Italiani: egli risorse a Natale

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  • ikuape86
    L' oristanese pizzaiolo
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    • Oristano
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    nemmeno Dio li vuole al suo fianco altrimenti se li sarebbe già presi(entrambi)

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    • VINICIUS
      Lo Sbloccafemmine
      • Jun 2005
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      • Sicilia
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      Riporto un link da youtube trovato sul sito del fatto quotiduano.

      YouTube - Integrale."BERLUSCONI UOMO DELLA DIVINA PROVVIDENZA".DON VERZE' BEATIFICA IL PREMIER DAL DUOMO.



      Da notare le belle personcine nelle prime file: Feltri, Confalonieri, Fede...



      .
      Last edited by VINICIUS; 22-07-2010, 03:42:19.
      Ciao.

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      • Pippo mio
        Flying psychonaut
        • Jan 2008
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        • CTzen
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        Barbara Berlusconi si laurea: don Verzè le offre la cattedra e umilia i laureati italiani



        I poveri ricercatori italiani che non hanno spinte e raccomandazioni sufficienti a raggiungere una cattedra, ai poveri studenti che s’illudono un giorno di poter insegnare, Don Verzè ha mollato ieri uno sganassone di quelli che ricorderanno a lungo.

        Nell’occasione della laurea di una delle figlie di Berlusconi, l’anziano sacerdote e rettore le ha proposto al volo di diventare docente di una novella Facoltà d’Economia. La giovane berluschina però non è esattamente un luminare e nemmeno vanta pubblicazioni o lavori tali da farla svettare sugli altri studenti, rispetto ai quali è addirittura arrivata lunga al conseguimento della laurea triennale in filosofia.

        Già, una laurea triennale, quel giochino inventato per aumentare il numero dei "laureati" italiani, troppo scarso rispetto agli altri paesi europei, che ha poi aperto le gabbie a mostruosità di ogni tipo, fornendo molti italiani del fatidico pezzo di carta,sotto il quale però non si nasconde affatto una preparazione simile alle lauree tradizionali.

        Così, mentre milioni di studenti italiani impazziscono di fronte al muro gerontocratico e ai tagli sempre più profondi e mortali all’istruzione, il rettore beneficato da cotanto babbo offre una docenza alla sua pargola fresca di diploma triennale e in altre faccende affacendata (due figli, impegni nelle aziende del padre e in associazioni di pessimo gusto con altri rmpolli), tanto da lasciare perplessa lei per prima.

        Si è inalberata solo una docente finora, che ha scritto una lettera al prete-rettore spiegando quanto sia umiliante per tutti (docenti e studenti) una tale e servile sfacciataggine, una docente con la quale c’è da essere solidali perché, visti i tempi, il suo posto di lavoro alle dipendenze di Don Verzè traballa e il rischio di finire nella lista di proscrizione dove si allineano i nemici del capo (chiunque non lo lecchi con foga sufficiente) e non trovare altre occupazioni accademiche è reale e attuale.


        http://www.agoravox.it/Marina-Berlusconi-si-laurea-don.html
        Underground BodyBuilding Militia


        Originariamente Scritto da Ingegnere88
        lo inserisco tutto e godo,solo che + godo e + ne ho voglia

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        • Je ssò Foorttt''
          Bodyweb Senior
          • Jan 2008
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          • Pescara
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          Non sò se è stato postato
          YouTube - Tony Troja spiega ad Emilio Fede cosa sia un'agenda rossa

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          • ikuape86
            L' oristanese pizzaiolo
            • Feb 2005
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            • Oristano
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            Eolico, Cappellacci: non solo Farris, altre nomine frutto di un patto elettorale per la sua candidatura
            Non solo Ignazio Farris all’Arpas, la stessa candidatura di Ugo Cappellacci alla regionali sarde sarebbe stata frutto di un preciso accordo elettorale in base al quale, una volta arrivato alla poltrona di governatore, Cappellacci avrebbe proceduto alle nomine decise dal coordinatore del Pdl, Denis Verdini. La rivelazioni sono del Messaggero che oggi riporta i retroscena dell’interrogatorio-fiume cui il presidente della Regione Sardegna è stato sottoposto nella tarda serata fra venerdì e sabato scorso.
            Nomine decise lontano dalla Sardegna - Durante le sei ora di colloqui, Cappellacci avrebbe ammesso senza remore che molte altre nomine ai vertici di agenzie regionali furono concordate oltre a quella di Farris, imposta da Verdini e richiesta a quest’ultimo dall’uomo d’affari sardo Flavio Carboni. Cappellacci ha spiegato che il direttore dell’Arpas fu scelto da una commissione “che aveva indetto una procedura a evidenza pubblica”, scrive Il Messaggero, mentre i suoi legali, Alessandro Diddi e Guido Manca-Bitti hanno depositato alcune sentenze della Consulta che legittimano questo tipo di pratica.
            Il patto pre-elettorale - Insomma la nomina di Farris a capo dell’Arpas e quella di altri personaggi, per ora ignoti, ai vertici di altre agenzie sarebbero state stabilite a priori in base ad un preciso accordo elettorale pattuito, all’interno del Pdl, all’atto stesso della candidatura di Cappellacci. Il governatore sardo passa quindi di mano la patata bollente affermando di avere semplicemente seguito le indicazioni date dal coordinatore del suo partito. A quali interessi obbedisse poi Verdini, sembra che non interessi poi tanto il capo della giunta sardo.


