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Italiani: egli risorse a Natale
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Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggioha dato un lavoro a mentecatti come Gasparri, ti pare poco?"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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IL RETROSCENA
Il Cavaliere carica l'arma del voto
"In atto una manovra per ingabbiarmi"
Il premier pensa alle elezioni anticipate. Il nodo principale è Fini, ritenuto strumento di magistrati e poteri forti. "Tra lui e Napolitano non si riesce a combinare più nulla, non gli va bene niente". Verso un incontro a due la settimana prossima
Il Cavaliere carica l'arma del voto "In atto una manovra per ingabbiarmi" - Repubblica.it"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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La Brambilla sfida il popolo viola - brambilla, intercettazioni, popolo viola - Libero-News.it
l popolo viola in piazza è già sceso, accompagnato da politici, giornalisti e conduttori tv, tutti rigorosamente con un post-it davanti alla bocca. Il 27 luglio, però, si potrà constatare anche quanti sono coloro che appoggiano il Governo Berlusconi e, soprattutto, il ddl sulle intercettazioni.
Su proposta di Michela Vittoria Brambilla e Luca Sbardella, infatti, il Popolo della Libertà sta vagliando la possibilità di allestire in piazza di Pietra a Roma una manifestazione per dare voce a chi sul ddl ha lavorato.
Il presidio dovrebbe tenersi il 27 luglio, ossia proprio nei giorni in cui la Camera si confronterà sul pacchetto legislativo.
Dalle indiscrezioni la manifestazione coinvolgerà a turno tutti i big del partito, compreso il premier Silvio Berlusconi. Una sorta di grande “oratoria”, quindi, con due obiettivi: da un lato difendere un provvedimento che lo zoccolo duro del Pdl ritiene sacrosanto, dall’altro far ripartire l’iniziativa politica del partito ricercando un’immagine di unità in un mese così tribolato per la maggioranza"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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intanto Di Pietro ha sporto querela contro Libero perchè ha titolato che lui è con un capo della cosca,riferendosi all'arresto dei 300 ndranghetisti a Milano. Titolo basato su una foto di Di Pietro e uno degli arrestati,scattata nel 2001,foto scattata in un ristorante. Nell'articolo viene poi riportato tutto come un incontro casuale.Infatti la querela non è stata sporta contro il giornalista ma verso il giornale ,per quel titolo sensazionalistico a nove colonne da far leggere in tutte le rassegne stampa ed in tutte le edicole. Titolo che viene smentito dallo stesso articolo di riferimento ma l'importante è che venga letto "Di Pietro a
e il capo della cosca".
ora mi spiegate come si può paragonare un giornale del genere a Il Fatto Quotidiano (che a differenza di Libero oltretutto non prende nemmeno i contributi statali)?Last edited by odisseo; 15-07-2010, 21:27:41."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Poi si chiedono come faccia Di Pietro a comprarsi gli appartamenti Se i giornalai fanno di tutto per pagarglieli......ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Bugie criminali
Questa mattina, invece di occuparmi delle mille questioni politiche che devo affrontare in qualità di Presidente dell’Italia dei Valori, ho dovuto provvedere a querelare il direttore di Libero, Maurizio Belpietro, per un’altra grave scorrettezza che ha commesso ai miei danni. Ha titolato in prima pagina e a tutto campo: DI PIETRO E IL CAPOCOSCA. (scarica il pdf dell'articolo 111 Kb)
Se poi si va a leggere l’articolo, che però viene nascosto in tredicesima pagina, il giornalista Nuzzi precisa: “Di certo Di Pietro non sapeva che a chiedergli la foto era una squadretta di uomini della ‘ndrangheta”. (guarda la frase evidenziata - 401 Kb)
Insomma si scopre solo che dietro al titolo, “sparato” in prima pagina, non c’è null’altro che una foto richiesta da alcune persone presenti in un ristorante dove mi trovavo.
Anche stamattina - e ieri e l’altro ieri e da quasi vent’anni a questa parte - mi sono imbattuto come accade tutti i giorni, in persone che per strada - o al ristorante o in aeroporto o in stazione - mi chiedono una foto ricordo. E’ una prassi alla quale una persona pubblica non può sottrarsi, anche per rispetto all’interlocutore al quale non si può certo richiedere il certificato penale.
