Italiani: egli risorse a Natale

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  • TheSandman
    Ex Presidente
    • Jun 2008
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    Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
    Io so per certo che ci sono molti ex elettori di AN delusi dalla fusione e delusi dalla linea leghista del PDL. In questo senso Fini rappresenta ancora oggi AN molto più di Gasparri o altri convertiti al berlusconismo.
    Al suo posto farei una campagna ferocemente antileghista incentrata sui valori di patria, unità nazionale, welfare e lascerei liberismo sfrenato, federalismo e rifiuto dei valori risorgimentali a Berlusconi.
    Tra l'altro come è stato detto giustamente Berlusconi mira al Quirinale, non al governo. E se al governo la partita dovesse essere tra un leghista e Fini, la battaglia potrebbe non essere così scontata.
    Vedi, questo era il Fini pre-PDL, quello dei tempi di An.
    L'attuale Fini anche solo con quel Fini è un parente lontano (per non parlare dei suoi tempi nel MSI, ovvio...).

    A mio avviso se fini iniziasse a dire quello che pensa attualmente di quelle tematiche pederebbe ulteriormente punti...

    Io al Fini che ho sentito ultimamente la parola patria in bocca, non ce la vedo proprio...

    Per tutto questo, penso che gli elettori ex-An delusi dal PDl, sono ancora più delusi dal loro ex leader.

    Per il suo liberalismo sfrenato attuale, il suo partito si collocherebbe addirittura alla sinistra dell'UDC.

    Io non ce lo vedo un ex elettore An, che magari la votava come ripiego per la scomparsa dell'MSI, a votare per un obbrorio simile...piuttosto penso che si turi il naso e voti PDL o peggio ancora accantoni la parola "patria" e voti LEga, che almeno su tematiche come immigrazione ecc.ecc. anche se solo a parole è più dura..


    Tessera N° 6

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    • Barone Bizzio
      Bodyweb Senior
      • Dec 2008
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      Originariamente Scritto da TheSandman Visualizza Messaggio
      Non credo proprio che Fini intercetterà quei voti, te l'ho detto.
      E' troppo liberal per intercettare i voti ex DC.

      Quelli saranno terreno del futuro leader PDL, chiunque esso sia.

      Fini è uno che ha un bacino di voti non superiore al 4-5:%, sono certo.

      Ripeto, cambiando il nome sento gli stessi discorsi fatti a suo tempo per Casini.

      Fini a mio modo di vedere al momento non ha "le risposte" che il 30-35% degli italiani che solitamente votano il maggior partito italiano chiede.

      Inoltre anche solo l'uscire-il tradire dal PDL avrà nei confronti di chi attualmente vota quel partito un certo contraccolpo negativo.
      E' troppo presto per fare previsioni,ma secondo me Fini può fare molto temporeggiando e aspettare che il PD si ricomponga dal suo stato larvale. Fatto questo, sfruttando l'assenza di contenuti del PDL ( che alle regionali ha pagato) da una parte, e la cannibalizzazione dei voti del PDL da parte della lega dall' altra, allora potrebbe aspirare a fare qualcosa in un ottica di governo di coalizione. Ma qui si aprirebbero altri scenari, perchè una alleanza con il pd non può prescindere dall' imbarcarsi un altro soggetto politico ( IDV o UDC) che renderebbe questa coalizione poco governabile

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      • Barone Bizzio
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        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
        Io so per certo che ci sono molti ex elettori di AN delusi dalla fusione e delusi dalla linea leghista del PDL. In questo senso Fini rappresenta ancora oggi AN molto più di Gasparri o altri convertiti al berlusconismo.
        Al suo posto farei una campagna ferocemente antileghista incentrata sui valori di patria, unità nazionale, welfare e lascerei liberismo sfrenato, federalismo e rifiuto dei valori risorgimentali a Berlusconi.
        Tra l'altro come è stato detto giustamente Berlusconi mira al Quirinale, non al governo. E se al governo la partita dovesse essere tra un leghista e Fini, la battaglia potrebbe non essere così scontata.

