Italiani: egli risorse a Natale

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  • KURTANGLE
    Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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    • Borgo D'io
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    Originariamente Scritto da PrinceRiky Visualizza Messaggio
    purtroppo ce ne facciamo poco del rovinare l'immagine storica di berlusconi.

    che tra l altro è ormai gia' bella e compromessa
    Originariamente Scritto da SPANATEMELA
    parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
    Originariamente Scritto da GoodBoy!
    ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


    grazie.




    PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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    • ma_75
      Super Moderator
      • Sep 2006
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      Ora unisco la discussione a quella già esistente. Ma, prima, una piccola considerazione.
      Nessuna amnistia, nessuna via di fuga per Berlusconi. Bisogna che la gente capisca che razza di individuo egli sia, bisogna che tutti vedano e capiscano (le due cose, ahimè, non sono necessariamente consequenziali) come egli sia pronto a sacrificare l'intero sistema della giustizia per i suoi interessi personali. Bisogna che tutti, specie chi l'ha votato, bevano fino in fondo il calice della mafia, della corruzione, e degli altri reati da cui verrà chiamato a discolparsi.
      Nessuna amnistia, al massimo un salvacondotto, dopo piena confessione, per la Libia.
      In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
      ma_75@bodyweb.com

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      • KURTANGLE
        Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
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        • Borgo D'io
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        Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
        Ora unisco la discussione a quella già esistente. Ma, prima, una piccola considerazione.
        Nessuna amnistia, nessuna via di fuga per Berlusconi. Bisogna che la gente capisca che razza di individuo egli sia, bisogna che tutti vedano e capiscano (le due cose, ahimè, non sono necessariamente consequenziali) come egli sia pronto a sacrificare l'intero sistema della giustizia per i suoi interessi personali. Bisogna che tutti, specie chi l'ha votato, bevano fino in fondo il calice della mafia, della corruzione, e degli altri reati da cui verrà chiamato a discolparsi.
        Nessuna amnistia, al massimo un salvacondotto, dopo piena confessione, per la Libia.

        temo che il prezzo per il nostro paese stia diventando troppo alto Ma...
        Originariamente Scritto da SPANATEMELA
        parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
        Originariamente Scritto da GoodBoy!
        ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


        grazie.




        PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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        • ma_75
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          • Sep 2006
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          Originariamente Scritto da KURTANGLE Visualizza Messaggio
          temo che il prezzo per il nostro paese stia diventando troppo alto Ma...
          Il punto è proprio questo, Kurt. Più il prezzo diventa alto, più è probabile che gli occhi si aprano. Faccio un piccolo esempio: se un elettore del PDL è vittima della truffa parmalat e la sua causa non approderà a nulla, grazie al processo breve, bene, probabilmente quell'elettore, in futuro, non voterà più per Berlusconi. Se il premier avrà l'impunità, invece, quell'elettore non avrà la possibilità di riflettere criticamente sul premier, perchè non sarà toccato in prima persona. In questo senso dico che l'italiano si merita di provare sulla propria pelle cosa signfichi il berlusconismo. E' stato così, ad esempio, per chi l'ha provato sulla propria pelle in termini di posti di lavoro persi; ora lo proveranno in prima persona anche coloro che avranno da rimetterci dallo sfascio della giustizia e, domani, chissà a chi toccherà
          In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
          ma_75@bodyweb.com

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          • KURTANGLE
            Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
            • Jun 2005
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            • Borgo D'io
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            amico...il problema è che anche chi gli occhi li ha aperti ne paghera' le conseguenze...anche chi disprezza Berlusconi.....il paese intero andra' allo sfascio...non solo quel 35-36% che lo ha votato....
            e questo sinceramente ...è terribilmente ingiusto
            Originariamente Scritto da SPANATEMELA
            parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
            Originariamente Scritto da GoodBoy!
            ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


            grazie.