E allora perché dare tanta rilevanza a questo fatto insignificante fino a farne un titolo in prima pagina? Un motivo c’è ed è a mio avviso criminale: collegare la mia persona a quella delle altre persone che sono state appena arrestate ieri, con l’accusa di aver costituito e partecipato ad una filiale della ‘ndrangheta a Milano. Insomma far credere che anche io possa avere qualche ruolo in quella associazione mafiosa.
Il titolo a caratteri cubitali, disposto o comunque fatto disporre dal direttore Maurizio Belpietro, contiene allusioni storicamente false, volutamente denigratorie e perciò dolosamente diffamatorie.
Esso presenta evidenti “forzature” rispetto alla realtà dei fatti e viene esposto in tutta evidenza, con ampi caratteri e con appositi riquadri di richiamo, con il solo scopo di attirare e falsare l’attenzione dell’opinione pubblica su concetti che Belpietro vuole capziosamente trasmettere ai lettori.
I titoli sono fondamentali per colpire l’immaginazione del lettore. Essi rappresentano la “notizia principale”, quella che “resta nella memoria” degli ascoltatori nel tempo. La sera tardi o la mattina presto, milioni di persone, distratte o indaffarate, usano ascoltare la rassegna stampa che le varie televisioni nazionali e locali trasmettono tutti i giorni. E’ un incontrovertibile dato di fatto che l’opinione pubblica viene indirizzata soprattutto attraverso i “titoli” dei giornali e - qualora i direttori dei giornali operano in malafede come nel caso di specie – il libero convincimento viene scientemente e coscientemente manipolato.
E’ capitato così che anche ieri sera e questa mattina, milioni di persone hanno potuto (anzi, hanno dovuto) apprendere una notizia materialmente falsa, fin dalle sue fondamenta, sparata dal quotidiano Libero.
Insomma, il modo in cui il direttore Belpietro - utilizzando proprio le parole che ha usato nei titoli e nei riquadri – ha confezionato la notizia è un capolavoro di disinformazione.
Segnalo al riguardo che i titoli ed i sottotitoli hanno una loro autonoma rilevanza penale sul piano della diffamazione, come ha già avuto modo di riconoscere anche la Suprema Corte, laddove ha affermato che “se il titolo dell’articolo ha un’autonoma ed oggettiva portata offensiva, non si rende necessario passare a valutare in quale contesto essa si ponga, tenuto conto che il titolo dell’articolo ha un particolare forza di richiamo dell’attenzione del lettore, tale da prescindere dal contenuto del testo” (Cassazione, sez. terza, sentenza 19.12.2008 – 27.01.09 n.ro 1976, Presid. Di Nanni).
A tale riguardo, è stato anche più volte affermato dalla Corte di Cassazione che “può configurarsi una violazione del canone della continenza formale, ovvero di un onere di presentazione misurata della notizia, anche sulla base della considerazione autonoma del titolo di un articolo giornalistico rispetto al testo ed al contesto dell’articolo” (Cass. 07.12.05 n. 26999; Cass 25.01.2000 n. 9146; Cass 23.07.2003 n. 11455; Cass 05.04.2005 n. 7063)”.
Per queste ragioni il direttore Maurizio Belpietro dovrà rispondere in tribunale."Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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“Io e la P3” Corruzione globale
L'ex giudice tributario si confessa al deputato dell'Idv, Francesco Barbato, pensando di rivolgersi a un omonimo dell'Udeur
E Pasquale Lombardi sorrise: “Ah, tu sei Barbato? Mi fa molto, molto piacere la visita di un amico!” Il deputato rimase un attimo interdetto: “Veramente…”. Il detenuto troncò la discussione: “Sei dell’Udeur, no? E allora sempre la nostra grande famiglia democristiana è….”. Solo che il Barbato (Francesco) che era andato a trovare Lombardi nella cella, non era il Barbato dell’Udeur (Tommaso). Chissà se non sia stato questo equivoco iniziale, forse non del tutto chiarito nella conversazione successiva, a propiziare un incredibile colloquio carcerario, a tratti surreale, fra due mondi apparentemente incomunicanti: quello del dipietrista e quello del “numero tre” della cosiddetta P3.