        Fini in una battaglia contro la lega viene mangiato vivo. Ormai l' elettorato in Italia sta cambiando, stiamo passando da moderati a populisti e reazionari ( reazionari eversivi o giustizialisti). Fini è uno dei pochi che si propone ancora come moderato ma non ha capito che questa politica non paga, se non sulle pagine web di farefuturo che forse possono rappresentare 10 mila italiani, non di più.
        Pensalo di fronte ad una lega che è radicata nel territorio da 20 anni, che detta ormai i temi politici attraverso televisioni e giornali. Fini cosa è in grado di offrire, a parte un messaggio sull' immigrazione che viene percepito come buonista che non paga di fronte ai cartelloni elettorali della lega che esortano a fermare l' immigrazione di massa?

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        • TheSandman
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          Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
          Fini in una battaglia contro la lega viene mangiato vivo. Ormai l' elettorato in Italia sta cambiando, stiamo passando da moderati a populisti e reazionari ( reazionari eversivi o giustizialisti). Fini è uno dei pochi che si propone ancora come moderato ma non ha capito che questa politica non paga, se non sulle pagine web di farefuturo che forse possono rappresentare 10 mila italiani, non di più.
          Pensalo di fronte ad una lega che è radicata nel territorio da 20 anni, che detta ormai i temi politici attraverso televisioni e giornali. Fini cosa è in grado di offrire, a parte un messaggio sull' immigrazione che viene percepito come buonista che non paga di fronte ai cartelloni elettorali della lega che esortano a fermare l' immigrazione di massa?
          La penso esattamente come te.


          Tessera N° 6

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          • TheSandman
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            E' troppo presto per fare previsioni,ma secondo me Fini può fare molto temporeggiando e aspettare che il PD si ricomponga dal suo stato larvale. Fatto questo, sfruttando l'assenza di contenuti del PDL ( che alle regionali ha pagato) da una parte, e la cannibalizzazione dei voti del PDL da parte della lega dall' altra, allora potrebbe aspirare a fare qualcosa in un ottica di governo di coalizione. Ma qui si aprirebbero altri scenari, perchè una alleanza con il pd non può prescindere dall' imbarcarsi un altro soggetto politico ( IDV o UDC) che renderebbe questa coalizione poco governabile
            Un'alleanza simile PD-Fini-IDV-UDC o similare, durerebbe giusto il tempo di vincere le elezioni...come l'Unione....se festeggiare una notte tutti assieme è il loro obbiettivo, bòna...ma si ricordino che poi, così come dopo l'Unione, il governo se lo scordano per altri xxxxx anni...

            Se invece voglio governare o comunque non farsi compatire, dovrebbero andare tutti da soli, ma anche in quel caso, si passerebbe dal 25% del PD al 4% di casini, tutto cannibalismo tra poveri che non fa altro che il gioco del PDL, che anche perdendo voti regnerebbe comunque.


            Tessera N° 6

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            • Barone Bizzio
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              Un'alleanza simile PD-Fini-IDV-UDC o similare, durerebbe giusto il tempo di vincere le elezioni...come l'Unione....se festeggiare una notte tutti assieme è il loro obbiettivo, bòna...ma si ricordino che poi, così come dopo l'Unione, il governo se lo scordano per altri xxxxx anni...

              Se invece voglio governare o comunque non farsi compatire, dovrebbero andare tutti da soli, ma anche in quel caso, si passerebbe dal 25% del PD al 4% di casini, tutto cannibalismo tra poveri che non fa altro che il gioco del PDL, che anche perdendo voti regnerebbe comunque.
              L' unica ipotesi in cui nel calderone ci potrebbero stare PD-IDV-UDC e Fini sarebbe quella di una coalizione fatta apposta per mandare in galera Berlusconi e fare una legge sul conflitto di interessi che ristabilisca l' equilibrio nella comunicazione politica.
              Non è da scartare nemmeno l' ipotesi di non considerare l' UDC come un alleato necessario ed imbarcare solamente l' IDV e il PD nel progetto finiano
              Ma questa è fantapolitica

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              • TheSandman
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                Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
                L' unica ipotesi in cui nel calderone ci potrebbero stare PD-IDV-UDC e Fini sarebbe quella di una coalizione fatta apposta per mandare in galera Berlusconi e fare una legge sul conflitto di interessi che ristabilisca l' equilibrio nella comunicazione politica.
                Non è da scartare nemmeno l' ipotesi di non considerare l' UDC come un alleato necessario ed imbarcare solamente l' IDV e il PD nel progetto finiano
                Ma questa è fantapolitica
                come dici è fantapolitica, ma sono convinto che se così fosse, fiutato il pericolo, il Nano e il suo elettorato si mobiliterebbero e vincerebbero anche questa volta....