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            • Leonida
              Filosofo del *****
              • Nov 2006
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              desideri personali a parte, oggi possiamo dire che Berlusconi è molto preoccupato per le cose che verranno, altrimenti non si spiega quest' agitazione per trovare a tutti i modi uno scudo che lo ponga al di fuori della legge. Preoccupazioni immotivate alla luce della corruzione giudiziaria di cui è imputato ( leggi: colpevole) nel processo mills, mi pare infatti qui gia la sua ex cirielli gli garantisca la prescrizione, e si riproporrà la solita prassi, sentenza da rabbrividire, e televisioni che narrano dell' assoluzione a reti unificate, niente di nuovo. In sostanza ancora una volta Silvio ha fatto un gran lavoro, cirielli e lodo alfano l' hanno salvato per il rotto della cuffia.
              Allora qui dobbiamo davvero iniziare a nutrire speranze sui processi siciliani, perche forse Silvio sa che il marcio sta per venire a galla . Ecco perche credo che qualche testimone sia con un piede nella tomba, tutta roba gia vista.
              Originariamente Scritto da gorgone
              è plotino la chiave universale per le vagine
              Originariamente Scritto da gorgone
              secondo me sono pazzi.

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              • ma_75
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                • Sep 2006
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                Originariamente Scritto da Leonida Visualizza Messaggio
                desideri personali a parte, oggi possiamo dire che Berlusconi è molto preoccupato per le cose che verranno, altrimenti non si spiega quest' agitazione per trovare a tutti i modi uno scudo che lo ponga al di fuori della legge. Preoccupazioni immotivate alla luce della corruzione giudiziaria di cui è imputato ( leggi: colpevole) nel processo mills, mi pare infatti qui gia la sua ex cirielli gli garantisca la prescrizione, e si riproporrà la solita prassi, sentenza da rabbrividire, e televisioni che narrano dell' assoluzione a reti unificate, niente di nuovo. In sostanza ancora una volta Silvio ha fatto un gran lavoro, cirielli e lodo alfano l' hanno salvato per il rotto della cuffia.
                Allora qui dobbiamo davvero iniziare a nutrire speranze sui processi siciliani, perche forse Silvio sa che il marcio sta per venire a galla . Ecco perche credo che qualche testimone sia con un piede nella tomba, tutta roba gia vista.
                Quello che preoccupa Berlusconi, sneza alcun dubbio, sono i futuri processi di mafia. Talmente certi che Il Giornale ne dà notizia già da giorni. Si tratta di reati con tempi di prescrizione lunghi e in grado di incidere sulla sua immagine molto più di una banale accusa di corruzione. Se l'italiota medio si identifica con il furbo corruttore, è più difficile immedesimarsi con il mafioso, magari con le mani sporche di sangue.
                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                ma_75@bodyweb.com

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                • ma_75
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                  BERLUSCONI - Prima della diffusione del documento ufficiale, erano trapelate alcune indiscrezioni sul discorso di Silvio Berlusconi ai dirigenti del Pdl. Secondo il premier, è in atto un tentativo di far cadere il governo. Berlusconi avrebbe puntato il dito soprattutto contro la magistratura, spiegando che certi giudici hanno preso una deriva eversiva. Secondo quanto hanno riferito alcuni presenti, Berlusconi ha parlato di una vera e propria persecuzione giudiziaria nei suoi confronti, che porta il paese sull'orlo della guerra civile (ma quest'ultima espressione è stata smentita successivamente dall'ufficio stampa del Pdl).


                  E scatenala questa guerra civile, pagliaccio
                  In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                  ma_75@bodyweb.com

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                  • Leonida
                    Filosofo del *****
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                    Però io non credo che gli italiani riusciranno a comprendere . si tratta di fatti che esulano dall' interesse concreto del cittadino italiano e che riguardano fatti di dieci e più anni fa . inoltre ,ad impero consolidato, determinate accuse appaiono clamorose, fuori dal possibile, alle orecchie delle persone comuni, ed ecco che la propaganda sulla magistratura eversiva potrebbe fare ancora più proseliti. Per quanto riguarda poi l' alzare il livello di scontro berlusconi ha il coltello dalla parte del manico,lui invoca una guerra civile inesistente per portare sempre più avanti questo golpe freddo alla repubblica costituzionale. Alla fine credo che avrà sempre la maggioranza dalla sua parte.
                    Originariamente Scritto da gorgone
                    è plotino la chiave universale per le vagine
                    Originariamente Scritto da gorgone
                    secondo me sono pazzi.

