti che la rivoluzione liberale possa avere il volto di Putin e consumarsi sotto il tendone di Gheddafi? Davvero credete che possa essere cantata da Vittorio Feltri e dal suo Giornale? Davvero pensate che la Rivoluzione liberale possa affidarsi alle mani di Cosentino e di Verdini? E possa rispecchiarsi nel senatore Quagliariello che grida assassino a Beppino Englaro e a chi ha mostrato solidarietà a un padre travolto da diciassette anni di dolore? Siete sicuri che la Rivoluzione liberale abbia poi tutto questo bisogno di chiamate alle armi, di incitamenti alla fedeltà al capo, di squadre della libertà e di autodafé contro i traditori? La Rivoluzione liberale è quella racchiusa nel documento del 29 luglio, con cui il Pdl espelle uno dei fondatori?”. Ma non è finita. Ci sono anche gli ex alleati della Lega. Umberto Bossi, Roberto Cota, Roberto Calderoli. “Medici e presidi spia, respingimenti in mare, conflitti con le nazione unite, schedature”. E poi “i culattoni, i maiali al guinzaglio: davvero volete che le vostre idee e i vostri progetti si tingano di verde padano?”. La Lega, scrivono i “dissidenti”, ha trasformato l’impegno da “liberale in populista. Non c’è niente di male ad ammetterlo. E non c’è niente di male a provare a cambiare strada, per non tradire se stessi. Ci sono nuovi percorsi possibili. Niente è sicuro nella vita. Ma vale la pena provare, almeno”. Punto. Mittente: Farefuturo. E Moretti si accenderà un’altro mega spinello. Come in Aprile, guardando il duello D’Alema-Berlusconi a Porta a Porta. “Reagisci”.Originariamente Scritto da gorgoneè plotino la chiave universale per le vagineOriginariamente Scritto da gorgonesecondo me sono pazzi.
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Giri di Walter Nuovi arrivi da Saturno. Dopo Passera e Mancuso, l’astronave che riporta in patria gli italiani reduci dallo spazio, praticamente una navetta, ci ha restituito ieri Uòlter Veltroni. Il quale, appena atterrato, ha scritto una lettera agli italiani: “Scrivo al mio Paese e vi dico che cosa farei”. E, per risparmiare sull’affrancatura, l’ha mandata al Corriere. Il genere epistolare non deve stupire: tutti i migliori comici, da Totò a Peppino, da Benigni a Troisi, ne han fatto largo uso. Totò, salendo sul wagon lit, chiamava a raccolta “fuochisti, macchinisti, ferrovieri, frenatori, uomini di fatica”. Uòlter, scendendo dall’Ufo, si rivolge “agli italiani che tornano a casa”, ma anche “a quelli che non si sono mossi”; a quelli che non si sono mossi “perché lavoravano”, ma anche a quelli che non si sono mossi “perché non possono lavorare”; “agli imprenditori”, ma anche “ai nuovi poveri italiani” (a quelli vecchi no).