                COme ben si sa, la somma di più partiti non ha mai come risultato ciò che prendono da soli, e Berlusconi, puntanto sull'accerchiamento, riesce a dare il meglio di se nel coinvolgere l'elettorato..


                Tessera N° 6

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                • KURTANGLE
                  Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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                  • Borgo D'io
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                  Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
                  Fini in una battaglia contro la lega viene mangiato vivo. Ormai l' elettorato in Italia sta cambiando, stiamo passando da moderati a populisti e reazionari ( reazionari eversivi o giustizialisti). Fini è uno dei pochi che si propone ancora come moderato ma non ha capito che questa politica non paga, se non sulle pagine web di farefuturo che forse possono rappresentare 10 mila italiani, non di più.
                  Pensalo di fronte ad una lega che è radicata nel territorio da 20 anni, che detta ormai i temi politici attraverso televisioni e giornali. Fini cosa è in grado di offrire, a parte un messaggio sull' immigrazione che viene percepito come buonista che non paga di fronte ai cartelloni elettorali della lega che esortano a fermare l' immigrazione di massa?


                  splendido post
                  quoto
                  Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                  parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                  Originariamente Scritto da GoodBoy!
                  ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                  grazie.




                  PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                  • VINICIUS
                    Lo Sbloccafemmine
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                    Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
                    Fini cosa è in grado di offrire, a parte un messaggio sull' immigrazione che viene percepito come buonista che non paga di fronte ai cartelloni elettorali della lega che esortano a fermare l' immigrazione di massa?
                    Purtroppo è vero, la gente ha bisogno sempre di un capro espiatorio a cui dar la colpa dei propri malanni. Far passare l'idea che gli extracomunitari siano la causa del disagio economico e dell'insicurezza degli italiani è un'idea tanto falsa quanto efficace. Un po' come il tormentone del comunismo cominciato e portato avanti con profitto da Berlusconi. La gente sta male? Indichiamo i possibili colpevoli. Extracomunitari, meridionali... L'idea che al nord guadagnerebbero tutti di più se non ci fosse Roma ladrona e i meridionali mafiosi e fancazzisti è un'idea sicuramente che ha pagato e che continuerà a farlo.
                    Ciao.

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                    • VINICIUS
                      Lo Sbloccafemmine
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                      Lo strappo pare insanabile

                      Lo strappo definitivo di Gianfranco
                      "Rimanere così non è più dignitoso"


                      Berlusconi-Fini, è rottura. Il presidente della Camera: "Farò gruppi miei". Il premier: "Ma dove va? Sono solo quattro gatti, dei fighetti. Mi sono tolto un peso. Ora possiamo correre più liberi"

                      Da Repubblica.it

                      Fini sembra deciso a lanciare il suo gruppo "Pdl-Italia", che voterà i provvedimenti del governo "a condizione di contribuire sempre alle decisioni prese: è l'Abc della politica, ma lui non ce l'ha". Insomma, a chi lo vuol seguire il presidente della Camera ripete che non gioca "a far cadere il governo", ma la partita interna sarà molto dura. "Metto in conto - confessa - che Berlusconi scatenerà i cani per provare a sbranarmi. Già mi aspetto Feltri. Ma prima o poi, per un politico, arriva il momento della verità". Quanto ai colonnelli di An, Fini non si fa illusioni e attende le loro decisioni: "Sono preoccupati. Sta arrivando il momento in cui si accorgeranno che, senza dignità politica, si può svolgere solo un ruolo ancillare".
                      Berlusconi lascia il vertice con una minaccia: "Pensaci bene prima di fare una cosa del genere".

                      Tornato a palazzo Grazioli, il premier si sfoga: "Fini mi aveva promesso che, se si fosse rimesso a fare politica attiva, si sarebbe dimesso dalla carica. Mi aspetto che onori questa promessa". E ancora: "In ogni caso, è liberissimo di fare il suo gruppo, nessuno è obbligato a restare nel Pdl. Ma è chiaro che, per statuto, chi fa un gruppo per conto suo non fa più parte del Pdl e non potrà essere ricandidato". Fatti conti con i coordinatori e i capigruppo, il premier ritiene di poter ancora dare le carte. "Al Senato Fini non ha i numeri per fare un gruppo e anche alla Camera, se arriverà a 20-22 deputati, me li riprenderò uno a uno". Ma finirà davvero così?
                      Ciao.