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                    • KURTANGLE
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                      Originariamente Scritto da ma_75 Visualizza Messaggio
                      Quello che preoccupa Berlusconi, sneza alcun dubbio, sono i futuri processi di mafia. Talmente certi che Il Giornale ne dà notizia già da giorni. Si tratta di reati con tempi di prescrizione lunghi e in grado di incidere sulla sua immagine molto più di una banale accusa di corruzione. Se l'italiota medio si identifica con il furbo corruttore, è più difficile immedesimarsi con il mafioso, magari con le mani sporche di sangue.
                      le dichiarazioni di Spatuzza rimettono in gioco vecchie "pendenze" mai sanate......ecco il suo starnazzare per l'immunita'....
                      ma il rinvio a giudizio arrivera' prima..
                      Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                      parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                      Originariamente Scritto da GoodBoy!
                      ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                      grazie.




                      PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                      • _Jamez_
                        Pappagani user
                        • Mar 2007
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                        Ecco un articolo di oggi sulla questione mafia.
                        E' lungo ma ne vale la pena

                        Ad una svolta l'indagine di Firenze sulle stragi del 1993. Il nome
                        del presidente del Consiglio nei verbali degli uomini della cosca di Brancaccio


                        Mafia, perché i pentiti
                        accusano Berlusconi



                        NELL'INCHIESTA sui mandanti delle stragi del 1993 estranei a Cosa Nostra entrano Autore 1 e Autore 2. Gli ultimi interrogatori della procura di Firenze hanno una particolarità. Tecnica, ma comprensibilissima. I primi testimoni sono stati ascoltati in un'inchiesta a "modello 44", "notizie di reato relative a ignoti". Gli ultimi, a "modello 21", dunque "a carico di noti". I pubblici ministeri, nei documenti, non svelano i nomi dei nuovi indagati. Chi sono Autore 1 e 2? Secondo le indiscrezioni pubblicate già nei giorni scorsi dai quotidiani vicini al governo, sono Silvio Berlusconi e Marcello Dell'Utri, la cui posizione era stata già archiviata il 3 maggio del 2002. Se così fosse, l'atto è dovuto. Non è un mistero (un migliaio di pagine sono state depositate, tre giorni fa, al processo di appello a Dell'Utri che si celebra a Palermo) che un nuovo testimone dell'accusa - Gaspare Spatuzza - indica nel presidente del consiglio e nel suo braccio destro i suggeritori della campagna stragista di sedici anni fa. Queste sono le "nuove" dai palazzi di giustizia, ma quel che si scorge è molto altro. L'intero fronte mafioso è minacciosamente in movimento. "La Cosa Nostra siciliana" si prepara a chiedere il conto a un Berlusconi che appare, a ragione, in tensione e sicuro che il peggio debba ancora venire.

                        Accade che, nella convinzione di "essere stata venduta" dopo "le trattative" degli anni Novanta, la famiglia di Brancaccio ha deciso di aggredire - in pubblico e servendosi di un processo - chi "non ha mantenuto gli impegni". Ci sono anche i messaggi di morte. Al presidente del Senato, Renato Schifani, siciliano di Palermo. O, come raccontano le "voci di dentro" di Cosa Nostra, avvertimenti che sarebbero piovuti su Marcello Dell'Utri. Un'intimidazione che ha - pare - molto impaurito il senatore e patron di Publitalia. Sono sintomi che devono essere considerati oggi un corollario della resa dei conti tra Cosa Nostra e il capo del governo. È il modo più semplice per dirlo. Perché di questo si tratta, del rendiconto finale e traumatico tra chi (Berlusconi) ha avuto troppo e chi (Cosa Nostra) ritiene di avere nelle mani soltanto polvere dopo molte promesse e infinita pazienza. Questo scorcio di 2009 finisce così per avere molti punti di contatto con il 1993 quando la Penisola è stata insanguinata dalle stragi: Roma, via Fauro (14 maggio); Firenze, via Georgofili (27 maggio); Milano, via Palestro (27 luglio); Roma, S. Giorgio al Velabro e S. Giovanni in Laterano (28 luglio); Roma, stadio Olimpico (23 gennaio 1994), attentato per fortuna fallito. Nel nostro tempo, non c'è tritolo e devastazione, ma l'annuncio di una "verità" che può essere più distruttiva di una bomba. Per lo Stato, per chi governa il Paese.