Sta di fatto che, tre giorni fa, i due si ritrovano faccia a faccia in una cella angusta. Lombardi sdraiato sul lettino, Barbato seduto su uno sgabello. Il primo in maglietta bianca e pantaloni celesti, il secondo in giacca e cravatta. Il detenuto, ex grand commis della giustizia, l’uomo di collegamento tra il gruppo di Flavio Carboni e l’arcipelago della giustizia ha voglia di raccontare e di raccontarsi. Ad esempio con delle rivelazioni sui suoi rapporti con i leader di centrodestra e di centrosinistra (da Lusetti e De Mita ad Alfano, Cappellacci e Formigoni); ma anche con i retroscena di una incredibile rete di relazioni che mette insieme esponenti togati, travet ministeriali, raccomandazioni e convegni. Forse a tratti la ricostruzione si impreziosisce di qualche piccola millanteria. Forse talvolta la tentazione del colore addomestica gli eventi. Sta di fatto che il racconto di Lombardi è in ogni caso un documento incredibile per restituire “il tono” e il retroscena delle inchieste che stanno mettendo a soqquadro il Palazzo. Il deputato dell’Italia dei valori entra nella cella con un block notes immacolato, e ne esce con una mole d’appunti tale da dover riempire anche la copertina. Questo è il resoconto del dialogo fra lui e il detenuto.
Dottor Lombardi, perché lei è qui?
(Sorriso) Questa è una bella domanda. Il Pm, uno che mi ha preso di mira, dice che io ho molti rapporti con la magistratura. Questo, dopotutto è vero. Tutta la storia inizia perché io organizzo convegni.
In che senso?
Sì, convegni. Ne faccio dai 20 ai 25 l’anno. Scelgo i posti più belli d’Italia. Chiamo i migliori relatori, gli pago le spese. A che serve questo? A far parlare le persone, a farle conoscere.
Che tipo di convegni?
Sulla giustizia, sulle regole… Io ho un gruppo di ospiti di primissimo piano: c’è Arcibaldo Miller che conosco da trent’anni, e che più di un amico, è roba mia… e poi ci sono Martone, Caliendo, il fratello di Peppino Gargani che è doppiamente importante perché Peppino era responsabile giustizia di Forza Italia…
Ci sono solo magistrati?
No, anche dei politici. Ad esempio in Sardegna doveva venire anche Alemanno, e poi ha mandato il suo capo gabinetto, Sergio Gallo.
Come mai?
Sergio è una mia creatura. Di Cervinara, come me. Sono stato io a favorire il suo ingresso in quella squadra, a fargli avere in trasferimento al Comune.
Lei riesce a fare tutte queste cose?
(Sorriso). Anche di più.
Però non è un momento felicissimo, immagino.
Ehhh.. Se io sto in galera, oggi, è per colpa dei miei. Barbato, voi dovete seguirmi, un giorno, e io vi faccio conoscere tutta Forza Italia…..
Ma che c’entra la galera?
Vede, Carboni si è mosso troppo. Ha iniziato troppo presto, e invece doveva stare fermo. Pazientare, attendere, si fa così. Io avrei potuto andare da qualche amico magistrato…
E invece?
Il casino dell’eolico è scoppiato perché Verdini ha tolto di bocca la polpetta di un grande affare dalla bocca di De Benedetti e di Moratti, chill’do petrolio…
So chi è Moratti…
Il più rosso dei magistrati è proprio questo Capaldo, che mi tiene sotto tiro.
Lei mi stava spiegando dei convegni.
Ecco. L’ultimo lo abbiamo fatto in Sardegna. Me lo ha finanziato Cappellacci, con 50mila euro, su 150 di spese previste. Non è poco.
E come lo ha conosciuto?
Cappellacci si mette sempre a disposizione. L’ho conosciuto addirittura prima che diventasse presidente, tramite un amico mio, avvocato di Napoli.
Ma quando parla di se, a chi fa riferimento: a un partito, a una corrente?
I miei riferimenti nel Pdl sono Cosentino, Caliendo e l’avvocato Ignazio Abrignani, uno che è fortissimo perché fa una montagna di tessere…
Però lei si è adoperato anche per altre candidature alla guida della regione Campania.
Ma solo dopo che è tramontata la possibilità di eleggere Cosentino! Ho tifato per avere Lettieri…. Ma guardi che non ho rapporti solo con il Pdl!
No?
No, è importante avere amicizie a 360 gradi….
Ad esempio?
Beh, Lusetti. Lusetti l’ho fatto deputato io… Si è candidato nel mio collegio, e solo nel mio comune, per dire, ha preso 1200 voti.
E’ passato da poco dal Pd all’Udc.
Perché gli ho fatto una testa così io. Gli ho fatto il lavaggio del cervello…
Ma perché?