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                      • VINICIUS
                        Lo Sbloccafemmine
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                        Un'ipotesi è che il gruppo potrebbe chiamarsi Pdl-Italia, riferiscono alcune fonti vicine all'ex leader di An. Secondo le stesse fonti i deputati che ci starebbero sono circa 50, 18 invece i senatori.
                        Ciao.

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                        • Leonida
                          Filosofo del *****
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                          speriamo lo faccia davvero. forse qualche legge vergogna potrebbe essere evitata.
                          Originariamente Scritto da gorgone
                          è plotino la chiave universale per le vagine
                          Originariamente Scritto da gorgone
                          secondo me sono pazzi.

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                          • ma_75
                            Super Moderator
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                            Originariamente Scritto da Barone Bizzio Visualizza Messaggio
                            Fini in una battaglia contro la lega viene mangiato vivo. Ormai l' elettorato in Italia sta cambiando, stiamo passando da moderati a populisti e reazionari ( reazionari eversivi o giustizialisti). Fini è uno dei pochi che si propone ancora come moderato ma non ha capito che questa politica non paga, se non sulle pagine web di farefuturo che forse possono rappresentare 10 mila italiani, non di più.
                            Pensalo di fronte ad una lega che è radicata nel territorio da 20 anni, che detta ormai i temi politici attraverso televisioni e giornali. Fini cosa è in grado di offrire, a parte un messaggio sull' immigrazione che viene percepito come buonista che non paga di fronte ai cartelloni elettorali della lega che esortano a fermare l' immigrazione di massa?
                            Non dimentichiamo che la rega è radicata sì nel territorio, ma forse in 1/3 del territorio nazionale. Voglio capire quanti voti prende la Lega a sud del Po. Non a caso la prima bomba sganciata da Fini è stato il no in linea di principio ad un premier leghista, né oggi, né mai, in quanto non rappresentativo dell'elettorato di tutto il paese. Sotto il Po la Lega non esiste, semplicemente. Il problema è farlo capire all'elettorato alleato di un PDl ormai costola della Lega.
                            In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                            ma_75@bodyweb.com

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                            • Leonida
                              Filosofo del *****
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                              Le ultime accuse: hai comprato
                              gli ex di An e la Lega ti ricatta
                              «Gli parlavo dei problemi e mi rispondeva con le frasi dell’ultimo comizio»

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                              Fini e Berlusconi, è rottura Schifani: «Se divisi, si voti» (15 aprile 2010)



                              Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi in una foto d'archivio. (Ansa)«Elezioni anticipate? Ma davvero c’è chi pensa che in Parlamento non ci sarebbero i numeri per formare un altro governo?». Fini non lo pensa, così com’è altrettanto chiaro che non prende nemmeno in considerazione l’ipotesi del ribaltone.
                              Dopo una vita passata a condannare quelli che in un discorso alla Camera additò come i «puttani della politica», non sarà certo Fini a fare il voltagabbana. Semmai la constatazione del presidente della Camera è il segno dell’escalation nello scontro con Berlusconi. E dal tono basso della voce s’intuisce lo stato d’animo dell’ex leader di An, un misto di rabbia e di determinazione, l’idea cioè che era inevitabile lo showdown con l’altro «cofondatore » del Pdl, che non fosse possibile andare avanti così, «perché per un anno ho posto i problemi con le buone, e la cosa non ha sortito effetti. Ora vedremo se Berlusconi capirà».

                              Durante il pranzo pare che il premier non l’abbia capito, se è vero che Fini ritorna con la mente al colloquio e lo racconta con un senso di stupore: «Io gli parlavo delle questioni e lui mi rispondeva con le frasi che aveva usato al comizio di piazza San Giovanni...». E le «questioni » sollevate sono altrettanti nodi politici, esplicitati con crudezza verbale inusitata: «Tu, Silvio, hai abdicato al tuo ruolo. E io sono stato condannato alla marginalizzazione. La Lega ti ricatta. L’economia è in mano a Tremonti. Il 30%, che era la quota di An nel Pdl, è composto da persone che hai comprato».