                        Per capire quel che accade, bisogna sapere un paio di cose. La famiglia mafiosa dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano di Brancaccio a Palermo è il nocciolo irriducibile - con i Corleonesi di Riina e Bagarella, con i Trapanesi di Matteo Messina Denaro (latitante) - di una Cosa nostra siciliana che oggi ha il suo "stato maggiore" in carcere e in libertà soltanto mischini senza risorse, senza influenza, senza affari, incapace anche di concludere uno sbarco di cocaina perché priva del denaro per acquistare un gommone. La seconda cosa che occorre ricordare è che gli "uomini d'onore" non hanno mai ammesso di essere un'"associazione" (Giovanni Bontate che, in un'aula di tribunale, usò con leggerezza il noi fu fatto secco appena libero).

                        I mafiosi non hanno mai accettato di discutere i fatti loro, anche soltanto di prendere in considerazione l'ipotesi di lasciar entrare uno sguardo estraneo negli affari della casa, figurarsi poi se gli occhi erano di magistrato. Apprezzati questi due requisiti "storici", si può comprendere meglio l'originalità di quanto accade, ora in questo momento, dentro Cosa Nostra. Tra Cosa Nostra e lo Stato (i pubblici ministeri). Tra Cosa Nostra e gli uomini (Berlusconi, Dell'Utri) che - a diritto o a torto, è tutto da dimostrare - i mafiosi hanno considerato, dal 1992/1993 e per quindici anni, gli interlocutori di un progetto che, dopo le stragi, avrebbe rimesso le cose a posto: i piccioli, il denaro, al sicuro; i "carcerati" o fuori o dentro, ma in condizioni di tenere il filo del loro business; mediocri e distratte politiche della sicurezza; lavoro giudiziario indebolito per legge; ceto politico disponibile, come nel passato, al dialogo e al compromesso con gli interessi mafiosi.

                        Sono novità che preparano una stagione nuova, incubano conflitti dolorosi e pericolosi. La campana suona per Silvio Berlusconi perché, nelle tortuosità che sempre accompagnano le cose di mafia, è evidente che il 4 dicembre - quando Gaspare Spatuzza, mafioso di Brancaccio, testimonierà nel processo di appello contro Marcello Dell'Utri - avrà inizio la resa dei conti della famiglia dei fratelli Graviano contro il capo del governo che, in agosto, ha detto di voler "passare alla storia come il presidente del Consiglio che ha sconfitto la mafia".

                        È un fatto sorprendente che i mafiosi abbiano deciso di parlare con i pubblici ministeri di quattro procure (Firenze, Caltanissetta, Palermo, Milano). Vogliono contribuire "alla verità". Lo dice, con le opportune prudenze, anche Giuseppe Graviano, "muto" da quindici anni. Quattro uomini della famiglia offrono una collaborazione piena. Sono Gaspare Spatuzza, Pietro Romeo, Giuseppe Ciaramitaro, Salvatore Grigoli. Spiegano, ricordano. Chiariscono come nacque, e da chi, l'idea delle stragi che non "avevano il dna di Cosa Nostra" e che "si portarono dietro quei morti innocenti". Indicano l'"accordo politico" che le giustificò e le rese necessarie "per il bene della Cosa Nostra". I nomi di Berlusconi e Dell'Utri saltano fuori in questo snodo.

                        Gaspare Spatuzza, 18 giugno 2009, ricostruisce la vigilia dell'attentato all'Olimpico: "Giuseppe Graviano mi ha detto "che tutto si è chiuso bene, abbiamo ottenuto quello che cercavamo; le persone che hanno portato avanti la cosa non sono come quei quattro crasti dei socialisti che prima ci hanno chiesto i voti e poi ci hanno venduti. Si tratta di persone affidabili". A quel punto mi fa il nome di Berlusconi e mi conferma, a mia domanda, che si tratta di quello di Canale 5; poi mi dice che c'è anche un paesano nostro e mi fa il nome di Dell'Utri (...) Giuseppe Graviano mi dice [ancora] che comunque bisogna fare l'attentato all'Olimpico perché serve a dare il "colpo di grazia" e afferma: ormai "abbiamo il Paese nelle mani"".
                        Pietro Romeo, 30 settembre 2009: "... In quel momento stavamo parlando di armi e di altri argomenti seri. [Fu chiesto a Spatuzza] se il politico dietro le stragi fosse Andreotti o Berlusconi. Spatuzza rispose: Berlusconi. La motivazione stragista di Cosa Nostra era quella di far togliere il 41 bis. Non ho mai saputo quali motivazioni ci fossero nella parte politica. Noi eravamo [soltanto degli] esecutori".