A tutti rammenta che “in fondo due anni fa quasi 14 milioni di italiani fecero la croce sul simbolo che conteneva il mio nome come candidato premier”. Ecco, 14 milioni di croci sul suo nome. Ma lui non sospettò nulla. Anzi seguita a interrogarsi su quella banale questione aritmetica che gli negò la vittoria: “Se un milione e mezzo dei 38 milioni di votanti avesse scelto il centrosinistra riformista invece di Berlusconi, ora saremmo noi a guidare il Paese. Ma non è successo, per tanti motivi. Come cercherò altrove di approfondire, credo più per ragioni profonde e storiche che per limiti di quella campagna elettorale che si concluse col risultato più importante della storia del riformismo italiano”. Ha perso, ma è come se avesse vinto (infatti ora spiega come si vince: “No a sante alleanze anti-premier, così si perde”, parola di esperto). Comunque non è stata colpa sua. Due anni su Saturno non gli son bastati per capire cosa accadde nel 2008, ma cercherà “altrove di approfondire”. Gli offriamo un riassuntino. Novembre 2007: dopo due anni di fallite “spallate” a Prodi, B. è politicamente morto, snobbato da Bossi e scaricato da Fini che lo chiama “comica finale”. Poi entra in scena Uòlter e apre un “tavolo delle riforme”, ma non con Fini e Bossi aiutandoli a seppellire il nano, bensì col nano aiutandolo a riannettersi Fini e Bossi. Effusioni da fidanzatini di Peynet, poi l’accordo per una legge elettorale bipartitica, che costringe Fini a rientrare a corte di B., mentre Uòlter minaccia di morte i partiti alleati (“se si va a votare, il Pd corre da solo”). Risultato: Mastella si accorda con B. per votare col vecchio porcellum e rovescia Prodi. B. risorge per la terza volta. In campagna elettorale chiama Uòlter “maschera di Stalin”, ma Uòlter porge l’altra guancia: non solo non l’attacca mai, ma nemmeno lo nomina per non cadere in tentazione (“il principale esponente dello schieramento avversario”). Già che c’è, riabilita pure Craxi e affida le liste Pd in Sicilia al compagno Crisafulli, vecchio amico del boss di Enna, dunque rieletto senatore. Naturalmente perde le elezioni (38% Pdl, 33 Pd), regalando a B. la maggioranza più oceanica della storia. Non contento, persevera col “dialogo”: promette “opposizione costruttiva” al peggior governo della galassia e non candida nessuno contro Schifani alla presidenza del Senato. Così il Pd perde pure tutte le regioni su piazza (Friuli, Abruzzo, Sardegna). Poi Uòlter s’imbarca per Saturno.
Ora pare guarito: riesce a scrivere tre volte “Berlusconi”, scopre “la logica personale dei suoi interessi” e “l’aria putrida dei ricatti”, ricorda che “la mafia è politica” (avrà parlato con Mirello), paventa financo “rischi di democrazia autoritaria”. Tutto giusto, tutto perfetto (a parte la sparata tutta berlusconiana delle “croci sul mio nome”). La lettera parrebbe persino profetica, se fosse stata scritta nel ‘94. Oggi invece i destinatari potrebbero domandare al mittente: scusa, Uòlter, anziché raccontarci “cosa farei” ora che non conti più nulla, ci spieghi perché non hai fatto qualcosa quand’eri vicepremier, poi segretario dei Ds e poi del Pd? Perché le lettere hanno questo, di seccante: che ogni tanto qualcuno risponde.
Originariamente Scritto da gorgoneè plotino la chiave universale per le vagineOriginariamente Scritto da gorgonesecondo me sono pazzi.
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioOttimo Travaglio su Veltroni. Speriamo che lo fermino prima che porti Berlusconi al Quirinale.
In una delle ultime puntate di annozero santoro chiese a veltroni, ospite in studio, se per caso avesse avuto intenzione di ricandidarsi. Cioe', sentiva davvero la mancanza di Veltroni, roba da disdire veramente il canone.B & B with a little weed
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Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza MessaggioIn una delle ultime puntate di annozero santoro chiese a veltroni, ospite in studio, se per caso avesse avuto intenzione di ricandidarsi. Cioe', sentiva davvero la mancanza di Veltroni, roba da disdire veramente il canone.
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Originariamente Scritto da ikuape86 Visualizza Messaggiotemo e spero fosse ironicoB & B with a little weed
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Originariamente Scritto da Liam & Me Visualizza Messaggiono no macche', era serissimo
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Dopo l’abbraccio da vecchi amici, Berlusconi… Dopo l’abbraccio da vecchi amici, Berlusconi dovrebbe chiedere al Gheddafi che arriva a Roma con il suo circo cavalli e affari, come se la passano i profughi eritrei riportati in Libia per obbedienza ai respingimenti programmati dal ministro Maroni più che mai orgoglioso d’aver fermato l’invasione straniera. Forse manca il tempo per discutere di cose tutto sommato secondarie mentre Unicredit, Eni, Enel aspettano che Tripoli apra la borsa dei milioni. Per non disturbare l’alta finanza e le piroette dei cavalli, la Federazione Nazionale della Stampa chiede il permesso di visitare i recinti dove sono sepolti i profughi fuggiti dalla dittatura più feroce del continente, eppure respinti dall’Italia che ne ha affidato la tutela a Gheddafi. Uomini e donne sfiniti da una prigionia che contempla torture e ogni abuso perché nella Libia del signore dei turbanti, le donne non sono nessuno se povere, o vittime di stupro, orfane e vedove.