                              A Gianni Letta è toccato festeggiare il compleanno in un clima che di festa non aveva nulla, e ha constatato di persona quanto sia profonda la rottura tra i due, per quanto non ancora irreversibile. È in quegli spazi angusti che il braccio destro del Cavaliere lavora per tentare di trovare un compromesso, che Berlusconi però non vuol concedere, sebbene si sia licenziato dall’inquilino di Montecitorio, dicendo: «Diamoci tempo, almeno fino a lunedì». «Io aspetto», commenta l’ex leader di An: «Dipende da come reagirà Berlusconi, quali iniziative vorrà assumere, se si rende conto che i problemi ci sono, che non me li sono inventati. Io aspetto di sapere come pensa di affrontarli e risolverli».

                              «L’impegno della concertazione », per esempio, non è mai stato mantenuto dal Cavaliere, secondo Fini, che cita l’ultimo episodio, «il più eclatante»: il patto di Arcore sulla «bozza Calderoli» per le riforme, e quel che è accaduto dopo. «Non è pensabile che un ministro della Repubblica salga al Quirinale per presentare un progetto di revisione costituzionale, e che dinnanzi alle mie perplessità Berlusconi risponda: "Cosa vuoi che sia...". Cosa vuoi che sia... Ma dove siamo? Dove siamo? ». Non c’è più nulla che unisca il presidente della Camera e il presidente del Consiglio, tranne la comune appartenenza al partito che insieme hanno fondato. E anche questo punto in comune si va velocemente logorando, se è vero che ieri sera i coordinatori del Pdl hanno fatto quadrato attorno a Berlusconi, ponendo l’ex capo della destra quasi fuori dalla creatura che un anno fa ha tenuto a battesimo, e definendo «incomprensibile» il suo atteggiamento.

                              «Un partito è un partito se si discute e ci si confronta », è la tesi di Fini: «Un partito non può servire solo a cantare "Meno male che Silvio c’è"». Il punto è che «Silvio» ha vinto le elezioni, ribaltando da solo i pronostici che lo davano per sconfitto. Fini lo sa, lo ha detto all’indomani del voto nei suoi colloqui riservati: «Ha vinto lui. Si è preso sulle spalle anche la Polverini ». E il risultato della Lega al Nord ha contribuito a saldare un asse che fa di Berlusconi e Bossi i titolari della ditta, lasciando il presidente della Camera senza ruolo. Il «tridente », che sinora non c’è mai stato, difficilmente potrebbe nascere oggi.

                              Per conquistarsi lo spazio Fini è pronto al gesto dirompente, alla nascita dei gruppi parlamentari del «Pdl-Italia». Introduce l’argomento ricordando che «all’Assemblea regionale siciliana esiste il gruppo del Pdl e quello del Pdl-Sicilia. Lì Berlusconi non è intervenuto per risolvere il problema, dando l’impressione che del partito non gli freghi nulla, considerandolo poco più di una corte di laudatores. Perciò aspetto, confido in una svolta, altrimenti—come in Sicilia—anche a Roma nasceranno gruppi parlamentari autonomi, pronti a sostenere lealmente il governo, ma ponendosi degli obiettivi politici».

                              Evocando la Sicilia, Fini sa di lanciare una dichiarazione di guerra, p e r c h é n e l l ’ i s o l a r e g n a l’ingovernabilità. Dunque il problema non è se davvero il presidente della Camera possa contare su una settantina di parlamentari, con una cinquantina di deputati e venti senatori. Il problema è politico: semmai si dovesse riprodurre a Roma la spaccatura del Pdl siciliano, il premier non sarebbe più leader ma diverrebbe «ostaggio», posto al centro di una tenaglia con la Lega a far da contrappunto ai finiani. Nel gioco al rialzo dell’inquilino di Montecitorio è intervenuto il presidente del Senato, chiedendo piatto: «Quando la maggioranza si divide, la parola torna al corpo elettorale». Ed è evidente quale sia lo scopo: minacciando il ricorso alle urne, si vuole evitare che Fini possa infoltire i propri gruppi, posti al riparo dal voto anticipato.