                        Salvatore Grigoli, interrogatorio 5 novembre 2009: "Dalle informazioni datemi (...), le stragi erano fatte per costringere lo Stato a scendere a patti (...) Dell'Utri è il nome da me conosciuto (...), quale contatto politico dei Graviano (...) Quello di Dell'Utri, per me, in quel momento era un nome conosciuto ma neppure particolarmente importante. Quel che è certo è [che me ne parlarono] come [del nostro] contatto politico". E' una scena che trova conferme anche in parole già dette, nel tempo. I ricordi di Giuseppe Ciaramitaro li si può scovare in un verbale d'interrogatorio del 23 luglio 1996: "Mi [fu] detto che bisognava portare questo attacco allo Stato e che c'era un politico che indicava gli obiettivi, quando questo politico avrebbe vinto le elezioni, si sarebbe quindi interessato a far abolire il 41 bis (...). Quando Berlusconi [è] stato presidente del Consiglio per la prima volta, nell'organizzazione erano tutti contenti, perché si stava muovendo nel senso desiderato e [si disse] che la proroga del 41 bis era stata solo per 'fintà in modo da eliminarlo del tutto alla scadenza".

                        Ci sarà, certo, chi dirà che non c'è nulla di nuovo. "Pentiti di mafia" che confermano testimonianza di altri "pentiti di mafia" ci sono stati ieri, ci sono oggi. La differenza, in questo caso, è come questi uomini che hanno saltato il fosso sono trattati dagli altri, da chi - in apparenza - resta ben saldo nelle sue convinzioni di mafioso, nel suo giuramento d'omertà. Li rispettano, sorprendentemente. Non era mai capitato. Non li considerano degli "infami". Accettano il dialogo con loro. Anche i più ostinati come Cosimo Lo Nigro e Vittorio Tutino.

                        Cosimo Lo Nigro, il 10 settembre del 2009, è seduto di fronte a Gaspare Spatuzza. Spatuzza gli dice che "ha gioito - oggi me ne vergogno - , ma ho gioito per Capaci perché quello [Falcone] rappresentava un nemico per Cosa Nostra... ma il nostro malessere inizia nel momento in cui ci spingiamo oltre (...) su Firenze, Roma, Milano...". Lo Nigro lo ascolta, senza contraddirlo. Spatuzza ricostruisce come andarono le cose durante la preparazione della strage all'Olimpico. Lo Nigro lo lascia concludere e gli dice: "Rispetto le tue scelte, ma ancora ti chiedo: sei sicuro di ciò che dici e delle tue scelte?". Vittorio Tutino accetta di essere interrogato dai Pm di Caltanissetta. Non fa scena muta. Parla. Il suo verbale d'interrogatorio deve essere interessante perché viene secretato.

                        Già queste mosse annunciano la nuova stagione, ma la dirompente novità è nei cauti passi dei due boss di Brancaccio, i fratelli Filippo e Giuseppe Graviano. Sono i più vicini a Salvatore Riina. Hanno guidato con mano ferma la loro "batteria" fino a progettare la strage - per fortuna evitata per un inghippo nell'innesco dell'esplosivo - di un centinaio di carabinieri all'Olimpico il 23 gennaio del 1994. Sono in galera da quindici anni. Hanno studiato (economia, matematica) in carcere. Dal carcere si sono curati dell'educazione dei loro figli affidati ai migliori collegi di Roma e di Palermo e ora sembrano stufi, stanchi di attendere quel che per troppo tempo hanno atteso. Spatuzza racconta che, alla fine del 2004, Filippo Graviano, 48 anni, sbottò: "Bisogna far sapere a mio fratello Giuseppe che se non arriva niente da dove deve arrivare, è bene che anche noi cominciamo a parlare con i magistrati". La frase è eloquente. C'è un accordo. Chi lo ha sottoscritto, non ha rispettato l'impegno. Per cavarsi dall'angolo, c'è un solo modo: dissociarsi, collaborare con la giustizia, svelare le responsabilità di chi - estraneo all'organizzazione - si è tirato indietro. Accusarlo può essere considerato "un'infamia"?