Perché, perché…. Renzo, se l’Udc entra al governo, ha il posto da sottosegretario già prenotato
Però forse l’Udc non entra.
E allora se Casini non fa l’accordo, lui o passa in ogni caso nel Pdl, e sempre sottosegretario può diventare. Lusetti mi sta a sentire, fa quello che dico io….
Sarà vero?
(sorriso) Ha lasciato il Pd insieme a Sommese. Ebbene, Sommese ha già avuto l’assessorato in Campania!
Ma come lo ha conosciuto Lusetti?
Era nel gruppo di De Mita, mi è stato presentato quando Tanzi veniva giù in elicottero, e io viaggiavo con lui. Anche con De Mita ho avuto rapporti.
Sì?
Era in un brutto momento, quando volevano portarlo al Tribunale dei ministri…
E lei che c’entra?
Gliel’ho detto che alla Giustizia sono di casa.
Non ho capito ancora bene che cosa lei faccia.
Gliel’ho detto. Io sono amico di molti magistrati. Li faccio conoscere tra di loro, li seguo… Per esempio, il figliolo di Ferri, Cosimo, è un buono Guaglione, un ragazzo in gamba.
Ma quindi lei che fa, l’animatore?
Faccio un esempio, il procuratore di Avellino, Mario Romano… gli mancava un voto per essere nominato, e quel voto glielo ho trovato io.
Si ricorda tutti questi dati?
Ho una agenda, a casa, in cui ho segnato tutto: tutti i numeri, tutti i fatti, tutte le date dei miei incontri.
Altri sponsor?
Formigoni è un altro amico mio. Mi ha dato 20mila euro per dei convegni all’Hotel Gallia a Milano. Poi io l’ho invitato giù, può controllare, all’hotel Gran Principe di Sorrento. Vede Barbato, io sono amico delle massime autorità della giustizia. Però, da tutto quello che ho fatto non ho tratto interesse, non ho guadagnato nulla. Carboni e Martino sono imprenditori, è un altra storia.
E lei perché lo fa ?
Per la passione che ho, per la politica. Tutti i mercoledì sono a Roma. A Casini, che conosco dai tempi della Dc, incontrato davanti a un bar ho detto: ma perché non lo fai questo benedetto accordo?
Anche con membri del governo?
Ad Alfano gli ho detto: Ma *****! Queste intercettazioni! Le cose vanno prima fatte, e poi dette. Se era per me io l’avrei già fatto.
Ma lei cosa fa?
Io faccio questo lavoro di mantenere i rapporti con i magistrati, da 25 anni. Ho iniziato seguendo mio cugino, Giuseppe Faraone, che prima passò per il Csm, e poi fu distaccato all’agricoltura. Ora è morto.
Ma cosa fa per vivere?
Il perito demaniale. Lavoro in tutta Italia, anche grazie alle raccomandazioni, perché questo paese è così. Sono intervenuto anche presso Ugo Bergamo, membro laico del Csm, che ho contribuito a far diventare assessore a Venezia.
E la sua vita?
Ho tre figli. Bice, che è segretaria del sindaco Iervolino, ma che lavora anche con l’assessore Oddati, perché io ho ottimi rapporti pure con Bassolino. Gianfranco, che ha appalti con il ministero della Giustizia. Il terzo fa l’archietto, ma si occupa di perizie legali con i tribunali di Roma, Benevento e Napoli.
“Io e la P3†Corruzione globale | Il Fatto Quotidiano
"Voi potete mentire a voi stesso, a quei servi che stanno con voi. Ma scappare, però, non potrete giammai, perché là, vi sta guardando Notre Dame"
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Incredibile...E noi stiamo li a pensare che la mafia sia quella guidata dal pecoraro Riina....ma di noi
sopra una sola teca di cristallo
popoli studiosi scriveranno
forse, tra mille inverni
«nessun vincolo univa questi morti
nella necropoli deserta»
C. Campo - Moriremo Lontani
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Se uno come Carboni fosse stato passato per le armi 20 anni fa, come peraltro si sarebbe dovuto fare anche con tutti gli iscritti alla P2, non avrebbe avuto l'occasione di continuare a delinquere. Certa gente non si redime, è marcia dentro.
Ma io sono un passatista, si sa.Last edited by ma_75; 16-07-2010, 00:03:36.In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
ma_75@bodyweb.com
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