                              La verità è che nessuno pensa a ribaltoni e ad elezioni. Non ci pensa il premier, non ci pensa il presidente della Camera e non ci pensa tanto meno Bossi. Anzi, proprio il Senatùr è il più fiero avversario della fine traumatica della legislatura, perché in quel caso sfumerebbe il federalismo fiscale, dato che i decreti attuativi non sono stati ancora varati. Di più. Il giorno in cui la Consulta bocciò il lodo Alfano, Fini e Bossi si incontrarono, sottoscrivendo un comunicato in cui escludevano il ritorno alle urne e proponevano di andare avanti con le riforme. Ecco l’incastro, tutti i leader del centrodestra sono vittime e carnefici dello stallo che si è verificato. Non è dato sapere quanto potrà durare la prova muscolare, né se cesserà e quale sarà l’eventuale compromesso. Anche perché Berlusconi giura di non aver capito cosa vuole Fini, «non l’ho capito», ha confidato al termine del vertice: «Gliel’ho anche chiesto». E lui? «Mi ha risposto che il suo pensiero è noto, che l’ha espresso pubblicamente. Mah...». Possibile che il Cavaliere non l’abbia intuito? Perché Bossi, che pure non partecipava a quel colloquio, l’ha spiegato: «Non sono a pranzo con loro perché sarei il terzo incomodo».
                              Originariamente Scritto da gorgone
                              è plotino la chiave universale per le vagine
                              Originariamente Scritto da gorgone
                              secondo me sono pazzi.

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                              • Leonida
                                Filosofo del *****
                                • Nov 2006
                                • 12672
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                                Dopo una vita passata a condannare quelli che in un discorso alla Camera additò come i «puttani della politica», non sarà certo Fini a fare il voltagabbana. Semmai la constatazione del presidente della Camera è il segno dell’escalation nello scontro con Berlusconi. E dal tono basso della voce s’intuisce lo stato d’animo dell’ex leader di An, un misto di rabbia e di determinazione, l’idea cioè che era inevitabile lo showdown con l’altro «cofondatore » del Pdl, che non fosse possibile andare avanti così, «perché per un anno ho posto i problemi con le buone, e la cosa non ha sortito effetti. Ora vedremo se Berlusconi capirà».

                                Durante il pranzo pare che il premier non l’abbia capito, se è vero che Fini ritorna con la mente al colloquio e lo racconta con un senso di stupore: «Io gli parlavo delle questioni e lui mi rispondeva con le frasi che aveva usato al comizio di piazza San Giovanni...». E le «questioni » sollevate sono altrettanti nodi politici, esplicitati con crudezza verbale inusitata: «Tu, Silvio, hai abdicato al tuo ruolo. E io sono stato condannato alla marginalizzazione. La Lega ti ricatta. L’economia è in mano a Tremonti. Il 30%, che era la quota di An nel Pdl, è composto da persone che hai comprato».

                                A Gianni Letta è toccato festeggiare il compleanno in un clima che di festa non aveva nulla, e ha constatato di persona quanto sia profonda la rottura tra i due, per quanto non ancora irreversibile. È in quegli spazi angusti che il braccio destro del Cavaliere lavora per tentare di trovare un compromesso, che Berlusconi però non vuol concedere, sebbene si sia licenziato dall’inquilino di Montecitorio, dicendo: «Diamoci tempo, almeno fino a lunedì». «Io aspetto», commenta l’ex leader di An: «Dipende da come reagirà Berlusconi, quali iniziative vorrà assumere, se si rende conto che i problemi ci sono, che non me li sono inventati. Io aspetto di sapere come pensa di affrontarli e risolverli».

                                «L’impegno della concertazione », per esempio, non è mai stato mantenuto dal Cavaliere, secondo Fini, che cita l’ultimo episodio, «il più eclatante»: il patto di Arcore sulla «bozza Calderoli» per le riforme, e quel che è accaduto dopo. «Non è pensabile che un ministro della Repubblica salga al Quirinale per presentare un progetto di revisione costituzionale, e che dinnanzi alle mie perplessità Berlusconi risponda: "Cosa vuoi che sia...". Cosa vuoi che sia... Ma dove siamo? Dove siamo? ». Non c’è più nulla che unisca il presidente della Camera e il presidente del Consiglio, tranne la comune appartenenza al partito che insieme hanno fondato. E anche questo punto in comune si va velocemente logorando, se è vero che ieri sera i coordinatori del Pdl hanno fatto quadrato attorno a Berlusconi, ponendo l’ex capo della destra quasi fuori dalla creatura che un anno fa ha tenuto a battesimo, e definendo «incomprensibile» il suo atteggiamento.