                        Filippo Graviano, il 20 agosto 2009, accetta il confronto con Gaspare Spatuzza. C'è una sola questione da discutere. Quella frase. Ha detto che "se non arriva niente da dove deve arrivare, è bene che anche noi cominciamo a parlare con i magistrati"? La smentita di Filippo Graviano è ambigua. In Sicilia dicono: a entri ed esci. Dice Filippo a Gaspare: "Io non ho mai parlato con ostilità nei tuoi riguardi. I discorsi che facevamo erano per migliorare noi stessi. Già noi avevamo allora un atteggiamento diverso, già volevamo agire nella legalità. Noi parlavamo di un nostro futuro in un'altra parte d'Italia". La premessa è utile al boss per negare ma con garbo: "Mi dispiace contraddire Spatuzza, ma devo dire che non mi aspetto niente adesso e nemmeno nel passato, nel 2004. Mi sembra molto remoto che possa avere detto una frase simile perché, come ho detto, non mi aspetto niente da nessuno. Avrei cercato un magistrato in tutti questi anni, se qualcuno non avesse onorato un presunto impegno".

                        Filippo non ha timore di pronunciare per un boss parole tradizionalmente vietate, "legalità", "cercare magistrati". Si spinge anche a pronunciarne una, indicibile: "dissociazione". Dice, il 28 luglio 2009: "Da parte mia è una dissociazione verso le scelte del passato (...). Oggi sono una persona diversa. Faccio un esempio. Nel mio passato, al primo posto, c'era il denaro. Oggi c'è la cultura, la conoscenza. (...) Io non rifarei le scelte che ho fatto".

                        Anche Giuseppe Graviano, 46 anni, il più duro, il più autorevole (i suoi lo chiamano "Madre natura" o "Mio padre"), incontra i magistrati, il 28 luglio 2008. E' la prima volta che risponde a una domanda dal tempo del suo arresto, il 27 gennaio 1993. Dice: "Io sono disposto a fare i confronti, con coloro che indico io e che ritengo sappiano la verità. Sono disposto a un confronto con Spatuzza ma cosa volete che sappia Spatuzza che non sa niente, faceva l'imbianchino, sarà ricattato da qualcuno". Sembra che alzi un muro e che il muro sia insuperabile, ma non è così. Quando gli tocca parlare delle stragi del 1993, ragiona: "Perché non mi avete fatto fare il confronto con i pentiti in aula, quando l'ho chiesto? Così una versione io, una versione loro e poi c'è il magistrato [che giudica]: voi ascoltavate e potevate decidere chi stava dicendo la verità. La verità, [soltanto] la verità di come sono andati i fatti.. . io vi volevo portare alla verità. E speriamo che esca la verità veramente. Ve ne accorgerete del danno che avete fatto. Se noi dobbiamo scoprire [la verità], io posso dare una mano d'aiuto. Io dico che uscirà fuori la verità delle cose. Trovate i veri colpevoli, i veri colpevoli. Si parla sempre di colletti bianchi, colletti grigi, colletti e sono sempre innocenti [questi, mentre] i poveri disgraziati...".

                        Gli chiedono i magistrati: "Lei sa che ci sono colletti bianchi implicati in queste storie?". Risponde: "Io non lo so. Poi stiamo a vedere se... qualcuno ha il desiderio di dirlo che lo sa benissimo... Ma io non posso dire la mia verità così. Perché non serve a niente. Invece, ve la faccio dire, io, [da] chi sa la verità".