Peccati senza perdono; rinchiuse in centri diciamo sociali dai quali nessuna ragazza è mai uscita. I giornalisti italiani offrono di consolidare l’amicizia con una trasparenza finora negata alle organizzazioni umanitarie alle quali è proibito controllare se la disperazione dei prigionieri sia davvero terribile come testimoniano voci che svaniscono nel silenzio. Chissà perché la Libia proibisce di mettere naso negli “affari interni”; l’Italia si fida mentre 245 rifugiati politici, respinti con l’allegria di un ministro contento, sono passati da un lager all’altro, rinchiusi nei container bollenti in viaggio verso il deserto del sud. Spariti. Bisogna dire che è imbarazzante per Berlusconi aprire il discorso. Amicizie e interessi africani consigliano di lasciar perdere. Gheddafi è amico di Isayas, dittatore eritreo: ha fatto sparire 11 ministri ed espulso l’ambasciatore italiano Bandini perché voleva sapere dove erano finiti. Ma Isayas è anche amico della famiglia Berlusconi: Paolo ha in progetto di costruire mille appartamenti nel lungo mare di Massaua. E per rilassare l’ospite, il fratello presidente lo ha invitato a Villa Certosa. Scortesia chiedere a Gheddafi dei fuggitivi che non sopportano Isayas. Eppure i giornalisti inopportuni insistono: vogliono vedere.Originariamente Scritto da gorgoneè plotino la chiave universale per le vagineOriginariamente Scritto da gorgonesecondo me sono pazzi.
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"Il Nuovo Ulivo fa sbadigliare
è ora di rottamare i nostri dirigenti"
Matteo Renzi: per sconfiggere Berlusconi dobbiamo liberarci di D'Alema, Veltroni, Bersani, senza distinzioni. La questione della leadership non riguarda me, ma Zingaretti, Chiamparino, Vendola
ROMA - "Nuovo Ulivo? Uno sbadiglio ci seppellirà. Mandiamoli tutti a casa questi leader tristi del Pd".
Ambizioso programma, sindaco Matteo Renzi.
"Non è mica solo una questione di ricambio generazionale. Se vogliamo sbarazzarci di nonno Silvio, io così lo chiamo e non caimano, dobbiamo liberarci di un'intera generazione di dirigenti del mio partito. Non faccio distinzioni tra D'Alema, Veltroni, Bersani... Basta. E' il momento della rottamazione. Senza incentivi".
Rottamare i "vecchi" del Pd vuol dire automaticamente sbarazzarsi di Berlusconi?
"E' la precondizione, il punto di partenza. Ma li vedete? Berlusconi ha fallito e noi stiamo a giocare ancora con le formule, le alchimie delle alleanze: un cerchio, due cerchi, nuovo Ulivo, vecchio Ulivo... I nostri iscritti, i simpatizzanti, i tanti delusi che aspetterebbero solo una parola chiara per tornare a impegnarsi, assistono sgomenti ad un imbarazzante Truman show. Pensando: ma quando si sveglieranno dall'anestesia? Ma si rendono conto di aver perso contatto con la realtà?".
Che cosa propone di fare?
"Lo statuto del Pd parla chiaro, anche se ovviamente è rimasto inapplicato: dopo tre mandati parlamentari, giù dalla giostra. Se davvero si va alle elezioni anticipate, anche se personalmente ci credo poco, alla prima assemblea nazionale per le candidature vado alla tribuna e lancio il seguente ordine del giorno: facciamo riscoprire il piacere della semplice militanza ai nostri parlamentari che hanno varcato la soglia delle tre legislature. E, potendo, anche a Di Pietro, un altro che da 20 anni pontifica su tutto, e abbiamo visto i risultati".
Resta però aperto il problema: che rapporti con Fini, con Casini, con la sinistra?