            la galera è poco....

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            • ma_75
              Super Moderator
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              Che Cappellacci fosse un uomo di paglia di Berlusconi non ci voleva tanto a capirlo. A parte quelle centinaia di migliaia di sardi (che notoriamente non brillano per acume politico) che l'hanno votato, contenti del fatto che fosse tanto amico del sultano di Arcore. E ora piangono. Che crepino pure insieme a lui.
              In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
              ma_75@bodyweb.com

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              • Sean
                Csar
                • Sep 2007
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                • In piedi tra le rovine
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                Don Verzè sta fuori, e non da oggi. Se il Vaticano non dormisse dovrebbe richiamarlo severamente, e magari sospenderlo a divinis.
                ...ma di noi
                sopra una sola teca di cristallo
                popoli studiosi scriveranno
                forse, tra mille inverni
                «nessun vincolo univa questi morti
                nella necropoli deserta»

                C. Campo - Moriremo Lontani


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                • ikuape86
                  L' oristanese pizzaiolo
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                  Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                  Don Verzè sta fuori, e non da oggi. Se il Vaticano non dormisse dovrebbe richiamarlo severamente, e magari sospenderlo a divinis.
                  speriamo che venga richiamato da qualcuno più in alto, lui e l'amichetto

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                  • ikuape86
                    L' oristanese pizzaiolo
                    • Feb 2005
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                    Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                    Che Cappellacci fosse un uomo di paglia di Berlusconi non ci voleva tanto a capirlo. A parte quelle centinaia di migliaia di sardi (che notoriamente non brillano per acume politico) che l'hanno votato, contenti del fatto che fosse tanto amico del sultano di Arcore. E ora piangono. Che crepino pure insieme a lui.

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                    • odisseo
                      Bodyweb Senior
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                      INTERCETTAZIONI

                      Ddl, obbligo di rettifica per i blog
                      No al privilegio per i parlamentari


                      ROMA - La Commissione Giustizia della Camera ha concluso l'esame agli emendamenti al ddl intercettazioni 1. Un testo che è stato approvato con una sostanziale novità: l'udienza "filtro", uno strumento che prevede la possibilità di pubblicare le intercettazioni considerate "rilevanti" al termine di una udienza tra gip, avvocato dell'accusa e della difesa. Questi, invece, le altre novità: dal comma D'Addario, all'obbligo di rettifica dei blog.

                      Comma D'Addario.
                      Passa l'emendamento che riduce da quattro a tre anni la pena massima per le registrazioni nascoste e quindi considerate fraudolente. Un divieto sorto sull'onda del caso D'Addario ma applicabile anche ai giornalisti per le modalità della registrazione che, ad esempio, è anche quella delle trasmissioni basate sulla 'candid camera'.

                      Blog.
                      Nel ddl intercettazioni resta la norma che obbliga anche i blog a pubblicare entro 48 ore le rettifiche. "Per i siti informatici compresi i giornali e i periodici diffusi per via telematica le rettifiche sono pubblicate entro 48 ore dalla richiesta con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono". "Si tratta - commenta la democratica Donatella Ferranti - di un ingiustificato ostacolo ai nuovi strumenti di comunicazione. Si rischia così di paralizzare il blog".

                      No privilegio parlamentari. Non sarà più necessaria l'autorizzazione delle Camere per le intercettazioni indirette di parlamentari. Approvato all'unanimità un emendamento dell'Udc che sopprime la norma inserita nel ddl intercettazioni al Senato con la quale si estendeva la necessità dell'autorizzazione della Camera di appartenenza anche nel caso in cui le intercettazioni dovessero essere eseguite nei confronti di soggetti diversi dai parlamentari se, da qualsiasi atto di indagine, fosse emerso che tali operazioni fossero finalizzate ad accedere alla sfera di comunicazione del parlamentare.