                        Ora bisogna mettere in ordine quel che si intuisce nelle mosse di Cosa Nostra. I "pentiti" non sono maledetti da chi, in teoria, stanno tradendo. Al contrario, ricevono attestati di solidarietà, segnali di rispetto, addirittura cenni di condivisione per una scelta che alcuni non hanno ancora la forza di decidere. E' più che un'impressione: è come se chi offre piena collaborazione alla magistratura (Spatuzza, Romeo, Grigoli) abbia l'approvazione di chi governa la famiglia (Giuseppe e Filippo Graviano) e ancora oggi può essere considerato al vertice di un'organizzazione che, in carcere, custodisce l'intera memoria della sua storia, delle sue connessioni, degli intrecci indicibili e finora non detti, degli interessi segreti e protetti. In una formula, il peso di un ricatto che viene offerto con le parole e i ricordi delle "seconde file" in attesa che le "prime" possano valutare quel che accade, chi e come si muove.

                        Ecco perché ha paura Berlusconi. Quegli uomini della mafia non conoscono soltanto "la verità" delle stragi (che sarà molto arduo rappresentare in un racconto processuale ben motivato), ma soprattutto le origini oscure della sua avventura imprenditoriale, già emerse e documentate dal processo di primo grado contro Marcello Dell'Utri (condannato a 9 anni per concorso esterno in associazione mafiosa). Di denaro, di piccioli minacciano allora di parlare i Graviano e gli uomini della famiglia di Brancaccio. Dice Spatuzza: "I Graviano sono ricchissimi e il loro patrimonio non è stato intaccato di un centesimo. Hanno investito al Nord e in Sardegna e solo così mi spiego perché durante la latitanza sono stati a Milano e non a Brancaccio. È anomalo, anomalissimo". Se a Milano - dice il testimone - Filippo e Giuseppe si sentivano più protetti che nella loro borgata di Palermo vuol dire che chi li proteggeva a Milano era più potente e affidabile della famiglia.

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                        • Christopher
                          ex tod, futuro rod
                          • Sep 2009
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                          • Send PM

                          Originariamente Scritto da _Jamez_ Visualizza Messaggio
                          Ecco un articolo di oggi sulla questione mafia.
                          E' lungo ma ne vale la pena

                          Ad una svolta l'indagine di Firenze sulle stragi del 1993. Il nome
                          del presidente del Consiglio nei verbali degli uomini della cosca di Brancaccio


                          Mafia, perché i pentiti
                          accusano Berlusconi


                          ...
                          letto anche io stamane. sconvolgente

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                          • KURTANGLE
                            Inculamelo: l'ottavo nano...quello gay
                            • Jun 2005
                            • 36444
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                            • Send PM

                            cose che gia' sospettavamo e conoscevamo....pero ascoltare dalla bocca di un pentito ( un altro) sara' terrificante...cosi' come lo è leggerlo
                            Originariamente Scritto da SPANATEMELA
                            parliamo della mezzasega pipita e del suo golllaaaaaaaaaaaaazzzoooooooooooooooooo contro la rubentus
                            Originariamente Scritto da GoodBoy!
                            ma non si era detto che espressioni tipo rube lanzie riommers dovevano essere sanzionate col rosso?


                            grazie.




                            PROFEZZOREZZAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA

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                            • Leonida
                              Filosofo del *****
                              • Nov 2006
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                              Originariamente Scritto da Christopher Visualizza Messaggio
                              letto anche io stamane. sconvolgente
                              Buuuoooongioooornoooooo Itaaaliaaaaaaaaaaaa, a che ora ci siamo svegliati questo pomeriggio di un 2009?????
                              Originariamente Scritto da gorgone
                              è plotino la chiave universale per le vagine
                              Originariamente Scritto da gorgone
                              secondo me sono pazzi.

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                              • ma_75
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                                Ecco le cose che fanno andare in bestia il nano

                                Giustizia: delegazione Anm a colloquio da Fini



                                ROMA - Una delegazione della Giunta dell'Associazione Nazionale Magistrati, che comprende tra l'altro il presidente Luca Palamara e il segretario Giuseppe Cascini, e' a colloquio con il presidente della Camera Gianfranco Fini. (RCD)
                                In un sistema finito, con un tempo infinito, ogni combinazione può ripetersi infinite volte.
                                ma_75@bodyweb.com

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