                                «Un partito è un partito se si discute e ci si confronta », è la tesi di Fini: «Un partito non può servire solo a cantare "Meno male che Silvio c’è"». Il punto è che «Silvio» ha vinto le elezioni, ribaltando da solo i pronostici che lo davano per sconfitto. Fini lo sa, lo ha detto all’indomani del voto nei suoi colloqui riservati: «Ha vinto lui. Si è preso sulle spalle anche la Polverini ». E il risultato della Lega al Nord ha contribuito a saldare un asse che fa di Berlusconi e Bossi i titolari della ditta, lasciando il presidente della Camera senza ruolo. Il «tridente », che sinora non c’è mai stato, difficilmente potrebbe nascere oggi.

                                Per conquistarsi lo spazio Fini è pronto al gesto dirompente, alla nascita dei gruppi parlamentari del «Pdl-Italia». Introduce l’argomento ricordando che «all’Assemblea regionale siciliana esiste il gruppo del Pdl e quello del Pdl-Sicilia. Lì Berlusconi non è intervenuto per risolvere il problema, dando l’impressione che del partito non gli freghi nulla, considerandolo poco più di una corte di laudatores. Perciò aspetto, confido in una svolta, altrimenti—come in Sicilia—anche a Roma nasceranno gruppi parlamentari autonomi, pronti a sostenere lealmente il governo, ma ponendosi degli obiettivi politici».

                                Evocando la Sicilia, Fini sa di lanciare una dichiarazione di guerra, p e r c h é n e l l ’ i s o l a r e g n a l’ingovernabilità. Dunque il problema non è se davvero il presidente della Camera possa contare su una settantina di parlamentari, con una cinquantina di deputati e venti senatori. Il problema è politico: semmai si dovesse riprodurre a Roma la spaccatura del Pdl siciliano, il premier non sarebbe più leader ma diverrebbe «ostaggio», posto al centro di una tenaglia con la Lega a far da contrappunto ai finiani. Nel gioco al rialzo dell’inquilino di Montecitorio è intervenuto il presidente del Senato, chiedendo piatto: «Quando la maggioranza si divide, la parola torna al corpo elettorale». Ed è evidente quale sia lo scopo: minacciando il ricorso alle urne, si vuole evitare che Fini possa infoltire i propri gruppi, posti al riparo dal voto anticipato.

                                La verità è che nessuno pensa a ribaltoni e ad elezioni. Non ci pensa il premier, non ci pensa il presidente della Camera e non ci pensa tanto meno Bossi. Anzi, proprio il Senatùr è il più fiero avversario della fine traumatica della legislatura, perché in quel caso sfumerebbe il federalismo fiscale, dato che i decreti attuativi non sono stati ancora varati. Di più. Il giorno in cui la Consulta bocciò il lodo Alfano, Fini e Bossi si incontrarono, sottoscrivendo un comunicato in cui escludevano il ritorno alle urne e proponevano di andare avanti con le riforme. Ecco l’incastro, tutti i leader del centrodestra sono vittime e carnefici dello stallo che si è verificato. Non è dato sapere quanto potrà durare la prova muscolare, né se cesserà e quale sarà l’eventuale compromesso. Anche perché Berlusconi giura di non aver capito cosa vuole Fini, «non l’ho capito», ha confidato al termine del vertice: «Gliel’ho anche chiesto». E lui? «Mi ha risposto che il suo pensiero è noto, che l’ha espresso pubblicamente. Mah...». Possibile che il Cavaliere non l’abbia intuito? Perché Bossi, che pure non partecipava a quel colloquio, l’ha spiegato: «Non sono a pranzo con loro perché sarei il terzo incomodo».
                                Originariamente Scritto da gorgone
                                è plotino la chiave universale per le vagine
                                Originariamente Scritto da gorgone
                                secondo me sono pazzi.

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