                      Proroga di 15 giorni.
                      Sarà possibile chiedere proroghe di 15 giorni in 15 giorni per allungare la durata delle intercettazioni. Non più di 3 giorni in 3 giorni secondo quanto era previsto dal testo uscito dal Senato. L'emendamento è stato approvato con la modifica proposta dall'Udc riguardante le indagini contro ignoti: si potranno intercettare le utenze anche di soggetti diversi dagli indagati se ci sono gli elementi per ritenere che quell'utenza sia attinente ai fatti per i quali si procede.

                      Norma Falcone. Bocciata la "norma Falcone", che garantiva anche per le organizzazioni criminali non mafiose le stesse procedure di indagine agevolate previste per le associazioni mafiose. La decisione di non far valere "i sufficienti indizi di reato" per i reati di criminalità organizzata non mafiosa, era stata presa al Senato durante l'esame in seconda lettura del testo.

                      Privata dimora. Passa l'emendamento della presidente della commissione Giustizia alla Camera, Giulia Bongiorno, sul concetto di 'privata dimora', più ampio di quello di 'luogo privato' che avrebbe quindi vietato per esempio ascolti in uffici, o auto.
                      (22 luglio 2010)


                      Ddl, obbligo di rettifica per i blog No al privilegio per i parlamentari - Repubblica.it
                      "
                      Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                      • Liam & Me
                        Bad Blake
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                        Originariamente Scritto da Sean Visualizza Messaggio
                        Don Verzè sta fuori, e non da oggi. Se il Vaticano non dormisse dovrebbe richiamarlo severamente, e magari sospenderlo a divinis.

                        non e' sonno, temo.
                        B & B with a little weed










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                        • odisseo
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                          Mangano e manganello

                          Fingiamo per un attimo di essere un Paese normale. I magistrati che indagano sulla strage di via D’Amelio dichiarano solennemente dinanzi alla commissione parlamentare Antimafia di essere “a un passo dalla verità”. Quella vera, non quella taroccata da mille depistaggi di Stato. Cioè stanno per rivelarci chi e perché ha voluto la morte violenta di Paolo Borsellino e degli uomini della sua scorta. Dall’intero Paese, a cominciare dalla stampa, dalla classe politica e dalle più alte cariche istituzionali sempre pronte a lanciare moniti perché “sia fatta piena luce”, dovrebbe levarsi un coro unanime di applausi, di gratitudine, di encomi solenni. Il governo dovrebbe chiedere ai magistrati che cosa possono fare le istituzioni – più uomini, più mezzi, più risorse, più sostegno – perché anche quell’ultimo passo sia compiuto al più presto. E interrogarsi sui provvedimenti da prendere.

                          Invece tutto il contrario. Un senatore della Repubblica, fondatore del partito che governa, condannato in appello per mafia e imputato per calunnia aggravata contro alcuni pentiti (in un processo che lui stesso ha bloccato alle soglie della sentenza d’appello con una richiesta di “legittima suspicione” per traslocarlo in un altro tribunale, avvalendosi di una legge vergognosa, la Cirami, che i suoi presunti oppositori si sono ben guardati dall’abrogare sebbene avessero solennemente promesso ai loro elettori di cancellarla), continua a ripetere che il suo eroe è Vittorio Mangano. Cioè il boss sanguinario travestito da stalliere che Borsellino, insieme con Falcone, fece condannare per mafia e per traffico di droga e che, due mesi prima di morire, definì in un’intervista a due giornalisti francesi “la testa di ponte di Cosa Nostra nel Nord Italia per il traffico di eroina”.

                          Intanto il presidente del Consiglio, in visita al Milan, se la prende con le fiction e i film sulla mafia che, parlandone, ingigantirebbero la pericolosità di quell’opera pia. I suoi principali collaboratori, terrorizzati, manganellano i pm che han detto di essere a un passo dalla verità sulla strage, accusandoli di lanciare messaggi mafiosi al Parlamento solo perché hanno pronunciato un’ovvietà: e cioè che non sono sicuri che la classe politica sia pronta a fronteggiare l’onda d’urto della verità che emerge dalle indagini (per comprenderne la portata, basta fare la conta delle decine di politici, funzionari, dirigenti e agenti dei servizi e delle forze dell’ordine coinvolti direttamente o indirettamente nelle trattative e nei depistaggi). Un giornale sedicente indipendente come il Corriere scrive in prima pagina, a firma Panebianco, che il Csm dovrebbe tappare la bocca ai pm per evitare che rilascino dichiarazioni “clamorose e avventate” (e che ne sa lui?). Intanto gli house organ del premier titolano a tutta prima pagina: “Una bomba sulla testa di Berlusconi. Questo è terrorismo” (il Giornale), “I giudici minacciano Silvio. Messaggio esplosivo e sinistro dai pm siciliani”. Secondo Feltri, i magistrati “terroristi” vogliono addirittura “liquidare la maggioranza legittimamente eletta con metodi da repubblica delle banane”.