"Fini? Uno che passa da Almirante e Le Pen alla Tulliani e Barbareschi, di certo non fa per me. Però, non voglio nemmeno entrarci nel gioco del piccolo chimico. Piuttosto mi fate capire, per favore, che dice il Pd sul lavoro che cambia? Sull'innovazione? Sull'ambiente? E sulle tasse? Facevo ancora la maturità e già Berlusconi e Tremonti promettevano la riduzione a due sole aliquote. Quando siamo andati al governo noi, l'unico slogan era l'agghiacciante pagare le tasse è bellissimo. Ci sarà pure una via di mezzo...".
Cos'è, un'autocandidatura alla leadership del Pd?
"Il mestiere di sindaco di Firenze mi diverte moltissimo, e qui voglio stare. Fossi stato a sentire D'Alema, Veltroni e Bersani mai sarei entrato a Palazzo Vecchio, macinato dalle primarie. Certo, appena apro bocca è sempre la stessa musica: il solito Renzi, l'ambizioso. E che ci vuoi fare, unifico il partito, c'ho tutti contro. Ma sai che c'è? Meglio un'accusa di arroganza che un processo per diserzione. La questione della leadership non riguarda me ma il tema esiste. Eccome".
Chi riguarda allora?
"Di nomi ne vedo parecchi. Fra la gente che viene dal territorio. Da scegliere con le primarie, ovunque".
Chiamparino, Zingaretti, Vendola?
"Sicuramente sì. Tre nomi che, con caratteristiche diverse, sono in grado di dire e dare qualcosa di nuovo al Pd. Lontani dal balletto di agosto al quale stiamo assistendo con scambio di lettere o cartoline fra i nostri dirigenti da un quotidiano all'altro. Litigando".
Anche lei però aveva litigato con Zingaretti, accusandolo per la mancata candidatura alle regionali nel Lazio.
"Abbiamo litigato, ci siamo chiariti davanti ad una bistecca alla fiorentina. Ma poi, chissenefrega della polemica, di qualche parola di troppo se poi in realtà sei sulla stessa lunghezza d'onda. Io penso che oggi Nicola sia fra quelli che nel Pd rappresentano le novità".
Quarantenni e territorio: è la formula per cambiare il Pd?
"Penso sia la combinazione giusta per ascoltare e raccogliere le indicazioni del nostro popolo. Più che cambiare però io direi proprio: azzerare".
Sembra di sentire Nanni Moretti.
"Io però faccio politica col Pd e sono impegnato nel mio ruolo di amministratore. E soprattutto quel grido di piazza Navona, "andate a casa", allora era di un solo intellettuale. Oggi temo sia condiviso della stragrande maggioranza del popolo democratico".
Un barlume di speranza c'è!
"Il Nuovo Ulivo fa sbadigliare è ora di rottamare i nostri dirigenti" - Repubblica.it"Sii tu il cambiamento che vuoi vedere nel mondo" (Gandhi)
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Gheddafi show nella capitale
"Islam diventi religione Europa"
L'arrivo del Colonnello per celebrare l'anniversario della firma del trattato di amicizia con l'Italia. Centinaia di ragazze ad attenderlo nella residenza dell'ambasciatore per la lezione di Corano. Tre si convertono, due se ne vanno stizzite: "Non ci hanno pagato". Per il leader libico un calendario fitto di appuntamenti privati
Gheddafi show nella capitale "Islam diventi religione Europa" - Repubblica.it"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Originariamente Scritto da odisseo Visualizza MessaggioGheddafi show nella capitale
"Islam diventi religione Europa"
L'arrivo del Colonnello per celebrare l'anniversario della firma del trattato di amicizia con l'Italia. Centinaia di ragazze ad attenderlo nella residenza dell'ambasciatore per la lezione di Corano. Tre si convertono, due se ne vanno stizzite: "Non ci hanno pagato". Per il leader libico un calendario fitto di appuntamenti privati
Gheddafi show nella capitale "Islam diventi religione Europa" - Repubblica.itIn un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza MessaggioStrano che i nostri difensori dei valori nazionali che si annidano nel PDL e nella Lega non abbiano trovato il tempo di squittire qualcosa in risposta al colonnello-Saladino
i leghisti"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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