                          Evidentemente in casa B. si sanno cose che non solo noi, ma nemmeno i magistrati conoscono. La Procura di Caltanissetta sta indagando su via D’Amelio e sulla retrostante trattativa (oggetto di accertamenti anche a Palermo) intrecciata dai vertici del Ros con Cosa Nostra tramite Vito Ciancimino nell’estate del ’92, quando al governo c’erano ancora i partiti della Prima Repubblica e l’avvento di B. era di là da venire (è quella di Firenze, per ora silente, a indagare sul ‘93 e il possibile ruolo di Forza Italia). Dunque a preoccuparsi dovrebbero essere i reduci di quella stagione, non i protagonisti di quella che le subentrò. Invece in casa B, appena si avvicina la verità su via D’Amelio, pensano subito a B. La prima gallina che canta è quella che ha fatto l’uovo. Nessuna persona normale, quando apprende che si sta per scoprire il colpevole di una strage, si preoccupa per sé. Nessuna, tranne B. Perché?


                          da il Fatto Quotidiano del 22 luglio 2010
                          "
                          Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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                          • VINICIUS
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                            L'ho letto anch'io, e l'articolo di Travaglio è un po' la questione che frulla nella testa di tutti: perché, anziché appoggiare i magistrati sulla vicenda Borsellino, si parano il sedere in modo preventivo? Questo è il tipico atteggiamento di chi ha il carbone bagnato ma non oso soffermarmi su un'idea del genere.
                            Ciao.

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                            • ma_75
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                              Originariamente Scritto da VINICIUS Visualizza Messaggio
                              L'ho letto anch'io, e l'articolo di Travaglio è un po' la questione che frulla nella testa di tutti: perché, anziché appoggiare i magistrati sulla vicenda Borsellino, si parano il sedere in modo preventivo? Questo è il tipico atteggiamento di chi ha il carbone bagnato ma non oso soffermarmi su un'idea del genere.

                              Non vedo molte alternative...se uno ha paura di una inchiesta è perchè evidentemente è coinvolto. D'altra parte se scoprissi che Berlusconi nasconde Osama a Villa Certosa non mi stupirei.
                              In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                              ma_75@bodyweb.com

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                              • odisseo
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                                il punto di vista di Facci



                                Un PASSO DA SANATORIO



                                Q
                                uesto è andato. Marco Travaglio ha scritto che questo Paese in coro - tutti: stampa, politici, istituzioni - semmai dovrebbe alzarsi ad applaudire quei pm siciliani che dicono di essere «a un passo dalla verità» sulla strage di via D’Amelio. Un «Paese normale» dovrebbe festeggiarli e aiutarli e spronarli, dice. Cioè: una truppa spesso invasata di pm antimafia - i nomi sono sempre quelli - ha indagato per 18 anni in un infinito intrico di indagini, filoni, pentiti, processi, giudici e gradi di giudizio; non hanno mandato in galera colpevoli e mandanti ma hanno messo all’ergastolo innocenti, come ha dimostrato Gaspare Spatuzza e come quindici anni fa aveva già rivelato Carmelo Canale, principale collaboratore di Paolo Borsellino che i pm invece perseguitarono sino alla sua completa assoluzione di pochi giorni fa. Canale era anche parente di Antonino Lombardo, maresciallo dei carabinieri che doveva prelevare il pentito Tano Badalamenti negli Stati Uniti affinché smontasse le accuse di Tommaso Buscetta contro Andreotti: ma Lombardo si uccise - meglio di chiunque l’ha raccontato Lino Iannuzzi - dopo un terrificante linciaggio mediatico a Samarcanda (Santoro) e dopo che era trapelata la voce che stessero per arrestarlo. Ergo certi buffoni, che da 18 anni aprono e riaprono inchieste fallite su oscuri burattinai e trattative e cazzate varie, altro che applauditi: andrebbero indagati, sospesi e processati magari anche da una bella Commissione parlamentare.
                                "
                                Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"

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